Infatti ce l'aveva con me. Che il pennino flessibile già 80 anni fa fosse una specie di archeologismo - almeno nella produzione mainstream - non c'entra una mazza con la discussione che si stava facendo quisansenri ha scritto: ↑venerdì 27 settembre 2024, 9:36perdona Simone, lo vedo anch'io che il discorso si è allargato, però dato che il PO aveva chiesto informazioni riguardo Delta Intesa 2.0 pennini flex, e dato che tali pennini sono i Jowo elastico, si stava tentando di spiegare che la denominazione flex di tali pennini è perlomeno fuorviante, ed è difficile spiegarlo se non si inquadra prima che vuol dire flex e che vuol dire elastico...
mi sta benissimo spostare questa discussione altrove, dandogli un significato di premessa, tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, non mi è parso di andare particolarmente fuori tema.
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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)
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be' comunque avendo citato il messaggio di Fufluns, mi piace anche citare le interessanti ulteriori valutazioni di Simone stesso, che seguono nello stesso topic.
Si è spesso citata la Pilot Justus come una delle campionesse del flex moderno, ecco le valutazioni di Simone:
"Alcuni risultati, riprendendo per la classificazione (molleggiato, demiflex, flex, wet noodle) quella, assolutamente non oggettiva, illustrata nella pagina sui pennini del wiki, ancor meno oggettiva perché rapportata al mio modo di intendere la pressione di cui parlavo sopra, che probabilmente è un po' sbilanciato verso la "leggerezza":
Doric 1a serie media, pennino (flex): circa 200g
Wahl Signature Flexible, pennino (flex): circa 200g
Deco Band Gold Seal Flexible (demiflex): circa 300g
Aurora 88 Flessibile (demiflex): circa 300g
Anonima pennino "Para" (wet noodle): circa 100g
Pilot Justus 95 alla massima morbidezza (molleggiato): circa 400g
Omas 556/S (demiflex): 300g
Il che mi fa pensare che quegli indici di flessibilità siano un po' sbilanciati verso l'alto, personalmente non considererei mai neanche lontanamente "flessibile" una penna che richiede una pressione di 300g per aprirsi di un mm."
in pratica per far flettere (aprire i rebbi nella stessa misura) la Justus regolata alla massima flessibilità, ci vuole il doppio della pressione necessaria che su una "vera" flessibile vintage come la Doric o la Wahl!
Si è spesso citata la Pilot Justus come una delle campionesse del flex moderno, ecco le valutazioni di Simone:
"Alcuni risultati, riprendendo per la classificazione (molleggiato, demiflex, flex, wet noodle) quella, assolutamente non oggettiva, illustrata nella pagina sui pennini del wiki, ancor meno oggettiva perché rapportata al mio modo di intendere la pressione di cui parlavo sopra, che probabilmente è un po' sbilanciato verso la "leggerezza":
Doric 1a serie media, pennino (flex): circa 200g
Wahl Signature Flexible, pennino (flex): circa 200g
Deco Band Gold Seal Flexible (demiflex): circa 300g
Aurora 88 Flessibile (demiflex): circa 300g
Anonima pennino "Para" (wet noodle): circa 100g
Pilot Justus 95 alla massima morbidezza (molleggiato): circa 400g
Omas 556/S (demiflex): 300g
Il che mi fa pensare che quegli indici di flessibilità siano un po' sbilanciati verso l'alto, personalmente non considererei mai neanche lontanamente "flessibile" una penna che richiede una pressione di 300g per aprirsi di un mm."
in pratica per far flettere (aprire i rebbi nella stessa misura) la Justus regolata alla massima flessibilità, ci vuole il doppio della pressione necessaria che su una "vera" flessibile vintage come la Doric o la Wahl!
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penso di no, il primo OT deve essere considerato il primo messaggio di questo nuovo thread (altrimenti non avrebbe senso che sia stato spostato, no?)maylota ha scritto: ↑venerdì 27 settembre 2024, 10:04Infatti ce l'aveva con me. Che il pennino flessibile già 80 anni fa fosse una specie di archeologismo - almeno nella produzione mainstream - non c'entra una mazza con la discussione che si stava facendo quisansenri ha scritto: ↑venerdì 27 settembre 2024, 9:36
perdona Simone, lo vedo anch'io che il discorso si è allargato, però dato che il PO aveva chiesto informazioni riguardo Delta Intesa 2.0 pennini flex, e dato che tali pennini sono i Jowo elastico, si stava tentando di spiegare che la denominazione flex di tali pennini è perlomeno fuorviante, ed è difficile spiegarlo se non si inquadra prima che vuol dire flex e che vuol dire elastico...
mi sta benissimo spostare questa discussione altrove, dandogli un significato di premessa, tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, non mi è parso di andare particolarmente fuori tema.
