Milan Pen Show - Mostra Scambio di Milano
22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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A chi non piacciono le montblanc?
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A chi non piacciono le montblanc?
La mia prima Mb è stata una 144 burgundy, forse la stilografica che ho utilizzato di più nella vita: usata quotidianamente per un decennio sembra nuova e adesso è ancora in uso a mia figlia. Non mi piaceva che fosse sottile: all'epoca avrei preferito una 149, ma ero giovane e squattrinato! Nel tempo ne sono arrivate altre, tutte con la caratteristica di scrivere bene e ...sempre, senza problemi. Tra le preferite la Bohème Doué platinum e una 234 con un magnifico OBB. Tante mi piacciono del passato, tante contemporanee non mi piacciono perché troppo votate all'estetica "diversamente elegante" di mercati differenti dal nostro; in futuro non mi dispiacerebbe una 149 silver ring e la Bohème big size.
Sono moderno, non contemporaneo
- stanzarichi
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A chi non piacciono le montblanc?
Premesso che non sono un fan dell’essere anticonformista a tutti i costi, quando mi sono affacciato a questo mondo le Montblanc rappresentavano, anche per ignoranza mia, LA penna. Dopo qualche mese, per festeggiare l’ingresso in scuola di specialità, mi sono regalato una 146. Un o due anni dopo, la prima 149. Ad oggi possiedo tre 149, che ho sempre inchiostrate, mentre la 146 è, complice danni fatto da me cercando di risolvere un baby bottom, passata in secondo piano.
Le 149 sono le “mie” penne. Sono quelle con cui scrivo di più, sono quelle che ho quasi sempre con me anche al lavoro, sono quelle a cui non rinuncerei mai. Funzionano sempre perfettamente, hanno un tratto che a me piace moltissimo, sono senza tempo. E pensa, sono produzioni moderne, non oso immaginare se avessi la disponibilità di buttarmi sulle vintage.
Insomma, sono un sostenitore delle penne in questione
Le 149 sono le “mie” penne. Sono quelle con cui scrivo di più, sono quelle che ho quasi sempre con me anche al lavoro, sono quelle a cui non rinuncerei mai. Funzionano sempre perfettamente, hanno un tratto che a me piace moltissimo, sono senza tempo. E pensa, sono produzioni moderne, non oso immaginare se avessi la disponibilità di buttarmi sulle vintage.
Insomma, sono un sostenitore delle penne in questione
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Riccardo
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A chi non piacciono le montblanc?
Consentimi, tu hai detto una cosa diversa, hai affermato che sono anonime e questo non è vero. Io ho citato solo due modelli ma ne esistono anche altri diversi dalle classiche definite versioni speciali ma non limitate perché restano in commercio vario tempo, come ora le Origin.Normie ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 0:16le starwalker sono oggettivamente orrende, le boheme bah estremamente gimmicky.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 9 dicembre 2024, 22:50
Una Boheme, una Starwalker o alcune della serie degli scrittori le consideri anonime?
Se sei convinto![]()
L'unica versione che incontra i miei gusti e' quella oversize col pennino fisso
per il resto l'intera produzione a cartuccia e l'intera produzione a pistone (non limited edition) e' estremamente anonima.
Possono piacere oppure no ma è un discorso diverso, sopra Maylota ha scritto che trova esteticamente discutibili certe Montegrappa e ci sta ma non può certo dire che sono anonime.
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Cesare Augusto
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La Hommage a F. Chopin è la 145, penna a cartuccia. La 146 è più grande ed ha la ricarica a pistone. Ovviamente non tutte le ciambelle riescono con il buco. Tuttavia, sono statisticamente penne fatte bene con ottimi pennini.Silvia1974 ha scritto: ↑lunedì 9 dicembre 2024, 20:36 Ne ho avute due: la prima, una 146 Hommage à F. Chopin, soffriva di continue false partenze.
Sul piacere o meno le Montblanc, direi che dipende molto dal modello. Personalmente trovo irresistibili le produzioni di quando Montblanc produceva esclusivamente penne. Comunque non mi annovero tra quelli a cui non piacciono le Montblanc, a mio parere sono fatte troppo bene per non piacere.
