Pennino italico
Inviato: sabato 1 ottobre 2022, 14:58
ci mancherebbe, come avrai notato, ci siamo divertiti un casino a discuterne... 

ma va la', te lo avevo scritto gia' a pag 3
e' strano, inverti l'onere dell'adattamento. io uso solo pennini che funzionano sul corsivo, perche' le note le prendo in corsivo (ed e' gia' lento, stampatello sarebbe impossibile, non so stenografare, ovviamente). capisco che alcuni calligrafi abbiano bisogno di parallel o di brause su dip pen (che mi appaiono piu' funzionali di una stilografica "generica"), ma il resto di noi penso dovrebbe usare penne adatte al proprio uso, e non cercare di adattare la propria grafia allo strumento
Ecchime
effettivamente è peculiare, ma per qualche motivo ho preso l'abitudine a scrivere in stampatello quando prendo note schematiche, fin dai tempi dell'università e ho sviluppato uno stampatello legato, che a volte somiglia ad un corsivo se scrivo in fretta...merloplano ha scritto: ↑sabato 1 ottobre 2022, 21:30ma va la', te lo avevo scritto gia' a pag 3![]()
e' strano, inverti l'onere dell'adattamento. io uso solo pennini che funzionano sul corsivo, perche' le note le prendo in corsivo (ed e' gia' lento, stampatello sarebbe impossibile, non so stenografare, ovviamente). capisco che alcuni calligrafi abbiano bisogno di parallel o di brause su dip pen (che mi appaiono piu' funzionali di una stilografica "generica"), ma il resto di noi penso dovrebbe usare penne adatte al proprio uso, e non cercare di adattare la propria grafia allo strumento
e adesso parliamo di obliqui![]()
La finalità è di per se semplice: scrivere!! Meno lo è la mia ‘pretesa’: tratto fine con variazioni ‘significative’.calli1958 ha scritto: ↑domenica 2 ottobre 2022, 17:48 Mi intrometto in questo post che trovo per certi aspetti interessante e per altri curioso. Con alcune premesse: non conosco molto le stilografiche; ho più confidenza con i pennini da intinzione; non ho ben capito cosa cerchi/cercasse Ste003 (non per quale tipo di pennino ma per quale finalità).
Chiarite le differenze tra italico, cursive italic e stub, è evidente che tanto più la larghezza del pennino è contenuta tanto più dovranno essere netti gli angoli della punta e la rodiatura (la pallina) dovrà essere minima o assente altrimenti la variazione di tratto sarà pressoché inesistente; altrettanto ovvi sono anche i diversi effetti per le varie combinazioni di pennino-carta-inchiostro (questo vale in generale così come lo scrivere su un singolo foglio sul piano di appoggio invece di avere qualche altro foglio sotto per "ammorbidire" il supporto).
Per provare l'effetto dello scrivere con un pennino tronco (indipendentemente dalla tipologia specifica) senza procedere ad acquisti finanziariamente impegnativi vale il suggerimento presente in altri interventi della "limatura" di "pennacce" o, comunque, di pennini "esausti" (si fa anche con i pennini a intinzione a volte). Altrettanto valido è il suggerimento più volte citato nel post di acquistare stilografiche di costo contenuto per verificare se il pennino offre le sensazioni e gli effetti di scrittura cercati, prima di procedere ad acquisti "impegnativi"; a riguardo, oltre alla già citata Pilot Plumix B, evidenzio che ci sono della Plumix anche le misure EF (pennino di circa 0,3 mm.), F, M, BB (tutte con pennino italico). Fra le penne che conosco cito anche la Pilot 78G per lo meno nelle misure B (circa 1 mm., che io trovo piuttosto scorrevole) e BB (le F e M non so che tipo di pennino montino); sicuramente ce ne sono molte altre ma non ne ho conoscenza diretta, queste che ho citato non sono, a mio avviso, a livello delle vintage Osmiroid e Platignum (più indicate per uso calligrafico), ma sono un buon compromesso tra scorrevolezza e "nettezza" del tratto.
Credo sia evidente che tanto per i pennini italici quanto per i pennini a punta flessibili, bisogna essere consapevoli di un minimo di impostazione necessaria nella scrittura per ottenere risultati esteticamente accettabili; un pennino a punta, rigido o leggermente elastico, rodiato, non ha questa necessità, scrive sempre pressoché con lo stesso tratto (salvo l'eventuale reverse).
Per il pennino italico incide molto nell'effetto l'angolazione del pennino sulla carta e la costanza nel mantenerla. quindi, se si cerca una penna per scrittura veloce (tipo appunti) difficilmente si otterranno buoni risultati; se invece, come credo e spero, gli appassionati di stilografiche si concedono anche scritture un poco più lente e più "accorte", si potranno sperimentare diverse scritture con risultati più piacevoli e parecchie soddisfazioni nell'utilizzo di questi pennini che arricchiranno le sensazioni della scrittura oltre a quelle derivanti dalla "gustosità" dell'oggetto che si tiene in mano.
