Neapolis Pen Show - Mostra Scambio di Napoli
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Secondo voi il costo di una penna è giustificata dalla sua qualità?

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gaston
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Secondo voi il costo di una penna è giustificata dalla sua qualità?

Messaggio da gaston »

questo è il mio contributo alla discussione, le stilo sono uno strumento per scrivere e come tali andrebbero giudicate, però nella loro lunga storia hanno subito una profonda evoluzione perciò ora andrebbero valutate in maniera differente
perchè sono riuscite a svolgere il loro compito così bene che noi abbiamo cominciato a chiedere loro altre cose oltre la semplice perfomance.
ora noi da una penna vogliamo che ci trasmetta delle precise sensazioni, vogliamo dunque vivere un'esperienza estetica, e siamo così giunti al campo dell'altissimo artigianato, della perizia estrema che quasi sconfina nell' arte
una penna scolastica per ovvi problemi di costi deve limitarsi a fare da strumento di scrittura il più dignitosamente possibile, chi oltrepassa questa soglia vuole invece di più , più bellezza, più ergonomia ,cura dei dettagli , la sensazione di stringere fra le dita qualcosa di bellissimo e perfetto, che dia piacere tanto all'occhio quanto alla mano. A tutto ciò noi diamo un prezzo , un plafond che non intendiamo superare, ma è un limite che stabiliamo noi , si viene così a creare una dialettica fra noi e l'amato bene, che è un fatto squisitamente personale e soggettivo .Giusto infatti che alla domanda del topic ciascuno dia la propria risposta che rifletterà la propria personalità , i propri gusti , il proprio vissuto
non è , secondo me, possibile una risposta oggettiva che vada bene per tutti
io ad esempio sono appassionato di fumetti e alla domanda ma quanto vale un fumetto? io posso solo rispondere, vale quanto è disposto a pagare l' acquirente, sì ok ci sono le quotazioni delle riviste specializzate che valutano maniacalmente lo stato di conservazione, ma rimane il fatto indiscutibile, che se a me quel fumetto non piace non lo compro
e qui non siamo tanto lontani , alla fine il meccanismo è lo stesso, ben lo ha capito montblanc che investe tanto in comunicazione per ammantare i suoi prodotti di un' aura di esclusività che li renda sommamente desiderati. ovvio montblanc fa delle splendide penne, non ti vendono fuffa, ma hanno capito che non ti devono vendere solo un oggetto per giustificare i loro prezzi
scusate il mio sproloquio ma è notte fonda e non riesco a dormire
fabiauda
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Secondo voi il costo di una penna è giustificata dalla sua qualità?

Messaggio da fabiauda »

io considero la "qualità" la capacità di soddisfare uno o più requisiti

quali sono i requisiti che voglio vedere soddisfatti nel mio strumento da scrittura?
senz'altro la scorrevolezza del pennino ed il tratto fine ma leggibile per cui un qualcosa di estremamente concreto e pratico e nemmeno troppo soggettivo
ma voglio anche che i materiali mi diano ottime sensazioni sia tattili che visive, per cui un materiale scadente per me non sarebbe sinonimo di qualità ma va detto che questo è un parametro molto soggettivo
voglio che la penna sia anche longeva, e questo passa principalmente dai materiali e dal progetto costruttivo, ma anche dalla cura che metterò nel conservarla
altro requisito potrebbe essere l'economia nell'acquisto, altro parametro ultra soggettivo, ma dal momento che cerco una penna che scriva bene, ben costruita e longeva, bei materiali, non posso certo pretendere di spendere 5 euro
quindi secondo me il costo della mia penna sarà giustificato dal fatto che sodisfa tutti i requisiti che ricerco, e cioè la qualità.
e capisco perfettamente che la valutazione sarà molto personale, e non universale, ma il bello è proprio questo, e che ci sia una varietà di scelta così ampia asseconda la mia teoria, a ciascuno il suo.
L'importante è capire che non esiste una qualità assoluta, ma che ognuno ha una percezione della qualità in base alle proprie aspettative ed esigenze.
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RisottoPensa
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Messaggio da RisottoPensa »

Condivido pienamente il perché dei punti esposti da tutti gli utenti , la percezione della qualità è strettamente soggettiva , quello che io percepisco come una spesa valida ( es. una penna in Urushi ) per un'altra persona può essere una vaccata.

