Faccio quest'intervento ora, ad insaputa del diretto interessato, che ovviamente lo leggerà sorpreso. Spero non l'abbia a male.
Brevemente.
Qualche mese fa (a fine dicembre credo) acquisto, sul nostro mercatino, una Sheaffer Imperial, di quelle col pennino aerodinamico, che mi piacciono tanto e che scrivono in maniera eccezionale. Venditore: Ottorino.
L'accordo resta la consegna a mano, in modo da aver tempo anche per un caffé e due chiacchiere, senza contare che in quel modo posso andare a trovare mio nipote, che vive e lavora a Firenze. Però, a ridosso dello scambio, ai primi di gennaio, mi viene l'influenza. Pazienza, si rimanda; o almeno, così credevo.
Il 10 gennaio, l'imprevedibile; una fitta penetrante allo sterno, il dolore più profondo e lancinante che abbia mai provato, fame d'aria, stupidamente (anche se vicinissimo) in ospedale per conto mio, dove arrivo letteralmente strisciando. Poi valutazione del danno (molto esteso, dissero), angioplastica con doppio stent, terapia intensiva, riabilitazione, una quantità abnorme di farmaci ogni giorno, per sempre.
Ottorino spedisce la penna, e me ne fa dono. Farà sorridere, ma per me è stato un gesto di buon auspicio, il mio portafortuna. A parte la penna, che è diventata una costante nel mio uso giornaliero e che scrive incredibilmente bene, sempre caricata a Sheaffer nero, in realtà ha portato davvero fortuna.
Il mio cuore si è ripreso come neanche lo staff medico credeva, al punto che alcune parti che avrebbero dovuto esser morte e diventare tessuto cicatriziale, hanno ripreso a funzionare, rendendo il danno da "esteso" a "limitato".
Molto è cambiato, in pochi mesi, specialmente a livello di stile di vita. Ora non fumo più, mangio sano, faccio movimento, ho orari umani e di notte dormo. E, quando sono sveglio, scrivo con una Sheaffer.
