Atto Secondo
Bene, dopo il dovere, il piacere!!
A coloro che amano ascoltare delle storie, ne racconterò una che spero potrà interessare...
Madam Therese Behr
E' abbastanza raro incappare in una stilografica che fu acquistata da (o più probabilmente donata a) un personaggio famoso: più raro ancora è che il personaggio sia famoso nell'ambito di attività che più interessa a colui che casualmente ritrova la penna... Orbene, questa rara coincidenza si è per me verificata all'ultimo mercatino di Merano, il sabato di Pasqua, nella prima settimana di Primavera...
"M." anteposto al nome sta per
Madam (germanizzazione del francese madame, signora, appellativo riservato in teatro alle grandi artiste), ma anche
Meisterin (femminile di Meister, maestro, cultore insigne di un'arte).
Therese Behr nacque a Stoccarda nel 1876...
Therese Behr, Berlin, 1908 [Schnabel Music Foundation]
...e studiò musica con i migliori maestri di area tedesca dell'epoca. Si impose sulla scena musicale per la splendida voce naturale di contralto lirico e per una musicalità non comune. Oltre alle esibizioni con orchestra nel repertorio sinfonico ed oratoriale, Therese Behr eccelse nel repertorio cameristico del
lied tedesco. Prodotto precipuo della cultura tedesca del Romanticismo, il lied (letteralmente "
canto", "canzone") incarna l'ideale unione di due arti:
Poesia e Musica. Grandi Poeti pensano, scrivono e pubblicano; in un altro luogo, in un altro tempo, un Musicista li legge, li medita e sente una profonda affinità con il testo poetico, una corrispondenza, una speciale consonanza con quella poesia: allora fa suoi quei versi, esprimendo quelle stesse parole con la sua musica. Così nasce il lied per canto e pianoforte. La produzione liederistica costituisce una nuova forma d'arte, che nei suoi esiti più elevati ha il privilegio, per la sua immediatezza, concisione, concentrazione, di attingere, per un istante almeno, l'essenza delle cose...
Therese Behr, 1904. [Schnabel Music Foundation]
Nel 1900, già all'apice di una carriera internazionale di successo (a lei avevano dedicato composizioni alcuni grandi maestri dell'epoca, tra i quali il sommo
Richard Strauss), Therese Behr conobbe l'allora sconosciuto pianista
Artur Schnabel, che prese ad accompagnare i suoi prestigiosi recital per canto e pianoforte nelle capitali d'Europa, e che grazie a lei ebbe la possibilità di affermarsi nel mondo concertistico anche come solista, imponendosi dagli anni seguenti come uno dei maggiori pianisti del secolo XX. I due si sposarono nel 1905.
Therese Behr e Artur Schnabel, Berlino 1910. [Schnabel Music Foundation]
Austriaco di origine ebraica, raffinatissimo interprete lontano da ogni sterile virtuosismo, Artur Schnabel fu il primo ad incidere tutte le 32 Sonate per pianoforte di Beethoven (Fiocchetti!
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).
Nel 1933, con l'ascesa al potere del nazismo, la famiglia Schnabel-Behr, che viveva con i due figli in una sontuosa dimora di dodici stanze a Berlino,
Therese Behr e Artur Schnabel coi figli Karl e Stefan, Berlino 1913. [Schnabel Music Foundation]
prevedendo la tragedia incombente abbandonò per sempre la Germania, e si trasferì a Londra, dove risiedeva nei mesi invernali, ed in Italia nella bella stagione. A Tremezzo, sul
Lago di Como, marito e moglie tennero anche delle rinomatissime accademie estive: così Madam Behr potè continuare a trasmettere come
insegnante la sua eccezionale sapienza musicale.
Therese Behr, metà anni 1930 [Schnabel Music Foundation]
Dopo una parentesi negli Stati Uniti (dove la famiglia risiedette dallo scoppio della Guerra alla fine delle ostilità), alla morte del marito nel 1951 Therese Behr si stabilì definitivamente a Tremezzo, dove continuò ad insegnare. Ed è a questa sua attività di didatta instancabile che colleghiamo la storia successiva della penna: dai primissimi anni 1930, quando con gioia e deferenza fu acquistata per farne gradito dono a Madam Behr, la Pelikan100 della nostra recensione fu conservata per poi essere donata con affetto ad un'allieva prediletta prima della morte, avvenuta nel 1959.
