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Informazioni su Wancher, Engeika, PenSachi e Pen Wing

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rrfreak63
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Messaggio da rrfreak63 »

la mia visione è semplice, wancher vende Urushi a prezzi abbordabili oltre che alle 'true ebonite'. Certo il numero di strati di urushi applicati sarà inferiore a quelli di altri più blasonati produttori ma se voglio una penna siffatta la compero per provare la sensazione tattile del materiale senza indebitarmi. La fanno in Vietnam, ma chissene!!! È come comperare una Aston Martin, la maggior parte dei pezzi li fornisce Ford mi è stato detto, e allora? Perde il suo 'status', non mi pare, ma sempre una Aston rimane.
Quando partono queste campagne, amplificate dal web, occorre fare attenzione.

Ho una Esterbrook e due Wancher, sono identiche ed i pezzi sono intercambiabili. Cosa posso pensare, lo penso eccome se lo penso.

Comunque lodevole la ricerca 'documentale' del tipo sul blog. Proverò a far leggere a dei colleghi che parlano il giapponese gli allegati in giapponese per vedere se coincidono. Ti piazzo un articolo in giapponese e te lo traduco come pare a me tanto il giapponese non lo parla nessuno fuori dal giappone.
E poi quelle LE sui siti menzionati sono inguardabili e non le comprerei mai se, voglio 'cineserie' compero Jinhao.
I prodotti sul sito Wancher sono 1000 volte meglio e, per me, garantiti. Comunque l'articolista mette le mani avanti più volte per proteggersi da quello che scrive.
Non è una truffa/raggiro/fregatura a mio modo di vedere.
E comunque stiamo parlando a raffica di un produttore che non molti, credo, conoscevano prima di questo intervento e che ora gli genererà un bel po' di 'hit' 😊
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Bons

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Messaggio da Bons »

Con Engeika abbiamo avuto a che fare in tanti e in tanti siamo stati soddisfatti.
'Sto nib grinder... makikazz-e?

Grazie per aver condiviso l'informazione che ognuno di noi potrà valutare liberamente.

A me sembra fuffa.
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Messaggio da maylota »

Cercando di espandere la discussione, c'è attualmente in Giappone una certa "sensibilità" al tema Urushi.
Urushi che viene sempre più prodotto fuori dal Giappone e con risultati ottimi.
Segnalo questo articolo di Bruno Taut, ben noto conoscitore di penne e di Giappone.
https://estilofilos.blogspot.com/2022/0 ... rushi.html

Secondo me l'ultima frase: "The label “made in Japan” will still hold some value, but that label is no longer the exclusive property of a couple of makers. And in the meantime, third-party craftsmen, in Japan and abroad, compete with the same tools."
spiega abbastanza bene le dinamiche interne giapponesi che possono portare a lotte ("vendette") tra produttori, che vengono poi combattute sui blog.

Ovviamente, è una mia personale opinione. :angel:
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Messaggio da Esme »

Ho letto tutta l'indagine in link e mi permetto di suggerire di fare altrettanto a chiunque sia interessato all'argomento, perché le estrapolazioni sono quasi sempre fuorvianti.
Molto utile leggere anche i commenti sucessivi.

Emerge un quadro con molte ombre, è vero, ma non si parla di truffa, l'autore mi è parso molto attento a non dare un giudizio di questo genere.
Per questo motivo trovo molto interessante la condivisione, per cui ringrazio, ma anch'io ritengo che la parola "truffa" sia eccessiva.

Francamente non capisco molto la diatriba sulle penne realizzate con adesivi. I prezzi parlano chiaro, è una tecnica comunque già usata anche in Giappone (in occidente la chiameremmo decoupage), sul sito le informazioni ci sono.
Pensare di comprare una penna a un decimo, ma anche a un centesimo del suo corrente valore di mercato dovrebbe quantomeno spingere a guardare bene tutte le informazioni e a non cadere dal pero.

