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La educazione del principe.

Inviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 11:12
da Massimone
si, è pronto per essere usato.
ricordati che il ferro gallico contiene particelle in sospensione che tendono a posarsi sul fondo, quindi è opportuno mescolarlo di tanto in tanto, mentre si scrive, per evitare di pescare troppa acqua.
un effetto meraviglioso è il progressivo scurirsi, grazie al contatto con l'aria, dopo la scrittura.. tempo 10 secondi e da un grigio scialbo diventa un meraviglioso grigio scuro ferroso (e grazie, Arcavolo).

Già che siamo in argomento ho recuperato una prova che ho fatto scrivendo sempre la stessa frase, con lo stesso pennino Nikko G e cambiando ogni volta inchiostro.
Mi scuso per le pessime foto, ma credo si intuiscano le differenze tra gli inchiostri in particolare nei tratti sottili.

Questi primi tre sono nell'ordine:
Mc Caffrey red violet
un inchiostro sumi di dubbia provenienza
Windsor e Newton calligraphic ink:
cor 2.jpeg
Questo è un sumi arancio, meraviglioso:
cor 3.jpeg
a seguire:
una miscela non meglio identificata, credo andata a male, che pero' ha un tratto vintage meraviglioso.
un ferro gallico prodotto da un calligrafo italiano
il ferro gallico inglese di cui ai post precedenti
Higgins eternal ink
cor 4.jpeg

La educazione del principe.

Inviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 13:54
da ciro
Massimone ha scritto: ricordati che il ferro gallico contiene particelle in sospensione che tendono a posarsi sul fondo, quindi è opportuno mescolarlo di tanto in tanto, mentre si scrive, per evitare di pescare troppa acqua.
Ah, dunque è fatto di acqua, gomma arabica e galli di ferro!
iron-cock-jali-candle-stand.jpg
Giuro che farò penitenza. Giuro!

Scherzi a parte, grazie per l'ultimissima comparativa, è bello avere persone disponibili come te. :)

La educazione del principe.

Inviato: giovedì 8 dicembre 2016, 17:44
da MaPe
[quote="Massimone"

Questo è un sumi arancio, meraviglioso:

cor 3.jpeg

[/quote]

Veramente molto bello!

La educazione del principe.

Inviato: domenica 11 dicembre 2016, 18:08
da ciro
Per Daniela,
ecco i pennini che ho:
DSC_0075.JPG
Da sinistra verso destra:
88 EF FIORE TORINO, D. LEONARDT & Co N°14 BIRMINGHAM, PENNA PARLAMENTO BP & Cie, PENNA DIAZ N° 1918 EF A.C.N., "SURSUM CORDA" B.P. & Cie N°1682 EF, 46 EF FIORE TORINO, HUNT IMPERIAL U.S.A 101, HUNT MAPPING ROUND POINT USA 103.

Gli ulltimi due a differenza degli altri che ho preso per mercatini sono nuovi.

La educazione del principe.

Inviato: lunedì 12 dicembre 2016, 10:17
da Irishtales
Ottimi pennini! Hai mai provato un Brause 361? Per esercitarmi con il corsivo inglese lo trovo eccellente.

La educazione del principe.

Inviato: lunedì 12 dicembre 2016, 10:53
da ciro
Irishtales ha scritto:Hai mai provato un Brause 361?
Quello soprannominato "blue pumpkin"? Ho letto qui su questo forum tantissimo riguardo quel pennino ma ero concentrato sulla cancelleresca quindi le punte fini non le ho mai prese in considerazione.

Una cosa che vorrei capire prima di buttarmici a capofitto è il come determinare il tratto massimo di un pennino. Con i tronchi ad esempio è facile, solitamente hanno un numero che più grande (o più piccolo per alcune case) è più grande è il tratto, se non è addirittura espresso chiaramente in millimetri. Con queste punte fini sto incontrando difficoltà a capirle: ci sono grandi pennini molto rigidi, piccoli pennini estremamente flessibili, le geometrie traggono molto in inganno e soprattutto spesso i pennini estremamente flessibili perdono il controllo sulla goccia d'inchiostro molto prima di allargarsi al massimo (possibile problema di inchiostro che provvederò a verificare quando avrò tempo).

Intanto quando posso continuo a cancelleggiare.

La educazione del principe.

Inviato: lunedì 12 dicembre 2016, 11:23
da Irishtales
Hai perfettamente centrato il problema principale che si incontra nel cimentarsi con quel genere di punte.
Non esiste una classificazione scientifica in grado di misurare il grado di flessibilità dei pennini flessibili, come accade per le punte tronche, il cui tratto (grado calligrafico) è invece quantificabile. I pennini a punta, flessibili, sono più genericamente fatti ricadere nelle alquanto labili categorie: non fessibile, bassa, media e alta flessibilità. Per renderti conto di quanto sia flessibile un pennino, sia nuovo che vintage, puoi ricorrere al supporto di alcuni siti molto forniti che indicano anche - con le accennate approssimazioni - il grado di flessibilità ed anche lo spessore del tratto di partenza (quello ottenuto senza esercitare pressione), altro dato fondamentale nella "carta di identità" di ogni pennino a punta, flessibile.
Uno dei siti cui accennavo:
http://shop.kallipos.de/en/produkte/pointed-nibs

