A.A. WATERMAN Automatic Self Filling Modern - 1911
Inviato: martedì 13 ottobre 2015, 20:19
Il ritrovamento
Sabato scorso, al Mercatino dei Gaudenti di Trento... La penna
AUTOMATIC SELF FILLING MODERN della MODERN PEN Co. di NEW YORK in ebanite nera cesellata (BCHR), pennino mancante, caricamento a torsione ("twist filler"), fabbricata dalla Arthur A. Waterman Company di New York U.S.A., nel 1911. Le misure
Chiusa: cm. 11,5
Cappuccio: cm. 5
Fusto: cm. 9 (escluso pennino)
Con cappuccio calzato: cm. 12,5 (escluso pennino)
Diametro massimo (alla testina): cm. 1,2
Diametro minimo (al fondello): cm. 0,8 Peso (a vuoto): gr. 10
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 6 Il Marchio (noioso, saltare pure
)
Poichè in rete si trovano versioni differenti delle vicende relative al Marchio, di seguito propongo una mia breve ricostruzione, necessaria alla comprensione di alcuni dettagli della recensione e che non costringe il lettore ad un'interruzione.
Questa sezione può essere saltata e si può consultare direttamente il nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/A._A._Waterman
Al marchio "A. A. Waterman & Co." corrisponde non una, bensì una serie di manifatture di stilografiche, con sede a New York.
La prima "A. A. Waterman & Co." venne fondata da Arthur Allan Waterman (per un decennio abile rappresentante della già avviata L.E. Waterman, quella a tutti ben nota della "Ideal Fountain Pen") nel 1897, con un socio, e disciolta dopo soli due anni, nel 1899, a causa di un'azione legale intentata dalla "L.E. Waterman" per comportamento illecito derivante da un uso fraudolento dello stesso cognome depositato da un concorrente già presente e conosciuto sul mercato.
Il nostro A.A. Waterman, perseguitato dal comprensibile rancore della blasonata concorrenza (nonchè vecchio datore di lavoro), non si diede per vinto e in quello stesso anno fondò un'altra Compagnia, per conto suo, trovandosi un socio dopo due mesi per vendere tutto già l'anno seguente, per pagare i debiti...
Nel 1901 vi fu il terzo tentativo, in cui A.A. Waterman si associò a W.G. Frazer e H.W. Geyer, coi quali fondò la "Modern Pen Company": fu nel 1903 che alla "middle joint" (una eyedropper con sezione vicina alla metà della penna) si aggiunse un altro brevetto (acquistato) che si rivelò di successo: il "twist filler" (caricamento a torsione) azionato, secondo la pubblicità americana, da un "bottone magico" (il fondello...), lo stesso montato dalla penna in presentazione. La Compagnia andava a gonfie vele: d'altronde il prodotto del "piccolo Waterman" era stato eccellente fin dall'inizio, comparabile se non spesso migliore di quello della concorrenza, per materiali, qualità costruttiva ed anche rinomato per i raffinati rivestimenti in metalli preziosi...
I due soci, tuttavia, estromisero Arthur Allan Waterman dalla Società nel 1905, mantenendo però la proprietà del nome commerciale (trade mark) della "A.A. Waterman & Co", il cui uso legittimo la prima sentenza non aveva comunque vietato. Quindi, dopo il 1905 non vi fu più un Waterman nella società, ma il cognome fu comunque sempre usato, e fraudolentemente, per ingenerare nel pubblico dei consumatori l'idea che i prodotti fossero riconducibili al colosso della "Waterman's Ideal Fountain Pen", il che, come vedremo più sotto, accadeva anche per la pubblicità italiana...
La situazione era spesso paradossale: nel numero di Natale 1907 del mensile "The Michigan Alumnus" redatto dagli studenti dell'Università del Michigan (Ann Arbor, Michigan),
[ https://books.google.it/books?id=OCLiAA ... ORK&f=true ]
troviamo fianco a fianco le pubblicità natalizie della L.E. Waterman (solo eyedropper anche con il "nuovo" clip-cap del 1905) e della twist-filler AUTOMATIC SELF FILLING MODERN prodotta dalla A.A. Waterman / Modern Pen Co. di New York.
