Trasmettere una passione
Inviato: venerdì 12 luglio 2024, 10:59
Trasmettere questo tipo di passioni è sempre un fattore positivo, perché attraverso gli oggetti crea un legame destinato a durare nel tempo.
Mio papà non è mai stato appassionato di stilo, ma ne usa tutt'ora due che gli arrivarono da mio nonno, al quale piacevano molto per un motivo molto particolare: era nato estremamente povero in uno scantinato di New York in una situazione allucinante (roba che al confronto i personaggi di C'era una volta in America erano in pratica dei lord), quando è tornato in Italia era bambino, non parlava mezza parola della nostra lingua e ha dovuto ricominciare le scuole dell'obbligo daccapo.
Per tutta la vita ha tenuto particolarmente a che i suoi figli ricevessero un'istruzione, tentando nel frattempo di migliorare la propria fino ad età molto avanzata. Per lui le stilografiche erano il simbolo che in questo senso ce l'aveva fatta, perché fin da piccolo era abituato ad associarle alla ricchezza e al privilegio più grandi: non solo avere i soldi per comprarle, ma soprattutto poter studiare anziché lavorare.
Quando uso le penne che mi ha lasciato, che funzionano ancora, penso alla straordinaria scommessa che è stata la sua vita e nel mio piccolo mi sento molto orgogliosa di lui e delle cose che ha ottenuto partendo da una posizione di enorme svantaggio (diciamo che quando è morto era parecchio benestante: insomma, il sogno americano lui l'ha realizzato qua in Italia
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Mio papà non è mai stato appassionato di stilo, ma ne usa tutt'ora due che gli arrivarono da mio nonno, al quale piacevano molto per un motivo molto particolare: era nato estremamente povero in uno scantinato di New York in una situazione allucinante (roba che al confronto i personaggi di C'era una volta in America erano in pratica dei lord), quando è tornato in Italia era bambino, non parlava mezza parola della nostra lingua e ha dovuto ricominciare le scuole dell'obbligo daccapo.
Per tutta la vita ha tenuto particolarmente a che i suoi figli ricevessero un'istruzione, tentando nel frattempo di migliorare la propria fino ad età molto avanzata. Per lui le stilografiche erano il simbolo che in questo senso ce l'aveva fatta, perché fin da piccolo era abituato ad associarle alla ricchezza e al privilegio più grandi: non solo avere i soldi per comprarle, ma soprattutto poter studiare anziché lavorare.
Quando uso le penne che mi ha lasciato, che funzionano ancora, penso alla straordinaria scommessa che è stata la sua vita e nel mio piccolo mi sento molto orgogliosa di lui e delle cose che ha ottenuto partendo da una posizione di enorme svantaggio (diciamo che quando è morto era parecchio benestante: insomma, il sogno americano lui l'ha realizzato qua in Italia
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