Miserie e Nobiltà: storie di una famiglia italiana.
Inviato: domenica 29 settembre 2019, 0:15
Sono sincero quando dico che con la Montegrappa Extra Bamboo Black avevo già deciso di gettare la spugna con le delusioni avuti, poi però sono incappato nella capostipite della serie, una Classica prima serie in celluloide e sono riuscito a portarmela a casa ad un ottimo prezzo. La classica che ho trovato è in una delle celluloidi più interessanti ed esclusive chiamata Cinnamon.
L’emozione che mi ha dato questa penna è stata particolare, ero davvero contento di stringere tra le mani la capostipite da cui sono discese tra le più belle penne della casa di Bassano. Rispetto alle sue eredi si notano le aree in cui i designer di Montegrappa sono intervenuti per perfezionarne le linee: il fondello un po' troppo lungo ed il cappuccio un po' troppo corto sono le prime cose che saltano all'occhio. Ma parliamo comunque di dettagli , perché nel complesso la penna è pur sempre una penna di una eleganza finissima. La celluloide Cinnamon è magica, cattura la vista, sembra quasi lava liquida che si muove sotto gli occhi. La Classica è finalmente una Montegrappa di razza, una penna senza miserie, ha un pennino più piccolo di quello della Extra, ma che scrive meravigliosamente con un tratto medio dal flusso a dir poco perfetto, mai un salto, mai una falsa partenza. Credo di sapere anche il motivo per cui anche questa penna, come la Miya, scrive come ci si aspetti da una penna di questo livello: monta pennini che venivano ancora fatti in casa da Montegrappa. Il sistema di caricamento è un onestissimo sistema a cartuccia/converter e può essere azionato anche rimuovendo il solo fondello. Nonostante l’immaturità delle linee trovo la classica una grande penna, da cui le costosissime discendenti hanno ereditato tanto, ma non la cosa più importante per una stilografica, la qualità della scrittura.
L’emozione che mi ha dato questa penna è stata particolare, ero davvero contento di stringere tra le mani la capostipite da cui sono discese tra le più belle penne della casa di Bassano. Rispetto alle sue eredi si notano le aree in cui i designer di Montegrappa sono intervenuti per perfezionarne le linee: il fondello un po' troppo lungo ed il cappuccio un po' troppo corto sono le prime cose che saltano all'occhio. Ma parliamo comunque di dettagli , perché nel complesso la penna è pur sempre una penna di una eleganza finissima. La celluloide Cinnamon è magica, cattura la vista, sembra quasi lava liquida che si muove sotto gli occhi. La Classica è finalmente una Montegrappa di razza, una penna senza miserie, ha un pennino più piccolo di quello della Extra, ma che scrive meravigliosamente con un tratto medio dal flusso a dir poco perfetto, mai un salto, mai una falsa partenza. Credo di sapere anche il motivo per cui anche questa penna, come la Miya, scrive come ci si aspetti da una penna di questo livello: monta pennini che venivano ancora fatti in casa da Montegrappa. Il sistema di caricamento è un onestissimo sistema a cartuccia/converter e può essere azionato anche rimuovendo il solo fondello. Nonostante l’immaturità delle linee trovo la classica una grande penna, da cui le costosissime discendenti hanno ereditato tanto, ma non la cosa più importante per una stilografica, la qualità della scrittura.