Azzardo un'ipotesi: che l'opacizzazione dipenda da due fattori, in parte dall'inchiostro, in parte dal materiale o dal trattamento effettuato sulla superficie interna del serbatoio delle penne.
Ho appena esaurito la carica di Sheaffer Skrip nero, avendoci scritto pareccio, oggi! Tutto pulito, neanche un alone. La prossima volta toccherà all'Aurora nero.
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Mi sa che condividiamo la stessa religione!!Irishtales ha scritto: Però sulle penne a statuffo ho una mia filosofia di vita. Anzi, una religione.
Il punto è che io devo sapere quanto inchiostro ho nella penna. Sempre. Altrimenti sarebbe come uscire in auto senza sapere quanta benzina c'è ancora nel serbatoio, correndo il rischio di rimanere a secco quando meno te lo aspetti...Perciò una penna a stantuffo senza finestra è una penna che uso una volta e poi torna nella scatola. Per questo motivo non amo tutti i sistemi di caricamento che mi impediscono di sapere quanta autonomia mi resta
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Penso tu abbia centrato il problema, mi è capitato di notare questo fenomeno su alcune penne, pur usando lo stesso inchiostro, cosa facile visto che non ho una grande varietà di inchiostri in casa.Irishtales ha scritto:Azzardo un'ipotesi: che l'opacizzazione dipenda da due fattori, in parte dall'inchiostro, in parte dal materiale o dal trattamento effettuato sulla superficie interna del serbatoio delle penne.
Personalmente penso che la cosa sia da imputare alla tensione superficiale dell'inchiostro e alla "bagnabilità" della plastica della finestrella.
Per bagnabilità si intende la capacità di un liquido di spandersi e quindi aderire a una superficie, tanto per avere un riferimento il mercurio non bagna la superficie con cui viene a contatto, l'olio le bagna quasi tutte, (per qualche esperto parlo di legame fisico non chimico).
Per le plastiche può accadere che anche elementi provenienti dallo stesso lotto pesentino una capacità di "farsi bagnare" diversa, (ne sa qualcosa chi stampa le plastiche da verniciare e i vernciatori).
Tentare di individuare perchè succeda...finiremmo in un OT infinito.
Suppongo che le finestrelle dei serbatoi non siano lavorate da barra piena, ma dei tubicini ottenuti per sola estrusione, di conseguenza in alcuni tratti possono presentare zone della superficie con bagnabilità diversa.
Non è escluso che il fenomeno si possa presentare anche nel caso di lavorazione da barra piena, del primo caso ne ho una esperienza personale, del secondo solo un’ipotesi.
Per aumentare la bagnabilità, un metodo è quello della flammatura, ovvero esporre la superficie con una fiamma per uno o due secondi, brutale ma efficace per grossi volumi di produzioni industriali.
Un metodo più raffinato è il trattamento con plasmi, più costoso e meno invasivo, con cui mi è stato detto è possibile modulare la bagnabilità aumentandola o diminuendola, ma non ne ho una esperienza diretta.
Ovviamente questi trattamenti sono da effettuare sui semplici componenti prima di assemblare la penna, per cui quando sulla penna finita non riesco a immaginare qualcosa che possa cambiare la situazione.
Credo nessuna casa si ponga il problema in quanto il fenomeno non crea problemi al corretto funzionamento della penna, ma serve solo per avere un preavviso di qualcosa che si avvertirebbe comunque quando l’inchiostro finisce, ovvero la penna smette di scrivere.
Per inciso anche per una biro usa e getta, di plastica trasparente, si smette di usarla quando non scrive più.