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Credo sia questo il punto della comunicazione di Aurora. Se rispondessero "per politiche aziendali preferiamo che le penne vengano riparate dal nostro reparto tecnico, dato che abbiamo cospicue richieste, il tempo per la riparazione potrebbe superare i due mesi" ognuno sarebbe più conscio di quello a cui va incontro decidendo di mandare la penna. E ci sarebbero meno lamentele, con una comunicazione chiara. Sapendo il tempo di riparazione, all'incirca, posso decidere se usufruire o meno di questa opportunità. Perché alla fine è di questo che ci si lamenta, della comunicazione riparatore/utente, non della riparazione o assistenza in sé, a quanto leggo

Spiller84 ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 15:38 Credo sia questo il punto della comunicazione di Aurora. Se rispondessero "per politiche aziendali preferiamo che le penne vengano riparate dal nostro reparto tecnico, dato che abbiamo cospicue richieste, il tempo per la riparazione potrebbe superare i due mesi" ognuno sarebbe più conscio di quello a cui va incontro decidendo di mandare la penna. E ci sarebbero meno lamentele, con una comunicazione chiara. Sapendo il tempo di riparazione, all'incirca, posso decidere se usufruire o meno di questa opportunità. Perché alla fine è di questo che ci si lamenta, della comunicazione riparatore/utente, non della riparazione o assistenza in sé, a quanto leggo

L assistenza per un azienda è a volte (tanto\molto per es. nelle automobili) il settore di maggior introito ricavo.
Ma strutturare un settore deve valere la pena in termini di fatturato. a prescindere dalla ironia (spesso infelice e inopportuna) di qualche noto buontempone del forum, ribadisco che se avessero più lavoro avrebbero sufficiente "massa critica" per investire in termini di risorse e forse di logistica.
Per esempio potrebbero qualificare i punti vendita come assistenza autorizzata, salvo errori, mi risulta che solo MB lo fa.
Continuo a sostenere che troppo fai-da-te tipico di una certa utenza non fa incentivare il settore assistenza

Calpurnio ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 20:34 ribadisco che se avessero più lavoro avrebbero sufficiente "massa critica" per investire in termini di risorse e forse di logistica.

Me ne frego della loro massa critica e dei loro potenziali investimenti in logistica. Qui mancano proprio le basi: questi non sanno, da una stanza all'altra, chi fa cosa. Qui si spendono 700 euro per una penna. 700 euro. Per una penna. 700 euro. Chi ha aperto la discussione dice chiaramente che Aurora è sempre stato un marchio preferito: oltre 20 penne acquistate tra lui e il suo papà, ventitre per la precisione.
Se non sono sufficienti per garantirmi una comunicazione non dico di alto livello logistico, ma appena decente, il problema va ben oltre. Personalmente risolvo presto: esistono produttori che con molto meno sono in grado di offrire servizi di qualità immensamente più alta. Ciò che non farò mai sarà scaricare colpe sull'utenza e non su un produttore con una logistica di quel genere: che se li guadagnino i soldi e la fiducia della gente, come molti altri produttori fanno.

Calpurnio ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 20:34 Continuo a sostenere che troppo fai-da-te tipico di una certa utenza non fa incentivare il settore assistenza

Dipende dal fai-da-te e dal tipo di inconveniente: non è comune che per cambiare una gomma si chiami il carro attrezzi.
Ma qui si parlava di una penna sbriciolata, un problema noto dovuto a materiali ben precisi (auroloide) scelti dal produttore, che deve innanzi tutto - e sottolineo DEVE - essere riparato senza che il cliente tiri fuori un solo centesimo; altro che "40 euro più iva". Ma l'amico che ha aperto la discussione non ha criticato questa richiesta (anche se scorretta, io avrei agito diversamente): voleva solo che gli fosse detto qualcosa di preciso, fosse anche un tempo lunghissimo. Non serve chissà quale investimento per andare a vedere dov'è la penna, basta un nulla di buon senso ed educazione.

+ 1
Basterebbe un foglio excel: prima colonna cognome del cliente che ha inviato la penna, seconda colonna nome del cliente, terza colonna ...
Quando telefona la sventurato gli si risponde, facendogli capire che lo si sta seguendo (La penna è arrivata in ditta in data ... etc).

Il problema è un altro: se non vedo contrazioni nelle vendite per anni, nonostante una assistenza simile, perché dovrei imprenditorialmente parlando (non parlo di etica) metter mano al problema ...