Trovo perfetta la chiusura dell'indagine, che sottolinea come l'importante sia informarsi e poi prendere delle decisioni.
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Messaggio da Thefinenib »

Esme ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 9:51 Francamente non capisco molto la diatriba sulle penne realizzate con adesivi. I prezzi parlano chiaro, è una tecnica comunque già usata anche in Giappone (in occidente la chiameremmo decoupage), sul sito le informazioni ci sono.
Pensare di comprare una penna a un decimo, ma anche a un centesimo del suo corrente valore di mercato dovrebbe quantomeno spingere a guardare bene tutte le informazioni e a non cadere dal pero.
Come hanno evidenziato alcuni commenti del forum, le informazioni sul sito di Pen Wing sono tutt’altro che chiare. Invece di parlare di decoupage o faux maki-e, le penne vengono descritte come urushi art o "modern maki-e" prodotte via "screen-printing before further details are hand-painted and hand-polished by a master Maki-e craftsman." Stesso discorso per la Dream Pen di Wancher, che viene associata a produttori urushi giapponesi senza mai menzionare il Vietnam.

Sono sicuro che un collezionista o una persona informata si renderebbe conto che, visti i prezzi, le penne non possono essere laccate da produttori giapponesi in Wajima. Ma molte persone meno avvezze probabilmente potrebbero essere ingannate da queste descrizioni. Stessa cosa per le finte edizioni limitate. Magari uno le compra credendo che siano prodotti da listino, mente invece si tratta di penne after market con componenti mischiati da Wancher.
rrfreak63 ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 8:45 La fanno in Vietnam, ma chissene!!!
Il Vietnam (come tanti altri paesi asiatici) vanta una tradizione secolare di laccatura. Sono sicuro che penne fatte in Vietnam siano bellissime, ma questo non è il punto. Qua si parla di una passata di pomodoro fatta con pomodori algerini venduta come made in Italy. Sono sicuro che i pomodori algerini siano buonissimi, ma me lo devi dire che sono algerini. Anche perché i pomodori algerini e italiani vengono prezzati diversamente.

Sul sito di Wancher c'è scritto che la Dream Pen "is crafted by hands of Japanese traditional craftsmen in various places in Japan - homes of the traditional arts such as Wajima, Tsugaru, etc.". Da nessuna parte viene menzionato il Vietnam. Tornado alla passata, qua ti stanno vendendo una passata algerina dicendoti che "is crafted by hands of Italian traditional farmers in various places in Italy - homes of the traditional pomodoro such as San Marzano, Pachino, etc."

maylota ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 9:42 Cercando di espandere la discussione, c'è attualmente in Giappone una certa "sensibilità" al tema Urushi.
Urushi che viene sempre più prodotto fuori dal Giappone e con risultati ottimi.
Segnalo questo articolo di Bruno Taut, ben noto conoscitore di penne e di Giappone.
https://estilofilos.blogspot.com/2022/0 ... rushi.html

Secondo me l'ultima frase: "The label “made in Japan” will still hold some value, but that label is no longer the exclusive property of a couple of makers. And in the meantime, third-party craftsmen, in Japan and abroad, compete with the same tools."
spiega abbastanza bene le dinamiche interne giapponesi che possono portare a lotte ("vendette") tra produttori, che vengono poi combattute sui blog.

Ovviamente, è una mia personale opinione. :angel:
Discorso molto interessante. Ma ritengo che (parere personalissimo) Bruno si sbagli in quanto la laccatura degli oggetti è sempre stata diffusa in quasi tutta l'Asia (dall'articolo sembra che i coreani si siano messi a fare ottchil solo recentemente). La concorrenza estera non è certo una novità per i produttori giapponesi. La novità è che oggi ci sono molti piccoli produttori in occidente che si cimentano con laccature all'urushiol, spesso innovando e offrendo prezzi altamente competitivi. Ma sinceramente la maggior parte della produzione di oggetti urushi rimane destinata al mercato interno, e dubito che questi nuovi produttori riusciranno a penetrare nei mercati asiatici.

In ogni caso continuo a invitare prudenza con le accuse di vendette. Prima di tutto, le aziende se devono lottare lo fanno tramite concorrenza o vie legali, non con remoti blog di nicchia. Poi, non c'è nessuna prova che Tokyostationpens stia lavorano per diffamare Wancher.
Bons

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Messaggio da Bons »

Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 10:48 Il Vietnam (come tanti altri paesi asiatici) vanta una tradizione secolare di laccatura. Sono sicuro che penne fatte in Vietnam siano bellissime, ma questo non è il punto. Qua si parla di una passata di pomodoro fatta con pomodori algerini venduta come made in Italy. Sono sicuro che i pomodori algerini siano buonissimi, ma me lo devi dire che sono algerini. Anche perché i pomodori algerini e italiani vengono prezzati diversamente.

