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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Fotocamere a pellicola!
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- Vacumatic
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Fotocamere a pellicola!
Ci spostiamo qui per non continuare a inquinare il post "converter Delta"
Allora, chi di noi colleziona, o meglio ancora usa, macchine fotografiche a pellicola?
A quali pezzi siete particolarmente affezionati?
Inizio io.
La fotografia è la mia più grande passione, nata da bambino con una Kodak Instamatic 110.
Attualmente ho un numero esagerato di macchine e obiettivi, di qualsiasi dimensione, digitali e a pellicola; dalla Minox al banco ottico 4x5".
Dopo un'infatuazione per il digitale, in realtà durata parecchi anni (corredi Canon FF e m4/3), ora lo uso ancora con soddisfazione quando serve, quindi vacanze, eventi, concerti, ritratti e inserzioni; ma per le "mie" fotografie, dunque le uscite fotografiche vere e proprie, sono tornato alla pellicola.
In particolare uso una Mamiya RZ67 II su cavalletto, e generalmente una Leica M6 a mano libera; in genere tutte con Velvia 50 o 100.
Perché sono tornato alla pellicola... difficile dirlo. Premesso che, prove tecniche alla mano (lavoravo nel campo dell'acquisizione e trattamento immagini ad alta risoluzione), la pellicola ha ancora prestazioni molto interessanti, il vero motivo è in parte il piacere di tenere in mano una striscia di pellicola e guardarla in controluce, in parte l'amore per le macchine meccaniche, il loro rumore, le sensazioni tattili, la bellezza di questi oggetti e dei loro meccanismi.
C'è poi l'approccio: mi sono reso conto, dopo tanti anni di digitale, che lo scatto era diventato un atto tecnico: scatto, controllo l'istogramma, l'inquadratura, la nitidezza dei dettagli; eventualmente scarto e riscatto più volte.
Con la pellicola penso, guardo, mi lascio catturare da ciò che vedo nel mirino, scatto se sono convinto; e poi aspetto, anche settimane a volte, per vedere se ho davvero fatto centro. E' tutto un percorso anche mentale, che mi dà molto più appagamento.
Dato che fotografo per me stesso e non ho né fretta né vincoli di costo-per-scatto, così sono felicissimo!
E veniamo alle mie macchine preferite... come strumento, digitali a parte, mi piace molto la Mamiya RZ 67II.
Nel 35mm, il massimo delle prestazioni le ottengo con la EOS 3, eventualmente usando obiettivi Contax CY adattati.
Però come oggetto in sé e piacere nell'uso, dico Leica M (M6 e M4P, che ha uno scatto ancora più dolce) e le belle Contax 137; per me le 137 sono tra le più belle reflex mai costruite.
E ora, a voi la penna!
Fernando
Allora, chi di noi colleziona, o meglio ancora usa, macchine fotografiche a pellicola?
A quali pezzi siete particolarmente affezionati?
Inizio io.
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Attualmente ho un numero esagerato di macchine e obiettivi, di qualsiasi dimensione, digitali e a pellicola; dalla Minox al banco ottico 4x5".
Dopo un'infatuazione per il digitale, in realtà durata parecchi anni (corredi Canon FF e m4/3), ora lo uso ancora con soddisfazione quando serve, quindi vacanze, eventi, concerti, ritratti e inserzioni; ma per le "mie" fotografie, dunque le uscite fotografiche vere e proprie, sono tornato alla pellicola.
In particolare uso una Mamiya RZ67 II su cavalletto, e generalmente una Leica M6 a mano libera; in genere tutte con Velvia 50 o 100.
Perché sono tornato alla pellicola... difficile dirlo. Premesso che, prove tecniche alla mano (lavoravo nel campo dell'acquisizione e trattamento immagini ad alta risoluzione), la pellicola ha ancora prestazioni molto interessanti, il vero motivo è in parte il piacere di tenere in mano una striscia di pellicola e guardarla in controluce, in parte l'amore per le macchine meccaniche, il loro rumore, le sensazioni tattili, la bellezza di questi oggetti e dei loro meccanismi.
C'è poi l'approccio: mi sono reso conto, dopo tanti anni di digitale, che lo scatto era diventato un atto tecnico: scatto, controllo l'istogramma, l'inquadratura, la nitidezza dei dettagli; eventualmente scarto e riscatto più volte.
