Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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PARKER 25 JACK KNIFE
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- Vacumatic
- Messaggi: 759
- Iscritto il: lunedì 29 febbraio 2016, 15:10
- La mia penna preferita: Una Wahl Doric prima serie
- Il mio inchiostro preferito: Pelikan 4001
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: roma
- Gender:
PARKER 25 JACK KNIFE
La Parker che vorrei mostrare è un modello 25 ed appartiene alla famiglia delle Parker che dal 1909- 1910 e fino ai primissimi anni del decennio successivo esibirono orgogliosamente sul berretto l'insegna Jack Knife Safety.
Nei primi anni del novecento gli Stati Uniti erano un paese in vorticosa crescita industriale, tanto che nel 1913 producevano più ferro, più acciaio e più carbone di Germania, Francia ed Inghilterra messe insieme e nulla sembrava poter scalfire l'immagine di un paese che andava riconoscendosi in uno sviluppo senza fine. Un popolo cosi proiettato verso il progresso non si poteva più adattare a stipulare contratti ed impegni con penne gocciolanti e soggette a pericolosi imprevisti e la Jack knife fu il tentativo della Parker di intercettare questa esigenza.
Ed infatti proprio sul tema della sicurezza rispetto al rischio di perdite d'inchiostro la pubblicità Parker fu, sin da subito, martellante. Del resto, a differenza di altri "inventori " di stilografiche, George Parker non era solo un tecnico puro ma vantava anche solide attitudini commerciali e di marketing sviluppate come rappresentante della John Holland ed era dunque ben consapevole dell'importanza della pubblicità e molto viaggiò, dall'Europa alla Cina, per promuovere il suo prodotto. In questa pagina, che ho recentemente acquisito, del Saturday Evening Post del 3 Settembre 1910 (giornale pubblicato come quotidiano dal 1821 e poi come rivista dal 1899) già viene pubblicizzato un modello definito Jack Knife ed è lo stesso signor Parker, allora quarantaseienne, a garantire che la penna si può portare senza rischi, le signore nelle loro borsette e gli uomini nelle tasche dei pantaloni, magari le stesse dove si custodisce il proprio coltello a serramanico. Ad evitare fuoriuscite d'inchiostro avrebbe pensato un tipo di tappo a vite con un berretto interno al cappuccio, particolarmente aderente alla sezione, tappo che riprendeva e sviluppava, come ricordato dal nostro wiki, l'idea di un berretto interno ( inner cap) dell'ing. Eberstein già utilizzata dalla Boston Fountain Pen, casa quest'ultima con la quale il futuro esponente della Montblanc aveva collaborato ad inizio novecento. E proprio grazie alla straordinaria raccolta di brevetti del wiki possiamo leggere come nel suo brevetto del 1912 (richiesto nel 1909) il signor Parker sottolineasse il vantaggio di una facile removibilità , che consentiva di svitarlo, pulirlo e farlo eventualmente asciugare. Le prime Jack Knife furono del tipo eyedropper, ma già fra il 1912 ed il 1913 apparve in commercio anche la versione con caricamento a pulsante, sistema per il quale fu utilizzato un precedente brevetto del 1905 di J.T. Davison. I vari modelli Jack knife furono realizzati per lo più in ebanite nera, ma ne furono prodotti anche mottled e laminati ed anche in bachelite, questi ultimi quasi sempre nella versione eyedropper dove la trasparenza color ambra della bachelite non veniva mortificata dal sacco di gomma, così come invece accadeva inevitabilmente nei modelli a pulsante.
La numerazione del modello poteva essere o non essere accompagnata dalla indicazione "1/2" che, come noto, a differenza che nelle Waterman, non era relativa alla dimensione della penna, ma invece all'uso di ebanite lavorata, mentre non figurava nei modelli in ebanite liscia come quello in presentazione, che ha fortunatamente mantenuto splendidamente la lucentezza . Si tratta di una versione short, forse più rara, che chiusa misura cm 11,6 e cm 13 con cappuccio calzato, escluso naturalmente il pennino, con un diametro massimo sul corpo di 1,2 cm. Queste penne sono generalmente considerate le antesignane della Duofold, che nel 1921 ne fu quasi la naturale prosecuzione ed alla quale la accomunano sia caratteristiche di disegno che tecniche, compreso il ben noto condotto a becco d'oca.
In Italia nel marzo del 1917 il modello 25 veniva venduto a 34 lire nella versione semplice, 37 nella versione con una banda e 42 nella versione con due bande. Solo per dare una dimensione economica si può ricordare che all'inizio del 1917 il salario settimanale di un operaio medio si aggirava intorno alle 15 lire.