Sul sito di Wancher c'è scritto che la Dream Pen "is crafted by hands of Japanese traditional craftsmen in various places in Japan - homes of the traditional arts such as Wajima, Tsugaru, etc.". Da nessuna parte viene menzionato il Vietnam. Tornado alla passata, qua ti stanno vendendo una passata algerina dicendoti che "is crafted by hands of Italian traditional farmers in various places in Italy - homes of the traditional pomodoro such as San Marzano, Pachino, etc."
Be', a proposito di passate di pomodoro algerino product of Italy, quasi tutta la laccatura odierna di Wajima è fatta con lacca proveniente dalla Cina.
Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 10:48 In ogni caso continuo a invitare prudenza con le accuse di vendette. Prima di tutto, le aziende se devono lottare lo fanno tramite concorrenza o vie legali, non con remoti blog di nicchia. Poi, non c'è nessuna prova che Tokyostationpens stia lavorano per diffamare Wancher.
E io inviterei alla prudenza anche prima di intitolare Attenzione a truffe Giapponesi (Wancher, Engeika, PenSachi, Pen Wing).
Che le penne siano laccate in Vietnam, oltretutto, lo ha dichiarato proprio Wancher. Come ha affermato che il materiale per i pennini è tedesco e giapponese e che l'ebanite viene da Taiwan.

Per citare il Bardo: Much Ado About Nothing ?
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rrfreak63 ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 8:45 la mia visione è semplice, wancher vende Urushi a prezzi abbordabili oltre che alle 'true ebonite'. Certo il numero di strati di urushi applicati sarà inferiore a quelli di altri più blasonati produttori ma se voglio una penna siffatta la compero per provare la sensazione tattile del materiale senza indebitarmi. La fanno in Vietnam, ma chissene!!! È come comperare una Aston Martin, la maggior parte dei pezzi li fornisce Ford mi è stato detto, e allora? Perde il suo 'status', non mi pare, ma sempre una Aston rimane.
Quando partono queste campagne, amplificate dal web, occorre fare attenzione.

Ho una Esterbrook e due Wancher, sono identiche ed i pezzi sono intercambiabili. Cosa posso pensare, lo penso eccome se lo penso.

Comunque lodevole la ricerca 'documentale' del tipo sul blog. Proverò a far leggere a dei colleghi che parlano il giapponese gli allegati in giapponese per vedere se coincidono. Ti piazzo un articolo in giapponese e te lo traduco come pare a me tanto il giapponese non lo parla nessuno fuori dal giappone.
E poi quelle LE sui siti menzionati sono inguardabili e non le comprerei mai se, voglio 'cineserie' compero Jinhao.
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Non è una truffa/raggiro/fregatura a mio modo di vedere.
E comunque stiamo parlando a raffica di un produttore che non molti, credo, conoscevano prima di questo intervento e che ora gli genererà un bel po' di 'hit' 😊
ma non è che sia comunque una Nakaya "vorrei ma non posso"?... :think:
... ;)
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Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 10:48 Sono sicuro che un collezionista o una persona informata si renderebbe conto che, visti i prezzi, le penne non possono essere laccate da produttori giapponesi in Wajima. Ma molte persone meno avvezze probabilmente potrebbero essere ingannate da queste descrizioni.
Secondo me è questo il punto debole.
Un collezionista saprebbe bene cosa sta comprando, e farebbe una valutazione congruente.
Per contro una persona che non sa nulla di questa arte ha due scelte.
La prima è quella di informarsi, e in questo caso gli ci vorrebbe poco per capire (se mi interessassero apparterrei a questo gruppo).
La seconda è quella di acquistare "al volo", e riceverá una penna di valore congruente a quello che ha pagato.
Mi scandalizzerei se queste penne venissero vendute dichiarando che si tratta di maki-e tradizionale e facendole pagare di conseguenza, ma sul sito è detto chiaramente che non è così.
Ci giochicchiano con le definizioni? Direi di sì, ma dato che poi le informazioni per capire le danno direttamente loro, non mi pare un marketing così fuori dall'ordinario. (Com'è o come non è, a me viene in mente la "preziosa resina"... 😁).
Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 10:48 Stessa cosa per le finte edizioni limitate. Magari uno le compra credendo che siano prodotti da listino, mente invece si tratta di penne after market con componenti mischiati da Wancher.
Ecco, in tutta l'indagine questo punto mi pare quello più utile per chi acquista.
Il mix&match è interessante, e proposto anche da altri rivenditori al dettaglio.
Se fosse dichiarato esplicitamente sarebbe anche un servizio vantaggioso. Un eventuale aumento di prezzo sarebbe tutto sommato giustificato dal dover scompagnare due penne.
Ma presentandole come edizioni limitate viene usato un marketing sul filo del rasoio, e non mi pare che vengano fornite informazioni adeguate in merito.

