Prima di tutto, vorrei ringraziare tutti gli appassionati che hanno risposto al mio messaggio per darmi il loro benvenuto. E’ stata un’accoglienza bellissima, una risposta che fa davvero sentire parte di un grande gruppo di amici. Le vostre parole mi hanno dato una grande gioia.
Ed ora, vorrei rispondere più in dettaglio a qualcuno degli utenti, che mi hanno rivolto domande dirette.
Sì,
Musicus: fufluns é un riferimento alla divinità etrusca associata con il dio greco Dionysos, del quale é attestato il culto associato alla coltivazione della vite. Mi piace il buon vino, mi piace il “gusto della vita” e, in generale, non sono un moralista: Fufluns va bene…
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Però il mio “nome di battaglia” non viene dall’ammirazione per Fufluns-Dionysos-Bacchus. É invece un gioco di lettere.
É praticamente certo che gli Etruschi chiamassero la loro divinità Fufluns, e di conseguenza Fufluna dovette essere il nome della cittadella che sovrasta il bellissimo Golfo Baratti, sulla costa toscana, dove eressero una città dedicata al dio. L’alfabeto etrusco, tuttavia, era privo di un segno proprio per indicare la lettera “f”, così che gli Etruschi scrivevano il nome della città come “PUPLUNA”. Gli antichi romani, anch’essi carenti di una lettera “f” nel loro alfabeto latino arcaico, ribattezzarono la città POPULONIUM o POPULONIA, parole che con ogni probabilità pronunciavno come fofulonium, conoscendone l’origine.
Il gioco di parole del mio nome di usuario deriva dalla “scrittura” del nome della cittadella e del dio al quale era dedicata, pupluna, populonia, pupulin, il mio cognome.
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JetMcQuack: i quaderni, la carta. Non sono un appassionato della carta molto liscia, sulla quale la penna scorre senza resistenza. Di fatto, é la carta che mi piace meno. Preferisco di gran lunga una certa con un po’ di “dente”, con la quale la penna debba interagire in una morbida lotta. La mia grammatura preferita per carta da scrittura é di 80-100 gr/m2: come vedi, una certa non troppo pesante.
Le carte vergate mi offrono la maggior parte delle caratteristiche che cerco: una carta secca, con un minimo di ruvidezza per far da contrasto al pennino, una eccellente tenuta dell’inchiostro, una capacità quasi unica di sopportare un flusso abbondante di inchiostro (dove faccio pressione sul pennino) senza che il testo si veda sull’altra faccia del foglio. Tra le vergate a macchina la mia preferita é la Fabriano Ingres da 90 gr/m2. Ha colori bellissimi: il ghiaccio (che in realtà é più simile a un avorio), l’avorio (che secondo me é quasi un chamoix), il bianco, il grigio chiaro e l’impareggiabile gialletto (anche se non adatto a tutti gli usi).
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Siccome mi piace di più che la direzione delle catenelle sia orizzontale (con le vergelle orizzontali), preferisco acquistare la carta vergata in pieghi, per piegarla e ripiegarla fino a dare ai fogli la dimensione che voglio e conservare l’orientazione delle vergelle e delle catenelle che prediligo. Ecco un quadretto fatto a mano per il mio Midori, con vergata Fabriano Ingres da 90 gr:
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Invidio chi, come voi, lì nel Bel Paese, può semplicemente alzare il telefono e chiamare Mondo Artista o un altro grande centro di articoli per artisti e chiedere che gli spediscano una decina di fogli di vergata Fabriano nella grammatura e nel colore che preferisce. Io, per assortirmi, devo attendere le mie visite in Italia, ogni dodici o diciotto mesi!