Sul corpo della penna è inciso su tre livelli GEO S. PARKER FOUNTAIN PEN/JANESVILLE WIS.US/ PAT JAN 3-05 APR.11-05 APR 25-12. JUN 4-12 con al centro la scritta Lucky Curve all'interno del tradizionale festone.
Sul fondello conico,che svitato consente l' accesso al caricamento, appare in chiaro il numero del modello, all'interno di un cerchietto La sezione va a restringersi fino a 0,7 cm, ma sul finire si allarga, quasi a voler proteggere le dita di chi scrive dal contatto con il pennino.
Il cappuccio è lungo 5,3 cm, contro i 5,6 di una Duofold Jr, a cui però è superiore per diametro, e i 6,2 cm di una Senior. Termina in alto con una parte zigrinata removibile che presiede l'inner cap e ne consente l'estrazione.
Alimentatore in ebanite scalata ai fianchi tipo albero di natale.
Il pennino in oro 14, con sfiatatoio a cuoricino ( a differenza che nelle duofold), reca inciso su quattro livelli " Parker/ Lucky Curve/Pen e, in linea con il modello, il n. 5. E' di media flessibilità e ottima scorrevolezza, consentendo una scrittura assolutamente piacevole. Daterei questo esemplare di Jack Knife 25 fra il 1917 ed il 1921.
In conclusione un piccolo pezzo di storia della stilografica, di grandi tradizioni e sobria eleganza.
Ed infine tutti in cortile a fare merenda Illustrazioni tratte da "il primo libro del bambino " di Elisa Cappelli. edizioni Salani, Firenze, 1916.
L'accostare ad una stilografica la definizione " coltello a serramanico" fu il tentativo del signor Parker di far passare l'idea che una penna potesse essere messa in sicurezza come si può mettere in sicurezza un coltello, fosse il pericolo una lama affilata o un gocciolamento d'inchiostro. Nei primi anni del novecento gli Stati Uniti erano un paese in vorticosa crescita industriale, tanto che nel 1913 producevano più ferro, più acciaio e più carbone di Germania, Francia ed Inghilterra messe insieme e nulla sembrava poter scalfire l'immagine di un paese che andava riconoscendosi in uno sviluppo senza fine. Un popolo cosi proiettato verso il progresso non si poteva più adattare a stipulare contratti ed impegni con penne gocciolanti e soggette a pericolosi imprevisti e la Jack knife fu il tentativo della Parker di intercettare questa esigenza.
Ed infatti proprio sul tema della sicurezza rispetto al rischio di perdite d'inchiostro la pubblicità Parker fu, sin da subito, martellante. Del resto, a differenza di altri "inventori " di stilografiche, George Parker non era solo un tecnico puro ma vantava anche solide attitudini commerciali e di marketing sviluppate come rappresentante della John Holland ed era dunque ben consapevole dell'importanza della pubblicità e molto viaggiò, dall'Europa alla Cina, per promuovere il suo prodotto. In questa pagina, che ho recentemente acquisito, del Saturday Evening Post del 3 Settembre 1910 (giornale pubblicato come quotidiano dal 1821 e poi come rivista dal 1899) già viene pubblicizzato un modello definito Jack Knife ed è lo stesso signor Parker, allora quarantaseienne, a garantire che la penna si può portare senza rischi, le signore nelle loro borsette e gli uomini nelle tasche dei pantaloni, magari le stesse dove si custodisce il proprio coltello a serramanico. Ad evitare fuoriuscite d'inchiostro avrebbe pensato un tipo di tappo a vite con un berretto interno al cappuccio, particolarmente aderente alla sezione, tappo che riprendeva e sviluppava, come ricordato dal nostro wiki, l'idea di un berretto interno ( inner cap) dell'ing. Eberstein già utilizzata dalla Boston Fountain Pen, casa quest'ultima con la quale il futuro esponente della Montblanc aveva collaborato ad inizio novecento. E proprio grazie alla straordinaria raccolta di brevetti del wiki possiamo leggere come nel suo brevetto del 1912 (richiesto nel 1909) il signor Parker sottolineasse il vantaggio di una facile removibilità , che consentiva di svitarlo, pulirlo e farlo eventualmente asciugare. Le prime Jack Knife furono del tipo eyedropper, ma già fra il 1912 ed il 1913 apparve in commercio anche la versione con caricamento a pulsante, sistema per il quale fu utilizzato un precedente brevetto del 1905 di J.T. Davison. I vari modelli Jack knife furono realizzati per lo più in ebanite nera, ma ne furono prodotti anche mottled e laminati ed anche in bachelite, questi ultimi quasi sempre nella versione eyedropper dove la trasparenza color ambra della bachelite non veniva mortificata dal sacco di gomma, così come invece accadeva inevitabilmente nei modelli a pulsante.
