Un JoWo in acciaio #6
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In realtà il mercato oggi chiede appunto pennini che scrivono bene e siano un po' rigidi, perchè l'abitudine ad usare la biro e quindi a calcare molto di più che in passato. Quindi le case alla Jowo di turno chiedono un pennino così.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46
E' una opinione legittima e anche se sono in disaccordo, cercherò di non andare avanti ad arrampicarmi o a fare il falegname, così come gentilmente suggerito e mi ritiro dal thread.![]()
Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Grazie!Phormula ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 17:01
In realtà il mercato oggi chiede appunto pennini che scrivono bene e siano un po' rigidi, perchè l'abitudine ad usare la biro e quindi a calcare molto di più che in passato. Quindi le case alla Jowo di turno chiedono un pennino così.
Non ti preoccupare, la falegnameria mentale fa parte del DNA degli appassionati.
facile, trattasi di sineddochepiccardi ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 20:56 La cosa che mi lascia sempre alquanto perplesso in queste discussioni se il pennino sia meglio farselo in casa o fuori, è che tutti si concentrano sul pennino, dando come per scontato che la qualità di scrittura dipenda da lui, e si dimenticano che altrettanto, se non di più, dipende dall'alimentatore.
Simone
Già, però peccato che ci siano i produttori che il pennino lo comprano da Boch, Jowo, Schmidt (o meno noti produttori indiani e cinesi) e però l'alimentatore se lo fanno in casa.
Il punto è assolutamente corretto: ci siamo arrovellati per decine di post se i produttori comprassero dei pennini tutti uguali dai vari JoWo e Bock ecc. o se fossero fatti su specifiche. In realtà basterebbe guardare l'alimentatore - che è più facile da giudicare: se è uguale identico a quello della penna del competitor è ragionevole pensare che anche il pennino lo sia (altrimenti sarebbe una fatica in parte sprecata). E viceversa.piccardi ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 21:40Già, però peccato che ci siano i produttori che il pennino lo comprano da Boch, Jowo, Schmidt (o meno noti produttori indiani e cinesi) e però l'alimentatore se lo fanno in casa.
Simone
PS mi risulta inoltre che anche chi se li fa in casa i pennini comunque abbia linee di approvvigionamento esterne
Ed è questo il punto che faccio difficoltà a capire, o forse non riesco a esprimere il mio pensiero al riguardo. Da appassionato vero della stilografica mi piace comprarle non per guardarmele ma per usarle, quindi desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura. A me non piace avere penne uguali o simili, e da "non" collezionista tendo a non avere due penne uguali ma di colori diversi, a differenza di una miriade di collezionisti mono-marca che però aborrono l'uso di penne con pennini OEM perché scrivono tutte uguali. Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46 Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Io mi sono appassionato molto a questa discussione ed ho probabilmente scritto troppi post, perchè il pennino (ed il sistema di caricamento) sono da sempre stati le due cose che mi attraggono di più in una penna. Il pennino parlava al cuore e il sistema di caricamento alla testa. Sono 25 anni che è così. Quando ho trovato sul forum un thread che parlava di questo (della parte relativa al pennino) è stato molto interessante.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00Ed è questo il punto che faccio difficoltà a capire, o forse non riesco a esprimere il mio pensiero al riguardo. Da appassionato vero della stilografica mi piace comprarle non per guardarmele ma per usarle, quindi desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura. A me non piace avere penne uguali o simili, e da "non" collezionista tendo a non avere due penne uguali ma di colori diversi, a differenza di una miriade di collezionisti mono-marca che però aborrono l'uso di penne con pennini OEM perché scrivono tutte uguali. Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46 Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Scusami ma trovo molto bizzarro il fatto che molti lamentino di non voler comprare due penne diverse perché hanno lo stesso pennino Bock e poi non hanno remore a comprare una Optima, una Aurora 88 Big e una Talentum benchè abbiano lo stesso identico e preciso gruppo di scrittura (incluso l'alimentatore). E comunque come faceva notare Simone, benché molti produttori di penne usino pennini OEM in molti casi l'alimentatore è fatto in house e questo caratterizza pesantemente il modo di scrivere di una penna. A me sembra che ci sia un po' classismo stilografico.![]()
Beh, qualcuna più che una decina: solo Pilot fa almeno quattro gruppi scrittura totalmente diversi, Aurora credo 3 (2 in oro, uno in acciaio). Tra varie configurazioni, comprese le differenze date dal tipo di metallo e dall'alimentatore, secondo me superiamo la trentina.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.
Ma no, che c'entra il classismo...francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 Scusami ma trovo molto bizzarro il fatto che molti lamentino di non voler comprare due penne diverse perché hanno lo stesso pennino Bock e poi non hanno remore a comprare una Optima, una Aurora 88 Big e una Talentum benchè abbiano lo stesso identico e preciso gruppo di scrittura (incluso l'alimentatore). E comunque come faceva notare Simone, benché molti produttori di penne usino pennini OEM in molti casi l'alimentatore è fatto in house e questo caratterizza pesantemente il modo di scrivere di una penna. A me sembra che ci sia un po' classismo stilografico.![]()
Il che rispecchia esattamente il mio pensiero:Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 Ma no, che c'entra il classismo...
E' però vero che quel gruppo lo monta solo Aurora su tre delle sue penne, e uno dei tre modelli è a cartuccia/converter; se a uno piace, fa bene a prenderne diversi, in varie combinazioni (io ne ho solo uno, sulla Talentum).
Io ho la 88Big in tre differenti declinazioni, di cui due con identico gruppo scrittura, la Optima e la Talentum a conferma di quanto scrivo sopra.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 [...] desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura [...]
innegabilmente vero, ma qui si entra in un altro discorso: non prendi una specifica penna con il solito pennino Bock perché costa troppo per quel che offre. Io per lo stesso motivo non comprerei tante altre penne anche con gruppi scrittura realizzati in house perché gli fanno un bel vestitino, un esempio ? La Aurora 88 standard, stesso gruppo scrittura della Ipsilon Deluxe, stesso sistema di caricamento, stesso materiale ma costa 3 volte tanto.Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 I Bock vengono usati da una ventina di fabbricanti. Ora, per come la vedo io, tolte le scolastiche con cui non mi faccio certo problemi, se spendo devo avere qualcosa in più; non mi basta che si monti un gruppo Bock (o Jowo, o quello che si vuole), si faccia un vestitino e si piazzi un prezzo di 150 euro.
Condivido che Leonardo sia un ottimo esempio, se non il migliore, ma in generale tutti i nostri marchi che non si fanno pennini trovo che siano mediamente bravi a creare prodotti interessanti.Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 Ecco che lì entra il valore e la capacità del produttore. Leonardo, secondo me, sta facendo un ottimo lavoro (alimentatori in-house, materiali differenti, pistoni veri ad alta capienza), e quindi sono loro con il loro saperci fare a creare il motivo e indurre l'acquisto. Da notare che, materiali diversi a parte, ben due novità in pochissimo tempo (pistone e alimentatore) sono strettamente connesse all'uso e non all'estetica.