Si, quelle note come "cartucce Pelikan corte" o "cartucce internazionali".
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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Prima stilografica per l’università
- Phormula
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- Iscritto il: venerdì 6 aprile 2012, 14:06
- La mia penna preferita: Lamy 2000 F
- Il mio inchiostro preferito: R&K Phormula Blau
- Misura preferita del pennino: Medio
- Arte Italiana FP.IT M: 006
- Località: Milano
Prima stilografica per l’università
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Prima stilografica per l’università
Adesso che questa avventura è finita, vi racconto cosa userei io oggi se dovessi iscrivermi all'università.
Opus 88 Demonstrator, pennino F.
E' una penna con il caricamento a contagocce, quindi sfrutta tutto il fusto come serbatoio. Considerate le dimensioni, vuol dire che con una carica, equivalente ad almeno due cartucce lunghe, si scrivono almeno una cinquantina di pagine A4, in pratica si carica una volta la settimana pescando dal calamaio con il contagocce in dotazione e non ci si pensa più. Il fusto trasparente permette il controllo del livello dell'inchiostro. Il fondello ha un meccanismo a vite che chiude l'alimentazione dal serbatoio al pennino, e questo permette di portarsela in giro senza allagare il cappuccio, croce e delizia delle penne con questo tipo di caricamento. Il pennino F per le mie esigenze ha la dimensione ideale, abbinata ad un flusso sopra la media senza essere esagerato. In pratica un mulo da appunti. Le uniche controindicazioni sono un pennino con rigidità nella media moderna, il tappo a vite che richiede alcuni giri per essere svitato (ma è voluto) e l'impossibilità di scrivere con il cappuccio calzato.
In pratica il mulo da appunti che avrei voluto avere nel secolo scorso.
Opus 88 Demonstrator, pennino F.
E' una penna con il caricamento a contagocce, quindi sfrutta tutto il fusto come serbatoio. Considerate le dimensioni, vuol dire che con una carica, equivalente ad almeno due cartucce lunghe, si scrivono almeno una cinquantina di pagine A4, in pratica si carica una volta la settimana pescando dal calamaio con il contagocce in dotazione e non ci si pensa più. Il fusto trasparente permette il controllo del livello dell'inchiostro. Il fondello ha un meccanismo a vite che chiude l'alimentazione dal serbatoio al pennino, e questo permette di portarsela in giro senza allagare il cappuccio, croce e delizia delle penne con questo tipo di caricamento. Il pennino F per le mie esigenze ha la dimensione ideale, abbinata ad un flusso sopra la media senza essere esagerato. In pratica un mulo da appunti. Le uniche controindicazioni sono un pennino con rigidità nella media moderna, il tappo a vite che richiede alcuni giri per essere svitato (ma è voluto) e l'impossibilità di scrivere con il cappuccio calzato.
In pratica il mulo da appunti che avrei voluto avere nel secolo scorso.
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Guru la faccia completa a sto punto, gli altri due vertici del triangolo?Phormula ha scritto: ↑lunedì 30 novembre 2020, 8:53 Adesso che questa avventura è finita, vi racconto cosa userei io oggi se dovessi iscrivermi all'università.
Opus 88 Demonstrator, pennino F.
E' una penna con il caricamento a contagocce, quindi sfrutta tutto il fusto come serbatoio. Considerate le dimensioni, vuol dire che con una carica, equivalente ad almeno due cartucce lunghe, si scrivono almeno una cinquantina di pagine A4, in pratica si carica una volta la settimana pescando dal calamaio con il contagocce in dotazione e non ci si pensa più. Il fusto trasparente permette il controllo del livello dell'inchiostro. Il fondello ha un meccanismo a vite che chiude l'alimentazione dal serbatoio al pennino, e questo permette di portarsela in giro senza allagare il cappuccio, croce e delizia delle penne con questo tipo di caricamento. Il pennino F per le mie esigenze ha la dimensione ideale, abbinata ad un flusso sopra la media senza essere esagerato. In pratica un mulo da appunti. Le uniche controindicazioni sono un pennino con rigidità nella media moderna, il tappo a vite che richiede alcuni giri per essere svitato (ma è voluto) e l'impossibilità di scrivere con il cappuccio calzato.