Però ripeto, quello che volevo esporre io è che , aldilà della funzione intrinseca ( per cosa viene usato e creato ) di una stilografica , vi sono fattori che distinguono una penna fatta bene da una fatta male.

Non voglio sapere se per esempio ( A voi ) vi sta bene spendere €1000 per una Montblanc , vorrei per esempio sapere se ( per voi ) è giustificabile €1000 per una montblanc per differenziarlo da una Jinhao o da una Lamy safari. Se tutto sommato debba esistere una penna del genere con un prezzo del genere.
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Messaggio da fabiauda »

io ad esempio sono appassionato di fumetti e alla domanda ma quanto vale un fumetto? io posso solo rispondere, vale quanto è disposto a pagare l' acquirente, sì ok ci sono le quotazioni delle riviste specializzate che valutano maniacalmente lo stato di conservazione, ma rimane il fatto indiscutibile, che se a me quel fumetto non piace non lo compro


anche io, e uno dei maggiori capolavori esistenti secondo me è il tex di magnus, che ho pagato 5 euro sebbene la qualità di quel lavoro sia talmente alta che mi sembra di avere rubato......
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Messaggio da RisottoPensa »

Vorrei chiarire meglio questo punto.

Fatto bene o fatto male è una frase che uso per catalogare le penne su un piano completo:
Le penne "fatte male" non sono ,per me, propriamente un dispregiativo assoluto , è un modo alternativo e più coinciso (papale papale) di chiamarlo "base/standard/economica/da poracci".
Una penna " fatta bene " è ugualmente , un modo alternativo per chiamarlo penna " professionale/next level/grail/migliore" .
Purtroppo è anche diffusa il concetto per queste penne " fatte bene " di essere penne stilografiche " vere " , che è assolutamente sbagliato e che non sto qui a discutere per ora.

Tolta la parte del prezzo , che è influenzata da variabili enormi, la necessità di avere prodotti di qualità superiore ( ai modelli economici ) è legato direttamente alla voglia del produttore di elevare lo status del brand ; rinunciando di conseguenza ad una fascia di mercato ( quella da super economica come i bambini a quella economica come quelli alle prime armi ).

Infatti le penne cinesi come una Moonman non sono esempi lampanti di prodotti di qualità, e anche se lo fossero , è ormai chiaro che chi vuole una stilografica " professionale/ next level " non avrà mai in mente Moonman come marchio primario per la mole di prodotti da super economici ad accettabili. Non è che la moonman non abbia prodotti di qualità , è il marchio che non è predisposto per spingere tali prodotti.

Molti di voi si sono soffermati solo alla questione soggettiva della domanda e non obiettiva, ma capisco che anche io non sono stato chiarissimo.
Non sono rimasto soddisfatto delle risposte ricevute , perché a molte non includevano una visione più realistica e pragmatica.
Avete fin troppo buon senso...
Solo poche risposte mi sono parse autentiche e privi di vizi da politically correct ( da beneamino ) .

Riscrivo il mio punto di vista:

Le penne in edizione limitata, speciale e commemorative , così come le collaborazioni , rientrano nel lato speculativo e non devono essere incluse in questo giudizio.
Per me una stilografica pensata per essere superiore a una penna economica , è nel suo complesso, migliore e quindi il suo prezzo è giustificato solo perché rimane un oggetto creato con standard diversi.

Che poi quel particolare modello, o comparazione tra due penne, può rientrare nel tuo standard, o può non soddisfare i tuoi standard per il prezzo a cui lo hai pagato , per la sensazione che cercavi in quella penna.

Se a tizio X non piace una 3776 e piace una asvine v200 in titanio , non significa che oggettivamente la v200 sia meglio di una 3776.
In cosa consiste la qualità che intendo?

