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C'è stato un vostro momento perplessità nell'uso delle stilografiche?

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Roland
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C'è stato un vostro momento perplessità nell'uso delle stilografiche?

Messaggio da Roland »

Gargaros ha scritto: lunedì 11 dicembre 2023, 23:47 Ogni volta che compro una stilo costosa, resto perplesso per il fatto che i cinesi fanno la stessa cosa vendendola a un decimo di meno. La cazzonicanite si trova anche nelle stilo di marche blasonate... e allora mi chiedo che senso ha spendere tanto.
Le penne costose di solito non si autodistruggono, le cinesi invece si. Sanno solo copiare. Il giorno in cui vedrò una stilografica innovativa cinese con un controllo qualità pari a quello della waterman, Sheaffer o Parler di un secolo fa mi rimangio quello che ho detto. Ma non accadrà mai.
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

Roland ha scritto: martedì 12 dicembre 2023, 10:41 Le penne costose di solito non si autodistruggono, le cinesi invece si. Sanno solo copiare. Il giorno in cui vedrò una stilografica innovativa cinese con un controllo qualità pari a quello della waterman, Sheaffer o Parler di un secolo fa mi rimangio quello che ho detto. Ma non accadrà mai.
Se il confronto è con grandi marchi di un secolo fa, il mondo ha iniziato a girare al contrario e quei grandi marchi si sono adeguati o falliti… per il momento sto con Gargaros e i cinesi, visto che ancora non ho trovato un pennino cinese difettoso
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Messaggio da Gargaros »

Roland ha scritto: martedì 12 dicembre 2023, 10:41Le penne costose di solito non si autodistruggono, le cinesi invece si.
Forse un tempo, oggi non è (quasi) più così.
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Messaggio da RisottoPensa »

Certe recensioni giustificano i prezzi delle penne definendole "difficili" da fare, ma sappiamo tutti che non è così con alcuni brand :lol:

Quello che trovo strano è il raddoppio, il triplo o il quadruplo o più di prezzo per gli oversize
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Messaggio da mastrogigino »

Il discorso prezzi con le stilografiche cinesi è un argomento ricorrente in questo forum, come la Pasqua, le scadenze fiscali e le caramelle mummificate che vi regala la zia quando andate a trovarla... :D

Io qualche cinesata l'ho comprata, e per l'esperienza che ne ho avuto mi sono fatto l'opinione che se spendo 1,3,7€ per una penna ottengo una penna da 1,3,7€.
Vedendo la qualità media, la durevolezza dei materiali e il controllo qualità, preferisco spendere 20/30€ e avere un prodotto di tutt'altro livello come una Lamy, una Pilot o altro.

Ultimamente ho comprato una x159 per provare con le mie mani l'ergonomia di una penna "cicciona" senza spendere un patrimonio per una Montblanc, con 7€ spedita ho una penna bellina che funziona bene , conclusione:
Ok per l'esperimento ma la qualità percepita di una Lamy AlStar che ho pagato 17.90€ in offerta è astralmente superiore, vale al 100% un prezzo quasi triplo.

Certo se uno guarda il listino Mb e paragona la 149 con il suo "clone" .... ma lì si entra nel discorso "luxury" e ci di deve mettere sopra una tara tale che vai a pagare una penna almeno il doppio di quanto vale davvero.

E ovviamente anche nei listini delle "Marche" ci sono prodotti oggettivamente sovrapprezzati anche senza paragonarli ai cloni cinesi, ad es. la nuova Parker 51 col pennino in acciaio partiva da 95€ appena uscita, quando oggettivamente non ne vale più di 35/40 ( e infatti molto velocemente hanno dovuto fare @
"Offerte Speciali " per venderla).

Poi ognuno ovviamente ha la sua opinione, rispettabilissima come sempre, per me rimangono dei curiosi giocattoli e non di più, anche se non ho ancora provato una Mahjong ma di rischiare 30/40€ per adesso no ne ho l'intenzione.
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Messaggio da Koten90 »

Più che l’opinione personale, credo che conti la percezione del valore della penna.
Tra la X159 e una MB 149 Calligraphy, per me, le differenze sono pennino rigido contro flex e la 149 più pesante.
Tra la Capless e le Majohn, vedo nelle cinesi la possibilità di scegliere la versione in plastica (più leggera), ma anche l’obbligo di avere un pennino EF (davvero EF, troppo fine per me, modificato con Micromesh per avere un tratto piu grosso e quasi stub).
In entrambi i casi, il costo della cinese me la fa usare a cuor leggero fuori casa.

