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Per me fatto in cina, russia, giappone, italia, non cambia…. Mi piace semplicemente che sia fatto dove l’azienda ‘risiede’, mettiamola così… Poi ovviamente è molto difficile.
Sorvolo sui paesi e i metodi di lavoro più o meno etici, altrimenti entriamo in una discussione infinita che porterà alla chiusura dell’argomento….

Ste003 ha scritto: ↑sabato 24 settembre 2022, 12:42 ….ma poi ho scoperto che non è fabbricata in giappone.
Deluso, non la voglio più.
Breve storia triste.

Se interessano le low cost giapponesi, la stilografica di muji è fatta in Giappone.
Non è male…

Il discorso dei diritti civili/dei lavoratori regge poco.
Cosa giustifica l’acquisto di penne di un secolo fa prodotte in Occidente quando ancora il lavoro minorile era in auge?
Quando si parla di diritti, ricordiamo che fuori dall’Europa la “normalità” è un altra. Spesso troviamo ancora società in cui si fanno molti figli perché lavorino il prima possibile e producano reddito. È nel nostro diritto contestare quello che per loro è normale solo perché noi siamo abituati in tutt’altro modo?

Koten90 ha scritto: ↑domenica 25 settembre 2022, 10:06 Il discorso dei diritti civili/dei lavoratori regge poco.
Cosa giustifica l’acquisto di penne di un secolo fa prodotte in Occidente quando ancora il lavoro minorile era in auge?
Quando si parla di diritti, ricordiamo che fuori dall’Europa la “normalità” è un altra. Spesso troviamo ancora società in cui si fanno molti figli perché lavorino il prima possibile e producano reddito. È nel nostro diritto contestare quello che per loro è normale solo perché noi siamo abituati in tutt’altro modo?

Appunto….

MatteoM ha scritto: ↑domenica 25 settembre 2022, 9:53 Se interessano le low cost giapponesi, la stilografica di muji è fatta in Giappone.
Non è male…

In realtà non cerco una low cost, in realtà non cerco nulla!!! Solo che quella mi piaceva e amen…
Poi guarderò bene la muji, ma tempo fa non mi disse nulla…

Koten90 ha scritto: ↑domenica 25 settembre 2022, 10:06 Il discorso dei diritti civili/dei lavoratori regge poco.
Cosa giustifica l’acquisto di penne di un secolo fa prodotte in Occidente quando ancora il lavoro minorile era in auge?
Quando si parla di diritti, ricordiamo che fuori dall’Europa la “normalità” è un altra. Spesso troviamo ancora società in cui si fanno molti figli perché lavorino il prima possibile e producano reddito. È nel nostro diritto contestare quello che per loro è normale solo perché noi siamo abituati in tutt’altro modo?

...contestarlo è sicuramente un nostro diritto, pretendere di cambiarlo sicuramente no.

Koten90 ha scritto: ↑domenica 25 settembre 2022, 10:06 Il discorso dei diritti civili/dei lavoratori regge poco.
Cosa giustifica l’acquisto di penne di un secolo fa prodotte in Occidente quando ancora il lavoro minorile era in auge?
Quando si parla di diritti, ricordiamo che fuori dall’Europa la “normalità” è un altra. Spesso troviamo ancora società in cui si fanno molti figli perché lavorino il prima possibile e producano reddito. È nel nostro diritto contestare quello che per loro è normale solo perché noi siamo abituati in tutt’altro modo?

c'è però una differenza: nel momento in cui si acquista una penna vintage, che sia prodotta da bambini nell'europa di inizio 900 o da bambini cinesi degli anni 80, si stanno dando soldi al precedente proprietario, non a chi ha fatto produrre originariamente, e quindi non se ne incoraggiano le pratiche.

e non è neanche come comprare usato recente, in cui il fatto di sapere che c'è un mercato per rivendere potrebbe spingere qualcuno a comprare nuovo quando non avrebbe comprato altrimenti (dando quindi un incentivo indiretto).

Proporrei di boicottare tutti i produttori italiani di stilografiche.

L'Italia non garantisce nemmeno il primo diritto dei lavoratori: quello di lavorare.