La asvine v200 è un diretto discendente della p36 , in cui è riuscito a fare alcune correzioni che gli utenti avevano definito problematiche.
Chi ha comprato e recensito la v200 ha comunque trovato difetti di progettazione imputabili alla qualità della penna, come ad esempio gli anellini di gomma che si staccano quando calzi il cappuccio, o lo squilibrio di tale penna quando il tappo è incappucciato.

La 3776 non dispone di tali problemi di progettazione , quando compaiono di problemi ( tipo che non scrive ) , esso fa parte di un difetto e non un errore. Platinum infatti ha cambiato più volte questa penna che ormai è perfetta per chi cerca quello che offre.

Non bisogna inserire esigenze personali quando si tratta di giustificare la qualità di una penna , perché altrimenti non se ne finisce più.

Se si compara un pennino flessibile , come quello di OMAS ai tempi d'oro , a quello di uno stock JOWO flessibile , è ovvio che quella di OMAS abbia qualità differenti e standard differenti. Che poi a me piace di più come si comporta quello della jowo , non implica che quella della OMAS sia peggiore.

Questa questione la si può anche mettere su un piano moderno che ci accomuna, come quello degli smartphone:
Un telefono della Apple può non piacermi ( in effetti non mi piace ) , potrei personalmente non riuscire a giustificare o comprendere perché costi €1000 , ma non si può dire che sia meglio la Samsung da €200 comprata a sottocosto da €349 solo perché mi piace avere uno schermo più grande e il colore viola della scocca e che faccia le stesse cose. No , non fanno le stesse cose e non sono progettate per fare le stesse cose.
La Apple si può rivendere usata, è più facile da riparare, esistono più accessori, possiede un ecosistema proprio e così via.
C'è a chi piace e a chi no, ma è fatto meglio come telefono. Sicuramente non è Migliore di un altro telefono che offre ciò che voglio.

Tornando alla stilografica , è altrettanto vero che se voglio una bella penna funzionale, ma che poi risulta fatta
1) in ebanite rossa
2 ) con pennino morbido e flessibile
3 ) con cappuccio a vite
4 ) caricamento a stantuffo
5) costa €800

E a me non interessa avere nessuno di queste quattro funzioni e in più costa €800 , ciò non significa che la mia Lamy al-star con pennino EF sia meglio perché la volevo in alluminio , volevo un pennino rigido, cappuccio a scatto, con converter, economico.

Ognuno di noi cerca qualcosa di differente e ha esigenze differenti , io semplicemente penso che una volta capito il valore di una penna si può quantificare oggettivamente il suo costo effettivo.

Per chi non condivide il mio pensiero , per quale ragione non riuscite a giustificare il costo della penna in relazione alla sua qualità?
Per caso avete avuto un'esperienza diretta? Quale?
Per caso non vi piace usare penne "costose" ? Perché ?
Per caso ritenete che qualità superiore sia solo frutto di marketing? Come mai ?

Esponete pure quello che vi passa per la testa, non siamo qui per criticare, non esistono per me punti di vista sbagliati.
Però evitate di dire semplicemente " dipende " senza fornire la vostra versione, a me non interessa sapere se Tizio è povero e non si può permettere una Nakaya o se Caio si trova bene con la copia di una Parker che scrive meglio di una Parker originale, voglio sapere il vostro punto di vista.

Grazie :mrgreen:
Ultima modifica di RisottoPensa il mercoledì 17 luglio 2024, 17:10, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da RisottoPensa »

fabiauda ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:50 io ad esempio sono appassionato di fumetti e alla domanda ma quanto vale un fumetto? io posso solo rispondere, vale quanto è disposto a pagare l' acquirente, sì ok ci sono le quotazioni delle riviste specializzate che valutano maniacalmente lo stato di conservazione, ma rimane il fatto indiscutibile, che se a me quel fumetto non piace non lo compro

anche io, e uno dei maggiori capolavori esistenti secondo me è il tex di magnus, che ho pagato 5 euro sebbene la qualità di quel lavoro sia talmente alta che mi sembra di avere rubato......
In questo specifico contesto non si tratta di trovare chi è disposto a comprarlo , ma semplicemente [ si può vendere a quel prezzo ] .
Alla domanda quanto vale un fumetto c'è una precisa risposta , è alla domanda [ Questo fumetto vale davvero x soldi ] che cambia la risposta.

