il minimalismo era parecchio strano, d'altronde tra i '60 e '70 musica strana, collaterale, se ne fece, e faceva un po' parte di quel uscire dai canoni, tipico del periodo.
Terry Riley mi intrigava concettualmente, ma ascoltarlo era abbastanza ostico... eppure alcuni di questi dischi vanno ascoltati per capire.
A raimbow in curved air era uno dei miei preferiti come composizione, peccato che le mie orecchie non gradissero troppo il suono pungente del synt... (che però si placa da 11.40 in poi! stupendamente ipnotico!)
https://www.youtube.com/watch?v=5PNbEfLIEDs
In C di Terry Riley è davvero particolare (fu scritto nel 1964, l'album inciso nel 1968), una sorta di mantra, una sfida ascoltarlo, eppure ha un suo perché.
https://www.youtube.com/watch?v=tbTn79x-mrI
Ne sono state rifatte molte versioni, da gruppi e orchestre, ma vale molto la pena ascoltare questa interpretazione
https://www.youtube.com/watch?v=aX96z7AuICs
a proposito di In C posto una descrizione tratta da wikipedia che spiega un po' concettualmente com'è costruito il brano, per comprendere che non si tratta di "suoni a caso"
"L'opera consta di 53 brevi frasi musicali, numerate e di durata variabile. Sebbene esse vadano suonate in ordine, ciascuna frase può essere ripetuta un numero arbitrario di volte e ciascun musicista ha discrezione su quando passare alla successiva: anche coloro che stanno suonando la stessa frase sono invitati a iniziarla ciascuno in momenti differenti. Il singolo esecutore potrà anche scegliere di saltare una frase, pur rispettando l'ordine prestabilito; le indicazioni di esecuzione prescrivono anche che i componenti l'ensemble cerchino per quanto possibile di non sfasarsi di più di due-tre frasi fra loro.
Come riportato sull'edizione originale dello spartito, è abitudine che uno dei musicisti («tradizionalmente, una bella ragazza», annota Riley) suoni ripetutamente, in ottavi, soltanto la nota Do (secondo la notazione anglosassone: C, da cui il titolo del brano); tale parte ha la funzione di metronomo e pertanto è tipicamente affidata al pianoforte oppure a uno strumento a percussione intonato, come per esempio la marimba. Riley la definisce The Pulse («la pulsazione»). Fu Steve Reich a suggerire l'espediente all'autore il quale, inizialmente, aveva concepito l'opera come priva di un tempo prestabilito."