GITI produzione TIBALDI blu oltremare
Inviato: lunedì 10 agosto 2015, 22:18
Premessa
I principali Produttori di stilografiche italiani, quelli che hanno fatto la storia della nostra comune passione, si erano tutti dotati di "sottomarche" che potessero ottenere sul mercato i grandi numeri commerciali che le penne esclusive alto di gamma, per definizione, non potevano garantire: videro così la luce prodotti meno ricchi di contenuti, eppure molto spesso di buon livello, se non addirittura ottimo, e senz'altro eccellenti nel rapporto qualità/prezzo.
Non fece eccezione Tibaldi che, dopo aver venduto negli anni 1920 penne marchiate "The GBT Pen London", negli anni 1930 ripiegò su un più nazionalistico "Giti", acronimo desunto dalle iniziali del fondatore, Giuseppe Tibaldi.
E' possibile consultare il file "GITI" sul Wiki "Marche storiche"
http://www.fountainpen.it/Giti/it
Questo file contiene i link alle fotografie di altre due Giti già presenti in archivio.
Quello che mi preme sottolineare in questa sede è che esistono (almeno) due versioni del logo Giti: la penna che vado a presentarvi, posteriore rispetto alle due citate, è marchiata con il logo temporalmente successivo.
La penna
GITI misura media in celluloide blu e argento, pennino GITI in acciaio placcato oro, parti metalliche a vista cromate, caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia da TIBALDI, anni 1940. Le misure
Chiusa: cm. 12
Cappuccio: cm. 5,7
Fusto: cm. 9,4 (+ cm. 1,8 nib)
Con cappuccio calzato: cm. 12,5 (+ cm. 1,8 nib)
Diametro massimo (agli anellini): cm. 1,34
Diametro medio all'impugnatura: cm. 0,98 Peso (a vuoto): gr. 16
Cappuccio: gr. 6
Fusto: gr. 10 Il cappuccio
1) La testina.
Sulla sommità della penna vi è una testina in celluloide nera liscia:
un piccolo tronco di cono che si rastrema verso l'alto in un minuscolo cono. La testina è avvitata al cappuccio propriamente detto, e tiene in sede il fermaglio.
All'altra estremità della penna, alla testina "risponde", per materiale, colore e forma ma non per dimensioni, essendo di minor diametro e di maggior lunghezza, il fondello che copre il pulsante di carica. 2) Il cappuccio discende dalla testina a tronco di cono allargandosi progressivamente fino a raggiungere il massimo diametro della penna, in corrispondenza dei sottili anellini cromati, particolarmente ben conservati sull'esemplare in presentazione.
Le venature a nastri argentati della celluloide contendono ai lucenti anellini metallici il privilegio di decorare la penna... Nella parte terminale inferiore, un labbro ben pronunciato riporta il cappuccio al diametro del fusto. Sulla superficie del cappuccio vi sono 2 fori di aerazione speculari.
Poichè la clip è tenuta in sede dalla testina, è possibile effettuarne il posizionamento perfettamente a mezza via tra i fori, con un gradevole effetto di simmetria.
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo 3/4 di giro sulla filettatura, il che è insolitamente poco: al momento, tuttavia, ciò non sembra poter causare problemi di sicurezza...
3) La clip.
Come spesso accade, è il fermaglio a dettare il carattere di una penna... e questo è davvero massiccio ed assertivo: si stacca dall'anello che lo trattiene con un notevole slancio verso l'esterno a formare un primo triangolo dal quale si dipartono altri due lunghi triangoli, inclinati su piani diversi, ciascuno a catturare la luce escludendo l'altro, con un mirabile effetto di chiaroscuro. Il tutto si riallarga, infine, in una classica goccia: nel più puro spirito Déco, tuttavia, la goccia pare quasi sul punto di solidificarsi, mantenendo la parte sottostante stondata, ma come subendo la glaciazione della parte superiore a vista, che si muta in un affascinante solido sfaccettato...