Non sono domande uguali, anche se si toccano lo stesso argomento.

Io personalmente non trovo nulla di speciale in oggetti materiali di cui non posso usufruire, perché rovinandosi scende di prezzo ; quando l'appeal ( il fascino ) di comprarlo è solo l'intenzione di rivenderlo. ( come le edizioni limitate delle stilografiche )
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Messaggio da Monet63 »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:47 Non voglio sapere se per esempio ( A voi ) vi sta bene spendere €1000 per una Montblanc , vorrei per esempio sapere se ( per voi ) è giustificabile €1000 per una montblanc per differenziarlo da una Jinhao o da una Lamy safari. Se tutto sommato debba esistere una penna del genere con un prezzo del genere.
Il problema, in un ragionamento del genere, è pensare che i 1000 euro di una Montblanc siano stati determinati per differenziarla da una Lamy Safari. Se non si percepisce differenza, la cosa più logica è prendere la Safari. Il fatto che esista una penna che costa 1000 euro, a me non cambia niente, quindi sì: va bene che esista.
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Fatto bene o fatto male è una frase che uso per catalogare le penne su un piano completo:
Le penne "fatte male" non sono ,per me, propriamente un dispregiativo assoluto , è un modo alternativo e più coinciso (papale papale) di chiamarlo "base/standard/economica/da poracci".
Una penna " fatta bene " è ugualmente , un modo alternativo per chiamarlo penna " professionale/next level/grail/migliore" .
Scusa eh, ma che ragionamento è? O si usano i termini corretti o non ne usciamo più. Se dici "fatte male", significa "fatte male", stop. Ci sono penne base fatte benissimo, se tu le denomini "fatte male" in modo arbitrario perché hai deciso così, tanto vale dire che al semaforo si passa col rosso indicando come "rosso" il colore verde. Lo capisci che su un forum, dove si comunica con la parola scritta, la scelta dei termini è essenziale?
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Purtroppo è anche diffusa il concetto per queste penne " fatte bene " di essere penne stilografiche " vere " , che è assolutamente sbagliato e che non sto qui a discutere per ora.
Anche qui non riesco a capire il senso. Cosa intendi? Che una penna fatta bene non debba per forza anche scrivere o essere usata? Mi sta bene, affar tuo; personalmente, se voglio un bell'oggetto prezioso che non scriva compro altro (un soprammobile, una ceramica Ming, una scultura in lapislazzuli, un francobollo, una moneta, etc.), ma se compro una penna ESIGO quantomeno che scriva, ovvero che la sua funzione primaria mi sia garantita. Il fatto che esista chi le penne le mette in vetrina a me aggiunge e toglie nulla; buon per chi la pensa così. Se però affermi che è un concetto sbagliato che una stilografica "fatta bene" non debba per forza essere una stilografica vera, credo che si alzerà più di un sopracciglio.
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Per chi non condivide il mio pensiero , per quale ragione non riuscite a giustificare il costo della penna in relazione alla sua qualità?
Perché le due cose non sono necessariamente collegate.
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Per caso avete avuto un'esperienza diretta? Quale?
Sì, varie esperienze dirette. In particolare con ben due Montegrappa, che potei sostituire con un'eccellente Aurora solo grazie a un negoziante scrupoloso, esperto e corretto.
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Per caso non vi piace usare penne "costose" ? Perché ?
Amo usare la stilografica, tutte le volte che la carta me lo permette, perché posso scrivere a lungo senza stancarmi. Se è bella e preziosa, ancora meglio. Non mi faccio scrupolo a usare anche edizioni limitate e simili (se funzionano come si deve). Inoltre non ho nessun tipo di soggezione, tranne che per alcuni modelli vintage e solo in determinati casi: ad esempio, una penna vintage di pregio storico, intonsa, tenderei a conservarla senza scriverci per rispetto verso ciò che rappresenta, magari trovando una gemella già usata con cui non avere remore. Ho fatto qualcosa di simile con alcuni colori a olio, che ho ritenuto di non usare perché di valore storico tale da non giustificare un mio capriccio.
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Per caso ritenete che qualità superiore sia solo frutto di marketing? Come mai ?
Puoi avere il miglior marketing del mondo, ma se produci un modello di stilografica che non scrive, o una reflex che ha lo specchio fuori asse e ti fa venire tutte le foto sfocate, o un colore a olio povero di pigmento, e via così, alla fine gli altarini verranno scoperti e il tuo prodotto inquadrato nell'unica categoria possibile: quella della spazzatura.
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Messaggio da RisottoPensa »

