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Inviato: domenica 23 agosto 2020, 22:13
da Iridium
Giotto ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 21:52
Iridium ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 15:13
ciao io ho una
pilot birdie. veramente piccolina, credo che possa rientrare nella categoria
saluti
La parte terminale del fusto mi ha ricordato la Auretta.
Che tu sappia, è fuori produzione? In negozio non trovo la versione stilografica.
Comunque sia, aggiunta!
Mi spiace ma non so rispondere. Io l’ho acquistata in una cartoleria che l’aveva da anni invenduta.
sicuramente i più esperti sapranno risponderti
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Inviato: domenica 23 agosto 2020, 22:16
da Giotto
Corvogiallo ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 20:31
Anche io ti consiglio la Loclen Electa (se cerchi sul forum ho tentato una recensione) e la Franklin Christoph XLV: io non ero un fan delle “piccole” ma mi sono ricreduto e ora le ho sempre dietro.
Intendi la Franklin Christoph 45 XLV?
Ora vado a leggermi la recensione della Electa.

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Inviato: domenica 23 agosto 2020, 22:25
da Corvogiallo
Si, la 45 che ho preso da Normie come anche la Loclen
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Inviato: domenica 23 agosto 2020, 23:15
da Musicus
Giotto ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 22:11
Musicus ha scritto: ↑giovedì 20 agosto 2020, 23:20
Nell'epoca d'oro della stilografica, dunque fino al massimo al 1950, tutte, ma proprio tutte

le stilografiche avevano la loro versione "piccina": per le Signore, o gli studenti, certamente, ma anche per chi non gradiva o non reggeva o non aveva sempre bisogno di "pennoni, pennazze & pennesse"...
Provo a scrivere un esempio, limitato alle Waterman.
Guardando questa graziosa
pagina di catalogo, i suffissi "V", "½", "½V" indicherebbero, rispettivamente, la versione corta, sottile, quella corta e sottile: dico bene? I modelli "V" e "½" hanno sempre l'anellino sul cappuccio (intendo quello per la nappa)?
Bene così, Giotto: curiosità e niente preconcetti
Una precisazione, per iniziare: le nappine sono italiane come la pizza: non ne troverai una varcate le Alpi...
Questo è quello che ti vendeva la Waterman per i suoi anellini sul cap-top:
Ma essendo in seta, non ne troverai uno in vendita dopo un secolo... a differenza delle nappine, pure loro in seta ma sopravvissute ad ogni calamità!
Visto che hai mani grandi rimarrei sulla V, corta ma non anche sottile.
Queste sono le penne con l'anellino sul cappuccio (ring top) di Waterman nel 1925.
Come puoi vedere, dato #2 il diametro del fusto della 52 lever filler da uomo, c'erano anche dei diametri decisamente superiori rifiniti con l'anellino, perché ci si poteva attaccare una catena d'oro o argento tipo orologio per portare le penne agganciate al panciotto...
La misura base della versione corta V (=vest pocket) #2 era sugli 11 cm. chiusa, che si allungava fino ai 13,5 cm. con cappuccio calzato "obbligatorio".
Ma già dalla metà degli anni Venti si cominciarono a produrre le "V" anche con la clip (oltre che senza del tutto, per poter usare una clip removibile come preferivano in Francia).
Fu un successo tale presso le Signore (pensa alla Waterman Lady Patricia), e non solo, che alla metà degli anni Trenta di penne "piccole" con l'anellino non se ne producevano nemmeno quasi più negli USA, e molte molte meno anche da noi in Italia.
Ti lascio con un paio di pocket pen della Omas di metà anni Trenta.
Giorgio
Edit: ovviamente sono i pennini e gli alimentatori a fare la vera differenza con il contemporaneo...
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Inviato: martedì 25 agosto 2020, 21:33
da Giotto
Innanzitutto ti ringrazio per l'impegno profuso nella risposta.
Dunque, potendoci attaccare sia nastri, sia catene, la presenza del solo anellino sul cappuccio non identifica una penna come dedicata al gentil sesso, corretto? Questa considerazione mi porta a chiedere: anche solo a livello teorico, sarebbe stato possibile vedere le penne più grandi adornate con un nastro e quelle più piccole con una catenina? All'atto pratico, invece, c'erano preferenze su cosa aggiungere in base alle dimensioni delle penne?
Sulla parte inferiore della seconda stampa, leggo: "
Any of the above pens may be had fitted with points as illustrated on page 59".
Sulla parte inferiore della terza stampa, leggo: "
Any of the above pens may be had with either chased or plain holders, fitted with points as illustrated on page 59".
Non trovo il termine adatto per tradurre "
points": cosa sono?
P. S. Sarà anche merito del fotografo, ma quella Minerva è splendida.