Continua....
I principali Produttori di stilografiche italiani, quelli che hanno fatto la storia della nostra comune passione, si erano tutti dotati di "sottomarche" che potessero ottenere sul mercato i grandi numeri commerciali che le penne esclusive alto di gamma, per definizione, non potevano garantire: videro così la luce prodotti meno ricchi di contenuti, eppure molto spesso di buon livello, se non addirittura ottimo, e senz'altro eccellenti nel rapporto qualità/prezzo.
Non fece eccezione Tibaldi che, dopo aver venduto negli anni 1920 penne marchiate "The GBT Pen London", negli anni 1930 ripiegò su un più nazionalistico "Giti", acronimo desunto dalle iniziali del fondatore, Giuseppe Tibaldi.
E' possibile consultare il file "GITI" sul Wiki "Marche storiche"
http://www.fountainpen.it/Giti/it
Questo file contiene i link alle fotografie di altre due Giti già presenti in archivio.
Quello che mi preme sottolineare in questa sede è che esistono (almeno) due versioni del logo Giti: la penna che vado a presentarvi, posteriore rispetto alle due citate, è marchiata con il logo temporalmente successivo.
La penna
GITI misura media in celluloide blu e argento, pennino GITI in acciaio placcato oro, parti metalliche a vista cromate, caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia da TIBALDI, anni 1940. Le misure
Chiusa: cm. 12
Cappuccio: cm. 5,7
Fusto: cm. 9,4 (+ cm. 1,8 nib)
Con cappuccio calzato: cm. 12,5 (+ cm. 1,8 nib)
Diametro massimo (agli anellini): cm. 1,34
Diametro medio all'impugnatura: cm. 0,98 Peso (a vuoto): gr. 16
Cappuccio: gr. 6
Fusto: gr. 10 Il cappuccio
1) La testina.
Sulla sommità della penna vi è una testina in celluloide nera liscia:
un piccolo tronco di cono che si rastrema verso l'alto in un minuscolo cono. La testina è avvitata al cappuccio propriamente detto, e tiene in sede il fermaglio.
All'altra estremità della penna, alla testina "risponde", per materiale, colore e forma ma non per dimensioni, essendo di minor diametro e di maggior lunghezza, il fondello che copre il pulsante di carica. 2) Il cappuccio discende dalla testina a tronco di cono allargandosi progressivamente fino a raggiungere il massimo diametro della penna, in corrispondenza dei sottili anellini cromati, particolarmente ben conservati sull'esemplare in presentazione.
Le venature a nastri argentati della celluloide contendono ai lucenti anellini metallici il privilegio di decorare la penna... Nella parte terminale inferiore, un labbro ben pronunciato riporta il cappuccio al diametro del fusto. Sulla superficie del cappuccio vi sono 2 fori di aerazione speculari.
Poichè la clip è tenuta in sede dalla testina, è possibile effettuarne il posizionamento perfettamente a mezza via tra i fori, con un gradevole effetto di simmetria.
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo 3/4 di giro sulla filettatura, il che è insolitamente poco: al momento, tuttavia, ciò non sembra poter causare problemi di sicurezza...
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3) La clip.
Come spesso accade, è il fermaglio a dettare il carattere di una penna... e questo è davvero massiccio ed assertivo: si stacca dall'anello che lo trattiene con un notevole slancio verso l'esterno a formare un primo triangolo dal quale si dipartono altri due lunghi triangoli, inclinati su piani diversi, ciascuno a catturare la luce escludendo l'altro, con un mirabile effetto di chiaroscuro. Il tutto si riallarga, infine, in una classica goccia: nel più puro spirito Déco, tuttavia, la goccia pare quasi sul punto di solidificarsi, mantenendo la parte sottostante stondata, ma come subendo la glaciazione della parte superiore a vista, che si muta in un affascinante solido sfaccettato...
Continua....