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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)

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Roland
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Flex o non flex questo è ... elastico? (classico fuoritema da Delta intesa 2.0 pennini flex)

Messaggio da Roland »

Per ritornare al concetto di pubblicità ingannevole, ma quanti di voi che possedete pelikan di alto livello (Toledo o jubileo oro /argento) avete mai letto quello che c'è scritto nel librettino che fa da certificato di garanzia? Parlo per i modelli anni 80/90, la pelikan scriveva nero su bianco che i pennini montati su quelle stilografiche erano e qui dipende dalla lingua, in tedesco, italiano e spagnolo usano il termine elastico, in inglese flexible e in francese souple. La confusione regnava sovrana anche in Pelikan. :lol:
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Messaggio da sansenri »

maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 14:24
sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 14:09 I pennini rigidi sono diventati sempre più disponibili e utilizzati perché quasi nessuno, se non tra gli appassionati, scrive più a quel modo.
A ben vedere i "rigidi" sono quasi spariti anche quelli, perchè quasi nessuno scrive più decine di pagine al giorno e men che meno con la carta carbone. Mi vengono in mente solo alcuni modelli (la preppy, le scolastiche, la kakuno, alcune cinesi e in generale quelli "piccoli" per gli standard attuali) che definirei realmente "rigidi".

Tutto il resto, paragonato al panorama di 50 anni fa è una gradazione di più o meno "cedevole". A mio (personalissimo) parere anche il JoWo #6 standard che - se non altro per ragioni geometriche - se brutalizzato indegnamente cede e qualche variazione di tratto a ben vedere ce l'ha.

Per riassumere: credo che siamo di fronte ad una questione lessicale oltre che di performance.
generalizzavo, non intendevo i manifold :) intendevo pennini mediamente rigidi rispetto alla flessibilità che era discretamente normale sulle penne di oltre 60-70 anni fa...
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Messaggio da maylota »

sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 14:53 generalizzavo, non intendevo i manifold :) intendevo pennini mediamente rigidi rispetto alla flessibilità che era discretamente normale sulle penne di oltre 60-70 anni fa...
Ma anche i Triumph o i Parker della 51 non scherzavano. ;)
Era solo per dire che i tempi cambiano, il lessico pure e la sensuale e sfumata "morbidezza" va decisamente più di moda di questi tempi :D
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Messaggio da Enbi »

maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 15:01 Era solo per dire che i tempi cambiano, il lessico pure e la sensuale e sfumata "morbidezza" va decisamente più di moda di questi tempi :D
Effettivamente cerco spesso di capire cosa qualcuno intenda con "morbido", anche perché qualcuno usa il termine per indicare la sensazione della punta sulla carta senza alcuna connessione con la flessibilità, che confusione...
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Messaggio da sansenri »

maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 15:01
sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 14:53 generalizzavo, non intendevo i manifold :) intendevo pennini mediamente rigidi rispetto alla flessibilità che era discretamente normale sulle penne di oltre 60-70 anni fa...
Ma anche i Triumph o i Parker della 51 non scherzavano. ;)
Era solo per dire che i tempi cambiano, il lessico pure e la sensuale e sfumata "morbidezza" va decisamente più di moda di questi tempi :D
be', sì, generalizzando si lascia sempre fuori qualcosa... ovvio che i rigidi esistevano anche allora, c'erano anche i Duro delle CS, etc.
i morbidi e i flessibili di allora però si sono parecchio ridotti, oggi, e di questo molti appassionati si lamentano a ripetizione...
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Messaggio da maylota »

sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 17:23 i morbidi e i flessibili di allora però si sono parecchio ridotti, oggi, e di questo molti appassionati si lamentano a ripetizione...
"di allora" quando? Già nel dopoguerra (80 anni fa...) mi sembrano abbastanza una rarità negli USA, magari più diffusi da noi ma di certo non si era più negli anni d'oro.