La numerazione del modello poteva essere o non essere accompagnata dalla indicazione "1/2" che, come noto, a differenza che nelle Waterman, non era relativa alla dimensione della penna, ma invece all'uso di ebanite lavorata, mentre non figurava nei modelli in ebanite liscia come quello in presentazione, che ha fortunatamente mantenuto splendidamente la lucentezza . Si tratta di una versione short, forse più rara, che chiusa misura cm 11,6 e cm 13 con cappuccio calzato, escluso naturalmente il pennino, con un diametro massimo sul corpo di 1,2 cm. Queste penne sono generalmente considerate le antesignane della Duofold, che nel 1921 ne fu quasi la naturale prosecuzione ed alla quale la accomunano sia caratteristiche di disegno che tecniche, compreso il ben noto condotto a becco d'oca.
In Italia nel marzo del 1917 il modello 25 veniva venduto a 34 lire nella versione semplice, 37 nella versione con una banda e 42 nella versione con due bande. Solo per dare una dimensione economica si può ricordare che all'inizio del 1917 il salario settimanale di un operaio medio si aggirava intorno alle 15 lire.
Sul corpo della penna è inciso su tre livelli GEO S. PARKER FOUNTAIN PEN/JANESVILLE WIS.US/ PAT JAN 3-05 APR.11-05 APR 25-12. JUN 4-12 con al centro la scritta Lucky Curve all'interno del tradizionale festone.
Sul fondello conico,che svitato consente l' accesso al caricamento, appare in chiaro il numero del modello, all'interno di un cerchietto La sezione va a restringersi fino a 0,7 cm, ma sul finire si allarga, quasi a voler proteggere le dita di chi scrive dal contatto con il pennino.
Il cappuccio è lungo 5,3 cm, contro i 5,6 di una Duofold Jr, a cui però è superiore per diametro, e i 6,2 cm di una Senior. Termina in alto con una parte zigrinata removibile che presiede l'inner cap e ne consente l'estrazione.
Alimentatore in ebanite scalata ai fianchi tipo albero di natale.
Il pennino in oro 14, con sfiatatoio a cuoricino ( a differenza che nelle duofold), reca inciso su quattro livelli " Parker/ Lucky Curve/Pen e, in linea con il modello, il n. 5. E' di media flessibilità e ottima scorrevolezza, consentendo una scrittura assolutamente piacevole. Daterei questo esemplare di Jack Knife 25 fra il 1917 ed il 1921.
In conclusione un piccolo pezzo di storia della stilografica, di grandi tradizioni e sobria eleganza.
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Bellissima recensione, grazie
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PARKER 25 JACK KNIFE
Ho finalmente scoperto "l'etimologia" del modello. Sei una miniera.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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PARKER 25 JACK KNIFE
Grazie del bellissimo articolo: l'ho letto con grande piacere.
Complimenti per il testo, oltre che per la penna.
Michele
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- fab66
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Ma visto che fino ad adesso non la avevi fatta vedere..... perché lo hai fatto ??????????????????????
Fabrizio
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Grazie a te, apprezzamenti graditissimimuristenes ha scritto:Bellissima recensione, grazie
Grazie Ottorino, gentilissimo. In questo forum le " miniere " sono altre ... io cerco solo talvolta di informarmi, grazie ancora.Ottorino ha scritto:Ho finalmente scoperto "l'etimologia" del modello. Sei una miniera.
Grazie a te per la gentilezza Michelenacanco ha scritto:Grazie del bellissimo articolo: l'ho letto con grande piacere.
Complimenti per il testo, oltre che per la penna.
Michele
Ciao Fabrizio, spero che ti sia piaciuta. Vedo che anche per te la penna preferita è una Doric, giudizio che condivido in pieno.fab66 ha scritto:Ma visto che fino ad adesso non la avevi fatta vedere..... perché lo hai fatto ??????????????????????
Luigi
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lucre ha scritto:Ciao Fabrizio, spero che ti sia piaciuta. Vedo che anche per te la penna preferita è una Doric, giudizio che condivido in pieno.fab66 ha scritto:Ma visto che fino ad adesso non la avevi fatta vedere..... perché lo hai fatto ??????????????????????