Monet63 ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 18:18 Se però affermi che è un concetto sbagliato che una stilografica "fatta bene" non debba per forza essere una stilografica vera, credo che si alzerà più di un sopracciglio.
Intendo che ci sono persone che definiscono le penne stilografiche cinesi ( o comunque dal costo inferiore ) come penne stilografiche false, e che solo quelle di marche ( pelikan,parker,pilot...) siano vere stilografiche. Non in senso letterale , ma in senso figurativo.
Molti in forum internazionali hanno la tendenza di scrivere " la mia prima penna buona " quando passano ai pennini in oro alludendo al fatto che quelle che già avevano in possesso fossero penne peggiori.
Questa comunque è una concezione abbastanza diffusa con i knock-off di produzione cinese.
Monet63 ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 18:18 O si usano i termini corretti o non ne usciamo più
E' per semplificare il concetto di penna stilografica di produzione base, quella fatta mediocre e quella fatta meglio. Come potrei ridurre le tre cose ? Vorrei poterli semplificare in due concetti , come quando ti chiedono se ti piace mangiare qualcosa , in modo binario.
Semplicemente non conosco termini migliori per sintetizzare la questione.
Monet63 ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 18:18 Puoi avere il miglior marketing del mondo, ma se produci un modello di stilografica che non scrive, o una reflex che ha lo specchio fuori asse e ti fa venire tutte le foto sfocate, o un colore a olio povero di pigmento, e via così, alla fine gli altarini verranno scoperti e il tuo prodotto inquadrato nell'unica categoria possibile: quella della spazzatura.
Credo che in questo caso la questione non sia strettamente collegata alla qualità della penna, ma al controllo della stessa.
Il fatto che una compagnia viene comunque apprezzata nonostante la gente abbia avuto problemi con essa, significa che i problemi siano più limitati di quanto si pensi , e che superato un certo di " penne che non funzionano " , siano più imputabili ai gusti del cliente o alla scarsità di adeguanti controlli da parte del tecnico addetto.
Le penne solitamente arrivano a lotti, se una ha dei problemi è molto probabile averne altri con le seguenti. Ma con questo non difendo nessuna compagnia che chiaramente non è all'altezza dei standard che promette di offrire.

Un esempio che mi viene in mente è la TWSBI , stranamente pur avendo tanti casi di resine trasparenti che si frantumano o si fratturano , rimangono comunque uno dei brand migliori in quella fascia di prezzo. Altre marche problematiche che leggo ( magari non qui ) sono tipo visconti e lamy ( ma per loro si tratta più del tratto delle penne ).
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Messaggio da Monet63 »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 19:03 Credo che in questo caso la questione non sia strettamente collegata alla qualità della penna, ma al controllo della stessa.
Il fatto che una compagnia viene comunque apprezzata nonostante la gente abbia avuto problemi con essa, significa che i problemi siano più limitati di quanto si pensi , e che superato un certo di " penne che non funzionano " , siano più imputabili ai gusti del cliente o alla scarsità di adeguanti controlli da parte del tecnico addetto.
Le penne solitamente arrivano a lotti, se una ha dei problemi è molto probabile averne altri con le seguenti. Ma con questo non difendo nessuna compagnia che chiaramente non è all'altezza dei standard che promette di offrire.

