LWES - Lodon writing equipment show 2016
Inviato: martedì 4 ottobre 2016, 14:22
2 Ottobre 2016, Londra
Qualche settimana fa ho avuto il mio primo incontro con i “London Geeks”, questo gruppo di simpatici e accomodanti entusiasti pennisti che si radunano il primo sabato di ogni mese qui a Londra per discutere amabilmente di penne, inchiostri ec. Un po’ quello che facciamo noi sul forum ogni giorno ma volete mettere l’atmosfera di un Pub all’inglese e il bello della diretta?
Bene, questo gruppetto di gechi, incontrato per la prima volta al Pelikan Hub, mi ha invitato non solo a partecipare al loro forum, non solo a venire ai loro incontri ma soprattutto mi ha invitato al London writing equipment show!
Non me lo sarei perso per nulla al mondo!
La location è quella dell’Holiday Inn vicino alla stazione della metropolitana di Russel Square qui a Londra. Ci siamo dati appuntamento per un caffè nella hall dell’hotel around 10ish - letteralmente “qualcosa come le 10”. Io però mi son scordato di prelevare, quindi devo andare un attimo in quella piazzetta vicino l’hotel.
Dicevamo…
Marisa, una dei Geeks, è riuscita a mettere mano su una mappa del pen show quindi so esattamente cosa mi aspetta li dentro: 88 tavoli divisi fra 54 espositori tra cui una calligrafa inglese e una giapponese, Aurora, Visconti ec.
Andiamo però per ordine.
La sala principale si presenta così. O per lo meno quell’angolo di sala che la mia D3000 col 18-55 riesce a prendere, la D750 è un mattone che ho preferito lasciare a casa. : )
Ogni fila di tavoli contiene un numero imprecisabile di penne. Ed io devo controllarle una ad una, non c’è via di scampo.
Per prima cosa un’occhiata veloce ai prezzi…
Sul nuovo non c’è dubbio che ci siano ottime offerte: ci sono negozi che espongono Pelikan nuove ad un abbondante 20% in meno del prezzo di listino e non solo, vedremo più avanti.
Ma a me che me ne frega a me (sic) del nuovo? Io voglio le vecchiette!
E qui lo sconforto che più tardi, a pranzo, con gli altri geek metteremo sotto il nome di “Vintage gate”: in giro per mercatini con Massimo e Alfredo, i miei maestri Bonnie e Clyde (lascio al lettore il piacere di attribuire all’uno o all’altro il personaggio che più gli si addice) abbiamo commesso furti nei confronti di ignari bancarellisti della domenica il cui unico reo era quello di ritrovarsi tesori da scrittura sul tavolo ignorandone il valore effettivo, questo però ha poco a che vedere con il fatto che in quella sala fossero esposti veri rottami il cui prezzo più basso si aggirava mai sotto le 100 sterline inglesi. Va da se che poi le penne in perfette condizioni si vendessero a multipli della cifra sopra indicata.
Il ciclo interminabile era questo:
1. Avvistare una penna;
2. “Hello, sir. How are you?”;
3. Constatare che il prezzo è folle;
4. Provare a contrattare verso un prezzo quanto meno umano tentando di ignorare i vari difettucci dell’esemplare;
5. “Mhm… no, thank you. Have a nice day!”;
6. Ripetere.
Verso le 11:30 io non avevo comprato nulla pur avendo avvistato parecchie cose che mi sarebbe piaciuto portare a casa con me e m’era presa quella sensazione di tempo andato perduto, di vuoto dentro da colmare.
Ecco perché dopo l’ennesimo giro mi sono avvicinato, più per chiacchierare che per cercare di concludere qualcosa a due espositori italiani che si dividevano un tavolo esordendo senza mezzi termini con “Buongiorno!”
I due simpatici signori d’accento spiccatamente nord-italico - che ho poi capito essere veneziani - m’hanno tenuto impegnato qualche minuto mentre osservavo quella particolare penna col pennino a scomparsa o mentre tristemente ricordavamo la vicenda di OMAS e cercavano comunque di mettermi a mio agio sul comprare qualcosa promettendomi buoni prezzi.
