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Vigilia anomala

Inviato: sabato 26 dicembre 2020, 20:44
da Pierre
Monet63 ha scritto: sabato 26 dicembre 2020, 20:23
Pierre ha scritto: sabato 26 dicembre 2020, 20:16 Mi spiace davvero per queste vostre esperienze.
Mi fate quasi sentire in colpa per la mia idiosincrasia verso gli assembramenti, ma si tratta di una faccenda innata, anzi ereditaria (colpisce anche mio padre).
Ma figurati! Io, poi, sono abbastanza solitario per natura, e passando ogni giorno, da anni, la maggior parte del tempo a dipingere, per me l'unica differenza con un lockdown è dovermi fare il caffé in casa anziché prenderlo al bar. Sotto questo aspetto sono molto fortunato, non percepisco differenze e reggo molto bene.
Idem...
non fosse che il lockdown ha complicato tante attività a cui sono abbligato (lavoro, cure parentali in primis)... praticamente nn lo sentirei.
E anzi mi dà la scusa perfetta per poter fare meravigliose e frequenti passeggiate solitarie di ore nel cuore delle selve. Attività a cui sto iniziando anche il pargolo.
Io non patisco l'isolamento. Patisco il dolore che ho intorno e ho paura che mi colpisca...

Vigilia anomala

Inviato: sabato 26 dicembre 2020, 21:36
da ricart
A Sussak,

la fregatura è morire da bambino o appena nato

mandi

Vigilia anomala

Inviato: domenica 27 dicembre 2020, 9:53
da balthazar
ricart ha scritto: sabato 26 dicembre 2020, 21:36 A Sussak,

la fregatura è morire da bambino o appena nato

mandi
Dipende ... ad esempio da che parte della barricata nasci. Ricordo poi una canzone che diceva "Era meglio morire da piccoli ... " :D

Vigilia anomala

Inviato: domenica 27 dicembre 2020, 10:08
da sussak
ricart ha scritto: sabato 26 dicembre 2020, 21:36 A Sussak,
la fregatura è morire da bambino o appena nato
mandi
Visto che mi tiri in ballo, e stai nell'oriente d'Italia, devi sapere che sono nato su una collina al di là dell'Eneo, sopra Fiume, e il giorno 8 settembre 1943 ho rischiato proprio quella fregatura; eravamo ricercati sia dai tedeschi che dai partigiani di Tito. Ci salvò l'autista di mio padre, un cetnico serbo, facendoci arrivare a Trieste, passando dal Velebit e dal Carso. Quando sono tornato a vedere quei luoghi nel 1971, i croati ci stavano ancora cercando.