Mi rimane però un dubbio: all'inizio dell'articolo si dice esplicitamente che per come è strutturato il mercato giapponese è perfettamente normale che i rivenditori ottengano dai produttori dei lotti, anche piccoli, di prodotti realizzati fuori listino.
Non è chiarito se in questo caso ci sono prove certe che non sia così.
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Messaggio da maylota »

In ogni caso le Kuretake in alluminio laccato che vedo sul sito di Engeika sembrano molto interessanti. Non è sbagliata l'idea di applicare la lacca Urushi su alluminio e non mi sembra di averlo visto spessissimo, ma probabilmente dovrei aprire un argomento apposito, che qui non gli rende giustizia :D
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Bons ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:36 Be', a proposito di passate di pomodoro algerino product of Italy, quasi tutta la laccatura odierna di Wajima è fatta con lacca proveniente dalla Cina.
Non lo sapevo. Si impara sempre qualcosa. Mi potrebbe cortesemente fornire la fonte?
Bons ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:36 Che le penne siano laccate in Vietnam, oltretutto, lo ha dichiarato proprio Wancher. Come ha affermato che il materiale per i pennini è tedesco e giapponese e che l'ebanite viene da Taiwan.

Dichiarato in un documento tecnico, non nel negozio online. I clienti che visitano il sito possono solo leggere che la Dream Pen è "crafted by hands of Japanese traditional craftsmen in various places in Japan - homes of the traditional arts such as Wajima, Tsugaru, etc."

Esme ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:40 [Ci giochicchiano con le definizioni? Direi di sì, ma dato che poi le informazioni per capire le danno direttamente loro, non mi pare un marketing così fuori dall'ordinario. (Com'è o come non è, a me viene in mente la "preziosa resina"... 😁).
Nelle pagine dei negozi non mi sembra che dicano da nessuna parte che le laccature siano fatte in Vietnam (vengono invece associate a Wajima) o che le finte maki-e usino sticker reperibili su Amazon (si parla invece di "screen-printing before further details are hand-painted and hand-polished by a master Maki-e craftsman"). Mi sembra che qua ci sia un caso di marketing ingannevole, altroché ordinario.

Capisco gli appelli al darwinismo, ma i consumatori vanno tutelati. Non si può pretendere che i consumatori facciano ricerca su ogni prodotto o che verifichino la legittimità degli annunci pubblicitari.
Esme ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:40 Mi rimane però un dubbio: all'inizio dell'articolo si dice esplicitamente che per come è strutturato il mercato giapponese è perfettamente normale che i rivenditori ottengano dai produttori dei lotti, anche piccoli, di prodotti realizzati fuori listino.
Non è chiarito se in questo caso ci sono prove certe che non sia così.
Le edizioni limitate della Sailor hanno un prezzo molto più alto rispetto alle penne ordinarie. Wancher venderebbe in perdita se quei modelli fossero edizioni limitate prodotte da Sailor. Inoltre, le stesse penne mix&match vengono vendute con nomi diversi nella galassia dei siti Wancher. Se fossero prodotte da Sailor (presumo) avrebbero solo un nome di listino.
Bons