Un esempio che mi viene in mente è la TWSBI , stranamente pur avendo tanti casi di resine trasparenti che si frantumano o si fratturano , rimangono comunque uno dei brand migliori in quella fascia di prezzo. Altre marche problematiche che leggo ( magari non qui ) sono tipo visconti e lamy ( ma per loro si tratta più del tratto delle penne ).
Certo, può capitare l'esemplare difettoso, è sempre successo anche in passato (sopravvivono gli esemplari migliori), ma se una penna non scrive è dura parlare dei gusti del cliente. Per quella che è la mia personale esperienza, che in quanto personale ha una valenza statistica pari a zero, ho in elenco alcune marche preferite, alcune considerate buone e altre che evito a prescindere. Non sempre le mie conclusioni concordano con le statistiche ma, ad esempio, pur essendoci modelli che reputo di una bellezza unica, non acquisto più Visconti e Montegrappa. D'altra parte sono a conoscenza dei problemi delle plastiche TWSBI, ma a me non è mai capitato di avere problemi, quindi nel mio personale elenco sono tra le più affidabili.
Dovendo spendere cifre più importanti, diciamo oltre i 200/300 euro, i marchi a cui darei fiducia sono molto pochi.
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Messaggio da Esme »

Vediamo se ho capito... 😅

Parto dal mio mestiere.
Un'opera DEVE essere fatta a regola d'arte.
Esempio: pavimentazione.
Non mi importa una cippa se sono piastrelle di cementite sgrausa o lastre mega di un qualche marmo rarissimo: chi me le posa me lo deve fare a perfetta regola, in piano, senza topicchi, con fughe adeguate, ecc. ecc.
Se ci si inciampa il lavoro non è accettabile, e se il posatore mi dice "eh, ma costa poco" lo mando a stendere.

Chiaro che il costo a mq è diverso, ma dipende dal materiale di partenza, dalla difficoltà di posa, e ovviamente anche dall'appetibilitá.
E questo ultimo fattore, che è anche soggetto a mode, può far cambiare di molto il prezzo di una pavimentazione rispetto a un'altra, anche se magari gli altri fattori sono uguali.

La vedo allo stesso modo per una stilografica.
Che debba scrivere è un punto irrinunciabile (nelle moderne). Altrimenti può finire anche su un'incudine e essere presa a martellate, come qualcuno ha raccontato di aver fatto. 🙂
Dopodiché pago diversamente a seconda di (sempre nelle moderne):
- materiali
- difficoltà di realizzazione
- ingegnerizzazione
- ahimè manodopera (nel senso che questa differenza si può basare purtroppo su sfruttamento)
- marketing

L'ultimo punto è giusto, nel senso etico?

Io ritengo che un giudizio debba essere dato partendo dagli altri punti.
Cioè, se mi fai pagare 1000€ una penna che per gli altri punti ne vale 10€, mi stai prendendo in giro e mi stai sulle scatole.
Se ne vale 100€, ma me la sovrapprezzi per "distinguerti", mi stai sulle scatole ugualmente.

Il confine tra presa in giro e marketing in alcuni casi è lampante, in altri è sfumato.
L'esperienza e la conoscenza, anche di noi stessi, aiuta.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

Hai diritto alla ricerca della felicità, non alla felicità.
La felicità è tale solo se è conquistata.
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fabiauda ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:50 io ad esempio sono appassionato di fumetti e alla domanda ma quanto vale un fumetto? io posso solo rispondere, vale quanto è disposto a pagare l' acquirente, sì ok ci sono le quotazioni delle riviste specializzate che valutano maniacalmente lo stato di conservazione, ma rimane il fatto indiscutibile, che se a me quel fumetto non piace non lo compro


anche io, e uno dei maggiori capolavori esistenti secondo me è il tex di magnus, che ho pagato 5 euro sebbene la qualità di quel lavoro sia talmente alta che mi sembra di avere rubato......
scusate l'off topic , io adoro Magnus e ti capisco benissimo, era davvero fenomenale :D
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Messaggio da piccardi »

gaston ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 20:32 scusate l'off topic , io adoro Magnus e ti capisco benissimo, era davvero fenomenale :D
...
Mi verrebbe da dire anche no, visto che non è che sia questa gran difficoltà creare un nuovo argomento per parlarne con un riferimento a questo (come fatto qui).