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A chi non piacciono le montblanc?
E me piacciono proprio per il loro essere un pò seriose, un "classico". E difatti ho una 146 e due 149 comprate negli anni (tutto seconda mano, il costo del nuovo, specie ultimamente, è davvero molto elevato, da status symbol).
La 149 è la mia preferita come taglia perchè tendo ad amare le penne grandicelle. Sicuramente sono plastica, ma credo più spessa e sicuramente lucidata benissimo. Fateci caso, quando si graffiano perdono lucentezza ovviamente, ma se tornano dall'assistenza, o se si sanno lucidare in casa, tornano letteralmente nuove. Idem la metalleria, è di alta qualità.
Ho delle biro Parker della stessa epoca, anni '80 penso, con le dorature che iniziano a perder colpi, nonostante un uso domestico piuttosto "educato" e blando. Della serie le usava mio padre, in pensione, sulla sua scrivania. Ed era un uomo abbastanza precisino che non maltrattava le sue cose, anzi.
Poi ho anche un Roller e una matita meccanica Meisterstuck Le Grand e un paio di penne a sfera oltre a una Starwalker sfera che giravano nei cassetti di casa. Sebbene alcune abbiano una trentina di anni, sono tutte in perfettissima forma. Segno di uso moderato certamente, ma anche che la qualità costruttiva c'è.
Che poi ad alcuni possan sembrare troppo seriose lo comprendo bene. Infatti a me piacciono proprio per quell'aura "notarile"... e non tutti abbiamo, per fortuna, gli stessi gusti.
La 149 è la mia preferita come taglia perchè tendo ad amare le penne grandicelle. Sicuramente sono plastica, ma credo più spessa e sicuramente lucidata benissimo. Fateci caso, quando si graffiano perdono lucentezza ovviamente, ma se tornano dall'assistenza, o se si sanno lucidare in casa, tornano letteralmente nuove. Idem la metalleria, è di alta qualità.
Ho delle biro Parker della stessa epoca, anni '80 penso, con le dorature che iniziano a perder colpi, nonostante un uso domestico piuttosto "educato" e blando. Della serie le usava mio padre, in pensione, sulla sua scrivania. Ed era un uomo abbastanza precisino che non maltrattava le sue cose, anzi.
Poi ho anche un Roller e una matita meccanica Meisterstuck Le Grand e un paio di penne a sfera oltre a una Starwalker sfera che giravano nei cassetti di casa. Sebbene alcune abbiano una trentina di anni, sono tutte in perfettissima forma. Segno di uso moderato certamente, ma anche che la qualità costruttiva c'è.
Che poi ad alcuni possan sembrare troppo seriose lo comprendo bene. Infatti a me piacciono proprio per quell'aura "notarile"... e non tutti abbiamo, per fortuna, gli stessi gusti.
A chi non piacciono le montblanc?
a mio parere sono fatte troppo bene per non piacere
Mah
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Chiunque abbia smontato una 146/149 si sarà reso conto che lo spessore della resina è meno della metà di quello di una Optima, 88, o di una Parker Duofold moderna. Posso capire che molto siano abbagliati dalla stellina bianca (ottima penna come ce ne sono tante altre, ma anche dovuto allo status symbol (life style o stile di vita che dir si voglia) che tale penne esprimono e che è una cosa che si costruisce nel tempo con pubblicità e strategie di marketing accorte).
Visconti, Tibaldi, Montegrappa, Aurora, Marlen, Parker (fascia alta), Pelikan, Delta, Leonardo sono li con la Montblanc. La differenza sta nelle strategie di marketing.
Parlo della produzione regolare tanto per non essere frainteso. Le edizioni speciali fanno storia a sé.
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Non si mitizza nulla. Ci sono penne fatte bene al pari di Montblanc.Roland ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 10:03a mio parere sono fatte troppo bene per non piacere
Mahqui si mitizza penne che sono né più né meno alla pari di altre. I pennini moderni sono chiodi quanto quelli prodotti da altri. La resina non è niente di transcendentale e la penna viene prodotta per stampaggio industriale (niente gnomi che lavorano artigianalmente ora dopo ora, giorno dopo giorno per assemblare la penna
). Persino le nuove confezioni sono mediocri.
