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Primi passi

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Irishtales
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Messaggio da Irishtales »

Intanto stai prendendo confidenza con i pennini da intizione e non è cosa da poco ;)
Sulla forma della cancelleresca c'è da lavorare, ma come sottolineavi tu, è solo il primo tentativo... però nella fluidità del tratto si intravede facilità nel disegnare le forme, ti basterà un po' di esercizio, ma il passo più importante a mio avviso viene prima del pennino e dell'inchiostro, ed è la concentrazione e l'osservazione attenta di come sono costruite le lettere, tratto per tratto, sul tuo testo\alfabeto di riferimento.
Se posso darti un consiglio, è di studiare una lettera alla volta e replicarla, replicarla finché non viene bene. Vedrai che nella cancelleresca le lettere sono costruite con forme base, a gruppi:
a-c-d-g
o-q
m-n etc...
su molti testi specifici per la cancelleresca, i tratti-base sono illustrati e spiegati passo passo e ci sono esercizi di ritmo da fare per apprendere la gestualità e la serialità dei movimenti che determinano il disegno dei tratti stessi. Li ho trovati utilissimi, anche se di solito si tende a saltarli perché possono sembrare noiosetti, ma sono imprescindibili!
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Messaggio da Ottorino »

Una cosa sulle falsarighe, ma forse te ne sarai già resa conto.
Se le stampi con una stampante laser, il toner ti ci fa degli scalini.
Meglio usarle sotto il foglio su cui scrivi, altrimenti aggiungi alla difficoltà di imparare le lettere quella di saltare gli scalini.

Al Lidl (non sempre ) ci sono dei quaderni a righe che hanno una distanza adatta per imparare.
Costano poco e funzionano bene per imparare
viewtopic.php?f=10&t=2737
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Messaggio da Inky »

Grazie! Mi procurerò il manuale e il quaderno :) e sto anche leggendo l'Operina dell'Arrighi. Nel frattempo per quello che vi ho mostrato mi ero basata su questo: http://www.calligraphyshop.com/images/p009_1_00.png però molto "a occhio" :oops:
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courthand
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Messaggio da courthand »

E non hai scelto male, visto che il modello è quello di Daniel J. Quinn!
Per essere il primo tentativo va anche troppo bene, la mano è buona. Ora però confronta le lettere da te tracciate con quelle dell'amico Daniel: guarda la forma della "a" per esempio: la tua è praticamente rotonda, si inscrive in un quadrato, quella di Daniel è triangolare e schiacciata ai lati (si inscrive in un rettangolo).
Prova un po' a ripetere questa analisi per tutte le lettere e individua cosa devi migliorare.
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Messaggio da Inky »

Ok! Stamattina ho fatto un sacco di "a"! :lol: Però non riesco ancora a farle somigliare esattamente al modello... :cry:
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Bene se fai le "a". Bisogna che le dita e la mano imparino la strada per farle bene.
Poi la strada diventa un pelo in discesa.

Non mi ricordo in quale libro fosse citato l'esercizio, ma per variare puoi provare a scrivere ananananana.....
oppure anbncndnenfngn.....

Non mi ricordo pero' bene quale fosse il vantaggio.
Forse imparare ad alternare le lettere sinistrorse con quelle destrorse.
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Messaggio da maczadri »

Non ho il libro ma dovrebbero essere gli esercizi di Italico per Italiani di Hebbron.
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Messaggio da Irishtales »

Esercizi di ritmo ci sono in tutti i testi monotematici.
Credo che Ottorino si riferisse al celeberrimo A Handwriting Manual di Alfred Fairbank che, ad esempio, illustra magistralmente la struttura della tanto temibile "a"...
Se ne parlò molto tempo fa qui:
viewtopic.php?f=32&t=5488

Però torniamo al discorso già fatto. All'inizio è bene rifarsi ad un modello preciso e seguire quello per non confondersi ;)
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Messaggio da Ottorino »

