Giovanni Falcone e le stilografiche
Inviato: mercoledì 28 marzo 2012, 18:58
Recentemente ho avuto un "flash", un ricordo preciso.
In una scena di uno dei film sulla vita di questo immenso personaggio, Falcone prende appunti durante un interrogatorio con una bella stilografica.
Facendo alcune ricerche in Google, ho trovato alcuni passaggi che accennano a questa sua grande passione. Ve li segnalo, per pura curiosità e per il piacere di ricordarlo.
Giovanni Falcone aveva una grande passione, le penne stilografiche, le belle penne stilografiche. E a Palermo, dall'inizio del secolo scorso e fino a ieri, in una stradina stretta, dietro via Roma e a due passi dal mercato della Vucciria, c'era un negozio che in questo campo non aveva concorrenti, De Magistris. Il giudice, con tutte le difficoltà di una vita blindata, trovava il tempo di andarci e regalarsi un pugno di minuti per guardare gli ultimi arrivi. Provava i pennini, sceglieva con perizia, affascinato. E chissà quali appunti, quali ricordi affidava all'inchiostro nero o blu che usciva dal pennino perfetto della sua nuova stilografica.
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=7470
Sul bordo della scrivania, dal lato in cui sedeva l’ospite, campeggiava un bel bauletto in noce con appositi astucci in cui erano custodite parecchie penne stilografiche della sua numerosa collezione. Ricordo che quel giorno mi disprezzò una Waterman (ma la uso ancora oggi…) dopo averla soppesata e dicendo in palermitano: «un c’è niente». Tradotto: solo fumo e niente arrosto.
http://www.antimafiaduemila.com/2008051 ... ermor.html
Giovanni Falcone scriveva montagne di carte con le sue penne stilografiche da collezione. "Una vera mania" ricorda l'amico Giuseppe Ayala
http://www.univa.va.it/varesefocus/vf.n ... enDocument
Paolo [Borsellino] non si era dato pace dopo l'attentato di Capaci e la morte di Giovanni e di Francesca. Si era gettato in un lavoro disperatissimo, senza tregua, da cui non emergeva mai. L'avevo incontrato subito dopo la Messa per il trigesimo della morte di Falcone e mi aveva mostrato una penna stilografica: era appartenuta a Giovanni e gliela avevano regalata le sorelle Anna e Rita. È veramente difficile poter far comprendere quanto fosse commosso per quel dono.
http://www.ilprofumodellaliberta.it/edi ... _2011.aspx
In una scena di uno dei film sulla vita di questo immenso personaggio, Falcone prende appunti durante un interrogatorio con una bella stilografica.
Facendo alcune ricerche in Google, ho trovato alcuni passaggi che accennano a questa sua grande passione. Ve li segnalo, per pura curiosità e per il piacere di ricordarlo.
Giovanni Falcone aveva una grande passione, le penne stilografiche, le belle penne stilografiche. E a Palermo, dall'inizio del secolo scorso e fino a ieri, in una stradina stretta, dietro via Roma e a due passi dal mercato della Vucciria, c'era un negozio che in questo campo non aveva concorrenti, De Magistris. Il giudice, con tutte le difficoltà di una vita blindata, trovava il tempo di andarci e regalarsi un pugno di minuti per guardare gli ultimi arrivi. Provava i pennini, sceglieva con perizia, affascinato. E chissà quali appunti, quali ricordi affidava all'inchiostro nero o blu che usciva dal pennino perfetto della sua nuova stilografica.
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=7470
Sul bordo della scrivania, dal lato in cui sedeva l’ospite, campeggiava un bel bauletto in noce con appositi astucci in cui erano custodite parecchie penne stilografiche della sua numerosa collezione. Ricordo che quel giorno mi disprezzò una Waterman (ma la uso ancora oggi…) dopo averla soppesata e dicendo in palermitano: «un c’è niente». Tradotto: solo fumo e niente arrosto.
http://www.antimafiaduemila.com/2008051 ... ermor.html
Giovanni Falcone scriveva montagne di carte con le sue penne stilografiche da collezione. "Una vera mania" ricorda l'amico Giuseppe Ayala
http://www.univa.va.it/varesefocus/vf.n ... enDocument
Paolo [Borsellino] non si era dato pace dopo l'attentato di Capaci e la morte di Giovanni e di Francesca. Si era gettato in un lavoro disperatissimo, senza tregua, da cui non emergeva mai. L'avevo incontrato subito dopo la Messa per il trigesimo della morte di Falcone e mi aveva mostrato una penna stilografica: era appartenuta a Giovanni e gliela avevano regalata le sorelle Anna e Rita. È veramente difficile poter far comprendere quanto fosse commosso per quel dono.
http://www.ilprofumodellaliberta.it/edi ... _2011.aspx