Summit: un'elegante inglese dagli anni '20
Inviato: sabato 16 gennaio 2016, 15:44
Usualmente sobrie ed eleganti, danno ancora oggi molte soddisfazioni a chi ama il vintage, anche grazie agli ottimi pennini e ad un’alimentazione che, soprattutto a partire dagli anni ’30, dà ben pochi problemi.
Usualmente, l’appassionato sente ripetere nomi come Onoto, Mabie Todd e Conway Stewart, ma il fiorente mercato inglese di quegli anni vide la presenza certamente non secondaria di altri nomi, come Mentmore, Burnham, Wyvern, Ford, Valentine, Stephens... e Summit. Quella che vedete è proprio una Summit in ebanite, con pennino in oro 14k e caricamento a levetta laterale, probabilmente prodotta negli anni ’20, oppure agli inizi degli anni ’30.
Summit era un marchio conosciuto sul mercato, che proponeva stilografiche di buona qualità almeno fino ai primi anni ’50. Per approfondimenti storici vi rimando al nostro ottimo wiki: https://www.fountainpen.it/Summit/it Finemente cesellata a festoni, la penna si presenta in ottime condizioni generali, senza viraggio. E’ una penna di dimensioni generose: lunga 166 mm chiusa e 128 mm aperta, raggiunge i 172 mm con il cappuccio calzato. Il diametro della parte centrale del fusto è di 12 mm, mentre quello medio della sezione è di 9 mm. Il cappuccio a vite, lungo 56,5 mm, ha un diametro di 13 mm e viene serrato con una rotazione di un giro ed un quarto. Il peso complessivo è di 15 gr. Il meccanismo di alimentazione garantisce semplicità di funzionamento e manutentiva e promette una vita utile molto lunga. Il pennino B in oro a 14 carati e l’alimentatore in ebanite garantiscono un flusso molto abbondante, figlio anche della maggior fluidità degli inchiostri moderni. La prova di scrittura che vedete è stata realizzata con inchiostro Sheaffer nero. La scrittura è fluida senza essere scivolosa, morbida e precisa, nonostante il flusso abbondante. La penna calza perfettamente la mano, grazie all’ottima distribuzione dei pesi. La lunghezza del fusto permette una scrittura molto confortevole anche senza calzare il cappuccio (opzione che preferisco), ma la leggerezza dell’ebanite consente una scrittura assolutamente comoda anche con cappuccio innestato.
Particolarmente apprezzabile il fatto che il materiale non abbia subito viraggio, presentandosi anche oggi di un bel colore nero lucido. Un’elegante, sobria e piacevolissima stilografica da scrittoio, che sarebbe piaciuta anche a lui...