In realta' credo che il problema di fondo di chi si avvicina al vintage sia la convinzione che e' alquanto comune tovarsi tra le mani una penna con un pennino flessibile, cosa putroppo non vera. Diciamo che chi e' alla ricerca di una penna che scrive bene difficilmente rimarra' deluso da una vecchietta ancora in buona forma, che sia un flessibile non e' detto. Se vuoi provare l'esperienza di un flessibile vintage ti consiglio di andare ad un pen show e provare le penne, vi troverai diversi pennini flessibili ed ognuno con le sue caratteristiche. Per intenderci, un flessibile OMAS non ha nulla a che vedere con un flessibile Waterman, ma credo questo sia ovvio. Evidentemente non tutti negli anni passati compravano una penna per un bel copperlate, un esempio pratico erano i pennini Signature di Wahl definiti come pennini per uso comune inclusa la corrispondenza, che erano a tutti gli effetti degli ottimi semi-flex, o Sheaffer che produceva per la maggior parte degli ottimi pennini rigidi. Il fatto che oggi se ne trovino tanti indica che vi era una grossa richiesta di questi pennini.calli1958 ha scritto: ↑giovedì 25 maggio 2023, 10:14Grazie Francesco, hai aggiunto un'altra conferma (mi riferisco alla descrizione del venditore). Inoltre, dall'informazione che Wasp è della famiglia Sheaffer, come mi è capitato di leggere in interventi sparsi nel forum relativamente alla tipologia dei suoi pennini, devo dire che sarei stato più contento se Wasp fosse appartenuta a qualche famiglia più...." flessibile"(!). A riguardo, andando vagamente OT e nei forti limiti delle mie conoscenze stilografiche, mi chiedo perché i pennini delle stilografiche dei decenni recenti siano quasi tutti rigidi, o quasi rigidi, e contemporaneamente nel mercato vintage siano particolarmente ricercati (stando ai prezzi molto più elevati) i pennini flessibili o semi-flessibili. Non conosco i sistemi di lavorazione dei pennini (né il know how necessario né i costi relativi), vedo solo che le poche (per quanto ne so) penne attuali dotate di pennini flessibili hanno quasi tutte costi proibitivi (non che quelle con pennini "normali" siano economiche, se di marchi conosciuti): Non credo ci sia la necessità di competere con biro o roller (gli acquirenti di stilografiche credo che per la maggior parte si aspettino uno strumento di scrittura con delle peculiarità proprie e non mi pare che i pennini rigidi possano raggiungere tale scopo: se non sbaglio i pennini rigidi delle stilografiche potevano aver senso (come anche quelli rigidi per intinzione, i c.d. manifold) per la necessità di fare più copie di quanto scritto, ma già da tempo questa necessità è superata. Nè, credo, la spiegazione sia da ricercarsi nella perduta capacità di scrivere: chi usa la stilografica (fosse anche solo in casi limitati) parrebbe tenere in considerazione "qualcosa" che va oltre la pura esibizione dell'oggetto (anche perché di costose "da esibire" ci sono anche molte biro o roller), a prescindere dalla grafia personale.francoiacc ha scritto: ↑giovedì 25 maggio 2023, 8:35 Gran bella penna, direi che scrive come ci si aspetta da una Sheaffer! Il pennino scorrevole, morbido con un bel tratto continuo e' la caratteristica della produzione Sheaffer dell'epoca. Il fatto che non trovi il titolo dell'oro incisio sul pennino e' normale, all'epoca non era obbligatorio negli USA e Sheaffer non lo faceva sui suoi pennini.![]()
Mi fermo perché sono decisamente fuori tema!
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Sul moderno devi sempre considerare i due aspetti della medaglia, il collezionista che vuole l'oggetto e l'utente che vuole lo strumento di scrittura, ovviamente con tutte le sfumature di grigio nel mezzo. Poi i produttori moderni si adeguano alla richiesta del mercato, considerando che oggi si scrive con la tastiera... ma qui andiamo tanto tanto OT.
Quindi, goditi questa bellezza e magari appena ti e' possibile fatti un bel giro ad un Pen Show per provare un po' di pennini flessibili e farti un'idea piu' precisa in merito.