Con la pellicola penso, guardo, mi lascio catturare da ciò che vedo nel mirino, scatto se sono convinto; e poi aspetto, anche settimane a volte, per vedere se ho davvero fatto centro. E' tutto un percorso anche mentale, che mi dà molto più appagamento.
Dato che fotografo per me stesso e non ho né fretta né vincoli di costo-per-scatto, così sono felicissimo!
E veniamo alle mie macchine preferite... come strumento, digitali a parte, mi piace molto la Mamiya RZ 67II.
Nel 35mm, il massimo delle prestazioni le ottengo con la EOS 3, eventualmente usando obiettivi Contax CY adattati.
Però come oggetto in sé e piacere nell'uso, dico Leica M (M6 e M4P, che ha uno scatto ancora più dolce) e le belle Contax 137; per me le 137 sono tra le più belle reflex mai costruite.
E ora, a voi la penna!
Fernando
- shinken
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Io ho una 6x6 con doppio obiettivo quindi un formato leggermente fuori standard.
Ora per chi ama le fotocamere a pellicola direi che il primo problema sono proprio le pellicole.
Al di fuori dei supporti professionali e per usi speciali, ci sono sempre meno produttori e quindi sempre meno scelte.
Inoltre la ricerca nel settore direi che ormai è ferma IMHO.
Ora per chi ama le fotocamere a pellicola direi che il primo problema sono proprio le pellicole.
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Luigi, tabaccaio in Genova.
Quarantadue è la risposta!
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Io ho iniziato con le Canon, nel 1980, poi sono passao a Contax e poi a Nikon, nel corso delgi hanni ho avuto diversi corpi macchina, come canon mi è rimasto una A1, dei AE1program, una Al1, oltre a una decina di obbiettivi FD. di contax ho solo una 167MT e una Aria, e viedre ottiche putroppo solo tre originali, il resto sono compatibili. Di nikon invece ho poco, è un acquisto recente (per modo di dire) nel 2006, ho sostituito la D70 con una D50 usando le ottiche che già avevo in pratica un 50mm e due zoom. Nel corsi degli anni quando ero appassionato ho comprato di tutto e speso una fortuna, quando si sposo mio fratello per esempio comprai due CT60 che poi ho praticamente regalato ad un amico anni dopo. Se tornassi indeitro, partirei subito con Nikon, la sola che mi avrebbe permesso di non buttare il vasto parcho di ottiche accumulato in questi anni. Le altre due putroppo hanno cambiato attacco e reso incompatibile il loro uso..Capitale male investito
Riccardo
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Io continuo imperterrito a praticare la fotografia tradizionale senza particolari impedimenti.
Nel bianco e nero si trova tutto sia come pellicole che come chimici per il trattamento, lo stesso dicasi per il negativo colore, solo per le diapositive colore ľ offerta si é ridotta drasticamente, ma con un pó di impegno ci si riesce ugualmente.
La mia fotocamera preferita é la Zeiss Super Ikonta 534/16 per il Medio Formato e la Voigtlander Prominent per il Piccolo Formato.
Nel bianco e nero si trova tutto sia come pellicole che come chimici per il trattamento, lo stesso dicasi per il negativo colore, solo per le diapositive colore ľ offerta si é ridotta drasticamente, ma con un pó di impegno ci si riesce ugualmente.
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Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
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Eccomi!
Mi sono avvicinata alla fotografia nel 2006 scattando qualche foto con una compatta digitale di quelle in cui potevano regolare tempi e diaframmi: da lì ho capito al fotografia. Il passo successivo è stato direttamente nel mondo analogico dal quale non sono mai uscita. Come dice Analogico, reperire chimici e pellicole non è un problema (giusto le diapositive è difficile trovare chi le sviluppi in città).
Prediligo i 6x6 e il bianco e nero, anche se la mia Pentax ME Super mi ha regalato delle emozioni non indifferenti quando un paio di settimane fa ho fatto sviluppare un rullo colore con le prime foto scattate alla mia prima nipotina.
Tra quelli che possiedo l'apparecchio che mi da più emozioni e che non sbaglia mai un colpo è la Zenza Bronica S2A.
Poi posseggo anche una SQ-Ai (ssempre Zenza Bronica, ma poverina, è afflitta dal difetto di essere una macchina comandata dall'elettronica), una Pentax MX oltre la sopracitata ME Super, una Pentacon Six TL, una Zeiss Ikon Contina (meravigliosa signora a soffietto) e una Contessa II, una Olympus XA2.
