La TOPOLINO del Mercatino: un'AURORA da restaurare
Inviato: domenica 20 marzo 2016, 19:33
L'acquisto
Recuperata al Mercatino dei Gaudenti di Trento in Febbraio: il venditore mi raccontò di come avesse precedentemente proposto la penna sulla baia, ad un prezzo a dir poco esagerato però, viste le condizioni in cui versa la poverina, e di come l'avesse perciò ben presto ritirata...
Buon per me, che l'ho incontrato al momento giusto...
E' un cartone animato, no?!
Mancano i due anellini sul cappuccio e il pennino non è quello originale (il mercatino è anche questo!
), quindi qualche magia toccherà pur farla...
Chi volesse ammirare (e mi sembra anche giusto!) la penna completa (ma non "volante"...), sappia che sul nostro formidabile Wiki l'Aurora Topolino è documentata ai più alti livelli dagli esemplari conferiti dal G.M. sanpei, dai Collezionisti Maxpen2012, Fabbale09 e R. Vetrugno, con le foto dei modelli riportate in calce all'articolo di presentazione storica del modello:
https://www.fountainpen.it/Topolino_e_Biancaneve
Segnalo, infine, anche un interessante confronto fotografico con un modello scolastico di Ancora (viewtopic.php?t=9402) proposto da Solido.
La penna
AURORA TOPOLINO misura unica Junior, in celluloide nera tornita da barra piena, parti metalliche a vista (quelle che ci sono!) dorate, pennino non originale Warranted oro 14 Ct., caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia da Aurora nel 1937. Le misure
Chiusa: cm. 11,2 Cappuccio: cm. 5,5 Fusto: cm. 10,3 (con pennino di cm.1,5) Con cappuccio calzato: cm. 14,2 (con pennino di cm.1,5) Diametro massimo (al cappuccio): cm. 1,26
Diametro del fusto all'iscrizione: cm. 1,12
Diametro medio all'impugnatura: cm.0,91
Peso a vuoto: gr. 12
Cappuccio: gr. 5
Fusto: gr. 7
Molti troveranno più che sufficienti le informazioni fin qui esposte e i link segnalati: a costoro do appuntamento alle prossime recensioni.
Chi volesse invece seguirmi nelle divagazioni alle quali mi sono volentieri abbandonato in questa giornata festiva, nelle piccole curiosità che ho voluto soddisfare, mi segua pure nel prosieguo di questa mia relazione.
Storia e curiosità
La Topolino fu lanciata da Aurora nel 1937, cavalcando l'onda del travolgente successo del celebre personaggio dei cartoni animati e dei fumetti, dei libri illustrati e dei giochi, creato da Walt Disney nel 1928 e apparso in Italia già nel Natale del 1932.
I giovani studenti (aggiungerei cittadini e di famiglia abbiente) costituivano la fetta di mercato alla quale mirava Aurora con questa astuta operazione di marketing: una penna che recava in effigie un personaggio simpatico, intelligente, coraggioso e, perchè no?, anche "alla moda" in Italia non l'aveva ancora fatta nessuno (e nessuno la farà neanche dopo, almeno così ben riuscita!!)...
La fine della produzione non è nota, ma ragionevolmente dovrebbe situarsi nel 1945, quando gli stabilimenti Aurora furono distrutti da un bombardamento: tuttavia, dobbiamo tenere presente che la stessa testata "Topolino" venne sospesa, per motivi politici oltre che economici, già dal Dicembre 1943 (ma solo dopo aver comunque arruolato per qualche tempo il nostro amato topo come mozzo a bordo di un sommergibile nella marina dell'Asse!) e le pubblicazioni non furono riprese che a Guerra finita, nel Dicembre del 1945. Quindi, una plausibile (ma del tutto ipotetica) finestra temporale di produzione della nostra stilografica andrebbe dal 1937 al 1943.
La Topolino era sì una penna economica, ma pur sempre l'entry level di un Marchio dal nobilissimo blasone. Come si evince dalle pubblicità che ne accompagnarono il lancio, essa era destinata al mercato studentesco delle prime classi, ma le sue dimensioni da Junior la rendevano adatta, con cappuccio calzato, anche alle mani degli studenti dei corsi superiori.