Non ho il minimo interesse per il luxury. Ho la 149 solo per il pennino Flex. Un conto è investire nella tecnica di un pennino “speciale”, un altro per un “normale” pennino rigido dalla punta arrotondata ma con un marketing eccezionale alle spalle.
L’unico motivo per scegliere un Lamy invece di una Majohn potrebbe essere quello di avere già un pennino sciolto compatibile da sostituire in caso di taglia buttata a casaccio, sicuramente non in una Al-star perché si graffia con un niente.

Ho omesso tutti i “per me” per non essere ridondante, ma parlo solo delle mie opinioni.
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Messaggio da ilValla »

Automedonte ha scritto: lunedì 11 dicembre 2023, 15:11 Il mio momento di perplessità e sconforto è stato quando ho provato le penne vintage :D

Esteticamente le trovavo molto belle ed accattivanti e dopo aver letto tanti commenti entusiasti sul Forum di come fossero le sole vere penne perché le moderne erano solo pietose imitazioni, sui pennini miracolosi, sui materiali usati di qualità eccelsa e sulla qualità di costruzione magnifica mi sono avventurato nell'acquisto e mal me ne colse.

Avessi trovato una penna di mio gradimento :mrgreen: molte esteticamente piacevoli le ho trovate troppo sottili per un uso prolungato, i sistemi di caricamento delicati e spesso malfunzionanti, abbisognasse di cure ed attenzioni non necessarie sulle penne più recenti (dal 1970 in avanti)

Le ho eliminate tutte tranne qualcuna che ho tenuto non certo per usarla ma solo per "tradizione" (Aurora 88 Nizzoli ed Hastil, Paker 51 ed una Parker Duofold junior de luxe in celluloide.)

Ora acquisto ed uso solo penne relativamente recenti e vivo felice :thumbup:
Totalmente d'accordo! 😁
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Messaggio da Tregg »

RisottoPensa ha scritto: domenica 10 dicembre 2023, 13:09 Vuoi scoprire che alla fine non c'è tanta differenza tra oro e acciaio ( punta iridio), che le penne in metallo non sono migliori di quelle in resina ( come pregiatezza di materiali (?)), che la penna che avete comprato a €300 scrive come una da €3....

Quale è stato il vostro o i vostri momenti perplessità? Anche positivi!

Il mio è stato scoprire che è la punta di iridio che tocca la penna e che alla fine un pennino in acciaio rifinito bene può scrivere meglio di una in oro a seconda delle proprie preferenze.

Essenso passato subito a penne costose ( 40-60€), sono rimasto stupito dalla qualità di penne come le Pilot kakuno e preppy.
Non sono un collezionista e, quel poco che so di penne stilografiche, l'ho imparato qui e spulciando qualcosa sul web. Credo che per scrivere bene con una penna basti poco (chi ama fare calligrafia seriamente non può prescindere dall'uso di pennini e inchiostro da intinzione, assolutamente inadatto per qualsiasi stilografica). Non servono cifre folli. Il resto è compiacimento per l'oggetto comperato, marchio, e qualcos'altro che ognuno di noi vede "importante" nella scelta della sua penna. Ma a volte mi pare si rincorra più un sogno, un desiderio di perfezione per poi rimanere con un pugno di mosche in mano. Son convinto che il pennino d'oro non scriva meglio di uno in acciaio, che paghiamo cifre stellari per plastica colorata, che l'inchiostro boutique ci fa pagare il calamaio più del suo contenuto. Con questo non voglio svilire le scelte personali di nessuno, ma una domanda mi ricorre spesso per la mente; cento anni fa, quando le stilografiche si affermarono (non soppiantando mai completamente il pennino e il calamaio) quanto costavano? Perché spesso leggo che erano oggetti costosi, ma mi riesce difficile credere che fossero costosi - fatte le dovute proporzioni - come le penne attuali. Bene o male, in ogni famiglia si rinviene qualche penna stilografica che, se non antica, almeno è vintage. E non credo che tutti avessero la passione delle stilografiche e fossero disposti a sborsare le attuali cifre stellari per una penna. Questo mi lascia perplesso.
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Messaggio da Koten90 »