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Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 12:55
Bons ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:36 Be', a proposito di passate di pomodoro algerino product of Italy, quasi tutta la laccatura odierna di Wajima è fatta con lacca proveniente dalla Cina.
Non lo sapevo. Si impara sempre qualcosa. Mi potrebbe cortesemente fornire la fonte?
Si, certamente.
Solo un po' pazienza perché devo ritrovarla.
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Bons ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 11:36 Be', a proposito di passate di pomodoro algerino product of Italy, quasi tutta la laccatura odierna di Wajima è fatta con lacca proveniente dalla Cina.
Scrivo un altro messaggio per evitare di cambiare quello precedente, che magari è già stato letto.

Da una veloce ricerca online sembra che il 97% della materia prima in Giappone sia importata dall'estero. Non sono riuscito a trovare dati sul Wajima-nuri.
In ogni caso, qua il problema non è l'origine della lacca, ma il posto di produzione (o meglio la casa di produzione). Il paragone tra la passata di pomodoro e un prodotto artigianale serve a dare un' idea, ma non va preso alla lettera.

Aiuta vedere la questione in termini di valore aggiunto e surrogabilità. La Cina, come altri paesi asiatici, ha una lunghissima tradizione nel settore e produce urushi di ottima qualità che è perfettamente sostituibile alle materie prime giapponesi. Tornando alla passata di pomodoro, sostituire un urushi di della prefettura di Nagano con uno di Pechino e come sostituire un pomodoro di San Marzano con uno di Pachino ;) Sono entrambi pomodori eccellenti, seppure dalle caratteristiche diverse. Non sono un esperto in materia, ma presumo che sia in Cina che in Giappone ci siano qualità di urushi di gradazioni diverse. Finché la gradazione è analoga, il prodotto si può sostituire senza problemi.

Il valore aggiunto di una laccatura prodotta a Wajima non è generato dalla materia prima, ma piuttosto 1) dalla maestria degli artigiani e 2) dal marchio dell'artigiano di Wajima. Il primo punto è correlato alla qualità del prodotto, mentre il secondo invece garantisce l'autenticità del prodotto, aumentandone così il valore. Il fatto che l'urushi usato a Wajima sia prodotto in Vietnam piuttosto che Giappone non cambia nulla in quanto le materie prime sono sostituibili. Gli artigiani e la loro fama invece non sono sostituibili, in quanto vengono prezzati dal mercato.

Pensi ad un dipinto. Poco importa di che marca siano gli acquarelli. Quello che importa è la qualità del dipinto ed il nome del pittore.
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Messaggio da Koten90 »

Non conosco gli altri quindi mi limito a continuare a parlare di Pen Wing: se sulla descrizione della penna c’è scritto “Modern Maki-e” e la penna costa 1/3, o 1/5, o anche meno di una Maki-e tradizionale venduta dalle principali case produttrici (Namiki, Taccia, ecc), ma anche solo in virtù del fatto che si premurano di definire Modern il surrogato di un’arte antica, sarà normale che all’acquirente verrà da farsi due domande.
Oltre a cercare risposte nel loro sito che, come già riportato, descrive per filo e per segno il significato di “Modern Maki-e” iniziando da “We don’t use traditional Maki-e technique” scritto in grassetto e in rosso, il sito ha sempre presente su ogni pagina il pulsante per avviare una chat e chiedere informazioni (se posso dire anche un po’ troppo grande e fastidioso): ne ho usufruito per chiedere informazioni e ho ricevuto subito risposte chiare ed esaurienti. Se l’acquirente non si informa su pagine a portata di un solo clic, si può solo fargliene una colpa.
Non mi pare proprio che non ci sia trasparenza da parte del negozio.
Che poi la lacca Urushi sia applicata in Vietnam o in Cina o in Giappone possa influire sulla qualità finale del prodotto possiamo parlarne, ma è un’altra questione. Io mi stavo informando per una Pilot Custom 743 FA laccata e con decorazioni in foglia d’oro. La penna di partenza è originale e gli si paga in più la lavorazione (non arrivando comunque al prezzo di una 845 Urushi originale).
Tanto per dirne un’altra, dubito fortemente che PenWing stia per chiudere visto che recentemente ha messo a punto la tecnica di decorazione con foglia d’oro della penna fino all’impugnatura.

