Rampa ha scritto:...
Leggerò molto volentieri il tuo intervento e sono felice, anzi felicissimo, che tu abbia scoperto ed apprezzato le penne con caricamento a stantuffo. In fondo anche le penne a cartuccia sono pur sempre stilo anche loro, e spesso sono anche più snelle oltre che più pratiche, ma quando leggevo i tuoi post iniziali ...
Sono strumenti diversi. Se viaggi molto, come faccio io, la stilografica a cartuccia è impagabile. Razionalmente, non devi metterti a discutere con gli addetti alla sicurezza degli aeroporti (con il calamaio Visconti è successo un paio di volte), la ricarica è una operazione semplice, veloce e pulita. Inoltre, si è vero che una stilografica a stantuffo tiene più inchiostro, ma questo vuol dire più inchiostro che se ne va in giro se perde e una maggiore complicazione per pulire e ricaricare se entri in una riunione, sviti la penna, e scopri che si è allagato il tappo. Con una penna a cartuccia basta sciacquare il pennino sotto il rubinetto e montare una cartuccia nuova. Senza contare che per effetto dei giochi di pressione, la maggiore quantità di inchiostro aumenta anche il rischio di perdite. Mettici anche il rischio di poter perdere o vedersi fregare o sequestrare la penna, che magari è una Dolce Vita Pistone...
Ciò non toglie che in altre situazioni "stanziali", come a casa e in ufficio, posso godermi tonalità di blu-nero inesistenti in cartuccia ma disponibili negli inchiostri in calamaio, ricaricare comodamente con il calamaio Visconti e scrivere con penne a pistone. Ho portato la VAC700 e la M200 in ufficio e sto tenendo le due Delta (e in futuro la FP-M) a casa per questo uso.