Sono anni che non stampo purtoppo, per mancanza di tempo e freschezza mentale: ho un Durst M301.
Mi sono avvicinata alla fotografia nel 2006 scattando qualche foto con una compatta digitale di quelle in cui potevano regolare tempi e diaframmi: da lì ho capito al fotografia. Il passo successivo è stato direttamente nel mondo analogico dal quale non sono mai uscita. Come dice Analogico, reperire chimici e pellicole non è un problema (giusto le diapositive è difficile trovare chi le sviluppi in città).
Prediligo i 6x6 e il bianco e nero, anche se la mia Pentax ME Super mi ha regalato delle emozioni non indifferenti quando un paio di settimane fa ho fatto sviluppare un rullo colore con le prime foto scattate alla mia prima nipotina.
Tra quelli che possiedo l'apparecchio che mi da più emozioni e che non sbaglia mai un colpo è la Zenza Bronica S2A.
Poi posseggo anche una SQ-Ai (ssempre Zenza Bronica, ma poverina, è afflitta dal difetto di essere una macchina comandata dall'elettronica), una Pentax MX oltre la sopracitata ME Super, una Pentacon Six TL, una Zeiss Ikon Contina (meravigliosa signora a soffietto) e una Contessa II, una Olympus XA2.
Sono anni che non stampo purtoppo, per mancanza di tempo e freschezza mentale: ho un Durst M301.
- analogico
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Oggi come oggi é diventato imprescindibile curare in proprio tutto il procedimento dallo scatto alla stampa.
I laboratori che lavorano decentemente la pellicola, in tutta Italia si contano a stento sulle dita di una mano..
I laboratori che lavorano decentemente la pellicola, in tutta Italia si contano a stento sulle dita di una mano..
Antonio
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Ho lasciato l'analogico nel 2005 con EOS 1V e EOS 3 e fior di obiettivi, anch'io usavo prevalentemente Velvia 50 che trattavo in casa e Tmax 100 trattamento invertito sempre in casa; attualmente EOS 5DII, fior di zooms e 100 macro L - Vogliamo dire che tutto è cambiato con l'avvento del digitale, lo possiamo dire. Ma nella Fotografia nulla è cambiato.
Giorgio
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Rispondo a Contax.
Ho fatto quasi in fotocopia il tuo percorso ma non me ne pento.
Canon, per me, è una fede.
Anch'io ho diversi obiettivi FD (il 17 è secondo me il miglior grandangolo ancora insuperato) che certamente non uso più ma sono contento di averli come oggetti.
Ho ancora una Eos 5 ed una Eos 1N per la quale mi svenai.
Ho poi seguito l'ineluttabile percorso verso il digitale ma dopo tentativi di approccio senza soddisfazione (Eos 30d) sono passato al formato pieno (Eos 6d) con la quale si comincia davvero a fare paragoni con la pellicola.
Ma solo per il colore.
Chi ha usato il medio formato (ti capisco MiataJPS!) ed ha stampato quei neri, con il digitale non prova nemmeno.
Possiedo, ma non uso praticamente più, una Mamya RZ II con alcuni obiettivi (ti saluto Xfer) e a volte vorrei trovare il tempo di fare quelle bellissime uscite fotografiche dove alla fine del pomeriggio si erano fatti 10-20 scatti ben meditati.
Bella differenza rispetto alle raffiche che ormai tutti facciamo ora con il proposito di scegliere il meglio a casa!
stefano
Ho fatto quasi in fotocopia il tuo percorso ma non me ne pento.
Canon, per me, è una fede.
Anch'io ho diversi obiettivi FD (il 17 è secondo me il miglior grandangolo ancora insuperato) che certamente non uso più ma sono contento di averli come oggetti.
Ho ancora una Eos 5 ed una Eos 1N per la quale mi svenai.
Ho poi seguito l'ineluttabile percorso verso il digitale ma dopo tentativi di approccio senza soddisfazione (Eos 30d) sono passato al formato pieno (Eos 6d) con la quale si comincia davvero a fare paragoni con la pellicola.
Ma solo per il colore.
Chi ha usato il medio formato (ti capisco MiataJPS!) ed ha stampato quei neri, con il digitale non prova nemmeno.
Possiedo, ma non uso praticamente più, una Mamya RZ II con alcuni obiettivi (ti saluto Xfer) e a volte vorrei trovare il tempo di fare quelle bellissime uscite fotografiche dove alla fine del pomeriggio si erano fatti 10-20 scatti ben meditati.
