Sailor Pro Gear II Realo
Inviato: mercoledì 5 agosto 2015, 1:12
Sailor Professional Gear II Realo
Da un po’ di tempo meditavo di scrivere la recensione di una penna per fountainpen.it. La stilografica di cui volevo occuparmi era un’altra ma, visto che nel frattempo ho ricevuto questo graditissimo regalo e che si tratta di un modello di cui ancora non si è parlato, ho deciso di iniziare dalla Sailor. Il modello in questione si chiama Professional Gear II e quella che tengo fra le mani è la versione a stantuffo. Sailor non ha una lunga consuetudine con il caricamento a stantuffo. La prima stilografica con questo sistema di caricamento è stata realizzata nel 2006 per festeggiare i 95 anni della casa dell’àncora. Si trattava di una KOP (King Of Pen, il modello più grande) in edizione limitata e le venne dato il nome di Realo (REliance And Locus). Successivamente, sono state introdotte la 1911 Realo e la Professional Gear Realo, in edizione ordinaria. Ora, anche la versione Pro Gear II è disponibile con caricamento a stantuffo.
Professional Gear II: cosa cambia?
Che cosa è esattamente la Pro Gear II? Anche se ignoro se sia destinata a subentrare alla prima serie o ad affiancarla, si tratta, di fatto, di un restyling. Poche modifiche estetiche che non alterano la struttura della penna. Rispetto alla Pro Gear, il logo sulla sommità del cappuccio è stato leggermente modificato. Ora risalta meglio e bene hanno fatto perché, a mio parere, l’ancora è un logo bellissimo, forse il più bello nel mondo delle stilografiche. Il fermaglio è totalmente diverso: riporta l’ancora sulla parte alta e risulta incurvato in quella bassa per facilitare l’inserimento nel taschino. Non è una novità assoluta. Questa clip ornava la Shima Kuwa, altra penna in edizione limitata che rendeva omaggio ai 100 anni della Sailor. Esteticamente risulta più aggressiva e caratterizzante rispetto a prima. A me piace. La terza differenza, rispetto alla Pro Gear, è che la penna è più lunga di alcuni millimetri. La Sailor, insomma, conferma la sua vocazione tradizionalista e conservatrice per i modelli di fascia alta. Pochi aggiustamenti che non alterano la struttura della penna e, contemporaneamente, la caratterizzano. Peso e dimensioni
Queste le misure prese da me. Lunghezza da chiusa: 13,7 cm. Lunghezza aperta: 11,9 cm. Con cappuccio calzato: 15,2 cm. Peso: poco più di 20 grammi (21/22). Penna leggera di dimensioni medio grandi, adatta ad essere utilizzata sia con cappuccio che senza. Non stanca assolutamente la mano, almeno la mia.
Estetica e design (9/10)
La penna ha la classica forma a sigaro, tronca alle estremità. Il colore è nero e le finiture dorate. Personalmente avrei preferito la versione silver, ma è una finitura non disponibile per la Realo, almeno per ora. Il cappuccio, come ho scritto sopra, presenta sulla sommità il classico logo Sailor inserito all’interno di una bolla trasparente leggermente in rilievo. Il fermaglio è molto evidente ed ha una spiccata personalità: o si ama o si odia (oddio, per quanto si possa amare o odiare un fermaglio. Diciamo che non lascia indifferenti). A me piace. Subito sotto il cappuccio si trova l’anello trasparente per verificare il livello dell’inchiostro. Questo è diventato ormai il segno distintivo delle versioni Realo: è elegante, discreto e più efficiente di quanto lasci immaginare. Proseguendo si arriva al fondello, che è lungo e conico. La silhouette della penna cambia radicalmente: la versione standard della Pro Gear ha un finto fondello molto corto che la rende decisamente più tozza della Realo. Grazie a questa soluzione, funzionale prima che estetica, la Realo ha una linea aggraziata e slanciata. Svitando il cappuccio si scopre un pennino bicolore ben proporzionato e, soprattutto, bellissimo. Mettendo tutto assieme quello che si ottiene è una penna tradizionale e formale, con qualche concessione alla modernità. La realizzazione è molto curata, come al solito. Accoppiamenti e giunzioni non presentano difetti. Sistema di caricamento (9/10)
A stantuffo. La penna mi è arrivata da poco, quindi non posso garantire sull’affidabilità nel lungo periodo, ma la prima impressione è più che positiva. L’azione di riempimento è fluida e senza movimenti a vuoto. Perfetta. La capacità del serbatoio è di circa 1ml (notizia riportata, non misurata da me) che ad alcuni può apparire un po’ scarsa. Considerata la finezza del tratto e la precisione di alimentatore e pennino, a me pare garantire un’autonomia più che sufficiente. Certo, ci sono penne con capacità maggiore. Come ho scritto sopra, il livello dell’inchiostro può essere controllato grazie all’anello trasparente posto sul fusto della penna.