Ma facciamo che ci documentiamo (io almeno) e apriamo una discussione "ad hoc" sul tema, che infognata in fondo a pagina 3 di un thread intitolato "Delta Intesa 2.0" non credo attiri l'attenzione di molti :D
Ultima modifica di maylota il giovedì 26 settembre 2024, 19:59, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da pbon »

sansenri ha scritto: martedì 24 settembre 2024, 21:56 mi arrendo, lasciamo stare cosa vuol dire flessibile, magari ci ritorniamo più avanti quando ti sarai reso conto del significato in ambito stilografico (visto che tutto il mio discorso era basato sul fatto che tu sostenevi scandalizzato che l'elastico non fosse flessibile, ed io cercavo di spiegarti che infatti è nato per non esserlo, per cui non ti puoi sorprendere se non lo sia).

Torniamo al senso che vuoi dargli tu, cioè che "non si piega".
Ma sai che su questo siamo quasi d'accordo?
Ne ho più d'uno di pennini elastici Jowo, e concordo, quelli in acciaio si piegano poco, quando li ho presi (usati, da una forumista) mi interessava il tratto (fine), non la pieghevolezza.
Quelli in oro si comportano meglio, si piegano di più, e danno nell'uso un molleggio piacevole che rende la scrittura più rilassante.
Fai bene ad arrenderti. Perchè io ho proposto alcune considerazioni circa il tipo di metallo (a mio parere è rigido non adatto all flessione, non è come un pennino acciaio prodotto da kanwrite), ho sospettato che il taglio centrale sul pennino lo rendesse fragile, ho anche modificato il pennino per vedere come rendeva e ho allungato il taglio al centro, ho notato pertanto quali sono i limiti. Nessuna delle mie considerzioni è stata presa in esame, invece ho letto cose tipo "siccome il marketing usa elastico allora è elastico e non flessibile". ma che discorso è?

Se il marketing ti dice una cosa allora è vera?

Oltre questo ho proposto l'idea che questo sia marketing al limite della "pubblicità ingannevole", bada bene è al limite, ci va veramente vicino. Ed inoltre ho detto che secondo me jowo si spara sui piedi con queste manovre, fallisce nel comunicare, il suo marketing è veramente ai limiti.

Quindi cosa tra le questioni che ho sollevato è stato preso in considerazione? Risposta: niente, mi è stato detto che devo "capire" che "elastico è una categoria nuova"... Ma che discorsi sono? non è una categoria nuova non c'è nulla di elastico in questo pennino. nulla. zero. Il pennino tra l'altro ce l'ho, l'ho provato e so come funziona, cosa devo capire dopo che ho provato un pennino? Li ho notati i limiti, ho anche notato i pregi se per questo. Ma niente di quello che dico io passa, invece quello che dice il marketing e specialmente il termine "elastico" per qualche motivo pare passare molto bene, forse dovrei ricredermi e ammettere che questo nome ha avuto successo, magari jowo non ha sbagliato con la loro retorica da maghetto.
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maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 19:41 Ma facciamo che ci documentiamo (io almeno) e apriamo una discussione "ad hoc" sul tema, che infognata in fondo a pagina 3 di un thread intitolato "Delta Intesa 2.0" non credo attiri l'attenzione di molti :D
Più che non attirare l'attenzione possiamo dire che non c'entra una beata ...?

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Enbi ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 15:27
maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 15:01 Era solo per dire che i tempi cambiano, il lessico pure e la sensuale e sfumata "morbidezza" va decisamente più di moda di questi tempi :D
Effettivamente cerco spesso di capire cosa qualcuno intenda con "morbido", anche perché qualcuno usa il termine per indicare la sensazione della punta sulla carta senza alcuna connessione con la flessibilità, che confusione...

Sono definizioni per lo più "condivise" ma che non sono riconosciute come standard, e quindi sfumate, anche perché una cosa è dire flessibile, e una cosa è misurare quanto flessibile, e quindi le opinioni in merito a come definire "quanto flessibile" rimangono vaghe.
Posto che "flessibile" significa che quando scrivi, applicando una certa pressione, i rebbi si allargano, e quindi si produce una variazione di tratto, sono stati fatti dei tentativi di misurare l'apertura dei rebbi in funzione della pressione.
Non credo si sia mai arrivati a una conclusione sul "quanto" accettata da tutti, però definizioni come demi-flex (o semi-flex), flex, e wet noodle sono diffuse e comprese dai più, come semi-flessibile, flessibile e molto flessibile (in genere le si abbraccia/comprende avendo provato dei pennini con quel comportamento).