Il prezzo di lancio di Lire 20, che troviamo indicato in una pubblicità dell'epoca, è decisamente basso (e direi molto aggressivo sul mercato), se rapportato ai prezzi del fumetto (Topolino/giornale a 40 cent., Topolino/albo a 60 cent. e Topolino/albo d'oro mensile a 1,50 Lire), dell'inchiostro, che in confezione da 20 ml. costava 1 Lira, a quello del libro Mondadori con quattro figure (pseudo)"animate" su un piano inclinato (che costava ben 15 Lire!), ma soprattutto al prezzo degli altri modelli Aurora di fascia bassa e media: alla fine degli anni 1930, infatti, la cugina (solo poco) più grande Biancaneve costava 29 Lire, ma con pennino in "platiridio" (lega di acciaio, secondo Aurora), la Selene, l'autarchica "Penna di Tutti" in misura media unica prima serie, anch'essa con pennino in platiridio, era venduta al prezzo di Lire 40 al momento del lancio, mentre l'alto di gamma, la Novum faccettata con grande pennino in oro, costava ben 6 volte una Topolino (120 Lire)...
Assolutamente rimarchevole l'eccellente qualità delle dorature Aurora (ovviamente, posso valutare solo la clip); anche la Topolino potè godere di tutte le attenzioni produttive riservate alle sorelle maggiori, così come prometteva la Pubblicità:
"Fabbricata con le stesse cure delle penne d'alto costo
Solida Pratica Eterna". Non si ha notizia di un possibile sostituto in "platiridio" dell'esclusivo pennino in oro marchiato "n.0 - 585‰" che equipaggiava la Topolino originale: quest'ultimo potrebbe aver subito le restrizioni sull'uso dei metalli preziosi in un'economia ormai di guerra (quando la cugina Biancaneve, più grande e più costosa lanciata solo nel 1939, montava da subito un pennino in platiridio n.3, come accennavamo), e potrebbe essere stato abbinato alle finiture cromate di alcune Topolino più tarde delle quali si ha notizia...
L'alimentatore è il tipico Aurora del periodo, in ebanite con efficientissimo disegno a scaletta (ladder). Secondo il nostro Wiki, la penna era realizzata completamente in celluloide nelle varianti di colore nero, nero e perla, rosso e blu marmorizzati. A questo proposito, devo notare che nell'esemplare in mio possesso i terminali (testina del cappuccio e fondello copribottone) non sono in celluloide, bensì in ebanite nera (BHR). Il cappuccio, con chiusura a vite, si serra sulla filettatura del fusto compiendo un giro esatto, facendo così perdere pochissimo tempo allo scolaro (che va sempre di corsa, si sa!), consentendogli al contempo di allineare la clip alla figura dell'amato beniamino, e assicurando sempre la riconoscibilità della penna "griffata"...
La clip è la proporzionatissima ed efficace interpretazione Aurora di un classico impianto triangolare con terminale a pallina.
Continua...
Recuperata al Mercatino dei Gaudenti di Trento in Febbraio: il venditore mi raccontò di come avesse precedentemente proposto la penna sulla baia, ad un prezzo a dir poco esagerato però, viste le condizioni in cui versa la poverina, e di come l'avesse perciò ben presto ritirata...
Buon per me, che l'ho incontrato al momento giusto...
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E' un cartone animato, no?!
Mancano i due anellini sul cappuccio e il pennino non è quello originale (il mercatino è anche questo!
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https://www.fountainpen.it/Topolino_e_Biancaneve
Segnalo, infine, anche un interessante confronto fotografico con un modello scolastico di Ancora (viewtopic.php?t=9402) proposto da Solido.
La penna
AURORA TOPOLINO misura unica Junior, in celluloide nera tornita da barra piena, parti metalliche a vista (quelle che ci sono!) dorate, pennino non originale Warranted oro 14 Ct., caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia da Aurora nel 1937. Le misure
Chiusa: cm. 11,2 Cappuccio: cm. 5,5 Fusto: cm. 10,3 (con pennino di cm.1,5) Con cappuccio calzato: cm. 14,2 (con pennino di cm.1,5) Diametro massimo (al cappuccio): cm. 1,26
Diametro del fusto all'iscrizione: cm. 1,12
Diametro medio all'impugnatura: cm.0,91
Peso a vuoto: gr. 12
Cappuccio: gr. 5
Fusto: gr. 7
Molti troveranno più che sufficienti le informazioni fin qui esposte e i link segnalati: a costoro do appuntamento alle prossime recensioni.
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Storia e curiosità
La Topolino fu lanciata da Aurora nel 1937, cavalcando l'onda del travolgente successo del celebre personaggio dei cartoni animati e dei fumetti, dei libri illustrati e dei giochi, creato da Walt Disney nel 1928 e apparso in Italia già nel Natale del 1932.
