Un capolavoro: Aurora 88
Inviato: lunedì 1 marzo 2021, 7:22
Concordo, non bisogna mai confondere il parere personale dipendente dai gusti a un giudizio oggettivo sull'oggetto.Linos ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 9:14 Capisco che sono pareri personali, come i miei, ma leggere che la 51 ha materiali scadenti e un pennino come un chiodo mi pare troppo, cosa dire allora dei materiali delle così osannate Pelikan, si rompono solo a guardarle, il 98 % dei pennini moderni sì che sono chiodi, ecc ecc...
Qui però mi obblighi ad una risposta
Vero chissà che materiale è, potrebbero farli tutti nello stesso
Capisco il tuo punto di vista, ma per scendere nello specifico tecnico, potresti indicarmi dove, nella recensione, le qualità della 88 non sono state valutate obiettivamente?
https://www.fountainpen.it/Pli-glassAutomedonte ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 10:18Vero chissà che materiale è, potrebbero farli tutti nello stesso
Non saprei, so che stress meccanico e gli anni sono identici, anzi il sistema Parker lo è maggiormente. grazie del link, interessante.maylota ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 11:06https://www.fountainpen.it/Pli-glassAutomedonte ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 10:18
Vero chissà che materiale è, potrebbero farli tutti nello stesso
Però non sono sicuro che senza lo sfiatatoio del sistema aerometric il materiale funzioni altrettanto bene - cioè che sarebbe adatto ai sacchetti delle normali lever filler anche perchè altrimenti non si capisce come mai non sia mai stato usato?
Allora, (soggettivamente) non ritengo che la 88 sia la miglior penna prodotta da Aurora e (oggettivamente) non è il miglior lavoro di Marcello Nizzoli.A Casirati ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 10:25 Capisco il tuo punto di vista, ma per scendere nello specifico tecnico, potresti indicarmi dove, nella recensione, le qualità della 88 non sono state valutate obiettivamente?
Il fatto di considerare la 88 un capolavoro, cosa che credo oggettivamente sia, non penso possa togliere obiettività alla recensione. Nel caso invece così fosse, oggettivamente, qualche osservazione nel merito può portare ad una discussione interessante e costruttiva.
A Casirati ha scritto: ↑sabato 21 marzo 2020, 18:28 Va bene, va bene: dato che il nostro bellissimo Forum non propone una recensione dell'Aurora 88 "Nizzoli", provo ad offrirvene una, anche se con una certa trepidazione data l'importanza del modello, e ben sapendo che questa stilografica meriterebbe uno scritto a firma di ben altri esperti.
Comincio con una premessa che mi sembra doverosa: vi sono alcune peculiarità dell’italianità che, pur riconosciute a livello mondiale, non sono abbastanza valutate in Patria, quasi come se, trattandosi di noi, automaticamente la cosa perdesse di valore. Dovremmo invece andarne orgogliosi.
Un momento, direte voi: cosa ha a che fare tutto questo con quanto stai per proporci?
L’Aurora 88 si distingue da tante, moltissime altre stilografiche non per le sue caratteristiche estetiche, né per i materiali o l’indubbia qualità costruttiva, comunque davvero ottima. Si distingue soprattutto per l’ingenierizzazione, per la progettazione originale e per l’eccellente realizzazione.
Sono sempre stato impressionato dal numero di parti che compongono questa bella stilografica: se ne contano almeno 25, se non vado errato, contro una media di 10 per le stilografiche con alimentazione a levetta, pulsante di fondo o a depressione e contro una media di 15 per le stilografiche con alimentazione a stantuffo.
La Parker Duofold Centennial è composta di oltre 130 parti, ma non credo si tratti di una gara a chi ce l'ha più lungo.
Il corpo della 88, poi, è un semplicissimo cilindro in banalissima celluloide nera, nemmeno a righe, marmorizzata o chissà che.
Si tratta dunque d’una penna complessa dal punto di vista costruttivo, ma ottimamente realizzata, tanto che, a differenza di tante contemporanee anche molto più famose, era completamente smontabile, in tal modo favorendo al massimo una manutenzione corretta e completa. In estrema sintesi, si tratta d’una stilografica eccezionale, frutto dell’ingegno dei progettisti di Aurora e del designer Marcello Nizzoli, che riuscì a conferirle un’estetica in linea con il gusto del tempo ma anche molto classica, tanto da mantenersi attuale anche oggi.