Tregg ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 11:22 Il resto è compiacimento per l'oggetto comperato, marchio, e qualcos'altro che ognuno di noi vede "importante" nella scelta della sua penna. (…) cento anni fa, quando le stilografiche si affermarono (non soppiantando mai completamente il pennino e il calamaio) non credo che tutti avessero la passione delle stilografiche e fossero disposti a sborsare le attuali cifre stellari per una penna.
In questo periodo, in ogni casa c’è un computer. In qualcuna ce ne sono più di uno, senza contare gli smartphone e i tablet. Si può avere un pc da 200€ o un Macbook da 3000€.
Credo che il paragone sia abbastanza consono, visto che le penne sono state soppiantate da pc e strumenti informatici vari.

Aggiungi anche che nella grande epoca delle stilografiche c’era un bel tumulto in giro per il mondo e il potere d’acquisto della famiglia media era ben lontano da quello odierno, mentre nel periodo del boom economico si stavano già facendo strada le penne a sfera
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Messaggio da RisottoPensa »

Credo che il prezzo sia accettabile per le plastiche colorate.

Un tempo non si avevano conoscenze o denaro sufficienti per produrre celluloidi o resine colorate, che alla fine rimanevano in produzione solo da poche compagnie già affermate.

Grazie a persone con la passione del fai da te, siamo arrivati alla possibilità di avere resine colorate che altrimenti nessuna compagnia avrebbe mai tirato fuori per paura di rischiare. Non è che negli anni precedenti al computer non c'era gente che volesse qualcosa di più euforico, è che era difficile o introvabile.

Nomi come Jonathan brooks sono spesso menzionati nelle collaborazioni con i brand attuali, ma essendo un aetigiano ha i suoi limiti di tempo, e questo influisce sul prezzo finale del prodotto.

Altre aziende probabilmente usano le proprie resine di dubbi colori o provenienza, e non lontani da prodotti industriali che si trovano su penne Cinesi.

Penso che alla fine si paga il valore che si da alla stilografica come dici tu.
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Messaggio da Tregg »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 12:26 Credo che il prezzo sia accettabile per le plastiche colorate.

Grazie a persone con la passione del fai da te, siamo arrivati alla possibilità di avere resine colorate che altrimenti nessuna compagnia avrebbe mai tirato fuori per paura di rischiare. Non è che negli anni precedenti al computer non c'era gente che volesse qualcosa di più euforico, è che era difficile o introvabile.

Nomi come Jonathan brooks sono spesso menzionati nelle collaborazioni con i brand attuali, ma essendo un aetigiano ha i suoi limiti di tempo, e questo influisce sul prezzo finale del prodotto.

Altre aziende probabilmente usano le proprie resine di dubbi colori o provenienza, e non lontani da prodotti industriali che si trovano su penne Cinesi.

Penso che alla fine si paga il valore che si da alla stilografica come dici tu.
Le "resine", come vogliamo chiamarle, non sono altro che Plexiglass (Metacrilato). Ce ne vuole di prasticona per alzare un prezzo di seicento euro, al netto del pennino d'oro che peserà, si e no, un grammo o poco più. E fanno anche i difficili a venderti un centimetro in più di fusto penna che, per ottenerlo, devi scucire soldoni sonanti (Pelikan in testa con le sue Souverän). Forse qualche artigiano mola le migliori barre di plexiglass ma, per il resto, il procedimento è abbastanza automatizzato. Se va bene, per gli oggetti più preziosi, un operaio specializzato leviga a mano le punte rodiate dei pennini d'oro e prova la penna. Ma non di più.

Koten90 ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 12:11 In questo periodo, in ogni casa c’è un computer. In qualcuna ce ne sono più di uno, senza contare gli smartphone e i tablet. Si può avere un pc da 200€ o un Macbook da 3000€.
Credo che il paragone sia abbastanza consono, visto che le penne sono state soppiantate da pc e strumenti informatici vari.

