Un JoWo in acciaio #6
Mostra Scambio - Pen Show - di Bologna
29 novembre 2025 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Pennini prodotti in casa o presi da un produttore specializzato?
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Pennini prodotti in casa o presi da un produttore specializzato?
In realtà il mercato oggi chiede appunto pennini che scrivono bene e siano un po' rigidi, perchè l'abitudine ad usare la biro e quindi a calcare molto di più che in passato. Quindi le case alla Jowo di turno chiedono un pennino così.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46
E' una opinione legittima e anche se sono in disaccordo, cercherò di non andare avanti ad arrampicarmi o a fare il falegname, così come gentilmente suggerito e mi ritiro dal thread.![]()
Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Non ti preoccupare, la falegnameria mentale fa parte del DNA degli appassionati.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Grazie!Phormula ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 17:01
In realtà il mercato oggi chiede appunto pennini che scrivono bene e siano un po' rigidi, perchè l'abitudine ad usare la biro e quindi a calcare molto di più che in passato. Quindi le case alla Jowo di turno chiedono un pennino così.
Non ti preoccupare, la falegnameria mentale fa parte del DNA degli appassionati.
Trovo la tua considerazione illuminante. E come le biro son tutte pressappoco simili, anche per le stilo c'è una legittima aspettativa di uniformità.
Per quanto sconfortante, è commercialmente sensato e giustificabile: in fondo non si producono stilo (solo) per la gloria ma per far soldi
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La cosa che mi lascia sempre alquanto perplesso in queste discussioni se il pennino sia meglio farselo in casa o fuori, è che tutti si concentrano sul pennino, dando come per scontato che la qualità di scrittura dipenda da lui, e si dimenticano che altrettanto, se non di più, dipende dall'alimentatore.
Simone
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facile, trattasi di sineddochepiccardi ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 20:56 La cosa che mi lascia sempre alquanto perplesso in queste discussioni se il pennino sia meglio farselo in casa o fuori, è che tutti si concentrano sul pennino, dando come per scontato che la qualità di scrittura dipenda da lui, e si dimenticano che altrettanto, se non di più, dipende dall'alimentatore.
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Già, però peccato che ci siano i produttori che il pennino lo comprano da Boch, Jowo, Schmidt (o meno noti produttori indiani e cinesi) e però l'alimentatore se lo fanno in casa.
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PS mi risulta inoltre che anche chi se li fa in casa i pennini comunque abbia linee di approvvigionamento esterne
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Il punto è assolutamente corretto: ci siamo arrovellati per decine di post se i produttori comprassero dei pennini tutti uguali dai vari JoWo e Bock ecc. o se fossero fatti su specifiche. In realtà basterebbe guardare l'alimentatore - che è più facile da giudicare: se è uguale identico a quello della penna del competitor è ragionevole pensare che anche il pennino lo sia (altrimenti sarebbe una fatica in parte sprecata). E viceversa.piccardi ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 21:40Già, però peccato che ci siano i produttori che il pennino lo comprano da Boch, Jowo, Schmidt (o meno noti produttori indiani e cinesi) e però l'alimentatore se lo fanno in casa.
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PS mi risulta inoltre che anche chi se li fa in casa i pennini comunque abbia linee di approvvigionamento esterne
(E' un ragionamento che fila?)
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In effetti già tempo fa espressi la mia idea a riguardo, credo che in molti casi la causa per cui i gruppi scrittura Bock non vadano è l'alimentatore. La prova è, almeno sulle Leonardo, che i pennini in oro soffrono meno problemi perché vengono utilizzati alimentatori in ebanite fatti in house.