Bella differenza rispetto alle raffiche che ormai tutti facciamo ora con il proposito di scegliere il meglio a casa!
stefano
Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
(Dale Dauten)
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....però,...che bella combiriccola !
Anch'io ho a che fare con la fotografia, sia quella a pellicola ( per la mia passione ) che con il digitale ( per convenienza e necessità).
Ho iniziato a fotografare da bambino il paesaggio e crescendo via via sono passato per il medio formato per approdare al banco ottico.
Utilizzo i principali marchi del digitale con a consapevolezza che oggi come oggi una reflex da medio prezzo fa tutto quel che serve, in molti casi, anche per un professionista. Ho fotografato anche con le panoramiche sia di piccolo che di medio formato e mi sono rimaste nel cuore la x-pan e la fuji.
Buona luce a tutti !
Anch'io ho a che fare con la fotografia, sia quella a pellicola ( per la mia passione ) che con il digitale ( per convenienza e necessità).
Ho iniziato a fotografare da bambino il paesaggio e crescendo via via sono passato per il medio formato per approdare al banco ottico.
Utilizzo i principali marchi del digitale con a consapevolezza che oggi come oggi una reflex da medio prezzo fa tutto quel che serve, in molti casi, anche per un professionista. Ho fotografato anche con le panoramiche sia di piccolo che di medio formato e mi sono rimaste nel cuore la x-pan e la fuji.
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- Contax1961
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Credo che le ottiche FD siano state un punto di riferimento negli anni 80 poca spesa tanta resa . Anche se oggi, come ti dicevo, sarei più propenso a ripartire con un set Nikon, questo per praticità. E' anche vero che con l'era del digitale, ottiche che in passato avremo ritenuto fondi di bottiglia, oggi fanno foto piu che discrete e quindi è cambiato tante cose...netosaf ha scritto:Rispondo a Contax.
Ho fatto quasi in fotocopia il tuo percorso ma non me ne pento.
Canon, per me, è una fede.
Anch'io ho diversi obiettivi FD (il 17 è secondo me il miglior grandangolo ancora insuperato) che certamente non uso più ma sono contento di averli come oggetti.
Ho ancora una Eos 5 ed una Eos 1N per la quale mi svenai.
Ho poi seguito l'ineluttabile percorso verso il digitale ma dopo tentativi di approccio senza soddisfazione (Eos 30d) sono passato al formato pieno (Eos 6d) con la quale si comincia davvero a fare paragoni con la pellicola.
Ma solo per il colore.
Chi ha usato il medio formato (ti capisco MiataJPS!) ed ha stampato quei neri, con il digitale non prova nemmeno.
Possiedo, ma non uso praticamente più, una Mamya RZ II con alcuni obiettivi (ti saluto Xfer) e a volte vorrei trovare il tempo di fare quelle bellissime uscite fotografiche dove alla fine del pomeriggio si erano fatti 10-20 scatti ben meditati.
Bella differenza rispetto alle raffiche che ormai tutti facciamo ora con il proposito di scegliere il meglio a casa!
stefano
Delle ottiche Contax o meglio ZEISS, ero estremamente contento, di notte senza flash ricordo foto impensabili a mano libera, ma i costi erano molto alti e spesso ho preso delle Yashica per coprire tutta la gamma degli obbiettivi. Ti confido che ho anche molte compatte, lumix, canon, fuji, ecc. ma le stò relegando a ruoli sempre più marginali, prima erano le macchine che portavo sempre ditero per ogni occasione ora sono passato allo smartphone..per quel tipo di foto, Della D50 sono particolarmente soddisfatto e per ora non la cambio anche se sono spesso tentato dopo tutti questi anni di passare ad un modello superiore, anche perche se la cambio poi si pone il dilemma delle ottiche..che senso avrebbe avere un sensore mega se poi tengo le ottiche economiche??
Riccardo
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Ah, che bei ricordi... la Nikon FM10 completamente meccanica, ferma sul cavalletto per fare foto di paesaggio. Tempo, diaframma, e per il resto attenzione totale all' inquadratura.
Ogni scatto aveva più valore, non solo per il costo.
Ma è stata un'ottima insostituibile scuola di fotografia, e di "igiene mentale " contro la bulimia di scatti digitali.
Mi piacerebbe acquistare una reflex digitale. Mi disturba il fatto delle batterie, fare foto saltuariamente e avere il pacco batterie scarico.... se penso alle due pile a bottone dell'esposimetro e basta! Ma ho visto una pentax che usa pile stilo.
