Tornio o stampo e produzione industriale
Inviato: sabato 19 novembre 2022, 23:35
Si, ma col controllo numerico (non vorrei mai che saltassero uno zero!).
Si, ma col controllo numerico (non vorrei mai che saltassero uno zero!).
Anche le barre da tornire sono state fuse o liquefatte, inoltre la tornitura ne sollecita ulteriormente la struttura, la tornitura poi non deve essere considerata come un procedimento da fantascenza...è e resta un'operazione molto semplice, non la vedo come un valore aggiunto.Giulio64 ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 23:05Non è la tornitura che conferisce la migliore resistenza del materiale quanto piuttosto la pressofusione (il processo di stampo) che la riduce; portando il materiale allo stato fuso si determinano delle modifiche della struttura molecolare che, appunto, riducono la resistenza del materiale una volta che torna solido. E qui mi taccio perché di più non ne so. Ciaopiccardi ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 18:57
Sulla maggiore resistenza invece ho molti dubbi, in genere la resistenza dipende dal materiale e dagli spessori... Per quale ragione un oggetto tornito sarebbe più resistente perché tornito?
Simone
PS stiamo andando fuori tema, per cui questa parte della discussione sarà spostata.![]()
E ti sbagli. Veniva prodotta proprio così:francoiacc ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 22:33 Con la produzione a stampo però la vedo difficile produrre qualcosa del genere.
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Per la produzione della barra, la plastica (di solito Policarbonato o PMMA) viene fusa ed estrusa. Essendo un processo meccanico che coinvolge grandi forze di spinta e non richiede che il materiale sia molto fluido, il materiale plastico può essere di un “grado” più elevato: maggiore lunghezza delle catene polimeriche, quindi maggiori caratteristiche meccaniche, ma anche maggiore densità e tendenza all’infragilimento (nel senso stretto del termine, ovvero minore intervallo di deformazione plastica e maggiore tendenza a creparsi e sbriciolarsi).Giulio64 ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 23:05 Non è la tornitura che conferisce la migliore resistenza del materiale quanto piuttosto la pressofusione (il processo di stampo) che la riduce; portando il materiale allo stato fuso si determinano delle modifiche della struttura molecolare che, appunto, riducono la resistenza del materiale una volta che torna solido. E qui mi taccio perché di più non ne so. Ciao![]()
Che dire, questa mi è nuova, ma una celluloide Arco non saprei, mi sembra di capire che viene fatta per stratificazione.piccardi ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 23:58E ti sbagli. Veniva prodotta proprio così:francoiacc ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 22:33 Con la produzione a stampo però la vedo difficile produrre qualcosa del genere.
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https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-2014150.pdf
Simone
Grazie Simone per questo documento davvero interessante.piccardi ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 23:58E ti sbagli. Veniva prodotta proprio così:francoiacc ha scritto: ↑sabato 19 novembre 2022, 22:33 Con la produzione a stampo però la vedo difficile produrre qualcosa del genere.
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https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-2014150.pdf
Simone
francoiacc ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 9:04 Ma esistono aziende che ai giorni per la produzione di penne che non siano in resina monocolore usano un processo ad iniezione ?
Koten90 ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 0:26 Il grande vantaggio della barra piena è la possibilità di creare pattern geometrici controllati “assemblando” vari strati di materiale come si faceva con le celluloidi anellate, striate e arco. Per iniezione è praticamente impossibile, anche con uno studio delle densità dei materiali co-iniettati e dei flussi nei canali dello stampo: un minimo di turbolenza all’interno del flusso crea screziature caotiche, un flusso laminare perfetto lascia screziature orientate nel senso del flusso (per la lunghezza del fusto della penna, quindi), tranne per il fondo dello stampo. Lì si creerà sempre turbolenza.
Nella plastica non si parla di fibre (a meno che il materiale sia volutamente “caricato” con fibra di carbonio o di vetro), ma di catene polimeriche che sia formano al momento della solidificazione. Un materiale molto stressato da temperatura e pressioni elevate mantenute per molto tempo non riuscirà a riformare le catene nella loro interezza, ma parliamo di catene di molecole, quindi di dimensioni dell’ordine dei millimetri quando va bene (1-2 centimetri per quanto riguarda la lunghezza delle fibre carbonio e vetro).ricart ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 9:34 Nei processi di fusione,stampaggio e forgiatura le fibre del materiale rimangono integre con la lavorazione per mezzo di utensili le fibre vengono tagliate riducendo la resistenza dell'oggetto. […] per le plastiche vale il discorso del taglio delle fibre il che, per me, comporta una fragilità superiore rispetto alla fusione compensata forse dagli spessori superiori.
ASTROLUX ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 8:51 Le penne da svariate centinaia di euro sono prodotti di lusso, come tali vendono soprattutto il marchio, il design e l'esclusività. […]
Il prodotto che viene fatto in maniera semiartigianale ha una appetibilità diversa, da un prodotto industriale fatto in larga scala, così come un pastore di terracotta di San Gregorio rispetto ad uno fatto in serie, così come una camicia fatta dalla sartoria rispetto a quella "confezionata".
Per cui, essendo una persona che ha preso coscienza del fatto che compra oggetti superflui e costosi, per il solo gusto di averli , me ne impipo altamente della robustezza e della precisione, voglio almeno l'illusione del lusso che conrtaddistingue gli oggetti di alto artigianato.
Se ne facciamo una questione di esclusività non posso che darvi ragione, sapere che questa penna ha richiesto il lavoro, la formazione e l’esperienza di una persona, gli investimenti di un’azienda in ricerca e sviluppo, il suo voler tornare ai materiali di una volta ha sicuramente un grande fascino e DEVE essere riconosciuto economicamente.francoiacc ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 10:03 Personalmente so di aver un pezzo fatto a mano per me, e ciò me la rende più esclusiva, non è la verità assoluta ma è il mio modo di percepire questa passione. Sapere che un manipolo di persone sedute intorno ad un tavolo assemblano una penna facendo si che non vi sia nulla di sbagliato me la rende più interessante di una penna fatta su una linea di assemblaggio. Ovviamente rispetto punti di vista diversi di chi non è Interessato ad avere materiali che si possono lavorare esclusivamente per tornitura o lavorazioni più artigianali, non ci vedo nulla di sbagliato.
Sapere che un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolo hanno messo a punto un processo industriale automatizzato su linee di assemblaggio per produrre una penna, me la rende più interessante di una fatta a mano su un tavolo.francoiacc ha scritto: ↑domenica 20 novembre 2022, 10:03
…… Sapere che un manipolo di persone sedute intorno ad un tavolo assemblano una penna facendo si che non vi sia nulla di sbagliato me la rende più interessante di una penna fatta su una linea di assemblaggio. Ovviamente rispetto punti di vista diversi di chi non è Interessato ad avere materiali che si possono lavorare esclusivamente per tornitura o lavorazioni più artigianali, non ci vedo nulla di sbagliato.