Si tratta di una penna economica, ma abbastanza ben fatta, di forma ogivale, dalle estremità appuntite, quasi da arma bianca
. Lunga 13,4 cm chiusa, ha un diametro massimo di 1,2 cm.
Molto seriosa la celluloide, di un bel grigio screziato. Non sembra ricavata dal pieno, a giudicare da come si presenta alle estremità del cappuccio e del fondello, sebbene non si riesca a vedere la linea di giunzione tra i fogli della celluloide stessa.
Il cappuccio ha la clip e le due sottili verette in ottone, originariamente placcate in oro, sebbene la placcatura sia oggi solo un lontano ricordo. La clip a molla è di un modello che si vede spesso su penne di marche di secondo piano, ma non per questo si rifiuta di fare il proprio mestiere, anzi funziona ancora egregiamente.
Il corpo presenta uno "scalino" in prossimità della sezione, che permette al cappuccio, quando chiuso, di porsi quasi in continuità rispetto al corpo stesso. Qui, troviamo la scritta "ALBA TORINO" contorniata da un ovale che richiama gli stilemi della più famosa Aurora. A destra della scritta è inciso "N6", a sinistra "M2". Forse la designazione del modello?
La sezione ha una forma semplice, troncoconica, ed è sormontata da un bel pennino in acciaio, marchiato "ALBA IRIDIO" sempre all'interno di un ovale. Scrive bene e scorrevolmente, una vera penna da lavoro.
Secondo me questa penna è la dimostrazione che si possono trovare piccole gemme anche nella produzione di marche semi-sconosciute, se non altro dal punto di vista di chi cerca strumenti di uso quotidiano. A tradire l'economicità del modello, solo l'uso dell'acciaio per il - peraltro ottimo - pennino e il fatto che la placcatura delle finiture doveva essere leggerissima, se oggi se ne vedono solo poche tracce mentre per il resto la penna è in buono stato di conservazione.