"Meno flessibile di semi-flex" è dai più considerato come non degno di essere definito "un qualsiasi grado di flex" e per cui lo si chiama spesso "morbido".

Il rebbi lunghi di Aurora è dai più considerato "morbido" (alcuni produttori, per pennini che hanno un davvero minimo grado di flex, usano proprio il termine soft), non è flex e nemmeno semi-flex, tuttavia produce una leggera variazione di tratto (ossia in realtà i rebbi un poco li apre mentre scrive per cui ricade nella categoria dei flex, pur essendo un "poco-flex"...).
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Messaggio da edis »

pbon ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 19:47 Il pennino tra l'altro ce l'ho, l'ho provato e so come funziona, cosa devo capire dopo che ho provato un pennino? Li ho notati i limiti, ho anche notato i pregi se per questo. Ma niente di quello che dico io passa, invece quello che dice il marketing e specialmente il termine "elastico" per qualche motivo pare passare molto bene, forse dovrei ricredermi e ammettere che questo nome ha avuto successo, magari jowo non ha sbagliato con la loro retorica da maghetto.
Hai provato anche la versione in oro, o solo acciaio?
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Messaggio da Enbi »

sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 22:24 Il rebbi lunghi di Aurora è dai più considerato "morbido" (alcuni produttori, per pennini che hanno un davvero minimo grado di flex, usano proprio il termine soft), non è flex e nemmeno semi-flex, tuttavia produce una leggera variazione di tratto (ossia in realtà i rebbi un poco li apre mentre scrive per cui ricade nella categoria dei flex, pur essendo un "poco-flex"...).
Proprio sulla questione del "soft" noto una cosa: il termine è molto usato in modo ufficiale (cioè con marchiatura sul pennino) da parte dei produttori giapponesi (escluso Sailor, che sembra non sappia cosa siano i pennini soft e flex).
Platinum è un discorso particolare perché hanno solo un pennino marchiato come "soft", il 14k della Century.
Pilot ha invece pennini anche molto diversi tra loro che ripotano la dicitura "soft": ci sono quelli della serie Custom (SF, SFM, SM), quelli della Elabo (SE, SF, SM, SB), ci metterei anche quello della Justus 95 perché, pur non essendo il pennino marchiato come "soft" nei materiali pubblicitari e nelle informazioni di Pilot sul sito ufficiale il pennino viene indicato come soft (ricordo poi la questione della ghiera con le posizioni H ed F, dove F sta appunto per soft). Ora, si tratta di pennini diversi nel comportamento: i pennini soft della serie Custom e, in misura un po' minore, quello della Justus sono "morbidi" secondo la definizione da te data, forse il numero 5 della Custom è quasi semiflessibile, mentre quello della Elabo quasi non apre le punte, ma è molto elastico tanto da dare una certa variazione di tratto.
Se gli stessi produttori non sono coerenti nell'uso dei termini e li applicano in modo un po' approssimativo, figurati gli appassionati che non li costruiscono i pennini :D
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Per tagliare la testa al toro si dovrebbe scegliere una serie (non troppo pochi ma neanche così tanti che ogni pennino farebbe storia a sé) di pennini vintage /moderni campione per costruire una scala che va dal wet noodle fino al chiodo per classificare i vari gradi di flessibilità e assegnare a ogni pennino esistente vintage o moderno un suo grado di flessibilità. Così come esistono diverse scale per misurare i sismi, potremmo avere la scala di flessibilità di fountain pen. it, la scala di flessibilità di fountain pen network etc... E così avremmo delle misure standardizzate. Meglio di niente no?
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Enbi ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 23:18
sansenri ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 22:24 Il rebbi lunghi di Aurora è dai più considerato "morbido" (alcuni produttori, per pennini che hanno un davvero minimo grado di flex, usano proprio il termine soft), non è flex e nemmeno semi-flex, tuttavia produce una leggera variazione di tratto (ossia in realtà i rebbi un poco li apre mentre scrive per cui ricade nella categoria dei flex, pur essendo un "poco-flex"...).
Proprio sulla questione del "soft" noto una cosa: il termine è molto usato in modo ufficiale (cioè con marchiatura sul pennino) da parte dei produttori giapponesi (escluso Sailor, che sembra non sappia cosa siano i pennini soft e flex).
Platinum è un discorso particolare perché hanno solo un pennino marchiato come "soft", il 14k della Century.
Pilot ha invece pennini anche molto diversi tra loro che ripotano la dicitura "soft": ci sono quelli della serie Custom (SF, SFM, SM), quelli della Elabo (SE, SF, SM, SB), ci metterei anche quello della Justus 95 perché, pur non essendo il pennino marchiato come "soft" nei materiali pubblicitari e nelle informazioni di Pilot sul sito ufficiale il pennino viene indicato come soft (ricordo poi la questione della ghiera con le posizioni H ed F, dove F sta appunto per soft). Ora, si tratta di pennini diversi nel comportamento: i pennini soft della serie Custom e, in misura un po' minore, quello della Justus sono "morbidi" secondo la definizione da te data, forse il numero 5 della Custom è quasi semiflessibile, mentre quello della Elabo quasi non apre le punte, ma è molto elastico tanto da dare una certa variazione di tratto.
Se gli stessi produttori non sono coerenti nell'uso dei termini e li applicano in modo un po' approssimativo, figurati gli appassionati che non li costruiscono i pennini :D
l'ho già detto, un conto è dire flessibile, un conto è dire quanto flessibile (ossia non è che tutti i pennini flessibili siano uguali o tutti i pennini morbidi siano uguali, anzi).
Una definizione di questo tipo abbraccia vari livelli di "flessibile" con tutte le sfumature intermedie, è ovvio che ogni produttore gli dà il grado di significato che vuole.
(è come dire Jazz e Rock, la differenza è chiara ai più, ma che contenga una infinità di cose diverse è chiaro anche).
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piccardi ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 21:38
maylota ha scritto: giovedì 26 settembre 2024, 19:41 Ma facciamo che ci documentiamo (io almeno) e apriamo una discussione "ad hoc" sul tema, che infognata in fondo a pagina 3 di un thread intitolato "Delta Intesa 2.0" non credo attiri l'attenzione di molti :D
Più che non attirare l'attenzione possiamo dire che non c'entra una beata ...?