Simone
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Messaggio da Simy »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 17 luglio 2024, 16:57 Questa questione la si può anche mettere su un piano moderno che ci accomuna, come quello degli smartphone:
Un telefono della Apple può non piacermi ( in effetti non mi piace ) , potrei personalmente non riuscire a giustificare o comprendere perché costi €1000 , ma non si può dire che sia meglio la Samsung da €200 comprata a sottocosto da €349 solo perché mi piace avere uno schermo più grande e il colore viola della scocca e che faccia le stesse cose. No , non fanno le stesse cose e non sono progettate per fare le stesse cose.
La Apple si può rivendere usata, è più facile da riparare, esistono più accessori, possiede un ecosistema proprio e così via.
C'è a chi piace e a chi no, ma è fatto meglio come telefono. Sicuramente non è Migliore di un altro telefono che offre ciò che voglio.
Non dovevi tirare fuori questa comparazione. Da informatica, sto facendo enorme forza su me stessa per non andare off topic :lol: :lol:

Non ti cito l'intero discorso per leggibilità.

Vorrei tornare sul concetto di "fatto bene" e non prendere a esempio le penne cinesi.
"Fatta bene" è una Pilot Kakuno? (La Preppy, ormai, l'ho nominata troppo, cambio strategicamente penna :lol: )
Per mia opinione è fatta bene.
E' bella e preziosa? No, assolutamente no.

Questo vuole dire automaticamente che è peggiore di una Pilot di alta fascia?

Devo, per forza, risponderti con "dipende". E' proprio qui che entra in gioco la risposta sulla sensatezza, o meno, di pagare una penna 1.000€ ed è solo soggettività.
Sono fatte bene, sono fatte in modo diverso.

Se vuoi, però, una risposta secca: per me non esiste al mondo nessuna penna che sia "giustificato" vendere a 1.000€ o di più. Nemmeno una. E con questo intendo dire che non ha senso, nella mia concezione, tempestare la penna di diamanti, a meno che sia un coltellino svizzero che incorpora - oltre alla penna - un tagliavetri in punta di diamante.

Detto questo, non vuol dire che - se vincessi la lotteria - non li spenderei quei soldi, perché potrebbe esserci una penna da 1.000€ o più che incontra così tanto i miei gusti estetici che potrei decidere di volermela permettere.

Altrettanto: se la penna ultralusso in questione è stata manufatta da un orafo che ha lavorato per mesi per creare bassorilievi sulla scocca in oro, trovo assolutamente corretto pagargli il lavoro.

In definitiva, penne così tanto costose/preziose, a mio parere, non possono più essere considerate davvero delle penne. Diventano alla stregua di gioielli ma escono dal reame del "giustificato" in termine di buon senso, entrano nel reame del "ciò che piace". Anche perché si arriva a un certo punto per cui la penna in sé, la parte scrivente, non può essere migliorata più di tanto, il resto diventa un "di più" che ha ben poco a che vedere con una penna, diventa un oggetto da collezione, investimento, di piacere personale e lì, ormai, si è dentro alla soggettività del ritenere se ne valga la pena o meno.

Metto sempre le virgolette a "giustificato" perché continuo a pensare che non servano giustificazioni né a chi vende né a chi compra. Quando si parla di beni voluttuari, le aziende - dal mio punto di vista - hanno ogni libertà di speculare (o provarci) come preferiscono. Se parlassimo di beni necessari, allora, troverei sensato parlare di giustificazione.
drstins8n
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Secondo voi il costo di una penna è giustificata dalla sua qualità?

Messaggio da drstins8n »

No: la prova è che una Pilot Custom 823 costa 150-170 euro su amz jap mentre in Italia viene 350 euro. Stessa penna, stessa fabbrica, stesso pennino. Non sono di qualità diversa ma una costa il doppio ergo il prezzo di una delle due non è giustificato dalla qualità della penna ma dal terzista e dalle tasse.
rrfreak63
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Secondo voi il costo di una penna è giustificata dalla sua qualità?

Messaggio da rrfreak63 »

apro parentesi
ma se la ordini in Giappone e te la fai consegnare in Italia il prezzo è oberato da tasse ed IVA, per cui comparare i prezzi è un puro esercizio di 'masochismo', a mio parere.
chiusa parentesi
Se non si va, non si vede
Marco
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