Ho invece riprovato un rullino poco tempo fa, ma non mi ha esaltato. Forse sono abituato alla notevole nitidezza del digitale, mi sono sembrate molto granulose.
Ogni scatto aveva più valore, non solo per il costo.
Ma è stata un'ottima insostituibile scuola di fotografia, e di "igiene mentale " contro la bulimia di scatti digitali.
Mi piacerebbe acquistare una reflex digitale. Mi disturba il fatto delle batterie, fare foto saltuariamente e avere il pacco batterie scarico.... se penso alle due pile a bottone dell'esposimetro e basta! Ma ho visto una pentax che usa pile stilo.
Ho invece riprovato un rullino poco tempo fa, ma non mi ha esaltato. Forse sono abituato alla notevole nitidezza del digitale, mi sono sembrate molto granulose.
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Avete messo il dito in una piaga abbondantemente aperta e dolorante...
Ho anch'io iniziato a scattare con una piccola Istamatic, per poi passare quasi subito ad una Voigtlaender Vito B. Per il mio ottimo rendimento scolastico, a metà anni '70 mi fu regalata da mio padre una Olympus OM1n che finì per diventare un pezzo di me, accompagnandomi sempre nei miei viaggi e nelle mie vacanze. Al contempo in casa mi organizzai un piccolo laboratorio fotografico per la stampa B/N. Vista la mia passione per il mare, sia sopra che sotto la superficie, il mio parco macchine (a cui nel frattempo si erano aggiunte una Contax a mirino, diverse Voigtlaender, una Miranda reflex, ed un paio di biottiche) si aprì alle anfibie Nikonos e ai (costosi...) accessori: obiettivi, flash scafandrati, aggiuntivi macro,...) A fine millennio acquistai una Leica M4 con un buon corredo di ottiche per riprendere a fotografare in B/N con più calma e riflessione. Sempre in quel periodo mi venne l'insana passione (assimilabile a quello per le stilografiche...) per le Polaroid e per collezionarne (complice la rete) tutti i modelli prodotti!
Poi una piccola digitale Sony si installò subdolamente nella mia tasca e con l'opportuno scafandro, iniziò a seguirmi nelle immersioni. Fu una tragedia. L'indiscutibile praticità del digitale rispose efficacemente a tutte le mie esigenze di foto per il lavoro, per le istantanee legate al crescere dei miei figli e per i reportage delle vacanze. Le mie 70 macchine analogiche cominciarono quindi pian piano a coprirsi si polvere nel loro scaffale senza speranza di riscatto, o meglio di "ri-scatto". Solo la Leica e la mia fida OM1 sono riuscite a farmi rubare una manciata di pomeriggi in questi ultimi 15 anni per qualche scatto meditativo a spasso per la mia città. Ora faccio foto solo con il telefono e solo per lavoro e periodicamente mi limito a far scattare a vuoto tutti gli otturatori delle mie analogiche per evitare che si blocchino, ma che tristezza...
Ho anch'io iniziato a scattare con una piccola Istamatic, per poi passare quasi subito ad una Voigtlaender Vito B. Per il mio ottimo rendimento scolastico, a metà anni '70 mi fu regalata da mio padre una Olympus OM1n che finì per diventare un pezzo di me, accompagnandomi sempre nei miei viaggi e nelle mie vacanze. Al contempo in casa mi organizzai un piccolo laboratorio fotografico per la stampa B/N. Vista la mia passione per il mare, sia sopra che sotto la superficie, il mio parco macchine (a cui nel frattempo si erano aggiunte una Contax a mirino, diverse Voigtlaender, una Miranda reflex, ed un paio di biottiche) si aprì alle anfibie Nikonos e ai (costosi...) accessori: obiettivi, flash scafandrati, aggiuntivi macro,...) A fine millennio acquistai una Leica M4 con un buon corredo di ottiche per riprendere a fotografare in B/N con più calma e riflessione. Sempre in quel periodo mi venne l'insana passione (assimilabile a quello per le stilografiche...) per le Polaroid e per collezionarne (complice la rete) tutti i modelli prodotti!