Chiunque abbia smontato una 146/149 si sarà reso conto che lo spessore della resina è meno della metà di quello di una Optima, 88, o di una Parker Duofold moderna. Posso capire che molto siano abbagliati dalla stellina bianca (ottima penna come ce ne sono tante altre, ma anche dovuto allo status symbol (life style o stile di vita che dir si voglia) che tale penne esprimono e che è una cosa che si costruisce nel tempo con pubblicità e strategie di marketing accorte).
Visconti, Tibaldi, Montegrappa, Aurora, Marlen, Parker (fascia alta), Pelikan, Delta, Leonardo sono li con la Montblanc. La differenza sta nelle strategie di marketing.
Parlo della produzione regolare tanto per non essere frainteso. Le edizioni speciali fanno storia a sé.
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vero veroAutomedonte ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 9:05Consentimi, tu hai detto una cosa diversa, hai affermato che sono anonime e questo non è vero. Io ho citato solo due modelli ma ne esistono anche altri diversi dalle classiche definite versioni speciali ma non limitate perché restano in commercio vario tempo, come ora le Origin.Normie ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 0:16
le starwalker sono oggettivamente orrende, le boheme bah estremamente gimmicky.
L'unica versione che incontra i miei gusti e' quella oversize col pennino fisso
per il resto l'intera produzione a cartuccia e l'intera produzione a pistone (non limited edition) e' estremamente anonima.
Possono piacere oppure no ma è un discorso diverso, sopra Maylota ha scritto che trova esteticamente discutibili certe Montegrappa e ci sta ma non può certo dire che sono anonime.![]()
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Certo è che lo spessore della resina non è un fattore per ridurre i costi. E' plastica, non è ne rara ne preziosa.Roland ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 10:03a mio parere sono fatte troppo bene per non piacere
Mahqui si mitizza penne che sono né più né meno alla pari di altre. I pennini moderni sono chiodi quanto quelli prodotti da altri. La resina non è niente di transcendentale e la penna viene prodotta per stampaggio industriale (niente gnomi che lavorano artigianalmente ora dopo ora, giorno dopo giorno per assemblare la penna
). Persino le nuove confezioni sono mediocri.
Chiunque abbia smontato una 146/149 si sarà reso conto che lo spessore della resina è meno della metà di quello di una Optima, 88, o di una Parker Duofold moderna. Posso capire che molto siano abbagliati dalla stellina bianca (ottima penna come ce ne sono tante altre, ma anche dovuto allo status symbol (life style o stile di vita che dir si voglia) che tale penne esprimono e che è una cosa che si costruisce nel tempo con pubblicità e strategie di marketing accorte).
Visconti, Tibaldi, Montegrappa, Aurora, Marlen, Parker (fascia alta), Pelikan, Delta, Leonardo sono li con la Montblanc. La differenza sta nelle strategie di marketing.
Parlo della produzione regolare tanto per non essere frainteso. Le edizioni speciali fanno storia a sé.
Il prodotto è curato e funzionale. Il design è iconico e riconoscibile così come il brand.
La Montblanc è un po' la Rolex nel mondo delle penne. Marchi riconoscibili anche al di fuori della cerchia degli appassionati. Un orologio Philippe Dufour ai più non dice nulla, un Rolex Submariner fa andare in sollucchero anche il fruttivendolo sotto casa (con tutto il rispetto per i fruttivendoli, grandi clienti della casa coronata).
Detto ciò, da possessore si stilografiche MB, posso dire che se comprate bene sono penne appaganti e qualitativamente buone. Da appassionato dirò invece che se le avessi dovute comprare a prezzo pieno...avrei scelto altro.
In ogni caso si paga l'esclusività non certo il valore intrinseco.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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Ci sono penne che sono anche fatte meglio di Montblanc !francoiacc ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 10:36Non si mitizza nulla. Ci sono penne fatte bene al pari di Montblanc.Roland ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 10:03
Mahqui si mitizza penne che sono né più né meno alla pari di altre. I pennini moderni sono chiodi quanto quelli prodotti da altri. La resina non è niente di transcendentale e la penna viene prodotta per stampaggio industriale (niente gnomi che lavorano artigianalmente ora dopo ora, giorno dopo giorno per assemblare la penna
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Visconti, Tibaldi, Montegrappa, Aurora, Marlen, Parker (fascia alta), Pelikan, Delta, Leonardo sono li con la Montblanc. La differenza sta nelle strategie di marketing.