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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)
Sto seguendo la discussione con interesse perché sono curiosa di capire dove si casa a parare. Provo a spiegarmi: è stato duramente l' elastico JoWo ma alla domanda, fatta due volte, se pbon parlasse di oro o acciaio non c'è stata risposta. Sarà un' altra mancanza da parte della comunicazione JoWo, ma sono due pennini completamente diversi.
Inoltre, i pennini flessibili sono strumenti dedicati, servono per precisi stili calligrafici, qui si sta parlando di flessibili senza dire "per fare cosa". Per flettere la Justus 95 bisogna applicare il doppio della pressione rispetto alla Doric... Ma per cosa? Chi compra una Doric oggi e ci scrive senza praticare un determinato stile calligrafico, non è che usi la Doric come la Justus?
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Io una Doric oggi (se il prezzo e le condizioni ci sono) la compro senz'altro. E come altre penne la userei per scrivere.
Con quella che ho usato più spesso che ha un pennino flessibile (perché ovviamente non tutte le hanno) ottengo una variazione di tratto che con la Justus (che pure ho ed uso ancora più spesso) non ottengo.
Ma ovviamente è un risultato personale perché a differenza di altri qui non considero il pennino della Justus per nulla "flessibile", ma al più "molleggiato": per aprirlo bisogna premere in quella che personalmente ritengo essere una forza eccessiva. La cosa ovviamente dipende dal fatto che ho la mano leggera.
Comunque oltre la tabellina di cui sopra, guarderei anche le prove fatte seguendo (a spanne molto larghe) l'idea realizzata in maniera professionale e precisa da David Nishimura, tracciando righe a pressioni diverse. Quelle, fatte appunto a spanne, riportate dopo:
viewtopic.php?p=292888#p292888
Dopo di che la definizione di flessibile resta fin troppo vaga, e scarsamente oggettiva, per quel che mi riguarda arare la carta premendo come un dannato (e superare i 300g per me è premere come un dannato) non mi interessa.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)
Confermo che la variazione di tratto non è nemmeno lontanamente paragonabile. Personalmente non mi ci vedo ad utilizzare una Doric con l'aggiustabilre tutti i giorni, invece il pennino molleggiato della Justus per me si presterebbe meglio ad un uso quotidiano
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condivido diverse delle considerazioni fatte, intanto che non ci sia una definizione chiara di flessibile, anzi piuttosto vaga, tuttavia ne parliamo e mi pare che per lo più una idea di cosa comporti (e cosa no) per la maggior parte ce l'abbiamo...
Poi il fatto che una penna molto flessibile non sia (oggi) proprio uno strumento d'uso da tutti i giorni; e anch'io ho la mano leggera, tanto che i pennini poco flessibili in mano mia sono scarsamente riconoscibili dai rigidi.
Capisco anche il senso della domanda di edis, per farci cosa. D'accordo per scrivere, però alcune persone hanno una grafia (spesso non corsivo) che poco si adatta all'uso del molto flessibile. Non è rarissimo sentir dire "con un flessibile non saprei bene che farci", o "per uso quotidiano preferisco un pennino più rigido".
Quello che dice Simone sulla Justus è anche un esempio abbastanza chiaro di quello che si cercava di spiegare in relazione al termine "morbido/molleggiato" (io citavo il rebbi lunghi). Nelle prove di Simone la Justus è stata sottoposta a pressione di 400g per far flettere i rebbi fino a farli aprire di 1 mm.
Se la Justus apre i rebbi, andrebbe sotto la definizione (ampia) di flessibile. Il problema è quanto li apre. Talmente poco, oppure con talmente tanta pressione necessaria, che Simone la considera per nulla flessibile, al massimo appunto morbida/molleggiata.
Poi il fatto che una penna molto flessibile non sia (oggi) proprio uno strumento d'uso da tutti i giorni; e anch'io ho la mano leggera, tanto che i pennini poco flessibili in mano mia sono scarsamente riconoscibili dai rigidi.