Buona scrittura.
Contavo sullo "scrivere" inteso come piacere più che necessità. Quindi nel piacere di scrivere immagino momenti in cui si hanno positive sensazioni nell'atto in sé prescindendo dal contenuto dello scritto. In questo senso, perché rinunciare a sperimentare qualcosa di diverso dal solito? Certamente con la consapevolezza che è una prova, da fare con un poco di attenzione ed entusiasmo. D'altra parte anche i pennini flex hanno bisogno di attenzione per ricavarne il meglio. Poi, ognuno scrive e fa come vuole, ci mancherebbe! Peccato però limitarsi.
calli1958 ha scritto: ↑domenica 2 ottobre 2022, 20:56Contavo sullo "scrivere" inteso come piacere più che necessità. Quindi nel piacere di scrivere immagino momenti in cui si hanno positive sensazioni nell'atto in sé prescindendo dal contenuto dello scritto. In questo senso, perché rinunciare a sperimentare qualcosa di diverso dal solito? Certamente con la consapevolezza che è una prova, da fare con un poco di attenzione ed entusiasmo. D'altra parte anche i pennini flex hanno bisogno di attenzione per ricavarne il meglio. Poi, ognuno scrive e fa come vuole, ci mancherebbe! Peccato però limitarsi.
Voler provare un pennino Italico, o sperimentare, è ben lontano dallo stato maniacale. Posto che non è questo il posto per distinguere il "normale" dal "patologico", lo stato maniacale subentrerebbe se, provato un pennino italico, si sentisse la necessità di provare tutti gli italici del mondo - siamo già in un perimetro del desiderare sproporzionato e indefinito - e se la ricerca di tutti gli italici del mondo ci distaccasse dal reale impedendoci di vivere la nostra quotidianità. Si parlerebbe di mania se, davanti ad un italico che non possiamo avere - costa troppo, non è più in commercio - ci troveremmo a sviluppare un disturbo d'ansia.
Opzione "me lo ha detto miocuGGino"merloplano ha scritto: ↑martedì 4 ottobre 2022, 13:09 la so: ripetendo quello che si e' letto da altre parti (e che non si e' mai provato in prima persona)![]()
Non voglio fare polemica e tantomeno mi garba la frase ‘ come pensi che ti sarebbero arrivati tutti i consigli di questo thread se non avessimo sperimentato?’ Perché la trovo priva di senso se non quasi offensiva… proprio perché siamo in un forum uno chiede e chi vuole risponde, senza far pesare agli altri che grazie alle proprio sperimentazioni io sono stato aiutato. Detto ciò, e qui la chiudo e non risponderò oltre se non rimaniamo in tema, se uno mi scrive le parole ‘perché limitarsi’ gli rispondo esattamente come ho fatto, ovvero che senza limiti si sfocia nella mania e che ognuno si da i limiti che vuole (implicitamente viene da se che ciascuno in base ai limiti che si è dato sa qual’è il propio limite, oltre il quale è mania): non mi sembra di aver ne accusato nessuno di essere manico, né tantomeno offeso qualcuno, ho risposto come la penso ad una tua domanda.edis ha scritto: ↑martedì 4 ottobre 2022, 11:15Voler provare un pennino Italico, o sperimentare, è ben lontano dallo stato maniacale. Posto che non è questo il posto per distinguere il "normale" dal "patologico", lo stato maniacale subentrerebbe se, provato un pennino italico, si sentisse la necessità di provare tutti gli italici del mondo - siamo già in un perimetro del desiderare sproporzionato e indefinito - e se la ricerca di tutti gli italici del mondo ci distaccasse dal reale impedendoci di vivere la nostra quotidianità. Si parlerebbe di mania se, davanti ad un italico che non possiamo avere - costa troppo, non è più in commercio - ci troveremmo a sviluppare un disturbo d'ansia.
Io ho una decina di italici, che uso: alcuni nel quotidiano, altri per lettere o per esperimenti. Li ho comprati a raffica nei mesi successivi alla prova di un 1.1 di Lamy. Non penso di essere finita in un vortice maniacale.
Vorrei provare il three tines bespoke di Montblanc?
Sì, ma costa troppo, non lo provo e campo felice. Credo di essere molto lontana dal maniacale.
Sei su un forum di stilografiche, come pensi che ti sarebbero arrivati tutti i consigli di questo thread se non avessimo sperimentato?
(non ho scritto io il post a cui stai reagendo) ma penso fosse solo un affettuoso invito a comprarne uno di pennino - senza spendere un patrimonio - e provarlo.
Ero col cell piccolo e ho fatto ‘tap’ male… chiedo venia.maylota ha scritto: ↑martedì 4 ottobre 2022, 20:13(non ho scritto io il post a cui stai reagendo) ma penso fosse solo un affettuoso invito a comprarne uno di pennino - senza spendere un patrimonio - e provarlo.
In ogni caso questo è il mio consiglio, altrimenti si rischia di perdersi in mille parole![]()