Mah, io in verità sarei in cerca di una Pelikan. - Ah, qui ho questa se vuole! - Una 140, Giusto? - Esatto. Guardi la scatola ancora intatta, c’è persino l’adesivo originale.
Effettivamente poi la penna in se e per se è in condizioni ottime mi dicevo, non si trattava proprio di quello che stavo cercando dal momento che sarei stato più orientato verso una M600/800/1000 ma quelle li hanno prezzi da manicomio qui, e poi oggi non ho preso niente. Si, il prezzo anche qui è alto in effetti, e quelle incisioni sul pennino solo veramente molto consumate, quando lo luciderò dovrò stare attento parecchio a non esagerare.
Intanto provo a trattare, al limite la prendo lo stesso e per sta volta chiudo un occhio sul prezzo, non mi va di tornare a casa a mani vuote.
Così ho fatto in effetti.
Dopo aver preso la 140 ho iniziato a vedere tutto sotto un’altra ottica: effettivamente il pen show non era solo una compravendita di penne, c’erano stand con gli inchiostri tra i quali quel KWZ di cui abbiamo parecchio parlato sul forum, c’erano le due bellissime calligrafe, gli amici geek…
E così ho iniziato poi a saltellare da una bancarella ed un'altra. Mi son fatto fare un segnalibro in Copperplate dalla signora Joy e uno in calligrafia giapponese dalla signora Ayako (si, Luigi e Daniela, vi ho pensati
).
Così mentre stavo per uscire ho ben pensato che un’occhiata se la meritavano anche gli stand di penne nuove e… Ho fatto bene perché Visconti m’ha venduto una chicca ad un prezzo a dir poco imbarazzante. 
Ecco Mike che mi consegna il pacco sospetto. Poi ne riparliamo.
E finalmente, Siore e Siori, mi son preso anche quel benedetto smeraldo di Chivor!
Poi ho anche fatto scorta di blocchi Rhodia che non bastano mai prima di decidermi a scappare da quell’hotel e scongiurare la bancarotta.
Il fuori-onda pure è stato molto interessante ma vorrei se non vi spiace tenerlo per me.
Intanto sperando di non avervi tediato a morte vi saluto tutti cordialmente,
Qualche settimana fa ho avuto il mio primo incontro con i “London Geeks”, questo gruppo di simpatici e accomodanti entusiasti pennisti che si radunano il primo sabato di ogni mese qui a Londra per discutere amabilmente di penne, inchiostri ec. Un po’ quello che facciamo noi sul forum ogni giorno ma volete mettere l’atmosfera di un Pub all’inglese e il bello della diretta?
Bene, questo gruppetto di gechi, incontrato per la prima volta al Pelikan Hub, mi ha invitato non solo a partecipare al loro forum, non solo a venire ai loro incontri ma soprattutto mi ha invitato al London writing equipment show!
Non me lo sarei perso per nulla al mondo!
La location è quella dell’Holiday Inn vicino alla stazione della metropolitana di Russel Square qui a Londra. Ci siamo dati appuntamento per un caffè nella hall dell’hotel around 10ish - letteralmente “qualcosa come le 10”. Io però mi son scordato di prelevare, quindi devo andare un attimo in quella piazzetta vicino l’hotel.

Marisa, una dei Geeks, è riuscita a mettere mano su una mappa del pen show quindi so esattamente cosa mi aspetta li dentro: 88 tavoli divisi fra 54 espositori tra cui una calligrafa inglese e una giapponese, Aurora, Visconti ec.
Andiamo però per ordine.
La sala principale si presenta così. O per lo meno quell’angolo di sala che la mia D3000 col 18-55 riesce a prendere, la D750 è un mattone che ho preferito lasciare a casa. : )
Ogni fila di tavoli contiene un numero imprecisabile di penne. Ed io devo controllarle una ad una, non c’è via di scampo.
Per prima cosa un’occhiata veloce ai prezzi…
Sul nuovo non c’è dubbio che ci siano ottime offerte: ci sono negozi che espongono Pelikan nuove ad un abbondante 20% in meno del prezzo di listino e non solo, vedremo più avanti.