Irishtales ha scritto: Però torniamo al discorso già fatto. All'inizio è bene rifarsi ad un modello preciso e seguire quello per non confondersi ;)
Altrimenti Inky impazzisce e ci lascia. e questo non lo vogliamo di certo !!
Però esiste una forma base alla quale abituarsi, quale che sia il modello scelto e da seguire.
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Messaggio da Inky »

Semmai sono io che faccio impazzire voi :lol:
Per ora ho soltanto il libro "Alfabeti calligrafici per principianti" ma parla di corsivo formale... è la stessa cosa? :?:
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Messaggio da courthand »

Non conosco il libro e, dato che mi sembra di capire che non sia in lingua originale ma sia una traduzione in italiano, senza vedere non mi attento a esprimere pareri.
Una cosa posso dire,però: che in tutti i testi che ho letto si parla di Cancelleresca o di Italico; non ho mai sentito parlare di uno stile chiamato Corsivo Formale, ma bensì della qualità della formalità applicata ad un grafia corsiva (ma questo è un discorso che va aldilà di quello di cui stiamo parlando).
Così per fare chiarezza, magari se ci posti una scansione della pagina incriminata riusciamo ad aiutarti.
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Messaggio da Inky »

Ok... domani provo a fare una foto col cellulare perché ho sia lo scanner che la mia adorata Nikon a casa dei miei genitori :cry:
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Messaggio da Inky »

Scusate il ritardo... ho fotografato una pagina del libro che vi dicevo:

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Messaggio da courthand »

Il modello calligrafico è indiscutibilmente un classico italico e non comprendo il bisogno di cambiargli così proditoriamente nome.
. L’italico (o, se preferisci, la cancelleresca) nasce come stile posato (le lettere sono staccate una dall’altra) con le caratteristiche grafiche del corsivo, tra cui, ad esempio, l’inclinazione delle lettere verso destra e la forma schiacciata ai lati delle stesse (la “o” è più assimilabile ad un ovale che ad un cerchio): inoltre alcune lettere, quando vicine, si prestano ad essere “legate” tra loro, o meno, a seconda dei gusti dello scriba. Quella che era in origine una caratteristica funzionale (lo scrivere velocemente, corsivo = di corsa) diventa, con l’italico, una caratteristica estetica.
Quando si scrive molto velocemente si finisce per non staccare mai il pennino dal foglio e per unire tra loro tutte le lettere di una parola realizzando un vero e proprio corsivo (anche in senso etimologico): questa però è senz’altro una personalizzazione. L’italico formale, a mio avviso, è scrittura posata e, in effetti, anche nel tuo libro, nella parte degli esercizi di ritmo, la serie di u ed a sono scritte separate tra loro.
Per il ductus (il modo di eseguire i tratti di ogni lettera) dell’italico formale esistono due scuole di pensiero: una che sostiene che la lettera debba essere scritta, la dove possibile, con un unico movimento della penna, senza staccare il pennino dal foglio, un’altra che insegna che i tratti di penna vanno “tirati” e non “spinti”, quindi realizzati dall’alto in basso e da sinistra verso destra (naturalmente con alcune eccezioni): questo ovviamente comporta che ogni lettera viene tracciata con più tratti distinti, staccando il pennino dal foglio tra l’uno e l’altro. Personalmente appartengo alla seconda scuola anche se,in effetti, alcune lettere (m,n,u ad esempio) le scrivo con un tratto continuo.
Un simile compromesso pare scelto anche dall’autrice del tuo libro (che è e rimane una delle più autorevoli calligrafe anglosassoni) dato che, se nella prima pagina invita a scrivere tenendo costantemente il pennino attaccato al foglio, alla pagina successiva descrive una “a” tracciata con due tratti distinti, cosa che si può fare solo alzando la penna e riprendendo l’inizio dell’occhiello.
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Messaggio da Inky »

Grazie per la spiegazione courthand! ;)

Dato che ho quel testo, allora ne seguirò le indicazioni...
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