Francamente apprezzo molto di più l'ingegno dei progettisti di Sheaffer per le tante innovazioni tecnologiche.
Il design è poco più (o poco meno?) della messa in bella copia di uno straordinario esempio di design preesistente.
Ecco dunque la risposta alla vostra domanda: l’Aurora 88 Nizzoli è senza dubbio una delle migliori stilografiche d’ogni tempo (affermazione soggettiva e opinabile), tutto considerato, anche se, perdonate la nota un poco polemica, mi sembra che non sia apprezzata adeguatamente: s’arriva a pagare anche di più per prodotti d’oltre oceano, ben meno sofisticati tecnicamente e senza dubbio non più belli od eleganti . (Affermazione soggettiva e opinabile, stiamo parlando di una penna a pistone e dalle linee viste e riviste.
Se la mancanza di appeal, anche e soprattutto all'estero, non ne fa levitare le quotazioni, già esagerate secondo me, non sarà colpa di chi sfoggia ben altro fascino.)
Ma torniamo alla stilografica. La forma a sigaro, classica sin da quando Sheaffer’S introdusse la famosa Balance, non è mai passata di moda ed il cappuccio millerighe con placcatura a 18 carati le dona un tocco d’eleganza in più. Molto bella anche la clip, la cui finitura lucida contrasta piacevolmente con l’effetto opaco creato dalla lavorazione mille righe del cappuccio, che, dotato di un foro d’aereazione nascosto dalla clip, s’inserisce a pressione sul fusto.
L’esemplare che vi mostro fu prodotto per un’azienda, la “P.A.S.”, della quale purtroppo non ho potuto reperire alcuna informazione, anche se il logo suggerisce un’impresa che operava nell’ambito cinematografico.
Ecco le dimensioni principali della penna:
- Lunghezza chiusa: 139 mm
- Lunghezza aperta: 127,5 mm
- Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 147 mm
- Lunghezza del cappuccio: 67 mm
- Lunghezza della sezione: 28 mm
- Diametro massimo del corpo: 11,5 mm
- Diametro medio della sezione: 10,4 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 12,2 mm
Mentre la sezione, in ebanite, pur ancora lucida , è parzialmente virata, il fondello, nel medesimo materiale ma non maneggiato altrettanto spesso, s’è mantenuto ben nero ed ha ancora il tappino a copertura della vite di fissaggio. Il fatto che il tappino non riporti alcun “codice colore”, fa pensare che questa 88 sia stata prodotta dopo il 1949.
Ben visibile la finestrella rigata, per la verifica del livello d’inchiostro, ed ancora molto ben leggibile il numero di matricola: 1671511. Il pennino d’oro a 14 carati è ben molleggiato, anche se non flessibile, ed il flusso d’inchiostro è generoso, anche quando si usa il Pelikan 4001 nero, notoriamente poco tensioattivo.
Un piccolo aneddoto relativo a questa penna, che dimostra l’elevato livello qualitativo dell’Aurora 88: senza smontarla, dato che lo stantuffo suggeriva, allo scorrimento a vuoto, d’esercitare ancora una buona compressione, ho provato a caricare questa penna, che ha subito cominciato a scrivere senza incertezze né difetti; risultato eccezionale, tenendo conto che con tutta probabilità, non veniva utilizzata da decine d’anni.
Dopo qualche pagina, però, il flusso tendeva ad arrestarsi, il che mi ha convinto a smontare la sezione, anche per allineare un po’ meglio i rebbi, la cui posizione risentiva della mano del precedente proprietario, diversa ovviamente dalla mia. Bene: al lavaggio, la penna ha rilasciato una grande quantità d’inchiostro blu, evidentemente seccatosi in precedenza. Ciononostante, scriveva…
Va da sé che, una volta effettuata la pulizia, la scrittura non ha più denunciato alcun difetto.
La stessa cosa mi è successa con tantissime altre penne.
Nonostante la sua convessità, la sezione s’impugna molto confortevolmente e non stanca. Il pennino è scorrevole, anche se non burroso, con un buon effetto di “ritorno” che dà la sensazione di controllare molto bene il tratto. La penna è molto ben bilanciata e la scrittura a cappuccio non calzato (che prediligo) si mantiene comunque equilibrata.
