SARATOGA Medium 1938
Inviato: venerdì 20 maggio 2016, 23:29
L'inizio
Che sotto una coltre di luridume simile potesse celarsi una delle Regine della produzione italiana della seconda metà degli anni 1930, beh, chi non avesse letto davvero a fondo il nostro Wiki non avrebbe potuto nemmeno sospettarlo: ed è perciò che il 1° Maggio alle 9 suonate questo gioiello era ancora sui banchetti...
Per una cifra puramente simbolica (inferiore a quella della ridoratura della clip
) ho potuto verificare che quello che sembrava ferro arrugginito era ottone lucente, ciò che sembrava acciaio era in realtà platino, quello che sembrava inchiostro ammuffito era, beh questo sì, inchiostro ammuffito...
La penna
SARATOGA MEDIUM in celluloide bicolore semitrasparente a righe bianche tornita da barra piena, pennino bicolore Saratoga in oro 585‰ platinato, parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a sfiatatoio, produzione Italia 1938. Rimando il lettore al nostro formidabile Wiki per una completa introduzione al marchio SARATOGA:
https://www.fountainpen.it/Saratoga/it
Per parte mia mi limiterò ad osservare che l'anima tecnica e stilistica del progetto Saratoga fu l'Ingegner Edoardo Russo Webber (con un avo adottante inglese dalla storia molto interessante) che dal 1916 fino allo scoppio della II Guerra Mondiale (ed anche oltre, stando alle pubblicità) fu il Concessionario esclusivo della Parker per l'Italia. La Parker, giova ricordarlo, era uscita dalla grande depressione del 1929 come il massimo produttore mondiale di stilografiche...
Quando l'Ingegner Webber, con la straordinaria esperienza maturata (anche nella gestione della produzione in Italia dei pezzi di ricambio per la Casa madre americana), si decise a immettere sul mercato italiano penne marchiate con il suo nome, ebbene, non fece altro che prendere la penna di maggior successo mondiale dell'epoca (la Parker Vacumatic: https://www.fountainpen.it/Parker_Vacumatic) e rifarla, senza badare a spese.
Forte delle proprie conoscenze, Webber pretese (ed ottenne!) il meglio: l'eccellenza dei materiali (celluloidi consistenti, luminose e piacevolissime al tatto, ottone, oro e platino), un sistema di caricamento dedicato, pratico ed efficiente, e un design che si distinguesse dall'originale (le righe longitudinali erano una rarità e la clip piatta tassellata un tocco di autentica eleganza).
Il nome (noioso, saltare pure)
Saratoga è un toponimo del Nord America che deriva da una delle lingue dei nativi. Diverse sono le cittadine degli Stati Uniti che portano questo nome, ma una sola quella che ci interessa: Saratoga Springs, nella Contea di Saratoga, stato di New York, la città delle 3 H: History, Health, Horse racing.
La rilevanza storica è conseguenza della battaglia che gli insorti americani combatterono e vinsero contro le truppe regolari inglesi nel 1777, e che segnò il punto di svolta decisivo nella Guerra di Indipendenza: da qui il costante riferimento militare e patriottico che rivive nell'imposizione del nome Saratoga a navi da battaglia importanti (anche del futuro, come in Star Trek
).
A Saratoga Springs, rinomata località termale con sorgenti di acque minerali curative, dai primi dell'Ottocento si recavano a passare le acque le ricche famiglie newyorkesi. Con la ricchezza giunse anche il divertimento, e a Saratoga venne aperto il primo impianto sportivo americano, l'ippodromo della Race Course, nel 1865. Con le corse dei cavalli arrivò anche l'indotto delle scommesse ed il denaro continuò a scorrere... a fiumi. Nel 1937 uscì una pellicola dal titolo omonimo ivi ambientata, con Clark Gable e Jean Harlow nella sua ultima interpretazione. Quale di queste possibili suggestioni colpì l'Ingegner Webber per indurlo alla scelta di un nome così insolito per il pubblico italiano, non è dato sapere: ovviamente trattandosi di una linea di stilografiche di lusso, il riferimento alla ricchezza e all'esclusività del luogo di villeggiatura e di divertimento è d'obbligo.
Evidentemente, la censura del regime che vigilava sull'italianità (nominale e di fatto, dopo il 1936 per la conquista dell'Etiopia si era in regime di sanzioni internazionali e di autarchia) non ravvisò una minaccia in questo nome non certo anglicizzante: e comunque, l'Ingegnere rassicurò tutti promuovendo la Marca come
Una nuova meravigliosa stilografica italianissima
e tanto bastò.
Per abusare ancora un poco della pazienza del lettore, espongo anche una mia teoria, ricavata dall'uso che si faceva, in pieno Ottocento soprattutto, del termine Saratoga: impiegato dalle famiglie benestanti per quella sorta di trasloco che era il trasferimento per la villeggiatura, il bagaglio prese il nome dalla agognata meta: ed ecco il "baule Saratoga", il più capiente e lussuoso degli articoli da viaggio per molti decenni, il "Saratoga trunk" (con effetto bicolore)!! In questo modo, all'immagine del lusso possiamo anche accostare quella di una capacità di carico straordinaria, che nella stilografica (anch'essa "a righe") di Webber era garantita dal sistema di caricamento a sfiatatoio brevettato.
Le misure
Chiusa: cm. 13 Cappuccio: cm. 5,7 Fusto: cm. 12 (con pennino estratto cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 15,5 (con pennino estratto cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm. 14
Diametro medio fusto: mm. 12
Diametro medio impugnatura: mm. 10 Peso (a vuoto): gr. 20
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 13
Capacità: ml. 2,0
Continua....
Che sotto una coltre di luridume simile potesse celarsi una delle Regine della produzione italiana della seconda metà degli anni 1930, beh, chi non avesse letto davvero a fondo il nostro Wiki non avrebbe potuto nemmeno sospettarlo: ed è perciò che il 1° Maggio alle 9 suonate questo gioiello era ancora sui banchetti...