Il secondo problema è sempre in altro: vuoi vedere che siamo solo noi che con le stilografiche ci scriviamo ?
Nel senso che la maggioranza le lascia nel cassetto e le rogne non si appalesano ?

Temo che in Aurora siano sotto organico: le volte che mi sono recato da loro per acquisti o per visitare il loro museo (subito prima del covid) , ho notato in giro la quasi assenza di personale ; anche vista da fuori sembra essere una azienda chiusa da tempo. Ovviamente è solo una impressione che si ha.
Tuttavia, da un articolo di giornale del 2018 si evince che Aurora ha (o aveva in quell'anno) circa 50 dipendenti, ed il mercato estero rappresentava il 70% delle vendite (non è dato di sapere se in numero di pezzi o fatturato), quindi il mercato interno ha un peso ridimensionato. Giusto per dare qualche altro numero , Montblanc Italia ha circa 86 dipendenti , mentre Pelikan Italia me ha da 20 a 49.
Quello che voglio dire, è che probabilmente il (poco) personale Aurora sta facendo (verosimilmente) i salti mortali, lavorativamente parlando. Se questo è il caso, è allora facile scontentare il cliente .

Polemarco ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 21:34 CUT..

Il secondo problema è sempre in altro: vuoi vedere che siamo solo noi che con le stilografiche ci scriviamo ?
Nel senso che la maggioranza le lascia nel cassetto e le rogne non si appalesano ?

Di solito il mercato del "lusso" è proprio cosí, la gran parte dei clienti sono danarosi personaggi che devono acquistare "cose" di lusso per ostentarle e rimarcare la distanza sociale sulla massa degli "ordinari" (come diceva il compianto cav. Zampetti dei "ragazzi della 3a C" ) .
I soggetti in questione spesso non capiscono una beata di quello che acquistano, ne hanno interesse ad usarlo (tanto meno goderselo o apprezzarlo nella sua reale specificitá), hanno cura unicamente che sia:
A) Molto o esageratamente costoso
B) Famoso o comunque facilmente riconoscibile dalla massa (e anche da loro stessi che spesso non hanno la cultura di quello che comprano)
C) Vistoso,,evidente, a volte sconfinando nel pacchianesimo più spudorato
D) Necessariamente "ostentabile", la vera riccanza non rimane nello studiolo in cantina a godimento del proprietario, deve essere "esponibile" al pubblico

Ci sono ovviamente anche i veri appassionati, ma sono una minoranza, e di solito sono quelli più "accorti" nello spendere, anche perche spesso non sono dei ricconi

Ma stiamo parlando di Aurora, mica di Montegrappa!

(Piccola frecciatina personale a una ditta che ha fatto delle "edizioni limitate oligarca style" il suo marchio di fabbrica... )

Automedonte ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 10:05 Signore salvaci dagli integralisti del politicamente corretto

Sempre sia lodato

Automedonte ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 10:05 Signore salvaci dagli integralisti del politicamente corretto

Magari anche dagli integralisti del politicamente scorretto.

Simone

piccardi ha scritto: ↑mercoledì 20 aprile 2022, 21:17
integralisti del politicamente scorretto.

E' un anacoluto

maylota ha scritto: ↑mercoledì 20 aprile 2022, 21:35 E' un anacoluto

...?

DeficitSpending ha scritto: ↑mercoledì 20 aprile 2022, 21:40

maylota ha scritto: ↑mercoledì 20 aprile 2022, 21:35 E' un anacoluto

...?

Ossimoro. Hai ragione, scusa ma l'età avanza

piccardi ha scritto: ↑mercoledì 20 aprile 2022, 21:17

Automedonte ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 10:05 Signore salvaci dagli integralisti del politicamente corretto

Magari anche dagli integralisti del politicamente scorretto.

Simone

Tranquillo a questo ci pensano i tanti benpensanti, non c’è bisogno del Signore

Io ho avuto un'esperienza simile. Sono passati 5 mesi prima di riavere la mia penna con le parti in auroloide sostituite.
Ed aggiungerei una telefonata alquanto stizzita ma la penna è ritornata come nuova.
Non contento ho mandato in riparazione una Visconti. Ti garantisco che il discorso non è cambiato. Penna mandata ad ottobre e non ancora rientrata. Prima di avere una risposta ho dovuto scrivere più mail ed il concetto è stato: "scusi, abbiamo tantissime riparazioni ed il laboratorio è in ritardo".
Gli ho spiegato che da innamorati delle proprie penne non sapere dove siano ci mette in ansia! Intanto scrivo con una montegrappa...

Oggi le mie Aurora sono rientrate a casa .

Alfredo