Intanto non demoralizzarti per la prima esperienza, banalmente è probabile che tu la abbia caricata troppo, in tal caso non è solo possibile, ma è sicuro ritrovarti le mani sporche di inchiostro...
ti ho fatto un (orrendo e affrettato) disegnino per spiegarti il probabile errore
se vai oltre la filettatura interna al fusto con l'inchiostro, crei una pressione interna che spinge l'inchiostro attraverso l'alimentatore, nel pennino e nel cappuccio...
Se la carichi correttamente (come probabilmente hai fatto la seconda volta) il problema non si pone (almeno su questo aspetto)
Come fa notare Cinturino la filettatura del fusto/sezione è solitamente lunga e molto fine. Questo da solo spesso già garantisce che da lì l'inchiostro non fuoriesca, tuttavia dipende da quanto sia precisa la filettatura (la maggiorparte di queste penne sono artigianali).
A questo problema si ovvia solitamente con il grasso di silicone. Ne basta pochissimo, e quando si lava la penna, se si nota che la filettatura è molto "asciutta" è bene aggiungerne una punta.
Solitamente quando si compra una eyedropper indiana arriva già "ingrassata".
Ho diverse eyedropper in ebanite e alcune le porto nel taschino della giacca, anche in ufficio.
Quelle che possiedo le conosco. Qualcuna è più soggetta al burping, e con quelle sto attento. Un esperto indiano di eyedropper mi ha spiegato che quando ciò accade in modo imprevisto solitamente è dovuto ad un alimentatore non perfetto che non mantiene perfettamente la tenuta nella sezione, ossia una piccola perdita permette l'ingresso di aria dal lato pennino, che debilita la pressione negativa interna al fusto, favorendo la fuoriuscita dell'inchiostro più del normale.
Purtuttavia, il mio parere è che il caricamento a contagocce non sia un sistema obsoleto e rozzo come dice Bons. Certo ci sono sistemi più moderni, eppure non hanno esattamente le stesse caratteristiche di performance.
Ogni sistema di caricamento, a mio parere, genera un flusso leggermente diverso, poi ovviamente ci sono infinite possibilità tra sistemi di caricamento, inchiostri, pennini, che si può ottenere il flusso che si preferisce, tuttavia in generale il flusso di una eyedropper è meno trattenuto, somiglia un po' a quello di una penna a pistone - non a caso - (e spesso è maggiore) o magari di una bottomfiller, mentre differisce abbastanza da quello delle penne a converter, che a mio parere in generale è più trattenuto.
Poi ovviamente c'è chi odia il flusso abbondante d'inchiostro. A me piace ed è per questo che non rinuncio del tutto alle eyedropper (pur possedendo molte più stilografiche a pistone o converter che eyedropper).
A mio modesto parere quindi, questo è il tratto distintivo di una eyedropper, e il motivo per averne una, insieme ad un conduttore in ebanite, non tanto il volume di inchiostro caricato, che non trovo essere un enorme vantaggio se non in rari casi.
Riguardo al burping di fine inchiostro, oltretutto è evidente che non sia consigliabile tirare a secco una eyedropper, seppure devo dire che ne ho alcune della Ranga che evidentemente sono nate bene, e le ho usate fino a fine inchiostro senza il benché minimo accenno di burping.
Il problema della differenza di temperatura generata dal calore della mano che aumenta il volume dell'aria contenuta e causa perdite di inchiostro durante l'uso, è molto diverso a seconda della temperatura esterna. In ambienti freddi è molto accentuato. In India, mi faceva notare l'amico indiano, date le temperature quest'aspetto è quasi ininfluente...