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Ed è questo il punto che faccio difficoltà a capire, o forse non riesco a esprimere il mio pensiero al riguardo. Da appassionato vero della stilografica mi piace comprarle non per guardarmele ma per usarle, quindi desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura. A me non piace avere penne uguali o simili, e da "non" collezionista tendo a non avere due penne uguali ma di colori diversi, a differenza di una miriade di collezionisti mono-marca che però aborrono l'uso di penne con pennini OEM perché scrivono tutte uguali. Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46 Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Scusami ma trovo molto bizzarro il fatto che molti lamentino di non voler comprare due penne diverse perché hanno lo stesso pennino Bock e poi non hanno remore a comprare una Optima, una Aurora 88 Big e una Talentum benchè abbiano lo stesso identico e preciso gruppo di scrittura (incluso l'alimentatore). E comunque come faceva notare Simone, benché molti produttori di penne usino pennini OEM in molti casi l'alimentatore è fatto in house e questo caratterizza pesantemente il modo di scrivere di una penna. A me sembra che ci sia un po' classismo stilografico.
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Io mi sono appassionato molto a questa discussione ed ho probabilmente scritto troppi post, perchè il pennino (ed il sistema di caricamento) sono da sempre stati le due cose che mi attraggono di più in una penna. Il pennino parlava al cuore e il sistema di caricamento alla testa. Sono 25 anni che è così. Quando ho trovato sul forum un thread che parlava di questo (della parte relativa al pennino) è stato molto interessante.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00Ed è questo il punto che faccio difficoltà a capire, o forse non riesco a esprimere il mio pensiero al riguardo. Da appassionato vero della stilografica mi piace comprarle non per guardarmele ma per usarle, quindi desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura. A me non piace avere penne uguali o simili, e da "non" collezionista tendo a non avere due penne uguali ma di colori diversi, a differenza di una miriade di collezionisti mono-marca che però aborrono l'uso di penne con pennini OEM perché scrivono tutte uguali. Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.maylota ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 15:46 Però se ci fate caso, nelle recensioni delle penne quando c'è l'onnipresente Jowo in acciaio, in molti non ci perdono più molto tempo in considerazioni che vadano oltre il fatto che scrive bene ma è un po' rigido. Quindi al di là di specifiche ed altri fattori, è possibile ammettere che in fondo scrivono tutti uguali. Poi questo a qualcuno piace, ad altri meno. Ci sta.
Scusami ma trovo molto bizzarro il fatto che molti lamentino di non voler comprare due penne diverse perché hanno lo stesso pennino Bock e poi non hanno remore a comprare una Optima, una Aurora 88 Big e una Talentum benchè abbiano lo stesso identico e preciso gruppo di scrittura (incluso l'alimentatore). E comunque come faceva notare Simone, benché molti produttori di penne usino pennini OEM in molti casi l'alimentatore è fatto in house e questo caratterizza pesantemente il modo di scrivere di una penna. A me sembra che ci sia un po' classismo stilografico.![]()
Capisco perfettamente quello che tu mi dici e anche quello che tutti gli altri hanno scritto. Il fatto che "il pennino proprietario" possa essere poco più di una fisima, come il meccanismo degli orologi mi ha fatto riflettere. Il punto di Simone che più che di pennino dovremmo parlare di gruppo scrittura (pennino più alimentatore) è tanto semplice quanto corretto, quello che dice Phormula, ossia che i pennini tendono ad avere caratteristiche sempre più simili per motivi di mercato a prescindere di come uno se li produce è logico ed il tuo argomento sull'inutilità di un approccio talebano all'unicità del pennino, che porterebbe a collezionare "un tipo per", talmente sensato che è impossibile non essere d'accordo.
Ti confesso che tutte le volte che vedo una penna-novità con un bel colore e un pennino che alla fin fine è lo stesso identico che ho già su dieci altre penne e il massimo che posso fare per variare un po' è prenderne la versione stub 1.4 o la simil flex (sempre che ci sia), mi viene un po' di tristezza. Non è "snobismo stilografico", ma una voglia di provare e sperimentare cose nuove che il mercato attuale soddisfa solo in parte.
Fin qui la teoria, poi in pratica se vieni a frugare nei miei cassetti trovi l'hit parade completa delle penne in commercio che io (a parole) dico di non amare per via del pennino. Oltre al fatto che poi le consiglio anche agli amici, perchè al di là della teoria e di quante penne hai nei cassetti, l'unica cosa che conta è come scrive l'ultima penna che hai inchiostrata in quel momento.