Erlkönig
Ovvero,
Il Re degli Elfi: una ballata composta da
Johann Wolfgang Goethe nel 1782, traendo ispirazione da una leggenda danese (qui nell'interpretazione grafica di
Frank Kirchbach, 1859-1912).
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- 17. Erlkoenig -Frank Kirchbach.jpg (104.51 KiB) Visto 14211 volte
Il testo, ambientato in una oscura foresta, narra della folle cavalcata notturna di un padre che stringe tra le braccia il proprio figlioletto: il bambino, sempre più spaventato e delirante, è oggetto delle brame del Re degli Elfi che, invisibile allo sguardo del genitore, rapisce l'anima del fanciullo, causandone la tragica morte.
Ludwig van Beethoven prese qualche appunto per mettere in musica la visionaria ballata, ma rinunciò (Medicus!
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).
Franz Schubert, invece, ne fece ben tre stesure e orgogliosamente pubblicò la composizione per canto e pianoforte come Op.1 nel 1815: la breve opera è davvero impressionante ancora oggi, e sicuramente inusitata e dirompente per la musica da camera dell'epoca, e il grande Goethe rifiutò di accettare la dedica offertagli devotamente dal giovane genio austriaco...
Il brano si rivela arduo per il cantante-interprete, che deve rendere credibilmente ben quattro personaggi:
il narratore, il padre, il bambino, il Re degli Elfi. Anche per il pianista l'impegno è notevole, al limite del virtuosismo, poichè deve interpretare il quinto personaggio... il cavallo al galoppo...
Come accennavamo nelle note biografiche, Therese Behr fu una grandissima interprete di musica da camera, e questo lied, in particolare, era il suo... cavallo di battaglia. In Autunno con mia moglie porteremo (anche) l'Erlkönig a Londra, e lei lo eseguirà successivamente nella splendida versione con Orchestra sinfonica di Hector Berlioz: che la penna di Therese Behr ci porti fortuna!
Una interpretazione straordinaria di questo lied (nella versione per voce e Orchestra di Max Reger) ci è donata dal baritono
Thomas Quasthoff, per la direzione di
Claudio Abbado:
https://www.youtube.com/watch?v=jwfWtlrFkDU
Per chi volesse seguire il testo ascoltando la musica, aggiungo la mia traduzione completa della ballata.
Il Re degli Elfi
Chi galoppa come il vento nel cuore della notte?
E' un padre con il suo bambino:
lo stringe fra le braccia,
lo tiene al caldo, lo tiene al sicuro.
« Figlio mio, perchè nascondi angosciato il tuo volto? »
« Non vedi, padre, il Re degli Elfi?
il Re degli Elfi con corona e mantello? »
« Figliolo, non è che una lingua di nebbia. »
« Tu, bel bambino, su vieni con me!
Vedrai che bei giochi giocheremo insieme;
sulla riva del fiume vi sono mille fiori colorati
e mia madre ha tante vesti ricamate d'oro fino! »
« Padre, padre mio, non senti forse anche tu
le promesse che mi sussurra il Re degli Elfi? »
« Stai tranquillo e non temere, figlio mio:
è solo il fruscìo del vento fra le vecchie foglie. »
« Bel fanciullo, verrai dunque con me?
Le mie figlie si prenderanno cura di te:
loro guidano la danza notturna,
e ti culleranno e balleranno e canteranno per te! »
« Padre, padre mio, e non vedi laggiù
le figlie del Re degli Elfi in quel luogo tenebroso? »
« Figlio, figlio mio, ben lo distinguo:
i vecchi alberi di salice gettano ombre oscure. »
« Ti amo! Mi attrae la tua bella figura;
se tu rifiuti, ti avrò con la forza! »
« O padre, padre mio, ecco che mi rapisce!
Il Re degli Elfi mi ha fatto del male! »
Inorridito, il padre cavalca furiosamente
stringendo a sè il figlioletto che geme;
raggiunge il palazzo con pena e fatica:
fra le sue braccia il bambino era morto.
(Johann Wolfgang Goethe: "Erlkönig" -
Versione italiana di G.F.)
Allego come prova di scrittura il solo finale del testo goethiano, vergato con la Pelikan100 di Therese Behr sfruttando le caratteristiche del pennino
kugelspitz che, come vedremo, può/deve essere usato anche dal "
lato secco"...
Prova di scrittura condotta su carta APICA (made in Japan) "Note Book CD 15", 81,4g/m2 con inchiostro Pelikan Königsblau 4001.
Continua...