E così, la Waterman più grossa (dopo un tentativo fallito di comprarsi tutto, nome e azienda) fece nuovamente causa ai concorrenti che nel 1912 furono definitivamente condannati a scrivere sulle penne, sulle scatole in cui queste erano vendute e sulle pubblicità che contenevano il nome "A.A. Waterman" la micidiale frase:
NOT CONNECTED WITH THE L. E. WATERMAN COMPANY
("Nessuna relazione con la Compagnia L.E. Waterman")
Una prima versione di questo disclaimer era:
NOT CONNECTED WITH THE ORIGINAL "WATERMAN" PEN...
Dopo la condanna la Modern Pen Co. fu rifondata come
"The Modern Pen Co." (con l'articolo), e continuò bellamente ad usare il nome di "A.A. Waterman" per i suoi prodotti marchiandoli tutti con il disclaimer (parlatene male, ma parlatene: tutta pubblicità, avranno pensato!)...
Sempre per una causa con la L.E. Waterman, nel 1917 alla "The Modern Pen Co." fu proibito usare il cognome "Waterman" sui loro prodotti: la Compagnia non seppe rinnovarsi come il competitivo mercato americano richiedeva e nel 1921 la produzione si trasferì da New York a Chicago: la Compagnia prese il nuovo nome di "The Chicago Safety Pen Company"
avviando anche, con ritardo, la produzione di penne con caricamento a leva.
Il fallimento e la chiusura giunsero con la Grande Depressione iniziata nel 1929.
Datazione della penna
La stilografica in presentazione potrebbe essere stata prodotta fra il 1910, data dell'ultimo brevetto citato, ed il 1912 quando fu reso obbligatorio il disclaimer "Not connected with the L.E. Waterman Co.". Allora il disclaimer venne stampato anche sulle scatole, ma la penna non ce l'ha. Potrebbe essere stata prodotta proprio durante la discussione della causa, per mandare avanti la produzione senza buttare via il manufatto in caso di condanna a non più utilizzare il nome "A.A. Waterman".
Per non stuzzicare troppo il gigante L.E. Waterman, i suoi furbi concorrenti buttavano fumo negli occhi con il Marchio AA (per la Clip, ad esempio) per il quale scrissero la supponentissima
"Le iniziali AA
Marchio di Superiorità" e sull'impiego del brand "MODERN", usato come nome della penna (della linea di penne) oltre che come nome della Compagnia.
Certo l'uso del cognome "Waterman", anche se non presente sulla penna in presentazione (ed anche sul pennino ora mancante poteva esservi solo "Modern") era però sempre presente nelle pubblicità, per quanto defilato, e questo certamente non poteva sfuggire al colosso...
Vediamo come facevano in questa bella pubblicità italiana fornita da Armando Dabbene: 1911-07. Pubblicata su La Lettura - Rivista Mensile del Corriere della Sera, anno XI, N. 7. Data riportata sul retro del foglio. Pubblicizza un modello denominato Modern.
Il testimonial, Ferruccio Benini, attore teatrale di grande successo, definisce la penna Modern
"...semplicemente ideale."
(quando l'aggettivo "Ideal" era storicamente presente nel logo della concorrenza), mentre l'annuncio ci dice che è stata
"Fabbricata da A. A. Waterman di New York",
il che nell'Italia del 1911 era già abbastanza per creare la voluta identificazione...
Questa la risposta di L.E. Waterman, sempre nel 1911 in una pubblicità da me reperita: WATERMAN's - da EMPORIUM Vol.XXXIV N.204 - Dicembre 1911.
"...Guardarsi dalle imitazioni e dalle OMONIMIE...".
La penna in presentazione corrisponde perfettamente alla dicitura della prima Pubblicità: AUTOMATIC SELF FILLING MODERN
che è correttamente tradotto in Italiano con
La Penna MODERN a riempimento automatico
La data di produzione dovrebbe essere dunque compresa tra il limite inferiore del Marzo 1910 (data dell'ultimo brevetto riportato sulla penna stessa) ed il Novembre 1912 in cui arrivò a sentenza definitiva il processo che impose alla Compagnia di riportare per esteso su tutte le penne prodotte il disclaimer punitivo:
NOT CONNECTED WITH THE L. E. WATERMAN COMPANY
Altro limite superiore per l'acquisto di questa stilografica, che spiegherebbe il disclaimer sulla scatolina, ci viene dalle scritte presenti sulla scatolina stessa, vergate con un tratto molto fine, in inchiostro nero:
il nome Gilda, sul coperchio e la data presumibile del dono su un fianco, al coperto: 21 Settembre 1914...
