Si tratta di una penna di medie dimensioni, la cui lunghezza da chiusa è di 12,7cm, che scendono ad 11,1cm una volta tolto il cappuccio. Il diametro è confortevole, almeno per me che preferisco penne moderatamente "cicciotte": 1,25cm il fusto, 1,4cm il cappuccio.
Lo stile 'flat-top', il meccanismo di caricamento a pulsante di fondo e l'alimentatore ad 'albero di Natale' sono indici di una produzione risalente con tutta probabilità agli anni '20-'30.
Esteticamente, si presenta molto bene, sia per essere faccettata che per la bella celluloide. Sia il cappuccio che il corpo della penna, infatti, sono caratterizzati dall'essere decagonali e realizzati in una celluloide marezzata blu-nera, con striature argento.
La celluloide è evidentemente ricavata da fogli sovrapposti a spirale e fusi anziché dal pieno. Ciò appare evidente sia dalla sommità del cappuccio e dal fondo del fusto 'chiusi' da celluloide nera, che dalla filettatura cui si avvita il fondello cieco, realizzata in ebanite nera invece che nella medesima celluloide del fusto. Soprattutto, guardando con attenzione si vede la linea a spirale che connota il punto di fusione del foglio di celluloide. Questa si presenta comunque molto bene e le linee di fusione non sono per nulla evidenti, se non ad un esame ravvicinato.
Oltre all'uso di celluloide in fogli, altre caratteristiche tradiscono la produzione economica:
- il fatto che il cappuccio perda la faccettatura, per divenire invece a sezione circolare, in prossimità delle due vere che lo decorano, mentre le penne faccettate di fascia alta - ad es. le Omas - hanno vere anch'esse faccettate al pari del resto del cappuccio:
- la clip ricavata da un foglio di ottone ripiegato, anziché dal pieno
- il pennino in acciaio. Si tratta comunque di un gran bel pennino, sormontato da una pallina di iridio, molto scorrevole e fantasticamente flessibile ed elastico.
Complessivamente, si tratta di una penna che fa una bella figura ed è piacevole da usare, sebbene all'epoca della sua produzione fosse sicuramente destinata a soddisfare le esigenze delle persone meno abbienti.
