ASTROLUX ha scritto: ↑giovedì 8 agosto 2024, 16:14
Simy ha scritto: ↑giovedì 8 agosto 2024, 15:51
E non comprendere il valore di una penna, a mio parere, non è un difetto, non è una sua mancanza, è una tua passione
Ma vedi il problema sta che, non si comprenda il valore della penna. Ma che molta gente ti giudica male perché hai speso dei soldi per una stupida penna, quando potevi andare a farti una giornata alle terme o farti una bella dose di botulino.
Ho compreso il problema. Qui, però, si stava ponendo una critica uguale su tatuaggi e comestici.
Nessun ha il dovere di conoscere il valore di una penna
Nessuno ha il dovere di conosce il valore di un tatuaggio o uno shampoo di marca
Chi giudica, in genere, ha più problemi con sé stesso che con gli altri
Se c'è la confidenza e il rapporto, allora, se ne può anche parlare. Se questa confidenza e rapporto non c'è, allora, non ha molto senso dare peso alle critiche
E le critiche colpiscono dove c'è un punto da colpire: chi è sereno con le proprie scelte, non si sente sfiorato dai giudizi. Può scegliere di dare una risposta o non darla a seconda - appunto - se c'è confidenza e il rapporto per farlo, altrimenti le si può ignorare
@Rodelinda ha sollevato un discorso relativo al caso specifico di una sua conoscente e - se c'è spazio e voglia - si può affrontare il discorso relativo alle priorità personali, perché, da come è stata raccontata la situazione, questa sua conoscente è chiaro che non abbia chiare queste sfumature
Io ritengo, tuttavia, che parlare di valore di pennini in oro sia inutile, perché è un discorso completamente personale. Spendere 400 euro per una penna con inserti e pennino in oro non è né più né meno intelligente di spenderli per dello shampoo. E' esattamente la stessa cosa, perché il valore è dato dalla persona che li spende, non dall'oggetto in sé. Il discorso sulla rivendibilità è tempo perso: chi, davvero, in questa community, acquista penne soltanto avendo in mente la convenienza della rivendibilità? E' solo un'opzione in più che non aumenta né diminuisce il senso dell'acquisto.
E, personalmente, ritengo che non ci sia il dovere da parte di nessuno di giustificare a qualcun altro come spende i propri soldi a meno che queste spese impattino su un bilancio di famiglia con cui anche altri devono potersi sostentare
sansenri ha scritto: ↑giovedì 8 agosto 2024, 16:29
è certamente questione di priorità.
Conosco anch'io gente che fa i debiti per andare in vacanza, ma alle vacanze non rinuncia ("ma devi per forza andare in Tibet?..." "eh, sì, tutti gli altri posti son già stato...")
Ricordo quand'ero bambino che finite le scuole andavo tre mesi al mare nella casa del nonno, in cui ci stringevamo con i miei cugini (eravamo 8 ragazzini/e, c'erano letti dappertutto!). A memoria, mai vacanze furono più belle.
Questo è un discorso nostalgico che - ammetto - non mi appartiene e, permettimi, te lo dico bonariamente, anche un poco paternalistico
Quando si diventa adulti è normale che cambino esigenze e priorità, altrimenti, nessuno impedisce, a 20 anni, 30, 40 di provare a fare ancora vacanze così. Se non le si fa è perché, probabilmente, sono cambiate le priorità, cosa assolutamente naturale
Da bambini si è adattabili, si è più legati alla famiglia da cui si viene, invece di quella che ci si costruisce dopo, si hanno meno esigenze, si ha meno indipendenza, ci si affida a quello che i parenti vogliono per noi, la sola preoccupazione è cosa giocare oggi, i compiti delle vacanze e protestare quando viene imposto di andare a dormire non troppo tardi anche se è vacanza. E' piuttosto ovvio che - per tanti - le vacanze d'infanzia siano le più allegre e spensierate. E' un po' come sparare sulla croce rossa, citarle
Non vuol dire che finanziarsi una vacanza in Tibet abbia meno valore, che sia emotivo, culturale o nel ricordo che lascia
Se qualcuno non li ha tutti in una volta, per finanziarsi la vacanza in Tibet, si prende un finanziamento, poi lo ripaga senza problemi, davvero, non vedo perché mai starebbe sbagliando