Onciale
Inviato: martedì 14 maggio 2013, 20:21
Caro Massimo, per rispondere compiutamente occorrerebbero pagine. Vediamo però se riesco a darti qualche sintetica indicazione.
Il prof. Anderson (eminente paleografo) sostiene che se ha imparato una cosa dai suoi studi è che le grafie onciale e insulare, malgrado la loro natura decisamente formale, si presentano in realtà in numerose varianti interpretative che ci tramandano i gusti e le personalità dei singoli scriba.
Ciò premesso, le risposte:
- l’onciale si può scrivere con il pennino angolato a 30° o a 0: la forma più usuale (e di più facile realizzazione, almeno per me) è la prima;
- per questi tipi di grafie, vista la ridotta angolazione suddetta, il pennino ideale è quello con la punta tagliata obliqua a destra (tipo Brause Bandzug) ma nulla vieta di usare uno square-cut normale. L’elasticità è importante solo in relazione alla “pesantezza” della mano (i Brause, più rigidi, facilitano le cose ad una mano che tende a premere, come la mia, rispetto ai più flessibili Mitchell) in quanto nei pennini square cut è la posizione che modifica lo spessore del tratto e non l’aprirsi dei rebbi;
- a parte che personalmente preferisco l’onciale i cui tratti verticali finiscono tronchi in basso, le grazie a punta che mostra il tuo modello calligrafico si possono ottenere in due modi: o ruotando il pennino o, una volta giunti alla fine della parte larga del tratto, premendo un po’ sul pennino in modo di rilasciare un po’ di inchiostro in quel punto per poi “tirarlo” nella direzione voluta con lo spigolo sinistro del pennino stesso. Tieni comunque presente che di grazie si tratta e non di un progressivo affinamento del tratto: se infatti osservi bene il modello vedrai che il tratto si mantiene costante (e verticale) fino alla linea di base per finire poi con una breve punta triangolare piegata a sinistra;
- Se usi il pennino angolato a 0 e vuoi fare tratti verticali sottili devi per forza ruotare il pennino.
Spero di esserti stato in qualche modo utile: se qualche cosa non ti è chiara chiedi pure, se conosco le risposte non ci sono problemi.
Il prof. Anderson (eminente paleografo) sostiene che se ha imparato una cosa dai suoi studi è che le grafie onciale e insulare, malgrado la loro natura decisamente formale, si presentano in realtà in numerose varianti interpretative che ci tramandano i gusti e le personalità dei singoli scriba.
Ciò premesso, le risposte:
- l’onciale si può scrivere con il pennino angolato a 30° o a 0: la forma più usuale (e di più facile realizzazione, almeno per me) è la prima;
- per questi tipi di grafie, vista la ridotta angolazione suddetta, il pennino ideale è quello con la punta tagliata obliqua a destra (tipo Brause Bandzug) ma nulla vieta di usare uno square-cut normale. L’elasticità è importante solo in relazione alla “pesantezza” della mano (i Brause, più rigidi, facilitano le cose ad una mano che tende a premere, come la mia, rispetto ai più flessibili Mitchell) in quanto nei pennini square cut è la posizione che modifica lo spessore del tratto e non l’aprirsi dei rebbi;
- a parte che personalmente preferisco l’onciale i cui tratti verticali finiscono tronchi in basso, le grazie a punta che mostra il tuo modello calligrafico si possono ottenere in due modi: o ruotando il pennino o, una volta giunti alla fine della parte larga del tratto, premendo un po’ sul pennino in modo di rilasciare un po’ di inchiostro in quel punto per poi “tirarlo” nella direzione voluta con lo spigolo sinistro del pennino stesso. Tieni comunque presente che di grazie si tratta e non di un progressivo affinamento del tratto: se infatti osservi bene il modello vedrai che il tratto si mantiene costante (e verticale) fino alla linea di base per finire poi con una breve punta triangolare piegata a sinistra;
- Se usi il pennino angolato a 0 e vuoi fare tratti verticali sottili devi per forza ruotare il pennino.
Spero di esserti stato in qualche modo utile: se qualche cosa non ti è chiara chiedi pure, se conosco le risposte non ci sono problemi.