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L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 12:07
da zoniale
Vi invito ad ascoltare l'intervista alla Gismondi all'inizio del seguente podcast:
https://www.radio24.ilsole24ore.com/pro ... interviste
in particolare a partire dal minuto 3'50".

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 13:36
da jebstuart
zoniale ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 12:07 Vi invito ad ascoltare l'intervista alla Gismondi all'inizio del seguente podcast:
https://www.radio24.ilsole24ore.com/pro ... interviste
in particolare a partire dal minuto 3'50".
Conosco le sue posizioni, decisamente coraggiose in questo momento e per molti versi sensate. Chissà però se la gente avrebbe acconsentito ad isolamenti prudenziali senza il tamtam giornalistico.
Ripeto, a bocce ferme andrebbe avviato con moderazione e buon senso un sereno ripensamento su molti aspetti della nostra vita quotidiana, cercando di individuare modelli sostenibili per comportamenti più equilibrati e responsabili.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 13:52
da cizio
ASTROLUX ha scritto: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:43 Da giorni stiamo vivendo l'incubo della temuta pandemia.
Qui al sud, tra Napoli e Caserta si respira un'aria di calma prima della tempesta...e intanto si saccheggia l'amuchina e l'altro ieri lo scaffale del latte a lunga conservazione era vuoto. Nell'azienda dove lavoro sono comparsi i dispenser con il sapone sanificante, le mascherine per chi è in contatto con personale l'esterno e una gestione prudenziale delle visite e delle trasferte.
Questo clima di attesa di un disastro imminente mi rammenta il "deserto dei tartari".
Tutta la mia solidarietà va a quanti, sono nelle zone dei focolai, o nelle regioni "incriminate", vittime due volte: Per il virus e per quella discriminazione strisciante, dettata dal panico, che li vede oggetto di certi comportamenti che mai vorremmo vedere.
Forza amici, ce la faremo!
Nel deserto dei tartari si rimaneva immobili di fronte alla tragedia imminente. Qui invece si sta avendo una reazione scomposta.

Mio figlio è malato da sei settimane, ora in guarigione con polmonite appena superata, non gli fanno il test perché non è stato nelle zone rosse. Peccato che il padre ci sia stato varie volte di cui l'ultima quindici giorni fa, è stato anche lui influenzato ma non ha più sintomi quindi niente test neanche al padre.
Come si fa a dire con questo protocollo chi ha infettato chi?

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 14:19
da sussak
Tornando alle mie esperienze di naja, in pieno inverno ci avevano spediti in una base in cima ad un cucuzzolo del Veneto, un centro di comando operativo. La strada per arrivarci aveva una pendenza del 14%. Una notte alle 4,00 ci sbatterono giù dalle brande per spaccare il ghiaccio con pala e piccone, in maniche di camicia, belli sudati, perchè doveva salire un autocarro. Il giorno dopo avevo un permesso breve di 48 ore per tornare a Milano in treno. Appena arrivato a casa 40° di febbre e ricovero all'ospedale militare: responso polmonite doppia bilaterale. Dieci giorni di ricovero e cura con iniezioni per circa 20 milioni di penicillina, rimesso in piedi e rispedito a casa con 30 gg di convalescenza. Ero in compenso diventato giallo e da allora allergico agli antibiotici. Però mi avevano guarito subito (e mio padre mi spedì immediatamente a lavorare, per non sprecare tempo).
Son cose che capitano, ma una volta si moriva anche per meno.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 16:00
da schnier
sussak ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 6:01 Si fa presto a dire che bisogna abolire i viaggi; a parte i turisti ad oltranza, c'è un interscambio per lavoro incredibile, il mondo è diventato piccolo.
Concordo, poi non capisco cosa ci sarebbe di negativo a viaggiare. Le precauzioni andavano prese a gennaio scorso, prima del contagio.
cizio ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 13:52

Mio figlio è malato da sei settimane, ora in guarigione con polmonite appena superata, non gli fanno il test perché non è stato nelle zone rosse. Peccato che il padre ci sia stato varie volte di cui l'ultima quindici giorni fa, è stato anche lui influenzato ma non ha più sintomi quindi niente test neanche al padre.
Come si fa a dire con questo protocollo chi ha infettato chi?
Di grazia, lo hai segnalato a chi di dovere?

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 16:27
da analogico
jebstuart ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 0:56 == OMISSIS==
Detto questo, quando le bocce saranno ferme e la tempesta passata, l’Italia e l’Occidente in generale farebbero bene ad aprire una discussione sociale, antropologica e politica sulla smania di viaggiare in barba alle più elementari norme di prudenza, sui social assurti a canale pressoché unico di confronto sociale, sul minimalismo culturale e sulla disinvoltura del non sapere, sul ruolo che la Cina ed i suoi stili di vita stanno ritagliandosi nel Mondo del Terzo Millennio
Ignorare il rischioso portato di tutti questi fattori messi insieme significa - nella più rosea delle ipotesi - essere affetti da una grave forma di miopia.
Non posso astenermi dal sottoscrivere parola per parola questo stralcio dell'intervento di Jebstuart.