Parlo della produzione regolare tanto per non essere frainteso. Le edizioni speciali fanno storia a sé.![]()
Ci sono anche telefoni fatti meglio dell'iphone, borse fatte meglio delle Birkin, bitter migliori del Campari, divani fatti meglio di Cassina, supermercati migliori di Esselunga, aspirapolvere migliori di Dyson e cantanti migliori di Taylor Swift.
Eppure a fare "il marketing" ci provano o ci hanno provato tutti. Se funziona (e dura), forse non è solo merito di stelline o fiocchi di neve
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Venceremos.
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Quoto !ASTROLUX ha scritto: ↑martedì 10 dicembre 2024, 10:43Certo è che lo spessore della resina non è un fattore per ridurre i costi. E' plastica, non è ne rara ne preziosa.
Il prodotto è curato e funzionale. Il design è iconico e riconoscibile così come il brand.
La Montblanc è un po' la Rolex nel mondo delle penne. Marchi riconoscibili anche al di fuori della cerchia degli appassionati. Un orologio Philippe Dufour ai più non dice nulla, un Rolex Submariner fa andare in sollucchero anche il fruttivendolo sotto casa (con tutto il rispetto per i fruttivendoli, grandi clienti della casa coronata).
Detto ciò, da possessore si stilografiche MB, posso dire che se comprate bene sono penne appaganti e qualitativamente buone. Da appassionato dirò invece che se le avessi dovute comprare a prezzo pieno...avrei scelto altro.
In ogni caso si paga l'esclusività non certo il valore intrinseco.
Ovviamente ci sono un sacco di altre stilografiche egualmente ben fatte, se non meglio. E come Astrolux...a prezzo pieno, a comprarla nuova in negozio francamente mi orienterei anche io su altro.
Poi certo è un pò come il Submariner che tutti più o meno conoscono, mentre Dufour con i suoi 50 orologi all'anno sforna gioiellini che però il fruttivendolo sotto casa scambierebbe comodamente con un Rolex submariner... ma porca miseria mai che mi capiti un fruttivendolo così a me...
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che discorso... penne mini che funzionano solo a cartucce ce ne sono varie, mica solo quella, hanno un loro preciso scopo, sono state progettate per quelli interessati a quello scopo, gli altri possono tranquillamente astenersi... (o comprare una Mozart)
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Mah... Dal mio punto di vista, i ragionamenti sull'estetica e "anonimità", marketing e status symbol, costo più o meno corrispondente al prodotto, si possono fare - e valgono tanto quanto, in positivo o in negativo - per qualsiasi penna e marchio, e anche sconfinando in territori diversi dalle stilografiche...
Tornerei quindi alle origini della discussione: "Esperienze in negativo" ... restringendo il campo alle esperienze dirette sulla qualità delle penne e pennini MB e alle esperienze di scrittura...
Fatta questa precisazione, la mia esperienza diretta - principalmente limitata a modelli prodotti nel recente passato (anni '80-90 del secolo scorso) - è molto positiva: qualità molto alta in tutti i sensi.
A chi non piacciono le montblanc?
@Sansenri : si possono benissimo progettare delle stilografiche mini a pistone (o male che vada a cartuccia converter adottando una soluzione simile a quella della Sheaffer Intrigue). Che la Montblanc non l'abbia fatto per la Boheme mini che è una delle penna più belle e innovative fatta nell'ultimo mezzo secolo è un punto a sfavore della ditta considerato il prezzo a cui veniva venduta.
Ultima modifica di Roland il martedì 10 dicembre 2024, 11:57, modificato 1 volta in totale.
- francoiacc
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Faccio fatica a capire il vantaggio del pistone su una efficiente ricarica a cartuccia. Oltremodo quanto questa risulterebbe in una inutile complicazione. 
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