I giovani studenti (aggiungerei cittadini e di famiglia abbiente) costituivano la fetta di mercato alla quale mirava Aurora con questa astuta operazione di marketing: una penna che recava in effigie un personaggio simpatico, intelligente, coraggioso e, perchè no?, anche "alla moda" in Italia non l'aveva ancora fatta nessuno (e nessuno la farà neanche dopo, almeno così ben riuscita!!)...
La fine della produzione non è nota, ma ragionevolmente dovrebbe situarsi nel 1945, quando gli stabilimenti Aurora furono distrutti da un bombardamento: tuttavia, dobbiamo tenere presente che la stessa testata "Topolino" venne sospesa, per motivi politici oltre che economici, già dal Dicembre 1943 (ma solo dopo aver comunque arruolato per qualche tempo il nostro amato topo come mozzo a bordo di un sommergibile nella marina dell'Asse!) e le pubblicazioni non furono riprese che a Guerra finita, nel Dicembre del 1945. Quindi, una plausibile (ma del tutto ipotetica) finestra temporale di produzione della nostra stilografica andrebbe dal 1937 al 1943.
La Topolino era sì una penna economica, ma pur sempre l'entry level di un Marchio dal nobilissimo blasone. Come si evince dalle pubblicità che ne accompagnarono il lancio, essa era destinata al mercato studentesco delle prime classi, ma le sue dimensioni da Junior la rendevano adatta, con cappuccio calzato, anche alle mani degli studenti dei corsi superiori.
Il prezzo di lancio di Lire 20, che troviamo indicato in una pubblicità dell'epoca, è decisamente basso (e direi molto aggressivo sul mercato), se rapportato ai prezzi del fumetto (Topolino/giornale a 40 cent., Topolino/albo a 60 cent. e Topolino/albo d'oro mensile a 1,50 Lire), dell'inchiostro, che in confezione da 20 ml. costava 1 Lira, a quello del libro Mondadori con quattro figure (pseudo)"animate" su un piano inclinato (che costava ben 15 Lire!), ma soprattutto al prezzo degli altri modelli Aurora di fascia bassa e media: alla fine degli anni 1930, infatti, la cugina (solo poco) più grande Biancaneve costava 29 Lire, ma con pennino in "platiridio" (lega di acciaio, secondo Aurora), la Selene, l'autarchica "Penna di Tutti" in misura media unica prima serie, anch'essa con pennino in platiridio, era venduta al prezzo di Lire 40 al momento del lancio, mentre l'alto di gamma, la Novum faccettata con grande pennino in oro, costava ben 6 volte una Topolino (120 Lire)...
Assolutamente rimarchevole l'eccellente qualità delle dorature Aurora (ovviamente, posso valutare solo la clip); anche la Topolino potè godere di tutte le attenzioni produttive riservate alle sorelle maggiori, così come prometteva la Pubblicità:
"Fabbricata con le stesse cure delle penne d'alto costo
Solida Pratica Eterna". Non si ha notizia di un possibile sostituto in "platiridio" dell'esclusivo pennino in oro marchiato "n.0 - 585‰" che equipaggiava la Topolino originale: quest'ultimo potrebbe aver subito le restrizioni sull'uso dei metalli preziosi in un'economia ormai di guerra (quando la cugina Biancaneve, più grande e più costosa lanciata solo nel 1939, montava da subito un pennino in platiridio n.3, come accennavamo), e potrebbe essere stato abbinato alle finiture cromate di alcune Topolino più tarde delle quali si ha notizia...
L'alimentatore è il tipico Aurora del periodo, in ebanite con efficientissimo disegno a scaletta (ladder). Secondo il nostro Wiki, la penna era realizzata completamente in celluloide nelle varianti di colore nero, nero e perla, rosso e blu marmorizzati. A questo proposito, devo notare che nell'esemplare in mio possesso i terminali (testina del cappuccio e fondello copribottone) non sono in celluloide, bensì in ebanite nera (BHR). Il cappuccio, con chiusura a vite, si serra sulla filettatura del fusto compiendo un giro esatto, facendo così perdere pochissimo tempo allo scolaro (che va sempre di corsa, si sa!), consentendogli al contempo di allineare la clip alla figura dell'amato beniamino, e assicurando sempre la riconoscibilità della penna "griffata"...
La clip è la proporzionatissima ed efficace interpretazione Aurora di un classico impianto triangolare con terminale a pallina.
Continua...