Capisco anche il senso della domanda di edis, per farci cosa. D'accordo per scrivere, però alcune persone hanno una grafia (spesso non corsivo) che poco si adatta all'uso del molto flessibile. Non è rarissimo sentir dire "con un flessibile non saprei bene che farci", o "per uso quotidiano preferisco un pennino più rigido".
Quello che dice Simone sulla Justus è anche un esempio abbastanza chiaro di quello che si cercava di spiegare in relazione al termine "morbido/molleggiato" (io citavo il rebbi lunghi). Nelle prove di Simone la Justus è stata sottoposta a pressione di 400g per far flettere i rebbi fino a farli aprire di 1 mm.
Se la Justus apre i rebbi, andrebbe sotto la definizione (ampia) di flessibile. Il problema è quanto li apre. Talmente poco, oppure con talmente tanta pressione necessaria, che Simone la considera per nulla flessibile, al massimo appunto morbida/molleggiata.
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Non c'è una definizione chiara di flessibile ma nella discussione si è anche perso di vista che i pennini che flettono allargando i rebbi, dovrebbero partire da un tratto XXF per arrivare a un B se non oltre. Simone dice che userebbe una Doric per scrittura quotidiana, dato che ha una mano leggera e che la Doric flessibile che ha provato aveva una variazione di tratto maggiore della Justus a parità di flessione. Non conosco la Doric, ma la mia esperienza con gli Omas Lucens ed Extra Lucens è completamente diversa. Per me sono due strumenti calligrafici, ovvero che nascono per un tipo di scrittura che ha delle regole di alternanza tratto sottile - tratto largo. Usati da me, il rigo risulta un' alternanza di tratti xxf e tratti b assolutamente casuale, cioè non è variazione di tratto, è come scrivere una lettera con un xxf e una con un b. Sono pennini bellissimi che non venderò mai ma che risultano "inutili" se non utilizzati per gli stili calligrafici per cui sono stati pensati. Credo sia questo il motivo per cui il mercato moderno sia andato verso il pennino elastico, che non è flessibile: per offrire una variazione di chiaroscuro e la sensazione bella che dà un pennino morbido, che vede alla pressione, senza incappare in un tratto a spillo senza pressione e che triplica in spessore se il pennino viene premuto.sansenri ha scritto: ↑venerdì 27 settembre 2024, 21:52 condivido diverse delle considerazioni fatte, intanto che non ci sia una definizione chiara di flessibile, anzi piuttosto vaga, tuttavia ne parliamo e mi pare che per lo più una idea di cosa comporti (e cosa no) per la maggior parte ce l'abbiamo...
Le penne giapponesi dovrebbero esulare da questo discorso perché sono pensate per una scrittura diversa per la quale le caratteristiche dei flessibili occidentali (escursione di tratto e flessibilità) risulterebbero non adeguate.
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Io non sarei così perentorio nel sostenere che i pennini flessibili vintage vadano usati solo per la calligrafia. D'altronde se uno vuole fare la vera calligrafia usa lo strumento adatto e cioè penne da intinzione le cui prestazioni sono inarrivabili perfino dai migliori flessibili per stilografiche.
Il pennino della mia omas milord vintage è flessibile vero. Parte da un tratto EF e con minima pressione arriva a B+. Più flessibile di questo ci sono solo i wet noodle. Ora io uso questo pennino per scrivere normalmente, tengo una mano leggera e quando mi capita di esercitare una pressione leggermente maggiore (in modo naturale quasi inconscio direi) il pennino risponde egregiamente dandomi una bella variazione di tratto. A me basta e avanza perché non sono un calligrafo di professione e desidero solo che i miei scritti sia belli anche da vedere. Ecco perché sono affascinato dagli stub., italici e anche pennini flessibili.
Il pennino della mia omas milord vintage è flessibile vero. Parte da un tratto EF e con minima pressione arriva a B+. Più flessibile di questo ci sono solo i wet noodle. Ora io uso questo pennino per scrivere normalmente, tengo una mano leggera e quando mi capita di esercitare una pressione leggermente maggiore (in modo naturale quasi inconscio direi) il pennino risponde egregiamente dandomi una bella variazione di tratto. A me basta e avanza perché non sono un calligrafo di professione e desidero solo che i miei scritti sia belli anche da vedere. Ecco perché sono affascinato dagli stub., italici e anche pennini flessibili.
