Re: Nuove Visconti in arrivo
Inviato: martedì 25 settembre 2012, 13:08
Comunque Stefano non criticava le tue recensioni, ma la tua obiettività per quanto riguardava la giustificazione o meno del prezzo delle due nuove Opera. Obiettività che, per essere completamente obiettivi (
) non può che, in diversi gradi e scale, venir meno nel momento in cui eleggiamo un marchio preferito. Ma ciò non aveva nulla a che vedere con le tue passate recensioni .
Viceversa, sulla questione nello specifico, dal punto di vista economico e di mercato (linguaggio che prediligo e nei cui termini mi esprimo, essendo quello che alla fine muove tutto, anche l'oggetto della nostra passione) anche io ho trovato "deboli" (o comunque non circostanziali) le argomentazioni sui costi per giustificare il prezzo finale. Prezzo che trova l'unica giustificazione (o motivazione, per essere più tecnici) nella fascia di mercato nella quale Visconti ha collocato quelle penne, ovvero al di fuori, appunto, del mercato delle penne come le intendiamo noi (così come le altre limitate "particolari") destinandole a chi dà rilievo non allo strumento in sè ma alla limitatezza dei suoi esemplari. Sono scelte, scelte di mercato e costi di produzione non c'entrano (o comunque non sono l'elemento discriminante); tutte le aziende hanno costi più o meno elevati, dal marketing alle ore lavoro alla ricerca etc, ma ciò non può e non deve riverberarsi sul prezzo finale (o meglio, lo fa per forza e l'obiettivo dell'impresa efficiente è quello appunto di gestire il tutto in modo, per usare una tautologia, efficiente). Se un domani io producessi penne, la prima la dovrei far pagare qualcosa come 100.000 euro perchè dovrei rientrare dei costi della formazion, del fatto che ci ho lavorato dei mesi etc etc. Sarebbe giustificato il prezzo? Dal punto di vista dei costi si, ma non starei sul mercato.
Visconti sul mercato ci sta proprio perchè esistono anche quei clienti che danno un valore aggiunto (rectius predominante) all'esiguità degli esemplari (dante stesso in altri lidi ha detto che è stata proprio Visconti ad inventare la penna in numero limitato). Questo non è giusto nè sbagliato, sono termini che aborro quando si parla di mercato e di economia. Il giusto e lo sbagliato lo potrà vedere solo l'imprenditore a posteriori. Noi nel forum e liberamente possiamo e dobbiamo esprimere però le nostre opinioni da "esperti" ma sempre e comunque secondo i nostri personali valori(o comunque da persone che ne sanno più della media, non saremmo qua altrimenti). Personalissimamente posso dire che nella mia scala di valori, come suggeriva klapaucius, trovo più plausibili 600 euro di Nakaya, fra materiali "preziosi" e particolari, manodopera e unicità (che è diverso da limitatezza o numerazione) nonchè estetica delle penne piuttosto che le nuovissime Visconti in resina trasparente col pennino d'acciaio e pennino tubulare. O per restare in casa Visconti, avessi 500 euro in tasca li spenderei (come probabilmente farò, è quasi deciso) su una bellissima desert springs in celluloide con pennino in palladio (ma ve ne sono in giro ancora col pennino in oro) e con quella forma particolarissima per la quale è necessaria una lavorazione ben più complessa rispetto ad esempio alla forma "Opera". E' un insieme di gusti personali e di opinione più o meno ragionata da più o meno esperto (diciamo amatore) del settore.
Uno dei quid delle limitate è proprio il prezzo: ti garantisco che se costassero 50 euro non le comprerebbe nessuno, non è che ci sarebbe un improvviso boom di vendite. Come per Gucci, Louis Vuitton etc... è anche un settore di mercato che non ha conosciuto decrescita ma che viceversa ha aumentato il proprio fatturato.
Poi va beh, è un discorso complesso ma questi sono i punti cardinali.