Comunque, oltre a predicare male e razzolare bene, sono anche abbastanza attempato per poter cambiare idea senza sentirmi troppo in colpa. E forse quel che ho imparato da questo thread mi farà apprezzare di più la prossima penna (che peraltro ho pre-ordinato pochi giorni fa) che ovviamente non ha un pennino in-house.
Resto del parere che un po' più di diversity nel mondo penninesco contemporaneo non farebbe male. Per tutto il resto, ci sono le "vecchiette"
Grazie Ciao
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Beh, qualcuna più che una decina: solo Pilot fa almeno quattro gruppi scrittura totalmente diversi, Aurora credo 3 (2 in oro, uno in acciaio). Tra varie configurazioni, comprese le differenze date dal tipo di metallo e dall'alimentatore, secondo me superiamo la trentina.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 Stando a quanto leggo sopra (e correggimi se leggo male) se guardiamo unicamente il pennino non sarebbe bello avere più di una decina di penne, una per ogni produttore di pennini.
Ma no, che c'entra il classismo...francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 Scusami ma trovo molto bizzarro il fatto che molti lamentino di non voler comprare due penne diverse perché hanno lo stesso pennino Bock e poi non hanno remore a comprare una Optima, una Aurora 88 Big e una Talentum benchè abbiano lo stesso identico e preciso gruppo di scrittura (incluso l'alimentatore). E comunque come faceva notare Simone, benché molti produttori di penne usino pennini OEM in molti casi l'alimentatore è fatto in house e questo caratterizza pesantemente il modo di scrivere di una penna. A me sembra che ci sia un po' classismo stilografico.![]()
E' però vero che quel gruppo lo monta solo Aurora su tre delle sue penne, e uno dei tre modelli è a cartuccia/converter; se a uno piace, fa bene a prenderne diversi, in varie combinazioni (io ne ho solo uno, sulla Talentum). I Bock vengono usati da una ventina di fabbricanti. Ora, per come la vedo io, tolte le scolastiche con cui non mi faccio certo problemi, se spendo devo avere qualcosa in più; non mi basta che si monti un gruppo Bock (o Jowo, o quello che si vuole), si faccia un vestitino e si piazzi un prezzo di 150 euro. Ecco che lì entra il valore e la capacità del produttore. Leonardo, secondo me, sta facendo un ottimo lavoro (alimentatori in-house, materiali differenti, pistoni veri ad alta capienza), e quindi sono loro con il loro saperci fare a creare il motivo e indurre l'acquisto. Da notare che, materiali diversi a parte, ben due novità in pochissimo tempo (pistone e alimentatore) sono strettamente connesse all'uso e non all'estetica.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Concordo con Piccardi.
Molti produttori scelgono la praticità e acquistano l'intero blocco pennino + alimentatore da un produttore esterno.
Pronto all'uso, al punto che spesso basta avvitarlo sulla sezione. Quelli più economici, pennino in acciaio e alimentatore in polipropilene hanno costi industriali bassissimi, anche meno di un Euro. Bastano pochi secondi per avvitarlo sulla penna ed è pronta.
Prodursi in casa l'alimentatore richiede investimenti meno onerosi rispetto al pennino, anche se il costo per singolo alimentatore può essere molto più alto rispetto ad acquistarlo fuori per la semplice ragione che se i volumi di produzione sono bassi, le attrezzature rischiano di restare ferme per gran parte del tempo. Secondo me è questo l'ostacolo maggiore, farsi in casa il pennino e l'alimentatore è sostenibile economicamente solo se i volumi di produzione lo giustificano (vedi Lamy, Pelikan e Schneider) o se il prezzo di vendita è tale da consentire di mantenere le attrezzature ferme.
