Un confronto fra pennini fini

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piccardi
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Un confronto fra pennini fini

Messaggio da piccardi »

Grazie alla collaborazione con gli amici della Casa della Stilografica inzierò con questo articolo una serie di prove comparative fra diversi pennini marcati come fine, per evidenziarne il meglio possibile le differenze fra i diversi tratti che da questi si possono ottenere.

Per mantenere una coerenza nei risultati si utilizzerà sempre lo stesso inchiostro (Parker Quink Blu) e la stessa carta (blocco di prova della Lamy, carta liscia da 80gr). Tutte le penne sono provate per intinzione. Per ciascun pennino si esprimerà una valutazione su quattro caratteristiche con una cifra compresa fra 0 e 5:
  • finezza: quanto il tratto risulti effettivamente sottile, le scansioni potranno permettere a tutti di fare raffronti diretti.
  • scorrevolezza: in questo caso ci si dovrà basare sulla opinione personale dello scrivente, essendo un parametro che non si riesce a riportare facilmente in fotografia…
  • flusso: in questo caso si intende valutare la stabilità e la appropriatezza del flusso, i ghirigori fatti nelle scansioni permettono di apprezzare eventuali salti.
  • flessibilità: un bonus che se presente è opportuno evidenziare dato che con la scrittura fine gli effetti sono i più evidenti, si sono provati un po’ di tratti verticali variando la pressione
Immagine

Il primo test ha visto il confronto fra 5 diversi modelli di stilografiche, le prime due sono state questa Sailor Sapporo e una di queste Parker Sonnet, il risultato è illustrato nella scansione riportata sopra. La Sailor Sapporo si è dimostrata una delle migliori del lotto, scorrevolezza perfetta, scrittura molto fine con un flusso sempre perfettamente appropriato. Il pennino resta comunque un pennino rigido,.La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 4.5
  • scorrevolezza: 5
  • flusso: 5
  • flessibilità: 0
La Parker Sonnet mantiene una buona scorrevolezza, ma con tutta la buona volontà non la si può classificare certo una “fine” scrittrice. Il tratto è molto ampio, ulteriormente allargato da un flusso molto abbondante in maniera per me davvero eccessiva (ed inadatta ad un fine), il pennino è assolutamente rigido. La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 0
  • scorrevolezza: 3
  • flusso: 1
  • flessibilità: 0
Immagine

Il secondo gruppo di penne è costitituito da questa Faber Castell E-Motion, e da questa Pilot Falcon (stesso modello recensito in precedenza), e di nuovo si è riportata sopra la scansione dei risultati. La Faber Castell presenta un tratto sicuramente più sottile rispetto alla Parker, ma nettamente più largo rispetto alle concorrenti giapponesi, nei cui confronti mantiene una scorrevolezza buona, ma sensibilmente inferiore. Il flusso è corposo ma più appropriato rispetto alla Sonnet e non presenta difetti, il pennino è rigido. La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 3
  • scorrevolezza: 3
  • flusso: 3.5
  • flessibilità: 0
La Pilot Falcon presenta una scorrevolezza impeccabile, anche se leggermente inferiore rispetto alla Sailor, ed un flusso appena più magro, ma comunque senza nessuna incertezza. Il tratto risulta anche in questo caso veramente fine. Un bonus notevole è invece la flessibilità del pennino, rivelatasi migliore di quella dell’estrafine provato nella recensione citata. La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 4.5
  • scorrevolezza: 4.5
  • flusso: 4.5
  • flessibilità: 3
Immagine

Infine le ultime due prove, questa Aurora 88 e … beh, la Doric non è attualmente in commercio, ed è stata inserita nel lotto per avere un riferimento. La Aurora 88 presenta una notevole scorrevolezza, senz’altro superiore al lotto delle non giapponesi, il tratto resta comparabile con quello della Faber Castell, ma alla fine non troppo sottile. Il flusso è adeguato e senza difetti. Il pennino è rigido. La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 3
  • scorrevolezza: 4
  • flusso: 3.5
  • flessibilità: 0
Ed infine veniamo alla penna presa come riferimento, una Doric Eversharp della prima serie (1931-1934), con pennino fine flessibile, misura media. Un capolavoro in quanto a scorrevolezza, precisione di flusso e finezza del tratto, difficile trovare concorrenti anche fra le antiche. Era caricata con inchiostro seppia Waterman Havana Ink, per cui il confronto non è totalmente alla pari, ma si tratta di un inchiostro che mi risulta assai meno fluido del Quink. La sua valutazione è la seguente:
  • finezza: 5
  • scorrevolezza: 5
  • flusso: 4.5
  • flessibilità: 4.5
Simone
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Alexander
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

In buona sostanza.. non esistono più le penne di una volta!!
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piccardi
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da piccardi »

Beh, diciamo che come la Doric citate ne esistono poche anche di quelle di una volta.
Ma in realtà al momento lo scrivere fine per davvero resta appannaggio delle due giapponesi, con un po' di concorrenza da parte della Aurora.

