Pelikan 4001 Violetto - Recensione
Inviato: venerdì 4 dicembre 2015, 0:58
PROLOGO
L’incontro con questo inchiostro è avvenuto per puro caso, quando, per errore, ho acquistato una confezione di cartucce corte. Il violetto è un colore che uso sporadicamente (ma dipende da molti fattori) e che, nel mio personalissimo “codice dei colori”, come altri colori che uso, ha un suo ben preciso significato, che mi aiuta a riconoscere a colpo d’occhio il tipo di scritto, l’importanza che gli attribuisco ed anche altre indicazioni di base. Fino ad ora, per questo scopo, ho sempre usato il Waterman, che ha fatto bene il suo lavoro.
PREPARAZIONE
La penna deputata al viola è una economicissima Pelikan Primapenna da 7 euro, di quelle con corpo bicolore e tonalità sgargianti (in questo caso arancio/violetto chiaro), munita perennemente di converter proprietario. Quella in questione ha subito un lavaggio piuttosto accurato prima del cambio inchiostro, ed ha visto per la prima volta nella sua “carriera” una cartuccia Pelikan. E’ dotata di un pennino in acciaio misura M, che però produce un tratto analogo ad un F delle Pelikan serie M a pistone. E’ caratterizzata da un flusso medio, tendente al bagnato, sempre molto ben controllato; in breve, è una tipica scolastica Pelikan, che si ferma solo quando finisce la benzina.
Ho inserito la cartuccia ed aspettato un paio di minuti, con la penna chiusa infilata nel portapenne a punta in giù; poi ho cominciato a scrivere normalmente.
UTILIZZO ED IMPRESSIONI
Anticipo subito che, a metà della prima cartuccia, il colore mi è piaciuto a tal punto che ho acquistato la boccetta da 30 ml. Il colore, prima che l’inchiostro asciughi del tutto, ricorda molto (lo dico per chi ha dimestichezza con i colori per belle arti) il violetto di cobalto chiaro (fosfato di cobalto PV14); una volta asciutto la tonalità si sposta leggermente verso il blu, restando comunque indiscutibilmente viola. La brillantezza rimane anche dopo asciugatura, ed è direttamente proporzionale alla qualità della carta che si usa: su Rhodia e Oxford dà il meglio di sé. La versione in boccetta, nel mio caso, non ha mostrato particolari differenze rispetto a quella in cartuccia: flusso, tonalità, comportamento, sono risultati essere del tutto sovrapponibili. Ho anche caricato una seconda penna (una Pilot Kakuno con pennino F), per avere un’idea precisa della resa con pennini davvero fini.
L’ho usato su varie carte, tra cui: blocco Rhodia, carta da fotocopie di qualità (Fabriano Copy 1), Pigna Monocromo, Pignacento, quaderno spiralato Ikea, quaderno di carta riciclata, taccuino Moleskine con carta simil-assorbente, quaderno Oxford. La prima bella sorpresa è stata che questo inchiostro è in grado di limitare parecchio il trapassamento nella facciata opposta del foglio rispetto al Waterman che ho usato fino a ora. Ad esempio, sul quaderno Ikea, sul Moleskine e sul quaderno di carta riciclata si è comportato discretamente bene col pennino M della Pelikan Primapenna, e benissimo con quello F della Kakuno. Ritengo che il Waterman, sotto questo aspetto, gli sia inferiore, perché a parità di parametri produce più sanguinamento.
Non sono in grado di valutare con precisione la fluidità, ma posso affermare che entrambe le penne sulle quali l’ho caricato hanno evidenziato un flusso paragonabile al Pelikan 4001 blu royal, forse impercettibilmente meno abbondante, ma comunque tale da rendere confortevole la scrittura e da non creare problemi; a meno che, beninteso, la penna non abbia problemi di suo.