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Inviato: martedì 25 agosto 2020, 21:36
da Giotto
Mi era sfuggita la tua risposta: decisamente quel che mi serviva per fare un po' di chiarezza tra le giapponesi.
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Inviato: mercoledì 26 agosto 2020, 11:58
da Musicus
Grazie, Giotto
Giotto ha scritto: ↑martedì 25 agosto 2020, 21:33
Innanzitutto ti ringrazio per l'impegno profuso nella risposta.
Dunque, potendoci attaccare sia nastri, sia catene, la presenza del solo anellino sul cappuccio non identifica una penna come dedicata al gentil sesso, corretto? Questa considerazione mi porta a chiedere: anche solo a livello teorico, sarebbe stato possibile vedere le penne più grandi adornate con un nastro e quelle più piccole con una catenina? All'atto pratico, invece, c'erano preferenze su cosa aggiungere in base alle dimensioni delle penne?
...
Penso che ognuno si regolasse seguendo le proprie esigenze particolari: penne (più magre o cicciotte secondo la propria capacità di impugnatura) attaccate con catenelle al panciotto per i signori o da portare a mo' di collana (cioè al collo) per le signore.
Per le catenelle, forse per reggerne il peso supplementare, venivano consigliate le penne con un secondo cappuccio (detto telescopico), più care!, nel quale il cappuccio propriamente detto (quello a vite) veniva inserito a frizione:
una volta estratta la penna intera chiusa, si poteva poi usarla con il cappuccio a vite calzato sul fondello per recuperarne tutta la lunghezza possibile e il bilanciamento.
Ovviamente le signore potevano decidere di usare i nastri in seta con moschettoncini d'oro o d'argento sia al collo, che come spille sull'abito, etc....
In borsetta per ritrovarle più facilmente si saranno ingegnate inventandosi delle varianti virtuose (come furono le nappine).
Giotto ha scritto: ↑martedì 25 agosto 2020, 21:33
...
Sulla parte inferiore della seconda stampa, leggo: "
Any of the above pens may be had fitted with points as illustrated on page 59".
Sulla parte inferiore della terza stampa, leggo: "
Any of the above pens may be had with either chased or plain holders, fitted with points as illustrated on page 59".
Non trovo il termine adatto per tradurre "
points": cosa sono?
...
Semplicemente "la punta" del pennino: fine, medio, largo, stub, obliquo.
Oddio, "semplicemente" usato parlando dei meravigliosi pennini Waterman dell'epoca d'oro
è decisamente un po' riduttivo...
Giorgio
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Inviato: mercoledì 26 agosto 2020, 21:55
da lucacecchi
Giotto ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 22:16
Corvogiallo ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 20:31
Anche io ti consiglio la Loclen Electa (se cerchi sul forum ho tentato una recensione) e la Franklin Christoph XLV: io non ero un fan delle “piccole” ma mi sono ricreduto e ora le ho sempre dietro.
Intendi la Franklin Christoph 45 XLV?
Ora vado a leggermi la recensione della Electa.
L'ho fatto anche io... ed ora devo comprarmi una Electa... veramente bella!
PS vi odio amorevolmente ma vi odio...
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Inviato: mercoledì 26 agosto 2020, 22:59
da valhalla
Musicus ha scritto: ↑mercoledì 26 agosto 2020, 11:58
Penso che ognuno si regolasse seguendo le proprie esigenze particolari: penne (più magre o cicciotte secondo la propria capacità di impugnatura) attaccate con catenelle al panciotto per i signori o da portare a mo' di collana (cioè al collo) per le signore.
Per le signore, c'era anche l'opzione catenella attaccata alla cintura:
https://en.wikipedia.org/wiki/Chatelaine_(chain)
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Inviato: giovedì 27 agosto 2020, 0:07
da Giotto
Nella pagina a cui ho fatto riferimento in un post precedente viene indicata una "52½V Telescope cap": mi ero segnato di andare a cercare informazioni su cosa fosse, ma la stampa che hai appena portato e la spiegazione a supporto hanno già risposto al mio interrogativo.
Musicus ha scritto: ↑mercoledì 26 agosto 2020, 11:58
Semplicemente "la punta" del pennino: fine, medio, largo, stub, obliquo.
...
Oddio, "semplicemente" usato parlando dei meravigliosi pennini Waterman dell'epoca d'oro
...
è decisamente un po' riduttivo...

Che tonto che sono! "punte"

"pennini"! Ci sarei dovuto arrivare da solo.
So che non sarà sufficiente come scusa, ma provo ugualmente a spiegare; per lavoro utilizzo
dati vettoriali: in questo campo, il termine "point" rimanda a un punto geometrico: da qui l'incomprensione.
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Inviato: giovedì 27 agosto 2020, 0:24
da aferrarini
Di recente ho preso una pocket six di schon dsgn. Molto ben costruita è piccolissima da chiusa e "grande" e comoda da aperta. Rispetto ad altre pocket, che montano pennini piccoli, monta un jowo #6. Chiaramente funziona solo con le cartucce. L'unico difetto è che non è economicissima ma se ti piacciono i Jowo 6 è da avere.
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Inviato: giovedì 27 agosto 2020, 17:15
da bisguillo
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=8&t=21381
Io ho anche questa piccola Estense, anni 60(?) caruccia.
Non conosco però il modello
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Inviato: lunedì 14 settembre 2020, 22:15
da sansenri
Se non pretendi che siano ancora in produzione, non puoi nemmeno tralasciare le Omas.
La Omas faceva delle penne piuttosto piccole, a stantuffo, che chiamava Lady e Dama, ma anche Extra e 1930 (tanto per confondere le idee...) nella serie delle sfaccettate (oggi detta Arte Italiana).
La Lady o 1930 è piccola, ma calzando il cappuccio diventa utillizzabilissima, e come tascabile è un portento (soprattutto se hai la fortuna di trovarla con uno dei pennini semiflessibili tipici di Omas).
Nella foto, per confronto dimensioni, una Milord, una 1930 e la piccolissima Dama.
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Inviato: lunedì 14 settembre 2020, 22:33
da Invernomuto
Si trovano ancora a pochissimo le italianissime (e Torinesi) Filcao Mini, molto compatte nelle dimensioni.
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Inviato: venerdì 18 settembre 2020, 0:11
da Giotto
Di Omas non ho proprio nulla: un giorno vorrei colmare questa lacuna
Invernomuto ha scritto: ↑lunedì 14 settembre 2020, 22:33
Si trovano ancora a pochissimo le italianissime (e Torinesi) Filcao Mini, molto compatte nelle dimensioni.
Riguardo alle Filcao Mini, ho trovato sia modelli in alluminio che in acrilico: facevi riferimento a uno di questi?