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Prima stilografica per l’università
A giochi fatti anch'io partecipo al gioco di quello che farei se toccasse a me.
Durante l'università usavo la Parker Vector, con le cartucce originali.
Parker al tempo aveva delle colorazioni bellissime, ad esempio il rosso scuro (che chiamava rubino se non ricordo male) è il più bel bordeaux che mi sia mai capitato, ma oramai è introvabile anche se ancora apprezzato. Le cartucce Parker erano anche molto capienti e avevo varie giornate di autonomia per ogni cartuccia.
Se dovessi ora iniziare l'università e scegliere la mia fida pennetta diciamo che probabilmente sceglierei il mio ultimo arrivo, un regalo fattomi dalla mogliettina, penna messa lì quasi per caso nella lista dei desideri ma che con il pennino EF mi ha stupito e ridefinito la scala dei valori, ovvero la Online Campus. La doterei di converter e come già proposto comprerei una boccetta di inchiostro da portarmi, probabilmente la scelta cadrebbe sul 4001 RB chiuso in una bustina di cellofan per il congelatore e pirat per correggere!
Durante l'università usavo la Parker Vector, con le cartucce originali.
Parker al tempo aveva delle colorazioni bellissime, ad esempio il rosso scuro (che chiamava rubino se non ricordo male) è il più bel bordeaux che mi sia mai capitato, ma oramai è introvabile anche se ancora apprezzato. Le cartucce Parker erano anche molto capienti e avevo varie giornate di autonomia per ogni cartuccia.
Se dovessi ora iniziare l'università e scegliere la mia fida pennetta diciamo che probabilmente sceglierei il mio ultimo arrivo, un regalo fattomi dalla mogliettina, penna messa lì quasi per caso nella lista dei desideri ma che con il pennino EF mi ha stupito e ridefinito la scala dei valori, ovvero la Online Campus. La doterei di converter e come già proposto comprerei una boccetta di inchiostro da portarmi, probabilmente la scelta cadrebbe sul 4001 RB chiuso in una bustina di cellofan per il congelatore e pirat per correggere!
Francesco
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Oppure te ne porti dietro due, quando finisce la carica di una attacchi ad usare la seconda, evitando di girare con il calamaio al seguito....comprerei una boccetta di inchiostro da portarmi, probabilmente la scelta cadrebbe sul 4001 RB chiuso in una bustina di cellofan per il congelatore e pirat per correggere!
Infatti sto pensando di prenderne un paio oltre a quella che già ho, da dedicare a questo scopo, pensionando le Stipula Etruria che uso per lo stesso motivo, la scrittura industriale a casa o in ufficio. Ognuna dedicata ad uno dei miei inchiostri da grande scrittura.Guru la faccia completa a sto punto, gli altri due vertici del triangolo?
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Sì infatti, le soluzioni più semplici sono in genere le migliori! Niente di più comune della cartuccia di RB.
Francesco
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Prima stilografica per l’università
Spesso ce ne dimentichiamo. Agli albori dell'esplorazione spaziale, si pose il problema di come scrivere in assenza di gravità. Gli americani investirono nello sviluppo di una biro con il refill pressurizzato. I russi usavano le matite.
Il limite (in cui mi riconosco anch'io) degli appassionati è che le complicazioni fanno parte della passione stessa, mentre per chi vede nella stilografica uno strumento di scrittura maggiormente piacevole da utilizzare rispetto ad una biro, ma non una passione, la praticità resta un valore fondamentale.
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In realtà io mi colloco abbastanza a metà strada, ho passione sicuramente, ma do molta importanza alla praticità che per me è un valore dello strumento. Se anche lo strumento è bello, ma non risulta pratico, ai miei occhi perde molti punti.
Francesco
Prima stilografica per l’università
Concordo sulla Opus, che però ha un costo. Punterei soprattutto sulla twsbi Eco. Se facessero più serbatoi capienti nelle economiche il mondo sarebbe migliore...