Le ripartenze si sono sempre mostrate certe e senza “vuoti”. A tal proposito ho lasciato volontariamente inattive entrambe le penne per oltre due settimane, in posizione orizzontale, ed al momento di riprenderle hanno ricominciato a scrivere senza incertezze, pur con un tono più profondo che tuttavia si è assestato dopo qualche riga.
Le sfumature sono presenti ma non evidentissime, e sono maggiori se si una un pennino più largo e carta molto liscia e poco assorbente, mentre con pennini F veri (come quello della Pilot) e su carte più porose la tinta tende ad appiattirsi. La saturazione è notevole, specialmente se si usa una penna dal flusso medio/abbondante. L’asciugatura è piuttosto veloce: con la Primapenna su Fabriano Copy1 siamo intorno ai 5 secondi, 7 secondi circa su Oxford e Rhodia, 2 secondi su carte porose.
La resistenza all’acqua è pari a zero; d’altra parte il produttore non lo dichiara come resistente.
CONCLUSIONI
Sono davvero contento di aver trovato sulla mia strada questo inchiostro. La qualità è indiscutibile, e la si può ottenere ad un prezzo davvero ottimo: con circa 4 euro ci si porta a casa una boccetta da 30 ml, quindi è tra i più economici in assoluto. Non voglio essere polemico; ma a volte, quando spendo cifre piuttosto alte per inchiostri che promettono mari e monti, e poi non riesco - in fase di utilizzo - a capire il motivo di tale prezzo, rimango quantomeno perplesso. Chiaramente è un mio limite, ma non mi capita sempre: tanto per fare un esempio, sono straconvinto che gli inchiostri Graf Von Faber Castell (almeno quelli che ho usato finora) valgano ogni singolo centesimo del loro costo, così come alcuni Montblanc, ma non sempre il prezzo va di pari passo con la qualità.
Di certo questo violetto va inserito, a mio parere, negli inchiostri “da avere”, specialmente se piace il colore in sé, ed è in grado di dare belle soddisfazioni ad un prezzo decisamente moderato.
Complimenti a Pelikan.
L’incontro con questo inchiostro è avvenuto per puro caso, quando, per errore, ho acquistato una confezione di cartucce corte. Il violetto è un colore che uso sporadicamente (ma dipende da molti fattori) e che, nel mio personalissimo “codice dei colori”, come altri colori che uso, ha un suo ben preciso significato, che mi aiuta a riconoscere a colpo d’occhio il tipo di scritto, l’importanza che gli attribuisco ed anche altre indicazioni di base. Fino ad ora, per questo scopo, ho sempre usato il Waterman, che ha fatto bene il suo lavoro.
PREPARAZIONE
La penna deputata al viola è una economicissima Pelikan Primapenna da 7 euro, di quelle con corpo bicolore e tonalità sgargianti (in questo caso arancio/violetto chiaro), munita perennemente di converter proprietario. Quella in questione ha subito un lavaggio piuttosto accurato prima del cambio inchiostro, ed ha visto per la prima volta nella sua “carriera” una cartuccia Pelikan. E’ dotata di un pennino in acciaio misura M, che però produce un tratto analogo ad un F delle Pelikan serie M a pistone. E’ caratterizzata da un flusso medio, tendente al bagnato, sempre molto ben controllato; in breve, è una tipica scolastica Pelikan, che si ferma solo quando finisce la benzina.
Ho inserito la cartuccia ed aspettato un paio di minuti, con la penna chiusa infilata nel portapenne a punta in giù; poi ho cominciato a scrivere normalmente.