Pennino e qualità di scrittura (10/10)
Il pennino è in oro a 21k, bicolore. Scorrevolissimo e supportato perfettamente da un alimentatore che garantisce un flusso trionfalmente costante e leggermente abbondante, proprio come piace a me. Insomma, scrive meravigliosamente bene, soprattutto considerando che il tratto è davvero fine. Per dare un’idea, ho provato a metterlo a confronto con altri due pennini F. Quello di una Twsbi 580 che considero un F “vero” (ammesso che una definizione del genere abbia un senso) e quello di una Parker Duofold, per avere il riferimento di un F occidentale un po’ abbondante. L’inchiostro è lo stesso per tutte e tre le penne: Pelikan Edelstein Tanzanite. E’ un inchiostro molto fluido che tende ad allargare un po’ il tratto, cosa che a me non dispiace (parlando di giapponesi, tendo a preferire un tratto medio). Con inchiostri più densi non si perde in piacevolezza di scrittura e le linee si assottigliano ulteriormente.
Conclusioni
Una penna ben fatta che offre una qualità di scrittura molto superiore alla media. Il caricamento a stantuffo è un plus, più emozionale che pragmatico (il sistema a cartuccia/converter è più pratico, soprattutto per chi le penne se le porta in giro). Il pennino è veramente eccellente e molto rigido: più adatto a chi scrive con mano leggera, secondo me.
Da un po’ di tempo meditavo di scrivere la recensione di una penna per fountainpen.it. La stilografica di cui volevo occuparmi era un’altra ma, visto che nel frattempo ho ricevuto questo graditissimo regalo e che si tratta di un modello di cui ancora non si è parlato, ho deciso di iniziare dalla Sailor. Il modello in questione si chiama Professional Gear II e quella che tengo fra le mani è la versione a stantuffo. Sailor non ha una lunga consuetudine con il caricamento a stantuffo. La prima stilografica con questo sistema di caricamento è stata realizzata nel 2006 per festeggiare i 95 anni della casa dell’àncora. Si trattava di una KOP (King Of Pen, il modello più grande) in edizione limitata e le venne dato il nome di Realo (REliance And Locus). Successivamente, sono state introdotte la 1911 Realo e la Professional Gear Realo, in edizione ordinaria. Ora, anche la versione Pro Gear II è disponibile con caricamento a stantuffo.
Professional Gear II: cosa cambia?
Che cosa è esattamente la Pro Gear II? Anche se ignoro se sia destinata a subentrare alla prima serie o ad affiancarla, si tratta, di fatto, di un restyling. Poche modifiche estetiche che non alterano la struttura della penna. Rispetto alla Pro Gear, il logo sulla sommità del cappuccio è stato leggermente modificato. Ora risalta meglio e bene hanno fatto perché, a mio parere, l’ancora è un logo bellissimo, forse il più bello nel mondo delle stilografiche. Il fermaglio è totalmente diverso: riporta l’ancora sulla parte alta e risulta incurvato in quella bassa per facilitare l’inserimento nel taschino. Non è una novità assoluta. Questa clip ornava la Shima Kuwa, altra penna in edizione limitata che rendeva omaggio ai 100 anni della Sailor. Esteticamente risulta più aggressiva e caratterizzante rispetto a prima. A me piace. La terza differenza, rispetto alla Pro Gear, è che la penna è più lunga di alcuni millimetri. La Sailor, insomma, conferma la sua vocazione tradizionalista e conservatrice per i modelli di fascia alta. Pochi aggiustamenti che non alterano la struttura della penna e, contemporaneamente, la caratterizzano. Peso e dimensioni
Queste le misure prese da me. Lunghezza da chiusa: 13,7 cm. Lunghezza aperta: 11,9 cm. Con cappuccio calzato: 15,2 cm. Peso: poco più di 20 grammi (21/22). Penna leggera di dimensioni medio grandi, adatta ad essere utilizzata sia con cappuccio che senza. Non stanca assolutamente la mano, almeno la mia.
