Per la mia esperienza, è stato importante iniziare a vedere le lettere nelle loro componenti elementari, e non come un "misterioso" insieme di tratti inscindibili.
Mi spiego meglio: la "a" non è altro che una "o"con una "i", la "q" è una "o" con a fianco il tratto discendente della "p", ecc ecc.
Isolando i tratti fondamentali, che per ogni alfabeto sono davvero molto pochi, e lavorando su quelli con attenzione, poi la scrittura diventa un assemblaggio di componenti tra loro uguali che danno l'effetto di ritmo e regolarità che tutti cerchiamo.
Poi, ovviamente, ci vuole un guizzo ogni tanto, altrimenti non è piu' "calli" ma tipo-grafia.