Quello che capisco meno di questo topic è l’atteggiamento aggressivo di chi esordisce parlando di venditori truffaldini come per volerli boicottare. A un’affermazione del genere è normale che facciano seguito commenti negativi/contrari e bisogna metterlo in conto. Uscite come “quindi lei mi sta accusando di diffazione” o “attenzione ad accusare/parlare male di questo/quello” rendono difficile la conversazione in quanto tese solo a mettere l’interlocutore sulla difensiva.
Questo atteggiamento era già emerso in un topic che voleva boicottare Noodler’s per il presunto antisemitismo e, se non ricordo male, era stato poi chiuso dai moderatori.
Alessio Pariani
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Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 12:55 Capisco gli appelli al darwinismo, ma i consumatori vanno tutelati. Non si può pretendere che i consumatori facciano ricerca su ogni prodotto o che verifichino la legittimità degli annunci pubblicitari.
In realtà sono contraria all'idea del "te la sei andata a cercare", che per esempio è legalmente sostenuta in Svizzera, e sono d'accordo che i consumatori vadano tutelati.
Però se sul sito di vendita ci sono almeno due pagine che ti spiegano come la tecnica usata è una versione estremamente semplificata di quella originale e che questo è fatto per limitare drasticamente i costi, francamente non vedo di cosa ci si possa lamentare. Che siano decalcomanie vendute su Amazon mi pare irrilevante.
Due giorni fa mi trovavo in un autogrill, c'erano due porte di sicurezza con due cartelli giganti di divieto di passaggio e spiegazione che le porte erano allarmate e utilizzabili solo in caso di emergenza. Ogni cinque minuti c'era qualcuno che cercava di uscire da lì.
Thefinenib ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 12:55 Le edizioni limitate della Sailor hanno un prezzo molto più alto rispetto alle penne ordinarie. Wancher venderebbe in perdita se quei modelli fossero edizioni limitate prodotte da Sailor. Inoltre, le stesse penne mix&match vengono vendute con nomi diversi nella galassia dei siti Wancher. Se fossero prodotte da Sailor (presumo) avrebbero solo un nome di listino.
Quello che intendevo è che forse, ma sottolineo il forse visto che nell'articolo è un punto non chiarito, queste penne non sono frutto di incroci post vendita all'ingrosso, ma ordinate così appositamente dal rivenditore al produttore. È una pratica molto diffusa delle grosse catene di distribuzione, e il dare nomi diversi è una cosa normale. Mi vengono in mente i piccoli elettrodomestici venduti dalla Lidl o quelli Ikea.
In questo caso la denominazione "edizione limitata" sarebbe riferita non al numero limitato di esemplari, ma alla distribuzione limitata.
Rimane, come già detto, una questione effettivamente poco chiara.
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Koten90 ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 15:06 Non conosco gli altri quindi mi limito a continuare a parlare di Pen Wing: se sulla descrizione della penna c’è scritto “Modern Maki-e” e la penna costa 1/3, o 1/5, o anche meno di una Maki-e tradizionale venduta dalle principali case produttrici (Namiki, Taccia, ecc), ma anche solo in virtù del fatto che si premurano di definire Modern il surrogato di un’arte antica, sarà normale che all’acquirente verrà da farsi due domande.
Oltre a cercare risposte nel loro sito che, come già riportato, descrive per filo e per segno il significato di “Modern Maki-e” iniziando da “We don’t use traditional Maki-e technique” scritto in grassetto e in rosso, il sito ha sempre presente su ogni pagina il pulsante per avviare una chat e chiedere informazioni (se posso dire anche un po’ troppo grande e fastidioso): ne ho usufruito per chiedere informazioni e ho ricevuto subito risposte chiare ed esaurienti. Se l’acquirente non si informa su pagine a portata di un solo clic, si può solo fargliene una colpa.
Non mi pare proprio che non ci sia trasparenza da parte del negozio.
Sul modern maki-e mi sono già espresso. Si tratta di uno dei molti casi in cui Wancher pratica comunicazione potenzialmente ingannevole. Come dimostrato dai commenti di questo forum nella pagina precedente, alcuni utenti sarebbero stati tratti in inganno dai siti di Wancher.