Simone
perdona Simone, lo vedo anch'io che il discorso si è allargato, però dato che il PO aveva chiesto informazioni riguardo Delta Intesa 2.0 pennini flex, e dato che tali pennini sono i Jowo elastico, si stava tentando di spiegare che la denominazione flex di tali pennini è perlomeno fuorviante, ed è difficile spiegarlo se non si inquadra prima che vuol dire flex e che vuol dire elastico...
mi sta benissimo spostare questa discussione altrove, dandogli un significato di premessa, tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, non mi è parso di andare particolarmente fuori tema.
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Roland ha scritto: venerdì 27 settembre 2024, 0:15 Per tagliare la testa al toro si dovrebbe scegliere una serie (non troppo pochi ma neanche così tanti che ogni pennino farebbe storia a sé) di pennini vintage /moderni campione per costruire una scala che va dal wet noodle fino al chiodo per classificare i vari gradi di flessibilità e assegnare a ogni pennino esistente vintage o moderno un suo grado di flessibilità. Così come esistono diverse scale per misurare i sismi, potremmo avere la scala di flessibilità di fountain pen. it, la scala di flessibilità di fountain pen network etc... E così avremmo delle misure standardizzate. Meglio di niente no?
è già stato fatto, vi sono alcune persone (cerca anche su FPN) che hanno proposto dei sistemi di misura pressione sul pennino / misura della aperura dei rebbi.
Non è del tutto banale farlo in modo riproducibile. In ogni modo al momento non è stato riconosciuto alcun sistema come un valido standard da adottare.

In merito penso sia molto utile leggere questo
viewtopic.php?t=24194
dato che il buon Fufluns si è dato molto da fare per dipanare la questione.
Faccio notare che anche lui metteva l'accento sulla differenza tra dire "flessibile" e andare poi a vedere "quanto flessibile".
Inoltre aggiunge un aspetto importante, ossia il "cosa ci si deve fare" con quel pennino flessibile.

Mi preme anche citare una sua frase "il metodo dell’Indice di rigidezza si fonda sull’idea (secondo me corretta) che un pennino é tanto più flessibile quanta meno forza richiede per separarne le ali (o rebbi)" che conferma l'assioma, che un pennino è definito flessibile se apre i rebbi.
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