Estetica e design (9/10)
La penna ha la classica forma a sigaro, tronca alle estremità. Il colore è nero e le finiture dorate. Personalmente avrei preferito la versione silver, ma è una finitura non disponibile per la Realo, almeno per ora. Il cappuccio, come ho scritto sopra, presenta sulla sommità il classico logo Sailor inserito all’interno di una bolla trasparente leggermente in rilievo. Il fermaglio è molto evidente ed ha una spiccata personalità: o si ama o si odia (oddio, per quanto si possa amare o odiare un fermaglio. Diciamo che non lascia indifferenti). A me piace. Subito sotto il cappuccio si trova l’anello trasparente per verificare il livello dell’inchiostro. Questo è diventato ormai il segno distintivo delle versioni Realo: è elegante, discreto e più efficiente di quanto lasci immaginare. Proseguendo si arriva al fondello, che è lungo e conico. La silhouette della penna cambia radicalmente: la versione standard della Pro Gear ha un finto fondello molto corto che la rende decisamente più tozza della Realo. Grazie a questa soluzione, funzionale prima che estetica, la Realo ha una linea aggraziata e slanciata. Svitando il cappuccio si scopre un pennino bicolore ben proporzionato e, soprattutto, bellissimo. Mettendo tutto assieme quello che si ottiene è una penna tradizionale e formale, con qualche concessione alla modernità. La realizzazione è molto curata, come al solito. Accoppiamenti e giunzioni non presentano difetti. Sistema di caricamento (9/10)
A stantuffo. La penna mi è arrivata da poco, quindi non posso garantire sull’affidabilità nel lungo periodo, ma la prima impressione è più che positiva. L’azione di riempimento è fluida e senza movimenti a vuoto. Perfetta. La capacità del serbatoio è di circa 1ml (notizia riportata, non misurata da me) che ad alcuni può apparire un po’ scarsa. Considerata la finezza del tratto e la precisione di alimentatore e pennino, a me pare garantire un’autonomia più che sufficiente. Certo, ci sono penne con capacità maggiore. Come ho scritto sopra, il livello dell’inchiostro può essere controllato grazie all’anello trasparente posto sul fusto della penna.
Pennino e qualità di scrittura (10/10)
Il pennino è in oro a 21k, bicolore. Scorrevolissimo e supportato perfettamente da un alimentatore che garantisce un flusso trionfalmente costante e leggermente abbondante, proprio come piace a me. Insomma, scrive meravigliosamente bene, soprattutto considerando che il tratto è davvero fine. Per dare un’idea, ho provato a metterlo a confronto con altri due pennini F. Quello di una Twsbi 580 che considero un F “vero” (ammesso che una definizione del genere abbia un senso) e quello di una Parker Duofold, per avere il riferimento di un F occidentale un po’ abbondante. L’inchiostro è lo stesso per tutte e tre le penne: Pelikan Edelstein Tanzanite. E’ un inchiostro molto fluido che tende ad allargare un po’ il tratto, cosa che a me non dispiace (parlando di giapponesi, tendo a preferire un tratto medio). Con inchiostri più densi non si perde in piacevolezza di scrittura e le linee si assottigliano ulteriormente.
Conclusioni
Una penna ben fatta che offre una qualità di scrittura molto superiore alla media. Il caricamento a stantuffo è un plus, più emozionale che pragmatico (il sistema a cartuccia/converter è più pratico, soprattutto per chi le penne se le porta in giro). Il pennino è veramente eccellente e molto rigido: più adatto a chi scrive con mano leggera, secondo me.