Poi una piccola digitale Sony si installò subdolamente nella mia tasca e con l'opportuno scafandro, iniziò a seguirmi nelle immersioni. Fu una tragedia. L'indiscutibile praticità del digitale rispose efficacemente a tutte le mie esigenze di foto per il lavoro, per le istantanee legate al crescere dei miei figli e per i reportage delle vacanze. Le mie 70 macchine analogiche cominciarono quindi pian piano a coprirsi si polvere nel loro scaffale senza speranza di riscatto, o meglio di "ri-scatto". Solo la Leica e la mia fida OM1 sono riuscite a farmi rubare una manciata di pomeriggi in questi ultimi 15 anni per qualche scatto meditativo a spasso per la mia città. Ora faccio foto solo con il telefono e solo per lavoro e periodicamente mi limito a far scattare a vuoto tutti gli otturatori delle mie analogiche per evitare che si blocchino, ma che tristezza...
- analogico
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La fotografia tradizionale prevede un pó di impegno e applicazione, ma non é una delle dodici fatiche di Ercole.
Per sviluppare bastano una tank e qualche misurino di plastica e per stampare, un paio di metri quadri al buio dovunque sia, cantina , garage ripostiglio o addirittura bagno.
Poi puó darsi che scattare e scaricare 1000 immagini digitali al computer sia piú agevole ,ma anche preparere i "4 salti in padella"
é piú comodo che cucinare come si deve, ma tra le due cose io non avrei dubbi su quale scegliere.
Per sviluppare bastano una tank e qualche misurino di plastica e per stampare, un paio di metri quadri al buio dovunque sia, cantina , garage ripostiglio o addirittura bagno.
Poi puó darsi che scattare e scaricare 1000 immagini digitali al computer sia piú agevole ,ma anche preparere i "4 salti in padella"
é piú comodo che cucinare come si deve, ma tra le due cose io non avrei dubbi su quale scegliere.
Antonio
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Sicuramente una tank che si carica in luce diurna azzera anche l'inconveniente di procurarsi una camera oscura (limitandosi al solo sviluppo).analogico ha scritto: Per sviluppare bastano una tank e qualche misurino di plastica e per stampare, un paio di metri quadri al buio dovunque sia, cantina , garage ripostiglio o addirittura bagno.
Francamente mi chiedo come mai nessuno ci abbia pensato prima, sembra l'uovo di colombo.
http://www.ars-imago.com/lab-box/
analogico ha scritto:Poi puó darsi che scattare e scaricare 1000 immagini digitali al computer sia piú agevole, ma anche preparere i "4 salti in padella"
é piú comodo che cucinare come si deve, ma tra le due cose io non avrei dubbi su quale scegliere.
Nicolò
- netosaf
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Caro Analogico,
sapessi quante volte mi sono ripetuto il tuo concetto!
Ma sappiamo tutti che non è un problema di fatica fisica ma di trovare la motivazione.
La motivazione a fare una cosa fa si che la stessa cosa, oggi faticosa, diventi entusiasmo e piacere.
Ho ancora tutto il mio laboratorio potenzialmente riattivabile con poco (meglio buttare i chimici vecchi), lavello dedicato, vasche, tank e ingranditore. Perfino diverse pellicole, scadute, ma sappiamo che questo conta poco.
Ogni volta che riguardo alcune mie foto in b&n appese alla parete e magari faccio il confronto con analoghe digitali mi dico che prima o poi DEVO tornare a qualche scatto analogico.
Ma per ora mi manca l'ultima spinta. Quella vis invisibile che oggi mi fa usare il poco tempo libero per vedere o cercare magari qualche stilo.
Ma quando sarò in pensione ....... (di solito ci si consola così, no?!?)
stefano
sapessi quante volte mi sono ripetuto il tuo concetto!
Ma sappiamo tutti che non è un problema di fatica fisica ma di trovare la motivazione.
La motivazione a fare una cosa fa si che la stessa cosa, oggi faticosa, diventi entusiasmo e piacere.
Ho ancora tutto il mio laboratorio potenzialmente riattivabile con poco (meglio buttare i chimici vecchi), lavello dedicato, vasche, tank e ingranditore. Perfino diverse pellicole, scadute, ma sappiamo che questo conta poco.
Ogni volta che riguardo alcune mie foto in b&n appese alla parete e magari faccio il confronto con analoghe digitali mi dico che prima o poi DEVO tornare a qualche scatto analogico.
Ma per ora mi manca l'ultima spinta. Quella vis invisibile che oggi mi fa usare il poco tempo libero per vedere o cercare magari qualche stilo.
Ma quando sarò in pensione ....... (di solito ci si consola così, no?!?)
stefano
Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
(Dale Dauten)
(Dale Dauten)