Quel che sto osservando io è che ormai si è perso il concetto di alimentatore bilanciato sul pennino, sia che venga fatto in casa, sia che venga acquistato da fuori. Le esigenze di un pennino EF sono diverse da quelle di un BB, e nonostante questo ormai l'alimentatore sotto il pennino è lo stesso.
Molti produttori scelgono la praticità e acquistano l'intero blocco pennino + alimentatore da un produttore esterno.
Pronto all'uso, al punto che spesso basta avvitarlo sulla sezione. Quelli più economici, pennino in acciaio e alimentatore in polipropilene hanno costi industriali bassissimi, anche meno di un Euro. Bastano pochi secondi per avvitarlo sulla penna ed è pronta.
Prodursi in casa l'alimentatore richiede investimenti meno onerosi rispetto al pennino, anche se il costo per singolo alimentatore può essere molto più alto rispetto ad acquistarlo fuori per la semplice ragione che se i volumi di produzione sono bassi, le attrezzature rischiano di restare ferme per gran parte del tempo. Secondo me è questo l'ostacolo maggiore, farsi in casa il pennino e l'alimentatore è sostenibile economicamente solo se i volumi di produzione lo giustificano (vedi Lamy, Pelikan e Schneider) o se il prezzo di vendita è tale da consentire di mantenere le attrezzature ferme.
Quel che sto osservando io è che ormai si è perso il concetto di alimentatore bilanciato sul pennino, sia che venga fatto in casa, sia che venga acquistato da fuori. Le esigenze di un pennino EF sono diverse da quelle di un BB, e nonostante questo ormai l'alimentatore sotto il pennino è lo stesso.
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Il che rispecchia esattamente il mio pensiero:Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 Ma no, che c'entra il classismo...
E' però vero che quel gruppo lo monta solo Aurora su tre delle sue penne, e uno dei tre modelli è a cartuccia/converter; se a uno piace, fa bene a prenderne diversi, in varie combinazioni (io ne ho solo uno, sulla Talentum).
Io ho la 88Big in tre differenti declinazioni, di cui due con identico gruppo scrittura, la Optima e la Talentum a conferma di quanto scrivo sopra.francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 3 febbraio 2021, 23:00 [...] desidero che ogni penna abbia un carattere suo e distintivo, ma attenzione non solo nel modo in cui si comporta il pennino, bensì nel complesso come strumento di scrittura [...]
innegabilmente vero, ma qui si entra in un altro discorso: non prendi una specifica penna con il solito pennino Bock perché costa troppo per quel che offre. Io per lo stesso motivo non comprerei tante altre penne anche con gruppi scrittura realizzati in house perché gli fanno un bel vestitino, un esempio ? La Aurora 88 standard, stesso gruppo scrittura della Ipsilon Deluxe, stesso sistema di caricamento, stesso materiale ma costa 3 volte tanto.Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 I Bock vengono usati da una ventina di fabbricanti. Ora, per come la vedo io, tolte le scolastiche con cui non mi faccio certo problemi, se spendo devo avere qualcosa in più; non mi basta che si monti un gruppo Bock (o Jowo, o quello che si vuole), si faccia un vestitino e si piazzi un prezzo di 150 euro.
Vedi io uno dei marchi che trovo più noiosi è Pelikan (woooooo!), sulla serie Souveran non perdono neanche tempo a cambiare il vestitino, a mala pena cambiano il colore e un po' la taglia.
Condivido che Leonardo sia un ottimo esempio, se non il migliore, ma in generale tutti i nostri marchi che non si fanno pennini trovo che siano mediamente bravi a creare prodotti interessanti.Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 febbraio 2021, 1:25 Ecco che lì entra il valore e la capacità del produttore. Leonardo, secondo me, sta facendo un ottimo lavoro (alimentatori in-house, materiali differenti, pistoni veri ad alta capienza), e quindi sono loro con il loro saperci fare a creare il motivo e indurre l'acquisto. Da notare che, materiali diversi a parte, ben due novità in pochissimo tempo (pistone e alimentatore) sono strettamente connesse all'uso e non all'estetica.