UTILIZZO ED IMPRESSIONI
Anticipo subito che, a metà della prima cartuccia, il colore mi è piaciuto a tal punto che ho acquistato la boccetta da 30 ml. Il colore, prima che l’inchiostro asciughi del tutto, ricorda molto (lo dico per chi ha dimestichezza con i colori per belle arti) il violetto di cobalto chiaro (fosfato di cobalto PV14); una volta asciutto la tonalità si sposta leggermente verso il blu, restando comunque indiscutibilmente viola. La brillantezza rimane anche dopo asciugatura, ed è direttamente proporzionale alla qualità della carta che si usa: su Rhodia e Oxford dà il meglio di sé. La versione in boccetta, nel mio caso, non ha mostrato particolari differenze rispetto a quella in cartuccia: flusso, tonalità, comportamento, sono risultati essere del tutto sovrapponibili. Ho anche caricato una seconda penna (una Pilot Kakuno con pennino F), per avere un’idea precisa della resa con pennini davvero fini.
L’ho usato su varie carte, tra cui: blocco Rhodia, carta da fotocopie di qualità (Fabriano Copy 1), Pigna Monocromo, Pignacento, quaderno spiralato Ikea, quaderno di carta riciclata, taccuino Moleskine con carta simil-assorbente, quaderno Oxford. La prima bella sorpresa è stata che questo inchiostro è in grado di limitare parecchio il trapassamento nella facciata opposta del foglio rispetto al Waterman che ho usato fino a ora. Ad esempio, sul quaderno Ikea, sul Moleskine e sul quaderno di carta riciclata si è comportato discretamente bene col pennino M della Pelikan Primapenna, e benissimo con quello F della Kakuno. Ritengo che il Waterman, sotto questo aspetto, gli sia inferiore, perché a parità di parametri produce più sanguinamento.
Non sono in grado di valutare con precisione la fluidità, ma posso affermare che entrambe le penne sulle quali l’ho caricato hanno evidenziato un flusso paragonabile al Pelikan 4001 blu royal, forse impercettibilmente meno abbondante, ma comunque tale da rendere confortevole la scrittura e da non creare problemi; a meno che, beninteso, la penna non abbia problemi di suo.
Le ripartenze si sono sempre mostrate certe e senza “vuoti”. A tal proposito ho lasciato volontariamente inattive entrambe le penne per oltre due settimane, in posizione orizzontale, ed al momento di riprenderle hanno ricominciato a scrivere senza incertezze, pur con un tono più profondo che tuttavia si è assestato dopo qualche riga.
Le sfumature sono presenti ma non evidentissime, e sono maggiori se si una un pennino più largo e carta molto liscia e poco assorbente, mentre con pennini F veri (come quello della Pilot) e su carte più porose la tinta tende ad appiattirsi. La saturazione è notevole, specialmente se si usa una penna dal flusso medio/abbondante. L’asciugatura è piuttosto veloce: con la Primapenna su Fabriano Copy1 siamo intorno ai 5 secondi, 7 secondi circa su Oxford e Rhodia, 2 secondi su carte porose.
La resistenza all’acqua è pari a zero; d’altra parte il produttore non lo dichiara come resistente.
CONCLUSIONI
Sono davvero contento di aver trovato sulla mia strada questo inchiostro. La qualità è indiscutibile, e la si può ottenere ad un prezzo davvero ottimo: con circa 4 euro ci si porta a casa una boccetta da 30 ml, quindi è tra i più economici in assoluto. Non voglio essere polemico; ma a volte, quando spendo cifre piuttosto alte per inchiostri che promettono mari e monti, e poi non riesco - in fase di utilizzo - a capire il motivo di tale prezzo, rimango quantomeno perplesso. Chiaramente è un mio limite, ma non mi capita sempre: tanto per fare un esempio, sono straconvinto che gli inchiostri Graf Von Faber Castell (almeno quelli che ho usato finora) valgano ogni singolo centesimo del loro costo, così come alcuni Montblanc, ma non sempre il prezzo va di pari passo con la qualità.
Di certo questo violetto va inserito, a mio parere, negli inchiostri “da avere”, specialmente se piace il colore in sé, ed è in grado di dare belle soddisfazioni ad un prezzo decisamente moderato.
Complimenti a Pelikan.