Uso, con grande piacere, anche un sacco di altre carte vergate, di altri produttori francesi, tedeschi e nordamericani. Ognuna ha le sue caratteristiche uniche. A volte per disegnare uso Fabriano Fabria in colore avorio. Uso finta pergamena per perdere tempo in fogli medievaleggianti, ed ho una vera pergamena in formato quasi A4 che aspetta da oltre due anni che mi faccia coraggio e le metta inchiostro… Qui un disegno fatto su carta Kimberley color avorio da 90 gr:
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Quanto ai quaderni, mi piace molto il concetto “midoriano” di una bella copertina vissuta dentro la quale uno sostituisce i pieghi di carta. Io ho un Midori Traveler´s Notebook in formato grande, marrone, e un altro molto simile fatto da un’azienda statunitense, Pelle®, che ora é scomparsa con la recessione, ma che usava una pelle bellissima. Siccome i quadernetti di Midori sono a mio parere inutili per la penna stilografica (o almeno per il flusso di inchiostro che io pretendo dalle mie penne), e quelli di Pelle® erano anche peggio, mi faccio da solo i miei quaderni con le carte vergate e non che mi vengono in mente. Con un cartoncino un po’ più spesso faccio la copertina ai quadernetti, di tutti i colori e le ruvidezze che voglio. Li cucio a mano con filo di cotone o, più frequentemente, gli sparo un paio di graffe prima di piegarli a metà. Questi sono i miei due
cahier de voyage, Pelle® a sinistra e Midori (a destra, aperto):
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I quaderni Moleskine, bisogna ahimè ammettere, non funzionano con le penne stilografiche. I meno-peggio sono quelli da disegno, che hanno una carta di grammatura maggiore, e permettono di scrivere su entrambi i lati: per me é imprescindible. Spesso, però, la superficie del foglio presenta una consistenza quasi cerosa, e l’inchiostro scorre senza fare presa: arghhh! Detto questo, i Moleskini sono bellissimi e la mia resistenza é futile. L’unica cosa che mi salvava dall’acquisto compulsivo era che dovevo comprarli all’estero, però da qualche mese sono arrivati anche nelle migliori librerie e cartolerie della Costa Rica. Non ho più speranze… Qualche testo, e qualche disegno, sul Moleskine large:
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Possiedo Moleskine con fogli bianchi di varie grammature in tutte le taglie (tascabili, grandi, extra-grandi ed extra-extra-grandi in formato A3) e tutte le legature possibili, brossure, brossure cucite, cartonati, rigidi, rilegati semi-rigidi, un inventario completo della produzione Moleskine. Forse dovrei essere azionista. La maggior parte dei quaderni non li uso perché davvero non vanno bene per quello che voglio fare. Mi sono rassegnato alla mia mancanza di decente resistenza al richiamo sirenoso di Moleskine riconoscendo che si tratta di una semplice malattia, come quella delle penne. Mi accontento di sapere che, per quanto incurabili, non sono malattie mortali! Qui c'é uno dei Moleskine extra-grandi, che ho usato per scrivere tutti i testi di un lungo articolo sulle "orchidee perdute" di una spedizione spagnola al Perú del secolo XIX:
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Per chi ne avesse curiosità, le due parti dell'articolo si trovano qui:
http://rjb.revistas.csic.es/index.php/r ... e/view/354
e qui:
http://rjb.revistas.csic.es/index.php/r ... e/view/377
Infine, possiedo un quaderno non bello né bellissimo, ma
IL quaderno della mia vita e dei miei sogni. Me lo ha regalato mia moglie durante un viaggio a Firenze, acquistato in un negozio il cui solo nome é, per gente come noi, una vera emozione: SCRIPTORIUM. É un quaderno di dimensioni all’incirca A4, con rilegatura in cuoio, nervature delle cuciture sul dorso, e interni in carta vergata di 100 gr/m2. Sembra il quaderno di tutte la magie del mondo, il quaderno delle note dello scopritore di Troia, il libro di memorie di Giordano Bruno, il più grande progetto di filosofia naturale di Leonardo da Vinci, il Libro delle Ombre, il quaderno dei racconti di Billbo nella Terra Media, il Codice della Legge Unificatrice dell’Universo, il libro del Giuramento, il mio grande libro. Sinora, ho osato solamente dargli un titolo, che ho scritto in latino sulla prima pagina su una sola riga in carattere carolino. Ho un’idea per il suo contenuto, ma ancora non giro pagina…
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- il_quaderno_scriptorium.jpg (359.6 KiB) Visto 3687 volte