Aggiungi anche che nella grande epoca delle stilografiche c’era un bel tumulto in giro per il mondo e il potere d’acquisto della famiglia media era ben lontano da quello odierno, mentre nel periodo del boom economico si stavano già facendo strada le penne a sfera
Ho trovato questa chicca degli anni sessanta: https://youtu.be/2f1yMNZh97U?feature=shared

Con Lire 15.000 dell'epoca comperavi due belle penne, molto pregevoli.
Aggiornando agli indici ISTAT la stessa somma a partire da gennaio 1970 (data di sicurezza), otteniamo una conversione pari ad € 165 (se prendiamo il 1963, anno di prima produzione di Aurora 98, saliamo a 210 euro). Con quella somma, oggi non solo non comperi due penne, ma neanche mezza stilografica avente pari caratteristiche alla Aurora 98 di allora ... Qualcosa non mi torna.

Fonte: https://rivaluta.istat.it/Rivaluta/
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Le mie perplessitá - molte delle quali vedo rispecchiate nelle risposte date sinora alla domanda iniziale - sono terminate quando ho pacificamente accettato il fatto che le penne stilografiche non mi servono. Non le uso per il lavoro, ma spesso contro il lavoro, perché mi diverto a cincischiare e scrivere gli articoli sulla carta, ma poi devo comunque copiarli nel computer e avrei fatto prima (e forse meglio) a farlo direttamente lì. Non le porto fuori con me se non in rarissime occasioni, nelle quale vanno comunque nascoste in portapenne rinchiusi nelle mie borse di lavoro. Non ne faccio ostentazione alcuna, ragion per cui non compiono neppure alcuna funzione di status. Semplicemente, rappresentano un piccolo piacere personale.

All'essere quel che sono, la maggior parte delle perplessità mi sono divenute irrilevanti. Non cerco nessuna penna che scriva più o meno uguale a un miglior rapporto costo/qualità: non é qualcosa che io debba comprare e per la quale debba sforzarmi per trovare la migliore occasione. Senza alcun obbligo e senza alcuna necessità, spendo i soldi che posso e quando posso per comprare una penna che mi piaccia davvero. Ho avuto fortuna - certamente molta più fortuna con le moderne che con le vecchiette - e per lo più ho comprato penne che scrivono bene, ma ammetto d'essere di bocca buona e di farmele piacere anche con qualche imperfezione, sempre che mi facciano contento.

Ogni camicia protegge la pelle con una cappa di cotone, ogni cappotto ripara dal freddo, ogni paio di scarpe isola i piedi dal suolo, ogni orologio segna l'ora, ogni borsa può contenere qualche foglio e un quaderno, su ogni scrittoio si può poggiare un quaderno, su ogni sottomano un foglio di carta. Eppure scegliamo quelli che ci aggradano maggiormente, anche quando altri, a minor costo, farebbero lo stesso lavoro. Il discorso delle perplessità non vale per le penne, ma per la vita in generale. Amiamo, in generale, circondarci di cose che - insieme alla loro funzione primaria - appagano il nostro gusto per la bellezza e ci regalano istanti di infantile felicità. Ho due penne cinesi, scrivono decentemente, a una si é staccato sua sponte un pezzo di cappuccio ma l'ho riparato con la colla. Ma non le uso. Funzionano ma non mi danno piacere. Siccome non ne ho bisogno, non vedo ragione per usarle.

Fortuna vuole che le mie preferenze siano in qualche molto limitate e che la stragrandissima maggioranza delle penne non mi piacciano per nulla. Dopo tanti anni di scegliere e acquistare le penne che mi piacciono, il paniere dei desideri é certamente più vuoto di prima, e quando le penne che ancora si desiderano non sono molte, anche i soldini diventano un problema più facile da gestire. É tutto.
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Messaggio da Koten90 »

fufluns ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 15:43 Le mie perplessitá sono terminate quando ho pacificamente accettato il fatto che le penne stilografiche non mi servono. Non le uso per il lavoro, ma spesso contro il lavoro, (…) Semplicemente, rappresentano un piccolo piacere personale.