Luigi
Piaciuta ?????? anche troppo
Per quanto riguarda la Doric che non ho regalato ad Ottorino (vedi la sua penna preferita) tenete d'occhio il topic dedicato a questa storia che va avanti dal lontano penshow romano...
Fabrizio
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Complimenti per la bellissima penna e la altrettanto bella recensione.
Mi incuriosisce molto anche il libro però!
Che pena vedere oggi il modo di imparare a scrivere dei bambini
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Luigi,
io davvero non so da dove iniziare. Stasera hai dato sfogo a quello per cui amo questo mondo, la storia!
La storia è quel lasso di tempo in cui l'uomo si è dato modo di documentare gli avvenimenti principalmente scrivendone e scrivere la storia di un lasso di tempo in cui la scrittura stessa è andata evolvendosi a velocità vertiginose così dettagliatamente e con tale proprietà di espressione è un regalo veramente fantastico.
Che poi la penna...! Di per se 4 foto e una descrizione di questo gioiello sarebbero bastati a inserire questo argomento nel mio personale palmares.
Un vero capolavoro. Davvero complimenti.
Sinceramente,
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Ti ringrazio per i graditi complimenti e quanto al libro non posso che condividere le tue perplessità circa l' attuale approccio scolastico. Grazie ancoraMightyspank ha scritto:Complimenti per la bellissima penna e la altrettanto bella recensione.
Mi incuriosisce molto anche il libro però!
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Grazie Ciro sei gentilissimo. So che sei a Londra, goditela; ci sono passato di recente e l'ho trovata in gran forma, perlomeno rispetto alle disfunzioni ed ai problemi romani. Grazie ancoraciro ha scritto:Luigi,
io davvero non so da dove iniziare. Stasera hai dato sfogo a quello per cui amo questo mondo, la storia!
La storia è quel lasso di tempo in cui l'uomo si è dato modo di documentare gli avvenimenti principalmente scrivendone e scrivere la storia di un lasso di tempo in cui la scrittura stessa è andata evolvendosi a velocità vertiginose così dettagliatamente e con tale proprietà di espressione è un regalo veramente fantastico.
Che poi la penna...! Di per se 4 foto e una descrizione di questo gioiello sarebbero bastati a inserire questo argomento nel mio personale palmares.
Un vero capolavoro. Davvero complimenti.
Sinceramente,
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Complimenti per la penna e soprattutto per la recensione da vero "professionista" della stilografica .
un saluto
marco
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marmas ha scritto:Complimenti per la penna e soprattutto per la recensione da vero "professionista" della stilografica .
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Ciao marco, ma quando ti decidi a mostrare qualche campione della tua scuderia ?
Luigi
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Grazie, Luigi, per la bella presentazione arricchita di importanti osservazioni socio-economiche.
Solo un poco meno illuminanti del solito mi sono parse le fotografie, che pagano forse pegno alle forme compatte (che io comunque in generale prediligo ) ed al (vivissimo ) colore nero dell'ebanite.
Un'altra tacca sul calcio della tua pistola stilografica!
Giorgio
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Grazie a te Giorgio per il tuo sempre gradito apprezzamento. In tema di Parker colgo l'occasione per complimentarmi con te per le bellissime testimonianze pucciniane da te presentate stasera in Storia e Produttori. Hai il merito di aver subito riportato la Parker in un clima sicuramente più idilliaco, dopo che io, in modo molto meno lirico, avevo parlato di " coltelli a serramanico " ( fra l'altro sono rimasto meravigliato di trovare la Jack knife già pubblicizzata nel 1910 e ho visto anche una pubblicità del 1909, che però non sono riuscito ad acquisire). Grazie ancoraMusicus ha scritto:Grazie, Luigi, per la bella presentazione arricchita di importanti osservazioni socio-economiche.
Solo un poco meno illuminanti del solito mi sono parse le fotografie, che pagano forse pegno alle forme compatte (che io comunque in generale prediligo ) ed al (vivissimo ) colore nero dell'ebanite.
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La risposta che ti avevo scritto l'altro giorno mi sa che è rimasta in canna al PC dell'ufficio (e dire che ero convinto di averlo mandato), per cui a questo punto il ringraziamento e l'apprezzamento (sia per bellissima penna che per l'altrettanto bella presentazione) sono assolutamente tardivi, ma non di meno doverosi.
Però adesso sembra che ho un concorrente in più nella caccia alle pubblicità antiche...
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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