Monet63 ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 22:40Vuoi dire che alla base di una passione c'è sempre un senso di emulazione, magari inconscio? Perché, per quanto mi riguarda, è invece proprio l'oggetto e la comprensione delle sue potenzialità che mi hanno sempre scatenato le passioni.
Sì.
L'oggetto senza il mediatore che è rappresentato dal modello ha una valenza relativa . Noi in realtà, specialmente
nella fase evolutiva , vediamo e apprendiamo e desideriamo attraverso un modello imitativo. E questo non riguarda solo gli umani ma tutti i primati.
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:00
Sì.
L'oggetto senza il mediatore che è rappresentato dal modello ha una valenza relativa . Noi in realtà, specialmente
nella fase evolutiva , vediamo e apprendiamo e desideriamo attraverso un modello imitativo. E questo non riguarda solo gli umani ma tutti i primati.
Ho capito. Continua a non tornarmi, perché mi mancano riscontri personali, ma non è cruciale.
L’opera d’arte è sempre una confessione. Umberto Saba
Monet63 ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:14
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:00
Sì.
L'oggetto senza il mediatore che è rappresentato dal modello ha una valenza relativa . Noi in realtà, specialmente
nella fase evolutiva , vediamo e apprendiamo e desideriamo attraverso un modello imitativo. E questo non riguarda solo gli umani ma tutti i primati.
Ho capito. Continua a non tornarmi, perché mi mancano riscontri personali, ma non è cruciale.
D'altra parte la teoria del desiderio mimetico non è mia ; ma del grande studioso francese Renè Girard. Uno dei piu grandi intellettuali del secondo novecento, emerito professore di letteratura nelle università americane . Anche se il suo campo di studio è stata l'antropologia.
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartolwria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
Ciò che mi ha fatto innamorare delle stilografiche è il tratto umido di inchiostro brillante sulla carta liscia, che tende pian piano ad asciugare.
Pertanto questo fascino scatenò in me - avrò avuto circa 20 anni - la voglia di acquistare la prima stilografica: una Pelikan Pelikano blu. Non conoscevo la penna, ma andava bene per le mie finanze. Ovviamente lo strumento scriveva a meraviglia e la passione, pertanto, si è perpetrata fino ai giorni nostri.
Monet63 ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 20:57
Ho capito.
In questo caso, nessun desiderio mimetico; ho fatto tutto da solo. D'altra parte, anche per altre cose, io sono stato più stimolato dall'oggetto in sé e dalla sua funzione che non da persone.
Condivido la tua stessa esperienza.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
Me la spiegate meglio questa questione del mimetismo ?
Sono nato durante la guerra, appena dopo la liberazione vedevo mio padre scrivere, calcolare e firmare con una matita copiativa, che andava umettata in punta e lasciava un tratto violaceo. Le prime disastrose biro sono comparse nel 1950 e macchiavano e sbavano inchiostro ovunque.
Ho cominciato ad imparare a scrivere con la matita all'asilo, poi per qualche anno con pennino e cannuccia. All'età della ragione con la prima Pelikan, la prima di una lunga serie, inframmezzata con una Aurora 88 per l'esame di maturità, e terminata con la M800 che mi ha seguito per 40 anni fino ad oggi.
Mio padre ha avuto una ed una sola stilografica, una Parker 51 che ho qui davanti a me e funziona ancora. Il disastro e la bulimia è iniziato una dozzina di anni fa con l'uso di internet e l'ecommerce, ed i siti come questo. Prima le visite a Brunori erano volte più che altro ad una cordiale conversazione, a qualche acquisto di inchiostro, ed al piacere dell'amicizia con una persona di altri tempi.
La stilografica per me ha rappresentato per decenni un mero strumento di lavoro, e non un gadget od un passatempo, così come fosse l'unico orologio da polso posseduto, oltre a quello da tasca della Longines delle ferrovie dello stato, lasciatomi da mio nonno.
Ove e quando si rappresenta il mimetismo in uno strumento, in una vanga per il contadino, od in una cazzuola per il muratore ?
Rapportandosi invece ai tempi odierni, secondo me si dovrebbe discutere sulla teoria del gioco, dell'oggetto inteso con una funzione ludica e non più meramente utilitaristica. O sbaglio ?
Umberto
Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. Benedetto Croce
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartolwria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
Vorrei sapermi esprimere cosi. Complimenti
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:39
D'altra parte la teoria del desiderio mimetico non è mia ; ma del grande studioso francese Renè Girard. Uno dei piu grandi intellettuali del secondo novecento, emerito professore di letteratura nelle università americane . Anche se il suo campo di studio è stata l'antropologia .
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartolwria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
Dissento, teoria interessante probabilmente valida per tanti ma non per tutti.
Sono più in linea con il ragionamento dì Umberto, non ricordo nessuno nella mia infanzia che usasse la stilografica , a scuola negli anni 70 le avevano già dismesse, mio padre parenti o professori non le hanno mai usate. Forse avrò visto qualche film dove le usavano ma non ricordo, a me è capitato come Monet le ho viste in cartoleria mi ha appassionato il loro funzionamento ed ho deciso di comprarla, le ho usate saltuariamente fino si 26/27 anni e poi abbandonate a favore della tastiera. Ora da un paio d’anni ho ripreso un uso intenso per il piacere dell’oggetto in se è cerco di usarle anche sul lavoro pur essendo poco funzionali allo scopo
Ottorino ha scritto: ↑venerdì 19 febbraio 2021, 9:43
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartolwria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartolwria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
Non avermene, ma la mia miserabile cultura, formata perlopiù nelle sale cinematografiche, mi richiama il conte Raffaello Mascetti.
Mi è di più agevole comprensione il Dr. Hannibal Lecter: "We begin by coveting what we see every day".
Polemarco ha scritto: ↑venerdì 19 febbraio 2021, 8:38
3) Galileo Galilei chi ha imitato nell'uso del cannocchiale ?
Se non ricordo male Galilei per il suo cannocchiale è partito dalla base del cannocchiale olandese che però era usato per la navigazione e non per osservare la volta celeste.