Ora, anziché girare in tondo e fare accuse infondate, mi sono preso la briga di fare una veloce ricerca sul sito di Pen Wing usando la Way Back Machine (WBM) http://web.archive.org/web/202203241943 ... onery.com/. Per chi non lo conoscesse, WBM permette di andare in dietro nel tempo e vedere cosa c'era scritto nei siti in passato. Cosa ho scoperto? Mentre oggi Pen Wing Parla di "modern maki-e" (seppure in maniera confusa), in passato (almeno fino all'inizio del 2022) si limitava a chiamare le sue penne come "urushi maki-e" e da nessuna parte spigavano che le penne erano prodotte con adesivi o tecniche alternative. Solo recentemente, nel 2022, il sito ha iniziato a parlare di "screen printing" e "modern maki-e". Direi che con questa nuova informazione possiamo smettere qua di difendere Pen Wing. Per Wing, a tutti gli effetti, vendeva fino a pochi mesi fa penne con adesivi spacciandole per vere maki-e. Qua siamo oltre il marketing ingannevole.

Koten90 ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 15:06 Tanto per dirne un’altra, dubito fortemente che PenWing stia per chiudere visto che recentemente ha messo a punto la tecnica di decorazione con foglia d’oro della penna fino all’impugnatura.
Di nuovo, facciamo un po' di ricerca così possiamo parlare nel merito anziché a sensazioni. Sulla pagina Facebook di Pen Wing si trova un post il 17 agosto 2022 con scritto: New Pens has been added to the Bai Bye 2022 Collection! Remember, only 3 days left until our 30% Campaign ends and 3 days left until we end our shop! Il post fa eco ad una newsletter nella quale era stata annunciata la chiusura del negozio. Stando alla comunicazione ufficiale, sembra che Pen Wing stia liquidando lo stock e chiudendo.
Koten90 ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 15:06 Quello che capisco meno di questo topic è l’atteggiamento aggressivo di chi esordisce parlando di venditori truffaldini come per volerli boicottare. A un’affermazione del genere è normale che facciano seguito commenti negativi/contrari e bisogna metterlo in conto. Uscite come “quindi lei mi sta accusando di diffazione” o “attenzione ad accusare/parlare male di questo/quello” rendono difficile la conversazione in quanto tese solo a mettere l’interlocutore sulla difensiva.
Questo atteggiamento era già emerso in un topic che voleva boicottare Noodler’s per il presunto antisemitismo e, se non ricordo male, era stato poi chiuso dai moderatori.
Questa è l'ultima volta che rispondo ad attacchi personali da sua parte. 1) Non ho mai invocato il boicottamento, anzi ho scritto "Non sto dicendo a nessuno di non comprare da Wancher o di buttare le penne comprate da loro." 2) Ho scritto “quindi lei mi sta accusando di diffamazione” perché sono stato accusato da rrfreak63 di "spu**anare" Wancher e da lei di far gioco a qualche ipotetica "vendetta commerciale di qualche concorrente."
3) Ho scritto "farei più attenzione nel proporre questo tipo di accuse senza alcuna prova" perché rrfreak63 ha scritto "farei più attenzione nel rimbalzare questo tipo di notizie" che, secondo lui, sono infondate e calunniose. Visto che ho parlato con dati alla mano, ho risposto per filo a rrfreak63 usando il suo stesso linguaggio e invitandolo "a fare attenzione" a dire che ci sono calunnie o vendette commerciali senza avere alcuna prova.

Non potete lanciare accuse e poi arrabbiarvi quando uno vi risponde. Inoltre, trovo tutti questi commenti personali (Tizio mi ha accusato di x, Caio mi ha offeso per via di y), estremamente controproducenti in quanto inevitabilmente portano le discussioni off-topic e bloccano il dialogo.

Chiederei cortesemente ai moderatori di non chiudere questa discussione visto che gli eventi sono ancora in corso e ci saranno sicuramente aggiornamenti futuri. Piuttosto, si potrebbe cambiare il titolo in "Informazioni su Wancher, Engeika, PenSachi e Pen Wing".
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