Mai come nei pennini flessibili le caratteristiche fisiche e meccaniche del metallo risultano prepotentemente determinanti per la resa finale, al pari del tipo di lavorazione impressa alla lamina: la forma, il taglio, le dimensioni.
Ogni pennino ha quindi un "carattere" suo e ben preciso, che lo rende dissimile da tutti gli altri modelli, sia per la sensazione che trasmette nella scrittura, sia per caratteristiche, riserva di inchiostro, gestibilità, fluidità dell'inchiostro richiesto, grado di levigatezza della carta, etc.
La conseguenza è che ci sono pennini più o meno ostici, più o meno "facili" da utilizzare, specie se si è alle prime armi.
Per questo ti chiedevo se avessi mai utilizzato il Brause 361, un pennino con una grande variabilità di tratto, di partenza abbastanza fine - non finissimo - e che con il tempo e la costanza può essere anche "addomesticato" per raggiungere una flessibilità davvero ragguardevole, senza perdere la tipica elasticità e gestibilità del tratto che lo contraddistinguono. Molti si trovano benissimo con i Nikko, Zebra, Hunt, Leonardt o altri pennini altrettanto facilmente reperibili in commercio.

La educazione del principe.

Inviato: martedì 13 dicembre 2016, 0:07
da ciro
Ecco perché come prima cosa necessito di un inchiostro che so essere buono: devo poter circoscrivere gli errori il più possibile, come una sorta di standard.

Pure l'idea di usare lo steno mi sembra ottima, il sapere che tu lo usi con soddisfazione mi aiuterà molto a non cercare di incolpare pennino o inchiostro quando sarò io a sbagliare.

Quindi, prossimo ordine:
  • inchiostro ferrogallico inglese;
  • Brause 361;
  • pennini tronchi da intinzione*;
Dovrebbe partire mercoledì/giovedì se tutto va bene.

*mai fatta la cancelleresca coi pennini da intinzione. :oops:

La educazione del principe.

Inviato: venerdì 30 dicembre 2016, 18:45
da ciro
Ordine partito in ritardo (mea culpa) ma consegnato puntualissimo.

Ora ho un po' di giocattoli con cui divertirmi. :D
Prima però vorrei che mi facesse tutte le raccomandazioni del caso, come: i blue pumpkin vanno passati sulla fiamma, strofinati con l'alcol oppure assolutamente niente; un'idea sommaria sul come posizionare il serbatoio sui tronchi ecc.

Intanto non ho ancora preso un libro per il copperplate, più tardi butto un'occhiata in libreria condivisa altrimenti vedo che trovo in biblioteca oppure ne acquisto uno online.

La educazione del principe.

Inviato: venerdì 30 dicembre 2016, 22:32
da Irishtales
Un testo per il Copperplate è fondamentale. Quello di Hamid Reza Ebrahimi o quello di Eleanor Winters sono perfetti.
I pennini a punta per corsivo non li passo mai sulla fiamma. Li pulisco con l'alcool. Ma ognuno segue un metodo suo :)
Semmai prova prima con l'alcool, che male non fa, e se non riesci a togliere la patina, vai con la fiamma. Ma rapidissimamente!
Che tronchi hai preso? Alcuni hanno un punto fisso ove essere collocati, non si può sbagliare. Su altri, invece, devi regolare tu il serbatoio in modo che arrivi a sfiorare quasi la punta del pennino.

La educazione del principe.

Inviato: venerdì 30 dicembre 2016, 23:53
da ciro
Daniela, Massimone e tutti,
non immaginate quanto vi sia grato in questo momento.
Ho pulito il pennino con l'alcool come suggerito e sto usando quel ferrogallico. La sensazione è molto più che positiva anche se sto tracciando a caso perché ho solo una piccola idea di quali siano i tratti base del copperplate, scrive tutto perfettamente, tratto preciso, il pennino mi segue e l'inchiostro tiene il passo.

Mi sento tanto contento stasera! :D

Ho provato anche il Brause tronco, ho cercato di posizionare il serbatoio punta a punta col pennino, scrive bene ma non vedo bene la punta (1mm) e faccio casini con l'inclinazione, devo provare a spostarlo leggermente più indietro così forse mi trovo più a mio agio.

Grazie, grazie e mille ancora e più volte grazie!

La educazione del principe.

Inviato: sabato 31 dicembre 2016, 14:58
da Irishtales
Non stancarti mai di provare e riprovare, scrivere, scrivere, scrivere. Troverai facilmente con l'esercizio la giusta posizione del serbatoio e anche - soprattutto - il modo più congeniale per far lavorare perfettamente in sinergia mano, penna, pennino, inchiostro, carta.
E non scordarti di pubblicare gli esercizi :)

Se intanto vuoi qualche base di Copperplate in attesa di un buon testo cartaceo su cui studiare, cerca i video di Hamid Reza Ebrahimi su Youtube, un "antipasto" gustosissimo sia da guardare che da assaporare poi, pennino e carta alla mano, per muovere i primi passi, "copiando" (nell'accezione più positiva e nobile che il termine possa avere).
Il 361? Fu proprio lui a consigliarmelo! ;)

La educazione del principe.

Inviato: domenica 1 gennaio 2017, 16:31
da ciro
Ecco il mio primo esercizio/giochetto/pasticcio in copperplate. :oops:

Ad occhio e croce tra le altre cose ho un problema di proporzioni, devo capire come regolare il tratto spesso in funzione delle quote.

La educazione del principe.

Inviato: domenica 1 gennaio 2017, 16:57
da Irishtales
Lascia perdere i fogli puntinati e usa le falsarighe ;)

La educazione del principe.

Inviato: venerdì 13 gennaio 2017, 18:36
da ciro
Vi segnalo questo video con relativo attrezzo dal sito indicato da Massimone che si sta rivelando per me una vera fonte di inspirazione.