Continua......
Sabato scorso, al Mercatino dei Gaudenti di Trento... La penna
AUTOMATIC SELF FILLING MODERN della MODERN PEN Co. di NEW YORK in ebanite nera cesellata (BCHR), pennino mancante, caricamento a torsione ("twist filler"), fabbricata dalla Arthur A. Waterman Company di New York U.S.A., nel 1911. Le misure
Chiusa: cm. 11,5
Cappuccio: cm. 5
Fusto: cm. 9 (escluso pennino)
Con cappuccio calzato: cm. 12,5 (escluso pennino)
Diametro massimo (alla testina): cm. 1,2
Diametro minimo (al fondello): cm. 0,8 Peso (a vuoto): gr. 10
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 6 Il Marchio (noioso, saltare pure
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Poichè in rete si trovano versioni differenti delle vicende relative al Marchio, di seguito propongo una mia breve ricostruzione, necessaria alla comprensione di alcuni dettagli della recensione e che non costringe il lettore ad un'interruzione.
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Questa sezione può essere saltata e si può consultare direttamente il nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/A._A._Waterman
Al marchio "A. A. Waterman & Co." corrisponde non una, bensì una serie di manifatture di stilografiche, con sede a New York.
La prima "A. A. Waterman & Co." venne fondata da Arthur Allan Waterman (per un decennio abile rappresentante della già avviata L.E. Waterman, quella a tutti ben nota della "Ideal Fountain Pen") nel 1897, con un socio, e disciolta dopo soli due anni, nel 1899, a causa di un'azione legale intentata dalla "L.E. Waterman" per comportamento illecito derivante da un uso fraudolento dello stesso cognome depositato da un concorrente già presente e conosciuto sul mercato.
Il nostro A.A. Waterman, perseguitato dal comprensibile rancore della blasonata concorrenza (nonchè vecchio datore di lavoro), non si diede per vinto e in quello stesso anno fondò un'altra Compagnia, per conto suo, trovandosi un socio dopo due mesi per vendere tutto già l'anno seguente, per pagare i debiti...
Nel 1901 vi fu il terzo tentativo, in cui A.A. Waterman si associò a W.G. Frazer e H.W. Geyer, coi quali fondò la "Modern Pen Company": fu nel 1903 che alla "middle joint" (una eyedropper con sezione vicina alla metà della penna) si aggiunse un altro brevetto (acquistato) che si rivelò di successo: il "twist filler" (caricamento a torsione) azionato, secondo la pubblicità americana, da un "bottone magico" (il fondello...), lo stesso montato dalla penna in presentazione. La Compagnia andava a gonfie vele: d'altronde il prodotto del "piccolo Waterman" era stato eccellente fin dall'inizio, comparabile se non spesso migliore di quello della concorrenza, per materiali, qualità costruttiva ed anche rinomato per i raffinati rivestimenti in metalli preziosi...
I due soci, tuttavia, estromisero Arthur Allan Waterman dalla Società nel 1905, mantenendo però la proprietà del nome commerciale (trade mark) della "A.A. Waterman & Co", il cui uso legittimo la prima sentenza non aveva comunque vietato. Quindi, dopo il 1905 non vi fu più un Waterman nella società, ma il cognome fu comunque sempre usato, e fraudolentemente, per ingenerare nel pubblico dei consumatori l'idea che i prodotti fossero riconducibili al colosso della "Waterman's Ideal Fountain Pen", il che, come vedremo più sotto, accadeva anche per la pubblicità italiana...
La situazione era spesso paradossale: nel numero di Natale 1907 del mensile "The Michigan Alumnus" redatto dagli studenti dell'Università del Michigan (Ann Arbor, Michigan),
[ https://books.google.it/books?id=OCLiAA ... ORK&f=true ]
troviamo fianco a fianco le pubblicità natalizie della L.E. Waterman (solo eyedropper anche con il "nuovo" clip-cap del 1905) e della twist-filler AUTOMATIC SELF FILLING MODERN prodotta dalla A.A. Waterman / Modern Pen Co. di New York.