Non posso concludere che confermando che si tratta d’una stilografica davvero ottima, in grado di dare moltissime soddisfazioni e d’accompagnare il proprio possessore per tantissimi anni, facendogli sempre fare una bella figura.
Su questo concordo pienamente.
L’ho adottata come una delle mie penne standard.
La comunicazione scritta ha spesso come conseguenza che quel che io scrivo non è quel che tu leggi.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 10:07Qui però mi obblighi ad una risposta
Erano ritenuti superati, oggi sono considerati il massimo per una penna ed ampiamente rivalutati il che rende la penna decisamente attuale perchè fatta con materiali pregiati.
Viceversa certi materiali plastici che fecero gridare al miracolo in determinati periodi non solo in campo pennofilo, oggi sono considerato Out e non più interessanti in tanti campi.
C'è stato un periodo in cui si facevano le sedie in plastica e sembravano il top della modernità, oggi cambiate mode ed abitudini, sono considerate roba da battaglia, quelle belle sono in altri materiali.
Se la si guarda in questa ottica la 51 ne esce male perchè, pur non negandone l'importanza storica, non avrebbe alcun senso il suo uso odierno e la si dovrebbe relegare alle esposizioni museali come le armature dei cavalieri antichi o gli aratri trainati dai buoi
Io con te non voglio parlare.
Automedonte ha scritto: ↑venerdì 22 gennaio 2021, 17:50 Ebbene si, oggi per la prima volta mi sono privato del possesso e della proprietà di una stilografica.
Stamattina è venuto in studio un mio amico/cliente e parlando del più e del meno siamo andati sull'argomento stilografiche, ha notato una Parker 51 che avevo qui in studio ed io, incautamente, ho detto che forse la vendevo visto che ne ho due e preferisco l'altra che ha il tratto più sottile.
Mi ha subito chiesto quanto volessi, essendo un amico ho detto 50 euro convinto che la cosa sarebbe finita lì ed invece quel "delinquente" ha tirato fuori il portafoglio e messo la banconota sulla scrivania
Ovviamente non mi sono potuto tirare indietro ed ho dovuto cedere la penna sob....
Quando è andato via ho guardato i 50 euro pensando che tra un paio di giorni saranno spariti mentre invece la penna sarebbe rimasta con me per sempre
Non so voi è la prima volta che mi privo di una penna e devo farci l'abitudine, per ora le avevo solo comprate!!
Poverina stava li tranquilla nella bacheca senza dare fastidio a nessuno ma sempre disponibile al bisogno. Ora invece ho un foglio di carta senza alcuna personalità, bene fungibile per antonomasia, che presto fuggirà via da me come i pochi altri che gli fanno compagnia nelle mie tasche.
A parere personale, aggiungo il mio parere personale: per quanto io concordi con la frase citata presa dal wiki, non sono d'accordo con le conclusioni che ne trai.A Casirati ha scritto: ↑domenica 28 febbraio 2021, 13:31
Relativamente all'innovazione portata dalla Parker 51, ricordo quanto affermato, a mio parere giustamente, dal nostro splendido Wiki: "Si accredita la 51 di essere stato un modello rivoluzionario avendo introdotto novità come il pennino coperto ed il cappuccio in metallo ad incastro, ma in realtà non esiste una primogenitura assoluta in nessuna di queste caratteristiche. Si tratta invece di una penna in cui la Parker riuscì a fare sintesi delle tendenze tecniche e stilistiche del momento, sfruttando le innovazioni tecnologiche e dei materiali ponendosi con questo all'avanguardia rispetto a tutta la produzione contemporanea con un modello che proprio per questa sintesi risultò essere rivoluzionario".
Rivoluzione di stile, quindi, e bella iniziativa di marketing, ma certamente nessuna vera innovazione tecnica, salvo l'apertura all'uso di materiali più poveri, a partire da quelli di corpo e sezione (semplice plastica ad iniezione), anche se più efficienti industrialmente ed economicamente.
Sotto il profilo tecnico, la 88 è senza dubbio più pregevole.
Parere personale, ovviamente.