Ma ne proverò altri modelli più avanti e vederemo cosa viene fuori.

Simone
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

Grazie, io per primo apprezzerò tantissimo avendo una predilezione per i fini.
P.S. Puoi attenzionare il mio messaggio privato per favore? Te ne sarei grato!
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rembrandt54

Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da rembrandt54 »

Grazie Simone, molto interessante !!
C'è la conferma che le Parker di ora sono da evitare !!!
Meglio la mia vecchia Vacumatic o la 75 Ciselé !!

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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Andrea C »

Bella recensione, Simone.
Complimenti, come al solito.
_______________________________________________________ Andrea
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

Rileggendo questo topic e documentandomi in giro.. mi è venuto il desiderio di comprare una Falcon!!
Ragazzi abbiamo una passione davvero costosa.. :D
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

A proposito della Doric.. dall'esempio di scrittura noto una grafia (giustamente) molto leggera, e quindi un tratto costante.
Sono un po' "newbie" quindi scusate la domanda dalla risposta che ai più sarà ovvia: un pennino flessibile, usato senza alcuna pressione scrive costantemente fine, mentre se (per caso) si decide di premere in fase discendente la scrittura diventa "calligrafica"? Scusate l'italiano pessimo, sono un po' di fretta e i dubbi vengono fuori così senza il filtro del cervello!
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da klapaucius »

Alexander ha scritto:A proposito della Doric.. dall'esempio di scrittura noto una grafia (giustamente) molto leggera, e quindi un tratto costante.
Sono un po' "newbie" quindi scusate la domanda dalla risposta che ai più sarà ovvia: un pennino flessibile, usato senza alcuna pressione scrive costantemente fine, mentre se (per caso) si decide di premere in fase discendente la scrittura diventa "calligrafica"? Scusate l'italiano pessimo, sono un po' di fretta e i dubbi vengono fuori così senza il filtro del cervello!
Sì. I pennini flessibili permettono generalmente di scrivere senza variazione di tratto se ci si limita ad appoggiarli sulla carta senza premere, sempre che siano a posto e non abbiano problemi di flusso. A meno che non siano estremamente flessibili, tanto da allargarsi leggermente alla minima pressione. Però questi ultimi sono rari.

Devo dire che quando scrivi con penne vecchie di svariati decenni, che lasciano tratti davvero fini o extra-fini pur rimanendo estremamente scorrevoli, con in più il bonus della flessibilità, allora non ti senti più tanto intransigente nel criticare la qualità dei pennini moderni, non ti sembra più di pretendere chissà cosa nel chiedere un pennino che scriva fine senza grattare e senza saltare.

Sarà che chi me l'ha vendute le ha rimesse a posto, ma tutte le mie vintage fini hanno prestazioni dall'ottimo all'eccellente.
Giuseppe
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da piccardi »

Alexander ha scritto:A proposito della Doric.. dall'esempio di scrittura noto una grafia (giustamente) molto leggera, e quindi un tratto costante.
Sono un po' "newbie" quindi scusate la domanda dalla risposta che ai più sarà ovvia: un pennino flessibile, usato senza alcuna pressione scrive costantemente fine, mentre se (per caso) si decide di premere in fase discendente la scrittura diventa "calligrafica"? Scusate l'italiano pessimo, sono un po' di fretta e i dubbi vengono fuori così senza il filtro del cervello!
Io non premo mai quando scrivo, se non per le leggere naturali variazioni che ci sono nell'andare in verticale, anche perché uno dei maggiori piaceri delle stilografiche è appunto quello che scrivono senza premere.

Nel caso specifico della Doric di cui sopra basta premere un po' per avere un leggero allargamento, se premi più decisamente (ma più o meno quanto fai con una biro che stenta a partire) ottieni anche 1mm di spessore. Nel caso si tratta di un buon flessibile. Un wet noodle (superflessibile) risponderebbe in maniera significativa anche alle leggerissime variazioni di pressione che ha la scrittura ordinaria (un po' come scrivere con un pennello).

Simone
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

Grazie per le precisazioni!
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da Alexander »

Rispolvero questo tuo topic Simone, in prospettiva di aggiornamento!
Visto che di recente hai avuto la possibilità di provarla e di recensirla, pensi di poter continuare il confronto aggiungendo anche la Visconti HS?
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Re: Un confronto fra pennini fini

Messaggio da piccardi »

Alexander ha scritto:Rispolvero questo tuo topic Simone, in prospettiva di aggiornamento!
Visto che di recente hai avuto la possibilità di provarla e di recensirla, pensi di poter continuare il confronto aggiungendo anche la Visconti HS?
Questo è un periodaccio, ma appena avrò un po' di tempo aggiungerò qualche altro test (se ricordo ci metterò anche la HS, ma l'idea è provare penne di tutte le fasce e per tutte le tasche). Di certo continerò ad usare la mia cara vecchia Doric come riferimento. Per ora quanto a flessibiliità e scorrevolezza straccia tutte le moderne che ho provato, e non di poco...

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