Nello stesso tempo temo che l' Occidente procederà nella direzione già palesemente intrapresa, quella direzione che dalla grave forma di miopia porta direttamente alla cecità assoluta.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 16:38
da cizio
schnier ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 16:00
sussak ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 6:01 Si fa presto a dire che bisogna abolire i viaggi; a parte i turisti ad oltranza, c'è un interscambio per lavoro incredibile, il mondo è diventato piccolo.
Concordo, poi non capisco cosa ci sarebbe di negativo a viaggiare. Le precauzioni andavano prese a gennaio scorso, prima del contagio.
cizio ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 13:52

Mio figlio è malato da sei settimane, ora in guarigione con polmonite appena superata, non gli fanno il test perché non è stato nelle zone rosse. Peccato che il padre ci sia stato varie volte di cui l'ultima quindici giorni fa, è stato anche lui influenzato ma non ha più sintomi quindi niente test neanche al padre.
Come si fa a dire con questo protocollo chi ha infettato chi?
Di grazia, lo hai segnalato a chi di dovere?
secondo te con un figlio con la polmonite lo ho segnalato?

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 16:58
da schnier
cizio ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 16:38

secondo te con un figlio con la polmonite lo ho segnalato?
Assurdo che non ti diano ascolto...

L'Italia del Coronavirus

Inviato: venerdì 28 febbraio 2020, 19:55
da ASTROLUX

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 1:59
da Gargaros
Madonna, ma come diavolo si fa a mangiare un gatto? E' una cosa che non capisco da sempre. Mio padre dice di averne mangiati un paio in gioventù, parliamo di anni 50/60, e già lo trovo inconcepibile per quegli anni!

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 5:16
da sussak
Ho sentito di tutto dai racconti di mio padre, che andò sotto le armi nel 1938, come allievo ufficiale di complemento di artiglieria alpina, e tornò a casa nel maggio del 1945. Mi diceva che all'inizio della guerra sulle Alpi, sul fronte francese, le truppe furono mandate avanti con le munizioni, ma senza viveri. Scoprirono solo delle casse di plumcake (che da allora ha sempre odiato); vide i suoi soldati, in massima parte bresciani, mangiare anche topi e dare la caccia alle volpi, oltre che a saccheggiare tutto quel che trovavano. Poi in Jugoslavia la fame divenne un incubo, al punto che i croati mangiavano anche i cani. La fame è sempre stato il suo incubo; quando ritornò a guerra finita, dopo due anni sull'Appennino con le brigate partigiane, pesava meno di 50 kg. Mi disse che, entrato in un carro tedesco che avevano fatto saltare, scoprì che un equipaggio di quattro uomini aveva in tutto come cibo una aringa ed una forma di pane nero. Un raffronto, dopo 70 anni, è impensabile, ma non ovunque si gode del benessere che abbiamo noi ora, basta pensare a zone all'Africa, se non si vuol parlare di Cina.

Avrei una domanda: si può chiudere l'argomento, e pensare ad altro ?
Grazie

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 10:23
da angel64
Salve, solo per dire che sono a Colonia da due giorni e, se non fosse per le notizie dall’Italia, il Coronavirus non esisterebbe ... Piuttosto, qualcuno mi può segnalare un bel negozio in centro oltre Ortloff (ebbene non ho resistito ed ho comprato lo Skull & Roses 8-) )

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 14:16
da Monet63
Gargaros ha scritto: sabato 29 febbraio 2020, 1:59 Madonna, ma come diavolo si fa a mangiare un gatto?
Sono sostanzialmente vegetariano, ma credo sia una questione di punti di vista e costumi.
Un amico omanita e musulmano, eccellente artista, all'inizio della nostra lunga amicizia, mi chiese: "ma a parte le questini religiose, come fate a mangiare un animale sporco come il maiale?"
Per dire...
:wave:

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 15:32
da analogico
Gargaros ha scritto: sabato 29 febbraio 2020, 1:59 Madonna, ma come diavolo si fa a mangiare un gatto? E' una cosa che non capisco da sempre. Mio padre dice di averne mangiati un paio in gioventù, parliamo di anni 50/60, e già lo trovo inconcepibile per quegli anni!
Il gatto? ma il gatto sarebbe niente !
i cinesi mangiano qualsiasi animale sia esso domestico o selvatico, dai cani ai pipistrelli senza farsi mancare scimmie e primati vari, insetti, pesci , roditori, rettili vari, anfibi, volatili , praticamente di tutto.
Mangiano una brodaglia fatta con i nidi rondine, e solo chi non ha mai visto un nido di rondine da distanza ravvicinata, può non capire di cosa si tratta.
Un conto è mangiare un gatto o un topo se si sta morendo di fame, cosa diversa è andare al mercato e tornare a casa con un cartoccio di pipistrelli da mettere in padella.
Sarà anche una questione di cultura usi e costumi, non lo voglio discutere, ma io un'idea in proposito me la sono fatta.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: sabato 29 febbraio 2020, 15:37
da schnier
Accade in soltanto in alcune zone, che sono ancora legati a certi usi e costumi. Il problema è che da loro una zona periferica equivale a una grande città europea o quasi. Detto questo, non è dimostrabile che sia nato da quello.