E così, la Waterman più grossa (dopo un tentativo fallito di comprarsi tutto, nome e azienda) fece nuovamente causa ai concorrenti che nel 1912 furono definitivamente condannati a scrivere sulle penne, sulle scatole in cui queste erano vendute e sulle pubblicità che contenevano il nome "A.A. Waterman" la micidiale frase:
NOT CONNECTED WITH THE L. E. WATERMAN COMPANY
("Nessuna relazione con la Compagnia L.E. Waterman")
Una prima versione di questo disclaimer era:
NOT CONNECTED WITH THE ORIGINAL "WATERMAN" PEN...
Dopo la condanna la Modern Pen Co. fu rifondata come
"The Modern Pen Co." (con l'articolo), e continuò bellamente ad usare il nome di "A.A. Waterman" per i suoi prodotti marchiandoli tutti con il disclaimer (parlatene male, ma parlatene: tutta pubblicità, avranno pensato!)...
Sempre per una causa con la L.E. Waterman, nel 1917 alla "The Modern Pen Co." fu proibito usare il cognome "Waterman" sui loro prodotti: la Compagnia non seppe rinnovarsi come il competitivo mercato americano richiedeva e nel 1921 la produzione si trasferì da New York a Chicago: la Compagnia prese il nuovo nome di "The Chicago Safety Pen Company"
avviando anche, con ritardo, la produzione di penne con caricamento a leva.
Il fallimento e la chiusura giunsero con la Grande Depressione iniziata nel 1929.
Datazione della penna
La stilografica in presentazione potrebbe essere stata prodotta fra il 1910, data dell'ultimo brevetto citato, ed il 1912 quando fu reso obbligatorio il disclaimer "Not connected with the L.E. Waterman Co.". Allora il disclaimer venne stampato anche sulle scatole, ma la penna non ce l'ha. Potrebbe essere stata prodotta proprio durante la discussione della causa, per mandare avanti la produzione senza buttare via il manufatto in caso di condanna a non più utilizzare il nome "A.A. Waterman".
Per non stuzzicare troppo il gigante L.E. Waterman, i suoi furbi concorrenti buttavano fumo negli occhi con il Marchio AA (per la Clip, ad esempio) per il quale scrissero la supponentissima
"Le iniziali AA
Marchio di Superiorità" e sull'impiego del brand "MODERN", usato come nome della penna (della linea di penne) oltre che come nome della Compagnia.
Certo l'uso del cognome "Waterman", anche se non presente sulla penna in presentazione (ed anche sul pennino ora mancante poteva esservi solo "Modern") era però sempre presente nelle pubblicità, per quanto defilato, e questo certamente non poteva sfuggire al colosso...
Vediamo come facevano in questa bella pubblicità italiana fornita da Armando Dabbene: 1911-07. Pubblicata su La Lettura - Rivista Mensile del Corriere della Sera, anno XI, N. 7. Data riportata sul retro del foglio. Pubblicizza un modello denominato Modern.
Il testimonial, Ferruccio Benini, attore teatrale di grande successo, definisce la penna Modern
"...semplicemente ideale."
(quando l'aggettivo "Ideal" era storicamente presente nel logo della concorrenza), mentre l'annuncio ci dice che è stata
"Fabbricata da A. A. Waterman di New York",
il che nell'Italia del 1911 era già abbastanza per creare la voluta identificazione...
Questa la risposta di L.E. Waterman, sempre nel 1911 in una pubblicità da me reperita: WATERMAN's - da EMPORIUM Vol.XXXIV N.204 - Dicembre 1911.
"...Guardarsi dalle imitazioni e dalle OMONIMIE...".
La penna in presentazione corrisponde perfettamente alla dicitura della prima Pubblicità: AUTOMATIC SELF FILLING MODERN
che è correttamente tradotto in Italiano con
La Penna MODERN a riempimento automatico
La data di produzione dovrebbe essere dunque compresa tra il limite inferiore del Marzo 1910 (data dell'ultimo brevetto riportato sulla penna stessa) ed il Novembre 1912 in cui arrivò a sentenza definitiva il processo che impose alla Compagnia di riportare per esteso su tutte le penne prodotte il disclaimer punitivo:
NOT CONNECTED WITH THE L. E. WATERMAN COMPANY
Altro limite superiore per l'acquisto di questa stilografica, che spiegherebbe il disclaimer sulla scatolina, ci viene dalle scritte presenti sulla scatolina stessa, vergate con un tratto molto fine, in inchiostro nero:
il nome Gilda, sul coperchio e la data presumibile del dono su un fianco, al coperto: 21 Settembre 1914...
Continua......