All'essere quel che sono, la maggior parte delle perplessità mi sono divenute irrilevanti. (…) Senza alcun obbligo e senza alcuna necessità, spendo i soldi che posso e quando posso per comprare una penna che mi piaccia davvero. (…) scegliamo quelli che ci aggradano maggiormente, anche quando altri, a minor costo, farebbero lo stesso lavoro. Il discorso delle perplessità non vale per le penne, ma per la vita in generale. Amiamo, in generale, circondarci di cose che - insieme alla loro funzione primaria - appagano il nostro gusto per la bellezza e ci regalano istanti di infantile felicità.
Quanta saggezza🤩 un punto di vista illuminante che spesso (se non sempre) ignoriamo
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Messaggio da Automedonte »

fufluns ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 15:43 Le mie perplessitá - molte delle quali vedo rispecchiate nelle risposte date sinora alla domanda iniziale - sono terminate quando ho pacificamente accettato il fatto che le penne stilografiche non mi servono. Non le uso per il lavoro, ma spesso contro il lavoro, perché mi diverto a cincischiare e scrivere gli articoli sulla carta, ma poi devo comunque copiarli nel computer e avrei fatto prima (e forse meglio) a farlo direttamente lì. Non le porto fuori con me se non in rarissime occasioni, nelle quale vanno comunque nascoste in portapenne rinchiusi nelle mie borse di lavoro. Non ne faccio ostentazione alcuna, ragion per cui non compiono neppure alcuna funzione di status. Semplicemente, rappresentano un piccolo piacere personale.

All'essere quel che sono, la maggior parte delle perplessità mi sono divenute irrilevanti. Non cerco nessuna penna che scriva più o meno uguale a un miglior rapporto costo/qualità: non é qualcosa che io debba comprare e per la quale debba sforzarmi per trovare la migliore occasione. Senza alcun obbligo e senza alcuna necessità, spendo i soldi che posso e quando posso per comprare una penna che mi piaccia davvero. Ho avuto fortuna - certamente molta più fortuna con le moderne che con le vecchiette - e per lo più ho comprato penne che scrivono bene, ma ammetto d'essere di bocca buona e di farmele piacere anche con qualche imperfezione, sempre che mi facciano contento.

Ogni camicia protegge la pelle con una cappa di cotone, ogni cappotto ripara dal freddo, ogni paio di scarpe isola i piedi dal suolo, ogni orologio segna l'ora, ogni borsa può contenere qualche foglio e un quaderno, su ogni scrittoio si può poggiare un quaderno, su ogni sottomano un foglio di carta. Eppure scegliamo quelli che ci aggradano maggiormente, anche quando altri, a minor costo, farebbero lo stesso lavoro. Il discorso delle perplessità non vale per le penne, ma per la vita in generale. Amiamo, in generale, circondarci di cose che - insieme alla loro funzione primaria - appagano il nostro gusto per la bellezza e ci regalano istanti di infantile felicità. Ho due penne cinesi, scrivono decentemente, a una si é staccato sua sponte un pezzo di cappuccio ma l'ho riparato con la colla. Ma non le uso. Funzionano ma non mi danno piacere. Siccome non ne ho bisogno, non vedo ragione per usarle.

Fortuna vuole che le mie preferenze siano in qualche molto limitate e che la stragrandissima maggioranza delle penne non mi piacciano per nulla. Dopo tanti anni di scegliere e acquistare le penne che mi piacciono, il paniere dei desideri é certamente più vuoto di prima, e quando le penne che ancora si desiderano non sono molte, anche i soldini diventano un problema più facile da gestire. É tutto.
:clap:
Caro Franco, come al solito sei riuscito d esprimere in maniera garbata ed esaustiva il pensiero che accompagna molti di noi ma che non tutti accettano.
La penna, ma vale per molti oggetti, deve piacere non deve solo svolgere un servizio e quindi cercare di stabilire quale sia la migliore è un’utopia o peggio una presunzione.
Cesare Augusto
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No comment, una risposta veramente bella da leggere ( e rileggere) :clap:
Grazie per il tuo contributo
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