Poi ovvio che quando ci si affeziona a un marchio si tira fuori di tutto e per questo è importante la presenza di tante persone e relative teste che ci fanno magari soffermare su altri elementi. Anzi, per quanto mi riguarda, ma è un opinione prettamente personale, preferisco le posizioni diametralmente opposte alle mie in genere
E' così che si va avanti, magari superando un po' la propria suscettibilità 

Viceversa, sulla questione nello specifico, dal punto di vista economico e di mercato (linguaggio che prediligo e nei cui termini mi esprimo, essendo quello che alla fine muove tutto, anche l'oggetto della nostra passione) anche io ho trovato "deboli" (o comunque non circostanziali) le argomentazioni sui costi per giustificare il prezzo finale. Prezzo che trova l'unica giustificazione (o motivazione, per essere più tecnici) nella fascia di mercato nella quale Visconti ha collocato quelle penne, ovvero al di fuori, appunto, del mercato delle penne come le intendiamo noi (così come le altre limitate "particolari") destinandole a chi dà rilievo non allo strumento in sè ma alla limitatezza dei suoi esemplari. Sono scelte, scelte di mercato e costi di produzione non c'entrano (o comunque non sono l'elemento discriminante); tutte le aziende hanno costi più o meno elevati, dal marketing alle ore lavoro alla ricerca etc, ma ciò non può e non deve riverberarsi sul prezzo finale (o meglio, lo fa per forza e l'obiettivo dell'impresa efficiente è quello appunto di gestire il tutto in modo, per usare una tautologia, efficiente). Se un domani io producessi penne, la prima la dovrei far pagare qualcosa come 100.000 euro perchè dovrei rientrare dei costi della formazion, del fatto che ci ho lavorato dei mesi etc etc. Sarebbe giustificato il prezzo? Dal punto di vista dei costi si, ma non starei sul mercato.
Visconti sul mercato ci sta proprio perchè esistono anche quei clienti che danno un valore aggiunto (rectius predominante) all'esiguità degli esemplari (dante stesso in altri lidi ha detto che è stata proprio Visconti ad inventare la penna in numero limitato). Questo non è giusto nè sbagliato, sono termini che aborro quando si parla di mercato e di economia. Il giusto e lo sbagliato lo potrà vedere solo l'imprenditore a posteriori. Noi nel forum e liberamente possiamo e dobbiamo esprimere però le nostre opinioni da "esperti" ma sempre e comunque secondo i nostri personali valori(o comunque da persone che ne sanno più della media, non saremmo qua altrimenti). Personalissimamente posso dire che nella mia scala di valori, come suggeriva klapaucius, trovo più plausibili 600 euro di Nakaya, fra materiali "preziosi" e particolari, manodopera e unicità (che è diverso da limitatezza o numerazione) nonchè estetica delle penne piuttosto che le nuovissime Visconti in resina trasparente col pennino d'acciaio e pennino tubulare. O per restare in casa Visconti, avessi 500 euro in tasca li spenderei (come probabilmente farò, è quasi deciso) su una bellissima desert springs in celluloide con pennino in palladio (ma ve ne sono in giro ancora col pennino in oro) e con quella forma particolarissima per la quale è necessaria una lavorazione ben più complessa rispetto ad esempio alla forma "Opera". E' un insieme di gusti personali e di opinione più o meno ragionata da più o meno esperto (diciamo amatore) del settore.
Uno dei quid delle limitate è proprio il prezzo: ti garantisco che se costassero 50 euro non le comprerebbe nessuno, non è che ci sarebbe un improvviso boom di vendite. Come per Gucci, Louis Vuitton etc... è anche un settore di mercato che non ha conosciuto decrescita ma che viceversa ha aumentato il proprio fatturato.
Poi va beh, è un discorso complesso ma questi sono i punti cardinali.
Poi ovvio che quando ci si affeziona a un marchio si tira fuori di tutto e per questo è importante la presenza di tante persone e relative teste che ci fanno magari soffermare su altri elementi. Anzi, per quanto mi riguarda, ma è un opinione prettamente personale, preferisco le posizioni diametralmente opposte alle mie in genere

