Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)
Inviato: domenica 29 settembre 2024, 9:37
Quello che sto cercando di dire è spiegato molto bene in questa discussione:
viewtopic.php?t=24194#p292888
Ho riletto con attenzione l'intervento di Fufluns che mi sembra centrare il vero punto: usiamo i flessibili per ottenere la variazione di tratto, il cui risultato è una scrittura espressiva. Ora, come dice giustamente Simone: flessibile è un pennino che si apre dentro un range di 200 grammi di pressione.
Il mio punto era: basta che il pennino si apra, o ci vuole anche un tratto di partenza sottile per fare vedere la variazione? Evidentemente sì, ci vuole un tratto di partenza sottile, già con F si è al limite perché la variazione si noti:
Quanto al fatto che un pennino flessibile debba anche partire sottile perché la variazione di tratto sia visibile, mi pare non sia un mio parere, visto che anche Fufluns definisce "monolinea" il tratto ottenuto da pennini che di partenza sono dei medi.
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Ho riletto con attenzione l'intervento di Fufluns che mi sembra centrare il vero punto: usiamo i flessibili per ottenere la variazione di tratto, il cui risultato è una scrittura espressiva. Ora, come dice giustamente Simone: flessibile è un pennino che si apre dentro un range di 200 grammi di pressione.
Il mio punto era: basta che il pennino si apra, o ci vuole anche un tratto di partenza sottile per fare vedere la variazione? Evidentemente sì, ci vuole un tratto di partenza sottile, già con F si è al limite perché la variazione si noti:
Tutti gli esempi nel post di Fufluns, per me rappresentano una scrittura calligrafica, in cui la variazione di tratto da sottile a spesso ha un senso. Secondo me, gli stessi flessibili degli esempi Fufluns usati fuori da certi canoni stilistici, non hanno molto senso. Sì è vero, si ottiene una variazione di tratto, ma come? Il sottile e lo spesso sono belli se seguono delle regole, a mio avviso, non se ogni tanto premo un po' e ottengo un tratto più spesso.fufluns ha scritto: ↑venerdì 30 aprile 2021, 21:12
Il vero “diavoletto” della flessibilità si vede e si valuta, di fatto, nelle lettere piccole della grafia minuta. Qui, lo “spazio” per esercitare la pressione e rilasciarla é molto corto, e il pennino deve perciò rispondere molto rapidamente a una pressione che non può essere eccessiva perché non ha lo spazio/tempo sufficiente per essere eseguita. Qui, inoltre, é molto avvantaggiato il pennino a punta finissima, perché la variazione tra il tratto più sottile e quello con pressione é più apprezzabile.
[...]
E’ piuttosto evidente come le righe di testo più “espressive” siano la 3, la 4 e la 7 (nell’ordine, OMAS Gentlemen con pennino Extra Lucens, Gentlemen con pennino Extra e Montblanc 149 con pennino Calligraphy), tre penne con pennini finissimi. Il pennino Extra Lucens della Milord (seconda riga) varia meno tra tratti fini e larghi perché parte da una gradazione fine anziché extra-fine. La flessibilità di pennini medi, tanto quella della Aurora 88 Nikargenta come quello in titanio della Stipula Etruria, non ha modo di esprimersi nello spazio ridotto di poco più di 3 mm, e di fatto il testo scritto con questi pennini (righe 1 e 5) appare sostanzialmente come un monolinea.
Quanto al fatto che un pennino flessibile debba anche partire sottile perché la variazione di tratto sia visibile, mi pare non sia un mio parere, visto che anche Fufluns definisce "monolinea" il tratto ottenuto da pennini che di partenza sono dei medi.