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A me il tratto EF delle mia Omas non piace affatto. Se ho una mano leggera è un extra extra fine, si vede a malapena il colore dell' inchiostro.Roland ha scritto: ↑sabato 28 settembre 2024, 20:01 Il pennino della mia omas milord vintage è flessibile vero. Parte da un tratto EF e con minima pressione arriva a B+. Più flessibile di questo ci sono solo i wet noodle. Ora io uso questo pennino per scrivere normalmente, tengo una mano leggera e quando mi capita di esercitare una pressione leggermente maggiore (in modo naturale quasi inconscio direi) il pennino risponde egregiamente dandomi una bella variazione di tratto.
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@edis. È probabile che sia un esemplare con le punte attaccate, senza spazio. Per qualcuno è un pregio sulle flessibili, ma secondo me è un difetto. Certo è che una volta distanziate, lo XF sparisce e non ritorna.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Non sono assolutamente d'accordo. Non vedo perché nella definizione di pennino da stilografica flessibile dovrebbe esserci la punta ultrasottile. Credo sia un'idea che deriva dai pennini da intinzione per gli stili calligrafici che appunto richiedono una tale variazione di tratto. Dai calligrafi gli EEF flessibili sono molto ricercati proprio per questo. Per l'uso quotidiano sono molto scoccianti, le punte possono accavallarsi durante la scrittura e bisogna stare attenti alla carta che si usa... Io ne ho un paio, uno di una Radius Superior e una di uno stiloforo Omas Extra, li carico qualche volta, ci scrivo un po' poi dico basta. Molto molto belli, ma richiedono "mani adatte". Mi trovo molto meglio con quelli che partono da un F (che comunque quando si parla di vintage è più contenuto rispetto all'attuale standard europeo), poi la variazione si noterà meno, comunque amen, li uso molto meglio e con molto più agio. Ma non mi sognerei di dire che sono meno flessibili di quelli che partono da EEF. Nel concetto di flessibilità secondo me non rientra l'escursione di tratto (differenza tra tratto "minimo" e tratto "massimo"), quella lasciamola ai calligrafi, ma quanta forza ci vuole per portare il pennino al tratto massimo possibile senza fare danni.
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"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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Per la mia limitata esperienza, è una caratteristica di quei pennini Omas. Infatti, se messi in mano a chi li usa correttamente, danno dei risultati strepitosi. Nel mio caso non si accavallano le punte e riesco a scriverci su tutte le carte, ci vuole solo un po' di dimestichezza.
Sono d' accordo con quanto scrive Enbi:
Forse mi sono espressa male, non volevo dire che i pennini che partono da EF siano più flessibili di quelli che partono da F. Volevo dire che per la mia limitata esperienza, i pennini davvero flessibili che ho provato partivano tutti da un tratto molto sottile, caratteristica che mal si concilia col mio tipo di scrittura..Enbi ha scritto: ↑sabato 28 settembre 2024, 21:02 Dai calligrafi gli EEF flessibili sono molto ricercati proprio per questo. Per l'uso quotidiano sono molto scoccianti, le punte possono accavallarsi durante la scrittura e bisogna stare attenti alla carta che si usa... Io ne ho un paio, uno di una Radius Superior e una di uno stiloforo Omas Extra, li carico qualche volta, ci scrivo un po' poi dico basta. Molto molto belli, ma richiedono "mani adatte".
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Non sarei così netta nel dire che l' escursione di tratto non rientri nel concetto di flessibile. Io non ho mai provato nessun flessibile che partisse da B, altrimenti dove arriverebbe come tratto massimo. Ci saranno sicuramente pennini che non partono dal segno come un capello, ma il tratto minimo dei pennini flessibili che ho provato io era sempre sottile.Enbi ha scritto: ↑sabato 28 settembre 2024, 21:02 Nel concetto di flessibilità secondo me non rientra l'escursione di tratto (differenza tra tratto "minimo" e tratto "massimo"), quella lasciamola ai calligrafi, ma quanta forza ci vuole per portare il pennino al tratto massimo possibile senza fare danni.
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Sui B flessibili non so, però sono sicuro che esistano, anche se rari, pennini vintage stub flessibili (li ho visti proprio qui sul forum).edis ha scritto: ↑sabato 28 settembre 2024, 22:14 Non sarei così netta nel dire che l' escursione di tratto non rientri nel concetto di flessibile. Io non ho mai provato nessun flessibile che partisse da B, altrimenti dove arriverebbe come tratto massimo. Ci saranno sicuramente pennini che non partono dal segno come un capello, ma il tratto minimo dei pennini flessibili che ho provato io era sempre sottile.
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"刃を持った者をそのふところに巻き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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