Ma a me che me ne frega a me (sic) del nuovo? Io voglio le vecchiette!
E qui lo sconforto che più tardi, a pranzo, con gli altri geek metteremo sotto il nome di “Vintage gate”: in giro per mercatini con Massimo e Alfredo, i miei maestri Bonnie e Clyde (lascio al lettore il piacere di attribuire all’uno o all’altro il personaggio che più gli si addice) abbiamo commesso furti nei confronti di ignari bancarellisti della domenica il cui unico reo era quello di ritrovarsi tesori da scrittura sul tavolo ignorandone il valore effettivo, questo però ha poco a che vedere con il fatto che in quella sala fossero esposti veri rottami il cui prezzo più basso si aggirava mai sotto le 100 sterline inglesi. Va da se che poi le penne in perfette condizioni si vendessero a multipli della cifra sopra indicata.
Il ciclo interminabile era questo:
1. Avvistare una penna;
2. “Hello, sir. How are you?”;
3. Constatare che il prezzo è folle;
4. Provare a contrattare verso un prezzo quanto meno umano tentando di ignorare i vari difettucci dell’esemplare;
5. “Mhm… no, thank you. Have a nice day!”;
6. Ripetere.
Verso le 11:30 io non avevo comprato nulla pur avendo avvistato parecchie cose che mi sarebbe piaciuto portare a casa con me e m’era presa quella sensazione di tempo andato perduto, di vuoto dentro da colmare.
Ecco perché dopo l’ennesimo giro mi sono avvicinato, più per chiacchierare che per cercare di concludere qualcosa a due espositori italiani che si dividevano un tavolo esordendo senza mezzi termini con “Buongiorno!”
I due simpatici signori d’accento spiccatamente nord-italico - che ho poi capito essere veneziani - m’hanno tenuto impegnato qualche minuto mentre osservavo quella particolare penna col pennino a scomparsa o mentre tristemente ricordavamo la vicenda di OMAS e cercavano comunque di mettermi a mio agio sul comprare qualcosa promettendomi buoni prezzi.
Mah, io in verità sarei in cerca di una Pelikan. - Ah, qui ho questa se vuole! - Una 140, Giusto? - Esatto. Guardi la scatola ancora intatta, c’è persino l’adesivo originale.
Effettivamente poi la penna in se e per se è in condizioni ottime mi dicevo, non si trattava proprio di quello che stavo cercando dal momento che sarei stato più orientato verso una M600/800/1000 ma quelle li hanno prezzi da manicomio qui, e poi oggi non ho preso niente. Si, il prezzo anche qui è alto in effetti, e quelle incisioni sul pennino solo veramente molto consumate, quando lo luciderò dovrò stare attento parecchio a non esagerare.
Intanto provo a trattare, al limite la prendo lo stesso e per sta volta chiudo un occhio sul prezzo, non mi va di tornare a casa a mani vuote.
Così ho fatto in effetti.
Dopo aver preso la 140 ho iniziato a vedere tutto sotto un’altra ottica: effettivamente il pen show non era solo una compravendita di penne, c’erano stand con gli inchiostri tra i quali quel KWZ di cui abbiamo parecchio parlato sul forum, c’erano le due bellissime calligrafe, gli amici geek…
E così ho iniziato poi a saltellare da una bancarella ed un'altra. Mi son fatto fare un segnalibro in Copperplate dalla signora Joy e uno in calligrafia giapponese dalla signora Ayako (si, Luigi e Daniela, vi ho pensati


Ecco Mike che mi consegna il pacco sospetto. Poi ne riparliamo.
E finalmente, Siore e Siori, mi son preso anche quel benedetto smeraldo di Chivor!
Poi ho anche fatto scorta di blocchi Rhodia che non bastano mai prima di decidermi a scappare da quell’hotel e scongiurare la bancarotta.
Il fuori-onda pure è stato molto interessante ma vorrei se non vi spiace tenerlo per me.
Intanto sperando di non avervi tediato a morte vi saluto tutti cordialmente,