Per una cifra puramente simbolica (inferiore a quella della ridoratura della clip


La penna
SARATOGA MEDIUM in celluloide bicolore semitrasparente a righe bianche tornita da barra piena, pennino bicolore Saratoga in oro 585‰ platinato, parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a sfiatatoio, produzione Italia 1938. Rimando il lettore al nostro formidabile Wiki per una completa introduzione al marchio SARATOGA:
https://www.fountainpen.it/Saratoga/it
Per parte mia mi limiterò ad osservare che l'anima tecnica e stilistica del progetto Saratoga fu l'Ingegner Edoardo Russo Webber (con un avo adottante inglese dalla storia molto interessante) che dal 1916 fino allo scoppio della II Guerra Mondiale (ed anche oltre, stando alle pubblicità) fu il Concessionario esclusivo della Parker per l'Italia. La Parker, giova ricordarlo, era uscita dalla grande depressione del 1929 come il massimo produttore mondiale di stilografiche...
Quando l'Ingegner Webber, con la straordinaria esperienza maturata (anche nella gestione della produzione in Italia dei pezzi di ricambio per la Casa madre americana), si decise a immettere sul mercato italiano penne marchiate con il suo nome, ebbene, non fece altro che prendere la penna di maggior successo mondiale dell'epoca (la Parker Vacumatic: https://www.fountainpen.it/Parker_Vacumatic) e rifarla, senza badare a spese.
Forte delle proprie conoscenze, Webber pretese (ed ottenne!) il meglio: l'eccellenza dei materiali (celluloidi consistenti, luminose e piacevolissime al tatto, ottone, oro e platino), un sistema di caricamento dedicato, pratico ed efficiente, e un design che si distinguesse dall'originale (le righe longitudinali erano una rarità e la clip piatta tassellata un tocco di autentica eleganza).
Il nome (noioso, saltare pure)
Saratoga è un toponimo del Nord America che deriva da una delle lingue dei nativi. Diverse sono le cittadine degli Stati Uniti che portano questo nome, ma una sola quella che ci interessa: Saratoga Springs, nella Contea di Saratoga, stato di New York, la città delle 3 H: History, Health, Horse racing.
La rilevanza storica è conseguenza della battaglia che gli insorti americani combatterono e vinsero contro le truppe regolari inglesi nel 1777, e che segnò il punto di svolta decisivo nella Guerra di Indipendenza: da qui il costante riferimento militare e patriottico che rivive nell'imposizione del nome Saratoga a navi da battaglia importanti (anche del futuro, come in Star Trek

A Saratoga Springs, rinomata località termale con sorgenti di acque minerali curative, dai primi dell'Ottocento si recavano a passare le acque le ricche famiglie newyorkesi. Con la ricchezza giunse anche il divertimento, e a Saratoga venne aperto il primo impianto sportivo americano, l'ippodromo della Race Course, nel 1865. Con le corse dei cavalli arrivò anche l'indotto delle scommesse ed il denaro continuò a scorrere... a fiumi. Nel 1937 uscì una pellicola dal titolo omonimo ivi ambientata, con Clark Gable e Jean Harlow nella sua ultima interpretazione. Quale di queste possibili suggestioni colpì l'Ingegner Webber per indurlo alla scelta di un nome così insolito per il pubblico italiano, non è dato sapere: ovviamente trattandosi di una linea di stilografiche di lusso, il riferimento alla ricchezza e all'esclusività del luogo di villeggiatura e di divertimento è d'obbligo.
Evidentemente, la censura del regime che vigilava sull'italianità (nominale e di fatto, dopo il 1936 per la conquista dell'Etiopia si era in regime di sanzioni internazionali e di autarchia) non ravvisò una minaccia in questo nome non certo anglicizzante: e comunque, l'Ingegnere rassicurò tutti promuovendo la Marca come
Una nuova meravigliosa stilografica italianissima
e tanto bastò.
Per abusare ancora un poco della pazienza del lettore, espongo anche una mia teoria, ricavata dall'uso che si faceva, in pieno Ottocento soprattutto, del termine Saratoga: impiegato dalle famiglie benestanti per quella sorta di trasloco che era il trasferimento per la villeggiatura, il bagaglio prese il nome dalla agognata meta: ed ecco il "baule Saratoga", il più capiente e lussuoso degli articoli da viaggio per molti decenni, il "Saratoga trunk" (con effetto bicolore)!! In questo modo, all'immagine del lusso possiamo anche accostare quella di una capacità di carico straordinaria, che nella stilografica (anch'essa "a righe") di Webber era garantita dal sistema di caricamento a sfiatatoio brevettato.
Le misure
Chiusa: cm. 13 Cappuccio: cm. 5,7 Fusto: cm. 12 (con pennino estratto cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 15,5 (con pennino estratto cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm. 14
Diametro medio fusto: mm. 12
Diametro medio impugnatura: mm. 10 Peso (a vuoto): gr. 20
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 13
Capacità: ml. 2,0
Continua....