Ovviamente le lingue e le culture sono in movimento. La questione non è tanto di fare i puristi della lingua: ci sono cose che cambiano e tra qualche secolo si parleranno lingue diverse da quelle che conosciamo. D'altronde se il latino non si fosse trasformato nelle lingue romanze non avremmo avuto Dante, Boccaccio, Ariosto, ma nemmeno Leopardi, Montale e Pirandello, e tanti altri. L'esigenza è un'altra, quella di tenere alta l'asticella della capacità di ragionare in modo evoluto, logico e coerente. E un uso corretto ed evoluto delle lingue, quale essa siano, ci dovrebbe aiutare parecchio in questo. E poi un conto è l'evoluzione di una lingua, un altro il suo degrado. Perdere l'uso del futuro e del congiuntivo ed annegare negli anacoluti equivale a bersi sorsate di cervello...sansenri ha scritto: ↑giovedì 14 dicembre 2017, 1:42 giustamente combattiamo gli inglesisimi come difendiamo la nostra cucina nostrana da orrende contaminazioni ("fusion")
ma è una lotta impari
il mondo va inarrestabilmente verso il chaos (caos?), è una legge della termodinamica...
e i nostri sforzi sono rivolti a combatterlo (come spolverare, dopo due giorni sei da capo)
ma la globalizzazione è un processo incontrovertibile
è giusto difendersi, non essere spazzati via in un attimo dal cambiamento, ma temo anche essere inglobati, gradualmente modificarsi, è una legge di natura
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Inglesismi orrendi
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