No, calma: io ho solo controbattuto alla tua affermazione "Ma scusate, loro sono stati MOLTO chiari , hanno detto che danno il 50% del profitto. Punto e a capo." precisando che, invece, ritengo che loro non siano affatto stati chiari.analogico ha scritto: ↑sabato 4 aprile 2020, 16:58 Perfetto, scrivi che risulta persino controverso capire a cosa si riferiscano quindi va de se che la cosa non ti appare chiara, ora i casi sono due o non te ne frega niente ne prendi atto a vai avanti, oppure chiedi chiarimenti, a chi? a loro ovviamente
Su questo non posso che darti ragione.analogico ha scritto: ↑sabato 4 aprile 2020, 16:58Non c'è alcun problema, però se una cosa non risulta particolarmente chiara, va chiarita, sempre che interessi, se no non serve a niente.fantabaffo ha scritto: ↑sabato 4 aprile 2020, 15:33 Per altri, invece, non è altrettanto chiara, e non si capisce perché questo debba essere un problema.![]()
Io ho semplicemente scritto che , sarebbe bastato chiedere spiegazioni, piuttosto che fare ipotesi, mi è stato risposto che non è così, che non va bene, e allora continuiamo a girarci intorno.
Per entrare nello specifico, io non sono minimamente interessato a questa penna, ma se lo fossi e fossi altresì interessato a capirne di più sulla vicenda della percentuale in donazione, chiederei informazioni all'azienda, senza alcuna remora.
Nel mio lavoro mi capita a volte di dover rispondere a persone che chiedono chiarimenti e spiegazioni su cose che io ho scritto e inviato loro, cose che a me sembrano chiarissime, ma evidentemente a loro no.
E' un gesto che apprezzo a cui faccio fronte ben volentieri, non ci vedo nulla di male.
Tuttavia, per mio difetto non ho ben chiarito che il problema che si evidenzia è un altro, indifferente dai chiarimenti sulle modalità di donazione (che, personalmente, non mi interessano più di tanto), ovvero: è del tutto normale che l'azienda che (grazia sua) fa della beneficienza gradisca di trarne un profitto o quanto meno un tornaconto in termini di immagine; rimane tuttavia meno accettabile (e meno accettato anche nel mondo economico) che si tenti di approfittare di una situazione dal forte impatto sociale per millantare una azione benefica che in realtà non avviene o avviene in modo meno significativo di quanto si voglia far credere. Certo, non è detto che questo sia il caso, tuttavia la scelta di usare informazioni fuorvianti sulle modalità di donazione è quantomeno di dubbio gusto, e molto spesso aziende che hanno fatto "errori" di questo tipo hanno pagato le conseguenze con un ritorno di immagine negativo.
Dunque, la critica (per chi, come me, non è interessato alla penna) può già esaurirsi qui: messaggio totalmente non chiaro, che purtroppo lascia adito a possibili speculazioni su una situazione socio-culturale delicata.