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In realtà il motivo per cui non si fanno serbatoi capienti è che all'aumentare della capacità del serbatoio crescono i problemi di instabilità del flusso e trafilamenti dal pennino a seconda del livello di inchiostro residuo presente nel serbatoio. Le TWSBI infatti non brillano particolarmente da questo punto di vista. Ho avuto delle 580 che bastava tenere la penna in mano e muoverla un pelo bruscamente per vedere la goccia di inchiostro sulla scrivania. Forse la Eco va un po' meglio perchè ha un serbatoio più piccolo.
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Gli Americani si preoccupavano che la polvere di grafite delle mine, che si sarebbe librata nell'ambiente in assenza di gravità durante la scrittura (una quantità minimale, lo riconosco, ma c'era), si insinuasse, sfruttando la legge di Murphy, in qualche punto dove avrebbe potuto causare corto circuiti o altro.Phormula ha scritto: Agli albori dell'esplorazione spaziale, si pose il problema di come scrivere in assenza di gravità. Gli americani investirono nello sviluppo di una biro con il refill pressurizzato. I russi usavano le matite.
Gli astronauti russi, per orientamento della loro dirigenza politica, erano più facilmente sacrificabili...
In linea di principio concordo pienamente con te.Phormula ha scritto:
In realtà il motivo per cui non si fanno serbatoi capienti è che all'aumentare della capacità del serbatoio crescono i problemi di instabilità del flusso e trafilamenti dal pennino a seconda del livello di inchiostro residuo presente nel serbatoio. Le TWSBI infatti non brillano particolarmente da questo punto di vista. Ho avuto delle 580 che bastava tenere la penna in mano e muoverla un pelo bruscamente per vedere la goccia di inchiostro sulla scrivania. Forse la Eco va un po' meglio perchè ha un serbatoio più piccolo.
comunque
Ho una Twsbi Vac 700 che, a valvola chiusa, non mi ha mai dato alcuno dei problemi cui accenni mentre la porto in giro; è quella che mi porterei all'università se avessi necessita di una penna ad alta capacità.
Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Ho avuto anche la VAC700, fin che non si è suicidata spezzandosi in due, la Opus ha un flusso molto più stabile.rolex hunter ha scritto: ↑lunedì 30 novembre 2020, 14:26 Ho una Twsbi Vac 700 che, a valvola chiusa, non mi ha mai dato alcuno dei problemi cui accenni mentre la porto in giro; è quella che mi porterei all'università se avessi necessita di una penna ad alta capacità.
In entrambe, la valvola evita sgocciolamenti portandole in giro, nonostante la grande capienza del serbatoio.
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Non vorrei sbagliare, ma mi sembra che la Eco sia più capiente della Diamond. Secondo me potrebbero lasciar decidere ai consumatori finali cosa è preferibile. Le due taiwanesi sono le uniche due a costruire penne economiche a serbatoio.Phormula ha scritto: ↑lunedì 30 novembre 2020, 14:07
In realtà il motivo per cui non si fanno serbatoi capienti è che all'aumentare della capacità del serbatoio crescono i problemi di instabilità del flusso e trafilamenti dal pennino a seconda del livello di inchiostro residuo presente nel serbatoio. Le TWSBI infatti non brillano particolarmente da questo punto di vista. Ho avuto delle 580 che bastava tenere la penna in mano e muoverla un pelo bruscamente per vedere la goccia di inchiostro sulla scrivania. Forse la Eco va un po' meglio perchè ha un serbatoio più piccolo.
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Mi riferivo alla terna penna inchiostro cartaPhormula ha scritto: ↑lunedì 30 novembre 2020, 11:40Oppure te ne porti dietro due, quando finisce la carica di una attacchi ad usare la seconda, evitando di girare con il calamaio al seguito....comprerei una boccetta di inchiostro da portarmi, probabilmente la scelta cadrebbe sul 4001 RB chiuso in una bustina di cellofan per il congelatore e pirat per correggere!
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